Archivio mensile:Agosto 2006

Lacrime di S. Lorenzo

12 Agosto, alto nel cielo di casa mia, la pioggia delle Perseidi è nascosta dalle nuvole

Niente paura, muniti di fantasia possiamo esprimere ugualmente i nostri desideri ammirando questo sciame di stelle cadute nella mia serra.
I loro nomi: Phalaenopsis violacea ‘semi alba’ (in alto a sinistra della foto) – Palaenopsis fasciata (al centro della foto) – Phalaenopsis amboinensis (in primo piano).
Vogliamo provare?

Incontro di Agosto: le foto di Carlo

Domenica 6 Agosto 2006, 3 belle orchidee viste da Carlo in una giornata stupenda

Queste foto le dedichiamo a tutti i nostri visitatori, che nonostante il periodo decisamente Ferragostano, trovano tempo e voglia di fare un salto sul blog…e soprattutto al nostro amico Gianni, lontano dalle sue amate spiaggie veneziane. Buone vacanze a chi sta andando, forza e coraggio a chi sta tornando… orchids.it vi da una mano!!


Phalaenopsis fasciata collezione Guido De Vidi-diritti riservati.


Phalaenopsis violacea var. malesia-collezione Guido De Vidi-diritti riservati


Phragmipedium (besseae x schlimii) collezione Guido De Vidi-diritti riservati

Un particolare ringraziamento a Carlo Nicoletto a cui vanno i diritti fotografici

Cattleya granulosa

Fra le Cattleye bifoliate, forse è la meno conosciuta
Collezione Guido De Vidi-foto 09.08.06
cattleya_granulosa_fioreCattleya granulosa Lindl. 1842
Sottogenere: Falcata
Sezione: Granulosae [Fowlie]Withner

Orchidea epifita a sviluppo simpodiale endemica del Brasile orientale, vive sugli alberi delle dune collinari lungo il litorale marino, dove occupa una fascia costiera da 2 a 20 chilometri nella zona del “Rio Grande do Norte”, a destra di Canguaretama e a sud di Touros.
In Pernambuco e Alagoas possiamo trovare la Cattleya granulosa in due fasce d’altitudine, al livello del mare e più all’interno attorno ai 1000 metri, dove questa specie condivide l’ambiente con la Cattleya labiata, al punto da creare con quest’ultima, un ibrido naturale: Cattleya le Czar Lind. – (x Cattleya labiataa Lindl.) (Sin. Cattleya x imperator).

foto libera da copiright
cattleya_granulosa_var_schoMotivo di discussione fra tassonomisti è anche la Cattleya schofieldiana , pianta molto simile alla Cattleya granulosa, che vive tra Espírito Santo e Bahia: si ritiene sia una specie assestante.
Cattleya granulosa è generalmente caratterizzata da lunghi pseudobulbi cilindrici, 40-50 centimetri con varianti tra 25 e 90 centimetri, solamente in una zona specifica di “Rio Grande do Norte” si possono trovare piante molto piccole, con pseudobulbi alti circa 15 centimetri e fiori della stessa dimensione di quelli prodotti dalle sorelle più alte. Gli pseudobulbi sono leggermente compressi lateralmente ed al loro apice si formano due foglie oblunghe, lanceolate ed ellittiche.
Cattleya granulosa è stata descritta da Lindley nel 1842.In quell’occasione, analizzò del materiale proveniente dal Guatemala inviatogli dal sig. Hartweg, questo fatto trasse in inganno Lindley e la descrisse come pianta enemica di quel paese. In realtà, Cattleya granulosa è di origine Brasiliana ed è endemica nelle zone di Pernambuco, Alagoas, Sergipe e Paraíba. Non è mai stata trovata nel Guatemala. Questa specie predilige vivere al livello del mare dove le temperature sono calde o intermedie più o meno costanti durante tutto l’anno, ma il suo aerale può raggiungere anche quote più alte.
La fioritura della Cattleya granulosa è generalmente estiva e molto duratura, in qualche caso fiorisce anche nella tarda primavera. I fiori sono fragranti ed il loro profumo è vagamente esotico e piccante.
La dimensione dei fiori può raggiungere anche 10 centimetri ed il numero varia notevolmente, spesso sono 2 o 3, ma in certi casi si possono incontrare piante con più di 10 fiori: sembra che questo fattore sia molto legato a specifiche caratteristiche genetiche varianti da pianta a pianta.
Poca letteratura è dedicata a questa specie e la causa sembra dettata dalla difficoltà a raggruppare le varietà seguendo la colorazione dei fiori, molto variabile nella tonalità e nella maculatura.
La specie in esame presenta frequentemente fiori color verde-oliva con qualche marcata punteggiatura vermiglio distribuita casualmente su petali e sepali, che scende anche sulla parte stretta del labello per lasciar posto al rosa picchiettato di viola nella sua parte estrema.
Possiamo dire che di questa specie non esiste una pianta uguale all’altra, ognuna da vita ad un caleidoscopio di colorazioni, che variano sulla base di tre pigmenti: verde, amaranto e vermiglio, mescolati dalle singole informazioni genetiche.
Il labello, stretto alla base e allargato a forma di ventaglio nella sua parte estrema, presenta delle protuberanze granulose (da cui il nome della specie) nella pagina superiore ed avvolge la colonna con due ali bianche.
Il “ventaglio” del labello colorato di rosa soffuso e picchiettato di viola, in qualche raro caso tende all’azzurro, ma la varietà incontestabilmente “coerulea” non è ancora stata trovata.

