Serra per le orchidee: esperienze e consigli.

Temperatura ed umidità
Per tenere sotto controllo, temperatura ed umidità, in serre piccole e medie, cercheremo di illustrare varie applicazioni, comprese le soluzioni economiche attuate nella mia serra.

Riscaldamento invernale
Per il riscaldamento invernale della serra, si deve innanzi tutto tener conto delle disponibilità tecnologiche esistenti.
Ad esempio l’individuazione della fonte energetica più economica: gasolio, se si riesce a disporre quello senza accise (poter dimostrare di essere agricoltori) – gas metano, se si organizza l’impianto della serra come propaggine del riscaldamento di casa – utilizzo di sorgenti termali.

Le soluzioni tecniche possono essere di tre tipi:
1 – Generatore d’aria calda in serra, con bruciatore a gasolio.
2 – Radiatori o tubi alettati, collegati con il riscaldamento dell’abitazione.
3 – Tubazioni a pavimento, con bassa temperatura dell’acqua.

Riscaldare costa e quindi diventa importante trovare soluzioni che portano a risparmiare.
Molti coltivatori, durante l’inverno, usano proteggere internamente la serra con nylon dotato di piccole camere d’aria a forma ovale.
Altro accorgimento che porta al risparmio, è quello di abbondare nella potenza dei vari sistemi in uso.

La scelta della fonte energetica da usare è legata a fattori contingenti: personalmente ritengo che riscaldare con stufe ad aria calda dotate di bruciatore a gasolio o a gas, sia una buona soluzione.
Il riscaldamento ad aria calda è una garanzia contro le possibili marcescenze invernali che con sistemi di riscaldamento per irradiazione sono sempre in agguato, però ha il difetto dell’eccessiva essiccazione dell’aria.
Un altro motivo che condiziona la scelta della tecnologia di riscaldamento è la massima temperatura che si vuol raggiungere nella stagione fredda: soltanto specie da serra calda o fredda ecc. In questa sede non è il caso di addentrarci su pregi e difetti delle varie soluzioni tecniche enunciate.

Raffreddamento ed umidificazione.
Per raffreddare la serra nella stagione calda, ci sono due sistemi: apertura di pareti qualora sia possibile, oppure cambiamento forzato dell’aria interna, con quell’esterna, più fresca. Per umidificare l’atmosfera all’interno della serra, bisogna produrre nebbia.

Soluzioni industriali
Purtroppo tutte le soluzioni professionali sono molto costose e diventano economicamente compatibili solamente in grandi serre, in quanto il costo fisso delle apparecchiature di base è molto elevato.
Gli stessi calcoli e le formule astruse per calcolare le potenzialità, hanno significato se riferite a coltivazioni standard con bancali integrati e spazi d’utilizzo normali, che sono l’esatto contrario delle foreste pluviali che ogni collezionista crea nella sua serra.

Detto questo, se si riesce a conciliarle con le disponibilità economiche, non vanno escluse a priori le offerte professionali.

La soluzione dei problemi di temperatura/umidità, nelle nostre serre per così dire (anomale) vanno ricercate e studiate caso per caso, raccogliendo gli esempi già funzionali ed adattandoli alle specifiche particolarità d’ogni nostra serra.
Pertanto, abbandonata la via dei calcoloni, quando si cercano soluzioni, per l’interno serra, torna molto utile “scopiazzare” le intuizioni viste nelle serre degli amici collezionisti, che generalmente sono sempre molto disponibili a consigliare.

Soluzioni ingegnose per tenere sotto controllo temperatura ed umidità .
Per quanto riguarda il raffreddamento, si va dalle “porte aperte”, alla ventilazione interna.
Questi accorgimenti spartani presentano molti problemi: via libera agli impollinatori ed eccessiva essiccazione dell’aria.
Per l’umidificazione, si scoprono soluzioni ingegnose, tipo allagamenti vari, oppure il classico vaporizzatore, oppure la versione artigianale del sistema “VENTURI” ovvero la spaccatura delle cellule d’acqua, che è risucchiata per depressione da un getto d’aria e nebulizzata da ugelli: in altre parole il principio della vecchia macchinetta spruzza flit.

Come ho organizzato la mia serra
Più che una serra, la mia è un insieme di spazi realizzati a più riprese per rispondere alle esigenze delle piante che col tempo crescevano di dimensione e di numero.
All’inizio erano trenta – quaranta metri quadrati. Ora sono diventati circa duecentocinquanta: tutti rigorosamente auto costruiti.
Per fortuna che in giro si trova molto materiale di recupero: le discariche ed i rigattieri sono una miniera.
Con molta pazienza e spirito d’osservazione, si trova di tutto ed a poco costo: bruciatori, ventilatori, stufe, tubi, materiale elettrico ecc.


