Serra per le orchidee: esperienze e consigli.

Iniziamo i lavori
Continuando il nostro ragionamento sulle scelte preliminari per la costruzione della nostra serra, siamo praticamente arrivati all’individuazione degli spazi ed alla sua dimensione.
Un ultimo importante aspetto, riguarda la scelta dei materiali di costruzione.
In funzione della loro tipologia, possiamo decidere di compiere uno sbancamento interno, anche profondo un metro, che ci consente di guadagnare in altezza ed in risparmio energetico. Inoltre, in base ai materiali scelti si può anche dotare serra di un muretto di cinta, sul quale poggiare l’intera costruzione.

Cominciamo la costruzione dell’involucro esterno
In prefazione a questo capitolo molto importante, faccio subito alcune considerazioni di carattere estetico che torneranno molto utili quando s’inizierà a ragionare su curvature, pendenze dei tetti, rapporti fra spazi alti e bassi e cubature ottimali.

Contestualmente alla decisione di costruire la serra, scattano vari dubbi: devo farla bella, in armonia con la casa e però deve essere anche funzionale ecc. I dubbi e le incertezze procastinano le decisioni. A tal proposito, emblematica e sofferta come la costruzione della serra di un’amico orchidofilo, rimane negli annali dell’orchidofilia italiana.
La storica e consolidata amicizia con questo appassionato Sandonatese ‘ante litteram’ delle orchidee, Antonio Camani, mi consente di citare la sua decennale incertezza amletica quale esempio estremo: faccio o non faccio la serra e se la faccio come la faccio? Tranquillizzo tutti: Antonio ha realizzato la sua serra! Il risultato finale, molto funzionale, è però abbastanza lontano dalla miriade di schizzi, disegni, calcoli e preventivi degli albori.
A volte, la soluzione inizialmente desiderata, cozza contro problemi di praticità e di funzionalità e quindi bisogna trovare dei compromessi accettabili.
Fatta la premessa, muoviamo i primi passi con l’edificazione della serra pensata come corpo autonomo.

Sistemazione della base su cui poggiare le strutture.
Il basamento può esser realizzato al livello del suolo oppure si può decidere di fare uno sbancamento: se non ci sono problemi nel sottosuolo ( falde freatiche superficiali, condotte sotterranee oppure blocchi di roccia) è possibile arrivare fino ad un metro di profondità.
La serra semi interrata offre indubbi vantaggi sia in termini di consumi energetici sia per quanto concerne costi di costruzione e utilizzo degli spazi interni.
In ogni caso la base della serra deve essere drenante, quindi sconsiglio pavimentazioni impermeabili. Per ottenere un’ottima soluzione drenante è utile un lieve sbancamento del terreno esistente (20 centimetri) da rimpinguare con ghiaia macinata che servirà appunto da polmone assorbitore.
In entrambe le soluzioni è consigliabile perimetrale la serra con un muretto di 70 centimetri, sul quale poi sarà più agevole collocare le strutture superiori.

Durante questa fase che possiamo definire di fondazione, non dobbiamo dimenticarci di pensare alle varie infrastrutture necessarie per gli allacciamenti:
1)– Condotte sotterranee per l’energia elettrica, il gas e l’acqua.
2)–Vasca sotterranea per raccogliere le acque pluviali provenienti dalle grondaie.

A questo punto abbiamo già preparato la base sulla quale posare la serra e ora dobbiamo decidere le modalità d’agibilità al suo interno.
In fase di progettazione si era stabilito che l’ubicazione ideale della serra doveva prevedere la possibilità di catturare la massima luminosità possibile ed ora che si tracciano le sue fondazioni si dovrà individuare l’accesso, che sarà realizzato dal lato più stretto e possibilmente verso sud.
Più avanti parleremo del “cooling”, per ora stabiliamo che l’ingresso in serra va ralizzato nella parete a sud, tale scelta consente un’ottima resa del sistema di raffreddamento cosidetto “cooling”.

Materiali della serra.
Possiamo suddividere i materiali di costruzione della serra, in tre standard:
1)– Standard d’elevata qualità, che prevede strutture portanti in alluminio o ferro zincato a caldo e pannelli perimetrali e di copertura in vetro camera.
2 – Standard di media qualità, che prevede strutture portanti in profilato di ferro zincato e pannelli di policarbonato.
3)- Standard minimale, che prevede strutture portanti in tubolare zincato e copertura in doppio nylon gonfiato.