Coltivazione
Cattleya granulosa è utile coltivarla in vaso oppure in cestino di legno, le dimensioni in altezza dei suoi pseudobulbi rendono difficile la sistemazione su zattera. Durante lo sviluppo e la maturazione degli pseudobulbi va coltivata come le altre Cattleye bifoliate. Va posta particolare cura ai suoi pseudobulbi, abbastanza esili rispetto alla loro altezza, caratteristica che li rende abbastanza vulnerabili alle alte temperature: si può incorrere in fenomeni di disidratazione.
Le concimazioni di questa specie seguono lo standard normale delle Cattleye.

Qualche link sulle Cattleye, dall’archivio di orchids.it: coltivare su zattere Cattleye e la loro coltra rinvaso delle Cattleye curiosità sui nomi degli ibridi la regina delle orchidee

Nota: le notizie e le descrizioni di ogni post del blog sono supportate da ricerche sulla lettratura esistente e sul web, ma si riferiscono esclusivamente a esperienze di coltivazione su orchidee presenti nella mia collezione.
Eventuali errori o incompletezze possono essere rimediati dalla vostra collaborazione.

Agosto: quiz per chi non va in ferie

Tutti i colori della Phalaenopsis violacea

Orchidee della collezione Guido De Vidi – foto 09.08.2006 – diritti riservati

Quiz: tutte son Phalaenpsis violacea, tutte son belline, ma solo una lo è anche di nome, qual’è e perchè?

Nota: Elettra e Alberto non possono partecipare al quiz…in quanto persone informate sui fatti…lo sò!! 😆

Incontro d’Agosto

Incontri senza confini
In questo post non pubblicherò foto di orchidee, ma cercherò di “dipingere” e rivivere le ore armoniose di una Domenica d’Agosto trascorsa fra amici innamorati di queste piante affascinanti.
Quest’incontro e nato da una e-mail inviatami da Andreja Schulz (Presidente dell’Associazione Slovena Amatori Orchidee) con la quale chiedeva di poter visitare la serra, in compagnia di qualche socio della sua Associazione. La disponibilità è stata immediata e per l’occasione si è pensato bene di radunare anche il nostro Club.
Internet facilita molto l’organizzazione di tante cose, quello che anni fa richiedeva un notevole dispendio di energie, ora si risolve facilmente con qualche e-mail e magari con un post sul blog, ma consentitemi di fare una riflessione su questa dimensione comunicativa, utilissima e pericolosissima nello stesso tempo.

Internet, ma non solo.
A mio avviso, il pericolo latente del mondo virtuale messoci a disposizione dalle tecnologie attuali, se non utilizzato per arricchire la dimensione reale della nostra vita è quello di creare finte “comunity” all’interno delle quali si nascondono “folletti”, dalle mille sfaccettatuure negative e sterili. In altre parole, benissimo i siti internet interattivi, ancora meglio i forum piuttosto che i blog, ma se questi strumenti sono fine a se stessi, perdono ogni significato.
Andar per serre in Agosto non è il massimo, ma la passione, la buona compagnia ed un po di fortuna, anche in questa circostanza hanno contribuito a dipingere un bel quadro con soggetto:le orchidee.

Dalle mie parti c’erano ancora temperature tropicali, quando si decideva d’incontrarci, ma due o tre temporaloni estivi hanno preparato una Domenica Agostana da incorniciare: cielo azzurro con qualche nuvola bianca, aria pulita e temperatura deliziosa.