Riscaldamento ad aria calda
Sin dall’inizio, ho installato un sistema di riscaldamento ad aria calda, perché per l’appunto a quell’epoca, da un amico rigattiere, ho trovato un generatore a gasolio da 18 K calorie per 100.000 Lire del vecchio conio, (nuovo costa 1.500) euro.
Ora la mia serra ha tre generatori d’aria calda, disposti in punti strategici per distribuire bene il calore.
La temperatura minima della mia serra durante le notti invernali, non supera i 14/15 gradi centigradi.
E’ dimostrato che più elevato è il ‘delta’ fra temperatura interna ed esterna, più alti sono i consumi dienergia per produrre calore, che aumentano in forma esponenziale rispetto alla resa termica.
Con questo limite di carattere economico, nella mia serra non si trovano molto bene le piante da serra calda, ciò nonostante, sfruttando a dovere i vari microclimi interni, trovano buona vita anche le amatissime specie di Phalaenopsis.

Il riscaldamento ad aria calda ha il gran difetto di seccare l’aria della serra ma questo limite, se ben governato, si trasforma in pregio: il flusso d’aria calda tiene ventilata la serra ed il pericolo (soprattutto di notte) delle marcescenze sempre in agguato, si riduce di molto. Inoltre ci si può permettere anche bagnature invernali notturne.
Il livello di temperatura voluto è controllato e pilotato da un termostato, elettronico con programmazione giorno/notte per consentire la differenziazione delle due soglie di temperatura.
Il termostato elettronico è molto sensibile: il ‘delta’ di comando si riduce a 0,5 gradi, rispetto ai quasi 2 di quello tradizionale. Questa peculiarità agisce positivamente sui consumi.


Raffreddamento estivo
La mia serra non prevede aperture per il raffreddamento della temperatura interna, soltanto le porte d’accesso.
Ho costruito un sistema integrato che asporta l’aria calda interna con l’ausilio di un aspiratore posto nella parte più alta della parete a sud della serra: per effetto della depressione causata dall’aspiratore, entra l’aria esterna più fresca passando attraverso dei pannelli predisposti nella parete opposta a nord.
L’ingresso forzato d’aria esterna, certamente raffredda l’ambiente interno, però lo secca ed inoltre il rendimento è molto limitato.

Per aumentare il rendimento e per cogliere due piccioni con una fava, si deve abbassare la temperatura dell’aria caricandola di particelle d’acqua.
Questo risultato si ottiene obbligando l’aria esterna a passare attraverso dei percorsi umidi, generalmente costituiti da pannelli alveolari, che prolungano il tragitto dell’aria e nello stesso tempo la caricano di particelle d’acqua. Tale principio di raffreddamento ed umidificazione dell’aria è chiamato “cooling”.
Dicevo poco sopra, che le “formule teoriche” non danno la soluzione a tutte le situazioni perché ogni serra amatoriale è un caso a sé, però non si può neanche procedere a casaccio, ed allora bisogna aver chiari gli obbiettivi da raggiungere.
Primo obbiettivo, riuscire a controllare il valore massimo accettabile della temperatura interna, che ad esempio può essere 30/32 gradi centigradi, con il minor dispendio d’energia elettrica.
Il secondo obiettivo, subordinato al primo è calcolare la giusta potenzialità dell’aspiratore.
A grandi linee si può decidere che il totale ricambio dell’aria interna avvenga in 50/60 secondi, rapportando questo dato alla cubatura complessiva, si può individuare con sufficiente approssimazione la potenza dell’aspiratore.
Il tempo di ricambio dell’aria è una variabile che dipende anche da altri fattori:
1)- Altezza di installazione dell’aspiratore calcolata in relazione alla distribuzione interna delle piante (se la serra è piena anche nella sua parte superiore, per estrarre il cuscino d’aria che staziona sotto il tetto, l’aspiratore va posto il più alto possibile e con più potenza aspirante)
2)– Posizione dell’aspiratore, lato nord o lato sud.
L’aspiratore posto al lato nord crea un’omogeneità di temperature ed invece, installandolo al lato sud, configura due zone climatiche molto diverse.
La decisione sarà sempre abbastanza empirica ma con queste informazioni, e magari dopo aver visitato qualche serra d’amici, si potrà fare l’acquisto dell’aspiratore con tranquillità.


Pannello di raffreddamento
E’ una specie di filtro attraversato da acqua, fatta cadere a gocce sulla parte superiore, quando è in funzione l’aspiratore.
Il pannello di raffreddamento deve far percorrere molta strada all’aria che lo attraversa, per consentirgli di raccogliere quante più particelle d’acqua possibile.

L’industria mette a disposizione dei pannelli alveolari di cartone pressato, delle dimensioni, 10 X 50 x 100.
Questi pannelli costano abbastanza e purtroppo, una volta installati sono di difficile recupero, inoltre, quando si intasano dal muschio o da altri agenti esterni, rendono meno e vanno sostituiti.
Nella mia serra al posto dei pannelli alveolari, ho sistemato delle gabbiette di rete zincata 10 x 100 x 120, riempite con truciolare di legno, disposte su tutta la fascia bassa (un metro di altezza) della parete a nord.

