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Oltre le orchidee, fiori, piante e parole.

You Never Can Tell… Non puoi mai immaginare

E’ da qualche giorno che mi frulla per la testa la canzone: You Never Can Tell, di Chuck Berry, il padre del Rock and Roll. Quasi a voler imitare Bruce Springsteen, mi trovo a canticchiarla, a volte a fischiettarla, in qualsiasi luogo pubblico.

…”Non puoi mai immaginare”: “c’est la vie”…. mi sa che sto invecchiando!!


Celeberrima scena di Pulp Ficition, il fim di Quentin Tarantino, in cui John Travolta e Uma Thurman si lanciano in un ballo scatenato.

You Never Can Tell

It was a teenage wedding
and the old folks wished them well
you could see that Pierre did truly love
the madamoiselle
And now the young monsieur and madame
have rung the chapel bell
“c’est la vie”, say the old folks
it goes to show you never can tell

They furnished off an apartment with a two room Roebuck sale
the coolerator was crammed with TV dinners and ginger ale
But when Pierre found work
the little money comin` worked out well
“c’est la vie”, say the old folks
it goes to show you never can tell

They had a hi-fi phono, boy,
did they let it blast
seven hundred little records, all rock, rhythm and jazz
but when the sun went down
the rapid tempo of the music fell
“c’est la vie”, say the old folks
it goes to show you never can tell

they bought a souped-up jitney
`twas a cherry red `53
they drove it down to Orleans
to celebrate the anniversary
it was there that Pierre was married
to the lovely madamoiselle
“c‘est la vie”, say the old folks
it goes to show you never can tell.
Traduzione italiana

Non puoi mai immaginare

Era un matrimonio tra due ragazzini
e i vecchi gli facevano gli auguri
si vedeva che Pierre amava sul serio
la signorina
E ora i giovani signore e signora
hanno suonato la campana della cappella
“E’ la vita”, dicevano i vecchi
non puoi mai sapere quello che ti capita.

Arredarono un appartamento con due stanze, venduto da Roebuck
il frigo era pieno di cene surgelate e ginger da bere.
Ma quando Pierre trovò lavoro
i pochi soldi che arrivarono fruttarono bene
“E’ la vita”, dicevano i vecchi
non puoi mai sapere quello che ti capita.

Comprarono un impianto hi-fi, ragazzo,
lo lasciavano suonare a tutto volume
settecento dischi, tutti rock, rhythm and jazz
ma quando il sole tramontava
il ritmo veloce della musica si smorzava
“E’ la vita”, dicevano i vecchi
non puoi mai sapere quello che ti capita.

Comprarono una jitney truccata
era una ‘cherry red’ del ’53
guidarono giù fino a New Orleans
per festeggiare il loro anniversario
era lì che Pierre si era sposato
con la bella signorina
“E’ la vita”, dicevano i vecchi
non puoi mai sapere quello che ti capita.

Non solo orchidee! Arte e felicità

Quando dipingevo.
007Calda estate del 71, Domenica pomeriggio in attesa di uscire a dipingere in “plein air” con la fidanzata. Aspettando che la mia ragazza si “sistemasse” in tenuta da campagna, mi colpì quello che c’era sopra il frigorifero in cucina e non resistetti a prendere tela e pennelli per fissare quell’insieme… “natura morta, si direbbe”!
A distanza di anni, riguardando quell’olio su tela 30×40, che ora conservo nella mia dimora, rivivo quei momenti deliziosi e contestualmente provo anche uno strano effetto “vintage”: la radio portatile, la piccola anforina in terra cotta con la rosa rossa in bocciolo appena donatale, lo spruzzino di plastica arancione per inumidire gli indumenti da stirare, le bottigliette con le medicine del suocero, l’orologio da polso e l’immancabile “sveglia” che fissava le 4 del pomeriggio!
Un po’ di nostalgia mista a felicità! Siamo ancora insieme!

HARVEST MOON (Neil Young)
“Come a little bit closer
Hear what I have to say
Just like children sleepin’
We could dream this night away”…

“Vieni un po’ più vicino
Ascolta cosa ti dico
Potremmo sognare tutta la notte
Proprio come i bambini che dormono”…

Notti gitane… non solo orchidee!

Nostalgie e ricordi di atmosfere gitane.
Metti una sera, cena alla fortezza medievale di Ilok, Castello degli Odescalchi a strapiombo sul Danubio, ristorante solo per noi con gruppo musicale gitano a completa disposizione.

Unico inconveniente, ogni 3 minuti si fermava l’orchestra e per farla ripartire servivano “dinari”, tanti dinari, da infilare nel taschino della camicia del capo!

Ma noi allora potevamo, ed è stata una notte indimenticabile!

Antonio, il nostro Presidente non aveva mai cantato in vita sua… quella notte cantò Pilem, Pilem insieme a noi. Nessuno ha mai saputo il significato delle parole Pilem, Pilem, ma da allora, tutti si canta: Pilem, Pilem!

Simbiosi

004… dice il “saggio”: per far germinare i semi delle orchidee, quasi sempre ci vuole il fungo. Allora, giù a raccogliere funghi, rigorosamente nelle siepi di casa mia, io non cementifico, lascio che la natura faccia il suo corso. Però, vista la raccolta odierna, dico al “saggio”: per questa volta lasciamo perdere la germinazione, queste primizie saranno la delizia dei nostri palati .
Guardate bene la foto, lo sfondo non è dato da uno specchio, ma da una pittura botanica della mia carissima amica Silvana Rava: stupenda!