Laelia perrinii

Una originalissima Laelia della sezione Cattleyodes

Collezione Guido De Vidi – foto 12.10.06 – diritti riservati
Laelia perrinii [Lindl.] Bateman 1847

Sottogenere: Crispae – sezione: Perriniae, Withner 1990
Nome di specie in onore del Signor Perrin (Inglese), giardiniere del Signor R. Harrison (Aigburgh-Liverpool)

Il giardiniere Perrin, doveva essere molto stimato dalla famiglia Harrison; nel 1840, fra le orchidee spedite alla Signora Harrison, giunse in Inghilterra per la prima volta, anche una nuova specie di Brassavola, che Reichenbach, penso su indicazione degli Harrison, descrisse con il nome di Brassavola perrinii.

Sinonimi
Amalia perrinii (Lindl.) Heynh. 1846- Bletia perrinii [Lindl.] Rchb.f 1861- Cattleya intermedia var angustifolia Hkr. 1839 – Cattleya integerrima var angustifolia Hkr. 1846 – Cattleya perrinii Lindley 1838 – Hadrolaelia perrinii ( Lindl. ) Chiron & V.P.Castro 2002 – Sophronitis perrinii (Lindl.) C. Berg & M.W. Chase 2000

Come si può notare dai sinonimi, anche questa specie è caduta sotto le forche caudine dei nuovi tassonomi e quindi si ripropone la solita considerazione: chiamiamola come ci pare e con le nuove ibridazioni?

Origini
La Laelia perrinii è originaria del Brasile litoraneo centrale, Rio de Janeiro e Espirito Santo. La specie si sviluppa ad altitudini di 700 – 900 metri, sia sui grandi alberi delle foreste piovose tropicali, preferibilmente lungo pendii esposti alla luce del sole, oppure direttamente sulle sporgenze rocciose delle radure ventilate e soleggiate.

Qualche nota
Questa Laelia appartiene al gruppo delle specie a grandi fiori, raggruppate nella sezione Cattleyodes, ma la pianta si differenzia molto dalle altre, L. purpurata, L. lobata e L. crispa, ecc.), a tal punto che può essere identificata anche senza fiori (marcata pigmentazione delle foglie, portamento compatto e retto), ma ancor più facile è l’identificazione in fioritura poiché alcune peculiarità dei suoi fiori sono inconfondibili.

Collezione Guido De Vidi – foto 12.10.06 – diritti riservati

I petali della Laelia perrini sono segnatamente orizzontali e assai larghi anche verso le punte, ma la caratteristica distintiva per antonomasia è il labello, piccolo e stretto rispetto all’insieme del fiore, e questa particolarità è la prima cosa che si nota guardandolo.
Nel caso non si riesca a percepire le peculiarità già illustrate, riusciremo a scemare qualsiasi dubbio sulla classificazione della Laelia perrinii, dando un’occhiata alla colonna a forma “sigmoidea”, non riscontrabile in nessun altra specie.
La Laelia perrinii fiorisce in tarda estate inizio autunno e forma gruppi di 3 – 4 fiori (color lavanda nella forma classica) di media dimensione, fragranti durante il giorno (sensazione di profumo pungente).
Ultima annotazione generale sulla Laelia perrinii, che fa sicuramente piacere ai collezionisti brasiliani è la grande variabilità del colore dei suoi fiori (dalla forma alba al colore lavanda intenso), anche se questa caratteristica non è sempre stabilizzata in quanto la luce è molto determinante e quindi possiamo trovarci spesso in presenza di variabilità estemporanee.

Coltivazione
Desidero segnalare un particolare curioso, che si manifesta durante la formazione dei nuovi getti, soprattutto nella forma comune (lavanda).
Nella fase iniziale di sviluppo, i nuovi pseudobulbi tendono ad assumere il colore bronzeo scuro o rossastro-viola, tipico della presenza di marciume o di rinsecchimento: niente paura, con lo sviluppo e con la buona luce, acquisteranno il loro colore tipicamente pigmentato.
Questa specie è utile coltivarla in piccoli vasi (12- 14 cm. di diametro) con substrato di bark ben drenato, ambiente ideale: serra intermedia con buona luce e costante ventilazione.
Fertilizzazioni e bagnature regolari, anche se la pianta non richiede marcato riposo è utile ridurre le somministrazioni di acqua (fase di semi asciutto) e cibo, nella stagione fredda.

Nota:

Le notizie e le descrizioni di ogni post del blog sono supportate da ricerche sulla letteratura esistente e sul web, ma si riferiscono esclusivamente a esperienze di coltivazione su orchidee presenti nella mia collezione.
Eventuali errori o incompletezze possono essere rimediati dalla vostra collaborazione.

4 pensieri su “Laelia perrinii

  1. Anonimo

    Sto sperimentando quest’anno la fioritura.
    Dopo 3 anni di coltivazione, da un piccolo germoglio acquistato, quest’anno, all’ attaccatura della foglia si presenta la tipica crescita che porterà l’infiorescenza

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  2. Claudio

    “Dolce il colore che dall’ essenzialità della forma correvia senza fruscio…. A volte compiono dei movimenti i petali nello spazio e suonano di volo di fenicottero e curvi tragitti in planata ..ecco …. solcare l’acqua …. e riguadagnare il suolo….. ”

    E’ la prima volta che scrivo qualcosa su questo blog… a dire il vero non so neanche se il commento rispetto all’indicibile mistero di questa Laelia lo leggerà mai qualcuno…. non so se c’è bisogno di inscriversi, non so se bisogna avere un sito web… so soltanto che talvolta mi capita di riuscire a sentire cose “strane” di fronte alle forme di vita e alla presenza di alcune orchidee….

    “Peccato che il suo profumo posso solo immaginarlo… che sopravanza senza togliere il rispetto all’olfatto e poi una volta afferrato … una volta datosi… sembra dileguarsi senza lasciare traccia… lasciando i sensi intatti…”

    Un saluto Clà

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