Risultati: costi certamente inferiori, rendimento pari e superiore ai pannelli alveolare e soprattutto possibilità di sostituzione annuale, veloce ed economica.
I pannelli, alveolari , o autocostruiti con gabbie di truciolare, sono sostanzialmente delle pareti disperdenti.
Nella stagione fredda devono essere chiuse per evitare dispersioni di calore verso l’esterno.
Tale soluzione però, entra in crisi nella fase autunnale ed in quella primaverile, quando l’effetto serra durante il giorno, esige raffreddamento e l’escursione termica della notte richiede ancora riscaldamento.
Io ho risolto il problema in due modi:
a – lastre di policarbonato semoventi sistemate nella parte interna della serra a ridosso della pennellatura e bilanciate da un peso che consente sia la chiusura in condizione di fermo dell’aspiratore sia l’apertura per spostamento d’aria in ingresso, quando l’aspiratore è in funzione.
b – chiusura della parete nord con un prolungamento di circa due metri che diventa, di fatto, una piccola serra fredda mantenuta in temperatura di 5-6 gradi centigradi minimi, dalla dispersione di calore dei pannelli.

I sistemi di raffreddamento devono in ogni caso essere coadiuvati da impianti di nebulizzazione interna.
Per queste necessità, l’industria mette a disposizione vari sistemi, fino a pochi anni fa con un grosso costo d’impiantistica fissa, sia per il piccolo sia per il grande impianto, (5000 euro circa).
Da qualche anno è possibile installare buoni im pianti di umidificazione “fog”, di facile autoinstallazione e decisamente meno costosi, a tal proposito la ditta Idrojet di Verona propone delle ottime soluzioni.
In passato nella mia serra avevo ottenuto buoni risultati con l’utilizzo della pompa a pressione (20 atmosfere), in uso per le bagnature e con una semplice implementazione impiantistica ho realizzato un insieme di punti nebbia con ugelli recuperati da bruciatori a gasolio in disuso.
Ora è in funzione una pompa a 70 bar con una rete di ugelli della idrojet, che funziona alla perfezione: leggi questo post.

12 pensieri su “Serra per le orchidee: esperienze e consigli.

  1. Gianluca

    Ok Aldo…ora vedo se riuscirò a convincere l’osso duro della mia fidanzata.
    anche se per ora sono in alto mare perchè sincermente, non so come fare il telaio.
    dovrò inventarmi qualcosa prima dell’inverno,questo è poco ma sicuro!
    grazie ancora….eventualmente, riusciresti a mandarmi una foto della tua superscatola,magari via mail?

    grazie ancora

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  2. Aldo

    Sul mio scatolone le ventole le ho messe, agganciate ad una staffa, sul soffitto; funzionano senza problemi da più di due anni, dopo essere sopravissute al computer dal quale le ho tolte. non ho fatto fori di aereazione in quanto sul coperchio esiste una fessura, e quindi c’è un piccolo ricambio di aria. Per il riscaldamento, se la tieni all’interno, dovrebbe bastare il calore sviluppato dalla lampada.
    Ciao
    Aldo

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  3. Gianluca

    Ciao Aldo…..grazie mille per le tue delucidazioni, ma ho ho un po di domande:le ventole per l’aereazione vanno messe all’interno del terrario oppure vanno messe sul pannello di lexan, in modo da mettere in comunicazione l’esterno con l’interno?Penso siano da posizionare all’interno, ma non è che le ventole in presenza di alta umidità si guastino?e poi…..per quanto riguarda la temperatura, come posso regolarla?bisognerà mettere una resistenza a terra?
    Io vorrei farne una di discrete dimensioni,tipo 1x1x1 e mettere anche dei ripiani in modo da usufruire al mzx degli spazi.
    avresti qualche schema o schizzo?

    grazie mille Aldo…

    Gian

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  4. aldo

    Ciao Gian, se non hai particolari esigenze estetiche, puoi fare le pareti con qualche materiale di recupero (io ho usato avanzi dei pannelli che usano per i portoni dei capannoni industriali), l’illuminazione con una lampada envirolite, da 125 o 250 Kw, dipende dalla grandezza, mentre per l’umidità ho usato un umidificatore ad ultrasuoni con serbatoio di 9 litri che, regolato al minimo, mi permette di fare le ferie.Un paio di ventole da computer,ed è fatta. A Pederobba, vista la chiusura non ermetica della “scatola”,non avevo fatto fori per l’aereazione. Sembra impossibile, ma anche in un metro cubo di spazio si creano zone più o meno umide. Se vuoi metterlo in salotto, e te la cavi col bricolage, credo che con dei profili in alluminio e pareti in plexiglass dovresti avere un bel risultato.
    Aldo

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  5. Guido Autore articolo

    Lo aveva costruito per la mostra,il grande Aldo, che appena leggerà questo commento si farà sicuramente vivo: Aldoooo, batti un colpo 🙂

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  6. Gianluca

    Guido……….una semplice domanda:
    ad onigo avevate costriuto un piccolo terrario per le orchidee…chi l’aveva fatto?
    ora mi tornerebbe anche utile perchè sto pensando di realizzarne uno da mettere in casa.
    hai qualche foto da potermi inviare cosi cerco di capire un po di cosa ho bisogno?
    grazieeeeee

    Gian

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