Phragmipedium kovachii, una ferita ancora aperta

Commenti e riflessioni

Questo blog ha avuto modo di trattare la “storia” del Phragmipedium kovachii con diversi post – Pragmipedium kovachii Febbre e possesso La saga continua…a distanza di molti mesi , giunge un commento che ad ogni buon conto, ci deve far riflettere ancora:

… jecy jecyyjo ha detto:
28 Gennaio 2007 alle 18:49
Es es una Orqui que deveria llamarse por su nombre y no la de un ladron, y debe de llamarse por “Phrag. peruviana”

In risposta a “jecy”, ho manifestato la mia condivisione del suo pensiero e ho lanciato l’idea di raccogliere le nostre opinioni in un Post specifico. Serve? Non serve? Facciamo un pre sondaggio: a voi la tastiera!

20 pensieri su “Phragmipedium kovachii, una ferita ancora aperta

  1. Gianni

    Purtroppo e`cosi`e non ci possiamo far niente, anzi noi le comperiamo ste benedette piante e cosi`si da`forza ai bracconieri e speculanti, vedi i Paphiopedilum delenatii, vietnamense, rothschildianum e molte altre Orchidee.
    I Bracconieri giapponesi quando trovano una regione con piante lucrative fanno “tabula rasa” e fin dai tempi remoti del pionierismo orchidofilo ci sono state sempre storie di ricercatori che hanno agito co sistema “Attila” (dove passo io non cresce piu` l’ erba) o di dare regioni false di scoprimento per non dare ad altri la possibilita`di trovare le piante in natura. basta dire che fino ad un paio di decenni fa`prima della scoperta e l’ industrializzazione dei meristemi, un Paphiopedilum sanderianum o rothschildianum presi dalla natura venivano pagati fino a 10 000 US $
    al getto, la Cattleya intermedia “Aquinii” che secondo fonti ufficiali ne fu trovata una sola pianta (ci crediamo) costava in America ( USA ) fino a
    5 000 US $ pro pseudobulbo, una piantina giovanissima di delenatii di circa 5 cm. costava qui`in germania alla fine degli anni ’70 circa 100 DM (a quei tempi circa 600 000 lire) .
    Guido raccontaci sinceramente cosa vi e`costato il rothschildianum il secolo scorso?
    Poi bisogna rispettare le pubblicazioni Selbyana, RHS, DOG e altre, senno` dove andiamo a finire se ognuno di noi da`un nome diverso a qualsiasi pianta ?
    Purtroppo e`cosi`il primo che descrive la pianta la battesima con un nome di sua fantasia e se ha fatto i compiti secondo le regole tassonomiche in vigore il nome viene registrato e basta,
    E poi quante Orchidee portano il nome di infiniti ambigui “scopritori”, o “collezionisti” ed altri alieni distruttori della nostra madre natura?
    Credete veramente che Averyanov, o anche Cribb e molti altri capoccioni finanziano i loro viaggi e libri solo a scopo scientifico?
    un affettuoso abbraccio a tutti
    Gianni

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  2. Roberta

    E’ vero purtroppo che il Phragmipedium in questione porta il nome di chi l’ha depredato, ma credo che una gran parte delle orchidee portino il nome dei loro predatori, il Kovachii non è che l’ultimo in ordine di tempo.
    Quanto all’intervento di Massimo devo (amaramente) notare che fa parte dei sogni, là dove c’è movimento di denaro, molto denaro, e potere si troverà sempre il bracconiere (o il tombarolo) disponibile a soddisfare la richiesta…non è pessimismo disfattista ma pessimismo realista, perché non toglie che comunque ci si debba SEMPRE muovere per combattere queste situazioni, che si tratti di animalio o piante in via d’estinzione o di beni archeologici o culturali che appartengono all’intera umanità!

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  3. Massimo M.

    Al di la della suo cambio di nome, è assolutamente riprovevole che per meri scopi commerciali si sia quasi fatta estinguere una così bella pianta.
    Viste le avanzate e consolidate tecniche di riproduzione non era meglio riprodurre la pianta in vitro così da poter avere una pianta commercialmente pari a quella in natura (anche se magari aspettando qualche anno in più) e riuscendo cosi non solo a preservarne la specie ma anche l’integrità degli areali di ritrovamento?? (non oso immaginare quale scempio si sarà fatto nei luoghi di ritrovamento.)
    Ma come discutevamo tempo fa con Guido a volte il collezionista viene colto da una sorta di trans possessiva che lo porta a gesti alquanto riprovevoli pur di annoverare nella propria collezione un esemplare unico o semplicemente una pianta che ardentemente desidera.
    Secondo me più che dibattere su quale sia il nome più appropriato o eticamente corretto dare al BELLISSIMO Phragmipedium kovachii, sarebbe meglio orientare gli sforzi affinchè vicende del genere non si ripetano in futuro e che questa sorta di bracconaggio nel mondo vegetale venga punito in egual misura a quello animale.
    Una pianta, un animale o un minerale che scompaiono da nostro pianeta sono una parte di natura che scompare, una parte del nostro mondo che non c’è più.

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  4. Guido Autore articolo

    Una piccola goccia taglia la pietra ed una leva solleva la terra: se riteniamo giusto chiamare questo Paphiopedilum “peruviana” piuttosto che kovachii…cominciamo a farlo noi.

    Nessuno ce lo vieta, anzi…chi se ne frega di Selbyana e di Mister Kovachii!

    Guido

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  5. Alberto

    il Phragmipedium kovachii J.T.Atwood, Dalström & Ric.Fernández, Selbyana 23(Suppl.): 1 (2002) ormai è registrato così e così rimarrà a livello internazionazionale. Se in Perù lo chiameranno P. peruviana questultimo nome dventerà al massimo un sinonimo di Kovachii, ma ormai e troppo famoso con quest’ultimo nome no?

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  6. Gianni

    Guido,
    La mia opinione l’ ho gia descritta sulla discussione originale. se vuoi riportala puoi farlo, a mio parere sto Jecy si nasconde sotto nome falso.
    Poi se le autorita`peruviane non sono riuscite anche tramite interventi giudiziari a far cambiare il nome a sta benedetta pianta, a chi credi interessi la nostra umile opinione?
    ciao
    Gianni

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