Per esperienza personale, avendoli in uso entrambi, posso affermare che i vari standard sono quasi equiparabili sotto l’aspetto della resa termica: la differenza sta tutta sulla diversa qualità estetica.
Le varie proposte di serre professionali prevedono finestre d’apertura variamente automatizzate. Io sostengo che una serra da adibire alla coltivazione d’orchidee, di medio/piccole dimensioni (dai 20 ai 300 metri quadri) non necessita di pareti o tetti apribili. Le aperture non risolvono il raffreddamento dell’ambiente interno e nello stesso tempo creano momenti di stress da secco, molto nocivi per la coltivazione.

La serra ideale per le orchidee deve essere sostanzialmente una scatola chiusa, dotata però da sistemi di coibentazione umidificazione e ricambio d’aria interna.
Scritto questo, possiamo immaginare di poggiare sulla base della fondazione o sul muretto di cinta, una struttura portante compatta le cui pareti verticali possono superare i 2 metri, mentre il colmo del tetto può raggiungere i tre metri e oltre.
Le uniche aperture in questo modello di serra, saranno la porta d’accesso opportunamente dimensionata (generalmente 70 – 80 cm.) posta a sud e la parte inferiore della parete opposta (a nord) dove potremo sistemare le pennellature alveolari per il raffreddamento interno.
La pannellatura, come si è detto, può essere realizzata con vetro camera di 8 -10 mm, o con policarbonato, sempre dagli 8 ai 10 mm di spessore, in certi climi più freddi (nord Italia) è utile utilizzare anche spessori più grossi.
Nel caso in cui si deciderà la copertura del tetto con doppio nylon gonfiabile, questo dovrà essere realizzata con tubature curve e si dovrà attivare un sistema di gonfiatura con ventilatore e pressostato di controllo.

12 pensieri su “Serra per le orchidee: esperienze e consigli.

  1. Gianluca

    Ok Aldo…ora vedo se riuscirò a convincere l’osso duro della mia fidanzata.
    anche se per ora sono in alto mare perchè sincermente, non so come fare il telaio.
    dovrò inventarmi qualcosa prima dell’inverno,questo è poco ma sicuro!
    grazie ancora….eventualmente, riusciresti a mandarmi una foto della tua superscatola,magari via mail?

    grazie ancora

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  2. Aldo

    Sul mio scatolone le ventole le ho messe, agganciate ad una staffa, sul soffitto; funzionano senza problemi da più di due anni, dopo essere sopravissute al computer dal quale le ho tolte. non ho fatto fori di aereazione in quanto sul coperchio esiste una fessura, e quindi c’è un piccolo ricambio di aria. Per il riscaldamento, se la tieni all’interno, dovrebbe bastare il calore sviluppato dalla lampada.
    Ciao
    Aldo

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  3. Gianluca

    Ciao Aldo…..grazie mille per le tue delucidazioni, ma ho ho un po di domande:le ventole per l’aereazione vanno messe all’interno del terrario oppure vanno messe sul pannello di lexan, in modo da mettere in comunicazione l’esterno con l’interno?Penso siano da posizionare all’interno, ma non è che le ventole in presenza di alta umidità si guastino?e poi…..per quanto riguarda la temperatura, come posso regolarla?bisognerà mettere una resistenza a terra?
    Io vorrei farne una di discrete dimensioni,tipo 1x1x1 e mettere anche dei ripiani in modo da usufruire al mzx degli spazi.
    avresti qualche schema o schizzo?

    grazie mille Aldo…

    Gian

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  4. aldo

    Ciao Gian, se non hai particolari esigenze estetiche, puoi fare le pareti con qualche materiale di recupero (io ho usato avanzi dei pannelli che usano per i portoni dei capannoni industriali), l’illuminazione con una lampada envirolite, da 125 o 250 Kw, dipende dalla grandezza, mentre per l’umidità ho usato un umidificatore ad ultrasuoni con serbatoio di 9 litri che, regolato al minimo, mi permette di fare le ferie.Un paio di ventole da computer,ed è fatta. A Pederobba, vista la chiusura non ermetica della “scatola”,non avevo fatto fori per l’aereazione. Sembra impossibile, ma anche in un metro cubo di spazio si creano zone più o meno umide. Se vuoi metterlo in salotto, e te la cavi col bricolage, credo che con dei profili in alluminio e pareti in plexiglass dovresti avere un bel risultato.
    Aldo

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  5. Guido Autore articolo

    Lo aveva costruito per la mostra,il grande Aldo, che appena leggerà questo commento si farà sicuramente vivo: Aldoooo, batti un colpo 🙂

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  6. Gianluca

    Guido……….una semplice domanda:
    ad onigo avevate costriuto un piccolo terrario per le orchidee…chi l’aveva fatto?
    ora mi tornerebbe anche utile perchè sto pensando di realizzarne uno da mettere in casa.
    hai qualche foto da potermi inviare cosi cerco di capire un po di cosa ho bisogno?
    grazieeeeee

    Gian

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