Archivio mensile:Aprile 2023

Dendrochilum cobbianum ‘ENZO’

Ricordi oltre le orchidee.

Il secolo breve era finito da qualche mese e noi dell’Associazione Trieneta Amatori Orchidee, eravamo alle prese con l’organizzazione della seconda edizione di PordenoneOrchidea, quella del padiglione giallo.

Eravamo tutti un po’ più giovani, sia come età ma anche come collezionisti di orchidee. Organizzare grandi spazi espositivi è stata un’impresa improba ma pienamente riuscita grazie anche la collaborazione del garden Flover di Bssolengo (VR).

In quel tempo, l’ATAO era guidata dal compianto Enzo Cantagalli di Pieris, grande figura del collezionismo orchidofilo italiano, forse uno dei primi coltivatori amatoriali del nord – est, sicuramente un grande maestro di vita, al quale tutti abbiamo attinto consigli e bei momenti di socializzazione.

La scenografia dell’esposizione del 2000 prendeva corpo con fatica, a quei tempi erano poche le orchidee coltivate nelle serre amatoriali del Triveneto, fra le quali spiccava per perfezione quella del Dr. Cantagalli, semi interrata e vagamente di stile Vittoriano, stipata di orchidee. Ancor oggi rimane vivo lo stupore che provai quando Enzo si presentò in fiera con le sue piante da esporre, fra le quali spiccava per eccellenza un esemplare di Dendrobium cobbiaum in piena fioritura.

Fu premiata e ammirata, quella pianta, ma dopo andò in crisi e a distanza di qualche anno il nostro Presidente mi regalò una divisione che coltivo tutt’ora con passione e i vari cultivar nati nel frattempo in onore del suo coltivatore ancestrale li ho battezzati con il suo nome: Dendrochilum cobbianum ‘ENZO’.

Storie: Miltonia phymatochila

Nelle foto: Miltonia phymatochila, fioritura – collezione rio Parnasso – le orchidee di Guido.

Oncidium phymatochilum, Phymatochilum brasiliense, Oncidium oppure Miltonia? Per ora Miltonia.

Osservando gli steli fiorali di questa specie, è veramente difficile stabilire il suo genere di appartenenza.
Di questo problema se ne sono accorti anche vari tassonomi e botanici.
Ad esedmpio Eric A. Christenson colloca questa orchidea addirittura in un nuovo genere monotipo; la notizia è apparsa su Richardiana (rivista trimestrale francofona edita dall’associazione Tropicalia) Vol V – n°4, ottobre 2005, pagine 194 – 196.-
Eterne storie di disquisizioni tassonomiche che mettono in crisi coltivatori e collezionisti amatoriali, sempre in lotta con i nomi delle loro orchidee.
Vediamo di ricostruire il percorso storico di questa specie.

La storia
Siamo nella prima metà del 1800, periodo fecondo per la scoperta di nuove specie di orchidee. E’ il tempo durante il quale, vari raccoglitori in loco, inviano agli erbari europei grandi quantità di materiale vegetale e molte nuove specie di orchidee. Purtroppo, capita spesso che la confusione prenda il sopravvento: certe descrizioni di quel periodo sono ancora da chiarire sui loro luoghi di provenienza, ad esempio, la specie che stiamo analizzando, John Lindley la ricevette, sia da Loddiges, che dal reverendo Clowes appassionato orchidofilo di Liverpool. John Lindley, forse per l’incertezza dei luoghi di provenienza, in quell’occasione non lasciò traccia di descrizioni delle piante inviate da Loddiges, mentre nel 1847, descrisse il materiale del reverendo Clowes ed in suo onore assegnò alla nuova specie il nome: Miltonia clowesii, rinominandola l’anno successivo, Oncidium phymatochilum, in riferimento alle pronunciate carenature del labello dei suoi fiori.

Prima descrizione e registrazione:
Oncidium phymatochilum Lindl. Gard. Chron. (1848) 139. (basionimo della specie)
La specie rimane con questo nome fino a quando la biochimica inizia ad avvalersi del DNA delle piante per approfondire la loro struttra molecolare. Ed è così che nel 2001, Norris Williams e Mark Chase spostano Oncidium phymatochilum nel genere Miltonia: Miltonia phymatochila (Lindl.) N.H.Williams & M.W.Chase Lindleyana 16(4): 284 (2001).
Nella pubblicazione di trasferimento di genere, Norris Williams e Mark Chase hanno evidenziarono la dominannza di uno stretto rapporto genetico con il genere Miltonia, nonostante le evidenti differenze morfologiche. Il mondo della tassonomia ufficiale rimase molto sorpreso di questa pubblicazione e sin da subito si insinuò il dubbio se fosse valsa la pena di costituire un nuovo genere mono specie. Nel 2005, Eric Christenson, con la sua pubblicazione su Richardiana 5(4): 195. 2005, colloca questa spece in un nuovo genere e gli assegana il nome: Phymatochilum brasiliense. Va precisato che ad oggi non vi è generale consenso (respinto dal Kew) su questo nome.
Riassumendo: questa specie non è più compresa nel genere Oncidium in quanto è più affine ai generi Miltonia, Aspasia, Brassia e Ada, i più importanti della sottotribù Oncidiinae, tribù Cymbidieae.
A me piacerebbe il nome assegnato da Christenson, ma ad oggi il nome accettato è: Miltonia phymatochila.