Un attimo di cultura.
Il programma dell’incontro, messo in piedi con stile extemporaneo prevedeva anche un momento per così dire “culturale” e cioè la presentazione e la distribuzione del libro tanto atteso: “Paphiopedilum Grower’s Manual di Lance A. Brik” – nella foto a sinistra si nota Andreja che confabula con qualche amico di Orchids Club Italia, forse stanno discutendo su qualche specie che manca nella loro collezione.

I primi arrivi.

Il giardino antistante, la serra, si è andato popolando di buon mattino.

La serra, luogo dove si mettono passione e segreti.
Aprirla agli amici è un gesto di profondo altruismo, che non tutti i collezionisti amano fare. Per la verità, i giorni che precedono qualche visita programmata sono carichi d’ansia perchè si desidera mettere in ordine ogni cosa, si pulisce e si controlla lo stato delle piante e si escogita il trucco del vecchio collezionista per stupire gli ospiti: si mette in bella mostra qualche esemplare fiorito.
In preparazione di quest’importante incontro (una delegazione straniera in visita) ho dedicato diverse giornate a riordinare piante e ambiente.
Come spesso accade, quando vuoi fare bella figura, c’è sempre il diavolo che ci mette la coda e proprio Sabato pomeriggio si è guastata la pompa della nebulizzazione.
L’amico Antonio Camani, che per l’occasione intendeva collaudare i suoi nuovi ugelli, ha dovuto rinviare le prove ad altra data.
Ad ogni buon conto,a parte scarsità di fioriture (Agosto fior di orchidea non ti conosco), Domenica mattina le porte della serra erano aperte, pronte per ricevere la delegazione slovena..

Per diverse ore la serra è stata un tutt’ uno con gli ospiti e la percezione esterna, fatta di rumori e figure ovatate che si destreggiavano fra gli spazi angusti della serra, era quasi surreale: sembrava che avesse acquistato movimento e forma umana.
Spero che le impressioni degli ospiti siano state buone…non posso nascondere che c’è sempre patema d’animo quando si mostra la propria collezione di orchidee.

La mia serra è brutta, bruttissima ed il sogno, irrealizzabile è di sistemare le mie orchidee in una bella serra stile vittoriano, ma per ora dobbiamo accontentarci di vivere in questi spazi autocostruiti e messi insieme anno dopo anno.
Effettivamente gran parte delle ore della giornata le trascorro in loro compagnia e quindi posiamo anche dire “casa mia per brutta che tu sia, sei sempre casa mia.”

I peccati di gola
Peccati di gola, slogan felice, coniato in occasione dei primi incontri del Club per invitare i soci a portare qualche leccornia è diventato ormai consuetudine. Domenica, i “peccati” in arrivo sono stati più numerosi dei “peccatori” giunti alla “purificazione”.

Ricordare tutto è impresa ardua e quindi grazie a tutti…purtroppo qualche “peccato” è rimasto in frigo per mancanza di tempo e di “fame”.
Un ringraziamento particolare va rivolto agli amici sloveni, giunti con molte prelibatezze: carni per la griglia, affettati e dolci.
Bravissime le donne del Club, che per l’occasione si sono improvvisate “maestre di cucina e di portata”.

Dulcis in fundo, un pensiero devoto ai “capi griglie” Carlo delle farnie e Renato, democraticamente incaricati alla gestione della grigliata.

I giovani
All’incontro c’erano anche diversi giovani appassionati delle orchidee e delle piante carnivore, biologi, agronomi e studenti universitari, c’era anche Moica che in Slovenia (poco sotto Nova Goriza), cura un interessante vivaio di piante rustiche; la nutrita presenza di tanti giovani fa ben sperare per il futuro della nostra passione.

I saluti e gli arrivederci.
Che dire ancora? Le sensazioni “orchidofile” vissute durante la giornata raccontatele voi; questo post vuole essere una semplice fotografia di iniziative da copiare e da ripetere in ogni caso.
So che molti di voi hanno impressionato momenti, fiori, piante e serra, se qualche foto è venuta particolarmente bene, linkatela nei commenti di questo post…ad esempio ho già visto questo bellissimo resoconto sul sito di Alberto
Ultima annotazione: la riunione ha avuto un epilogo lungo…lunghissimo, evidentemente sul tavolo sono state messe molte cose da chiarire…sono stati chiusi i lavori solamente col sopraggiungere del buio, quando abbiamo salutato gli ultimi ospiti, l’orologio segnava le ore 21 e 40 minuti… dodici ore esatte di orchidee.