Descrizione
Specie epifita a sviluppo simpodiale (cespitosa). E’ endemica in Messico, Guatemala e in vari Stati del Brasile nelle zone alte della Foresta Atlantica: Rio de Janeiro, São Paulo, Espírito Santo, Minas Gerais e Pernambuco. Cresce nelle foreste ben ventilate da 600 a 1300 metri di altitudine, preferisce vivere sui rami spessi degli alberi, ma con luce poco filtrata.
L’origine del nome di specie deriva dalle vistose “pustole” coriacee ed evidenti, cresciute alla base del labello. E’ un’orchidea da clima caldo, con pseudobulbi fusiformi, appiattiti, foderati alla base e con un’unica grade foglia apicale lanceolata di colore rossastro. Questa bellissima specie fiorisce in primavera e produce lunghi steli fiorali penduli, ramificati, con numerosi fiori dal labello bianco, petali e sepali fasciati di colore verde e marrone.

Coelogyne flaccida

Coelogyne flaccida: Questa specie è diffusa, tra gli amanti di questo genere, forse di più della Coelogyne cristata con la quale condivide le cure per la coltivazione; cresce nelle foreste pluviali nella fascia Nord dell’area continentale ad altitudini che vanno dai 900 ai 2000 metri.

Produce una grande quantità di fiori come si può ammirare nella foto, a fine Inverno, inizio Primavera. I fiori cerosi color crema sono generalmete una decina infiorescenza e si aprono simultaneamente.

Molti testi indicano i fiori come profumati; in realtà l’odore forte e penetrante che essi producono è assai simile all’urina di cavallo, tanto che rende impossibile tenere in casa questa specie quando è in fioritura.

Pleurothallis ghiesbreghtiana

Pleurothallis ghiesbreghtiana, attualmente il nome accettato per questa specie è Stelis quadrifida. È una specie epifita o occasionalmente litofita di piccole e medie dimensioni, a crescita calda o fredda- E’ endemica in Giamaica, Messico, Guatemala, El Salvador, Honduras, Nicaragua, Costa Rica, Panama, Colombia e Venezuela in luoghi umidi e ombreggiati, tipici della macchia forestale. Produce infioresenze apicali, erette che possono raggiungerea 30 – 35 cm, con molti fiori dolcemente profumati tenuti tutti su un lato dell’infiorescenza e che si estendono ben al di sopra delle foglie. Questa specie può essere coltivata sia su tronchetti che in vaso in ambiente semi-ombreggiato a temperature da fresche a calde, umidità tutto l’anno e buon movimento dell’aria.

Pleurothallis ghiesbreghtiana collezione rio Parnasso

NOTA

Morfologicamente questo taxon potrebbe essere confuso con un membro di Stelis in senso lato, e infatti molti autori lo collocano ancora in Stelis piuttosto che in Pleurothallis. Stenzel (2004) dubitava dei risultati della propria ricostruzione filogenetica in cui due Pleurothallis ghiesbreghtiana A.Rich. & Galeotti (= P. quadrifida) furono trovate sorelle di Pleurothallis piuttosto che di Stelis. Tuttavia, ad eccezione dell’inferenza filogenetica presentata da Solano-Gómez (2005), tutti gli altri studi basati sul DNA mostrano coerentemente che P. quadrifida, specie tipo di Lalexia, è sorella delle rimanenti specie di Pleurothallis piuttosto che Stelis (Stenzel 2004, Karremans et al.2013, Wilson et al.2013, 2017, Pérez-Escobar et al.2017). L’esclusione da Stelis è supportata da studi genomici multigenici (Ponert et al. 2019). Il suo unico membro, Pleurothallis quadrifida, è una specie ampiamente distribuita e comune senza parenti stretti. Si riconosce facilmente dalle spesse foglie coriacee, erette, allungate, infiorescenze simultanee portanti grandi fiori giallo brillante.

Pleurothallis ghiesbreghtiana collezione rio Parnasso