Archivio mensile:Settembre 2007

Phalaenopsis, keiki sullo stelo, polverina sulle foglie, steli da tagliare, che fare?

Dialogando

Andrea ci scrive:
….”eccomi di nuovo, e credo sia giunto il momento tanto atteso…Ricordi il post “Phalaenopsis-le sorprese di Andrea” del 27 dicembre scorso?
Ho aspettato pazientemente, ed ora credo che il keiki della phal sia pronto per farsi una casetta tutta sua, ma… ahimé, devo dargli il giusto aiuto!!!


Ti allego alcune foto (ancora di pessima qualità!). Due belle radici lunghe 6-7 cm (troppo??), tre foglie..
E adesso?
Dove recido? (meglio tagliare o “staccare”?)
Dove metto la piantina?
Che letto gli preparo? O meglio: che vaso? Che composto?
Come la metto?
…Scusa le tante domande, ma in questo modo ti offro lo stimolo per fare quel post sul rinvaso delle Phalaenopsis di cui parlavi a dicembre!”…

Andrea
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Quiz: orchidea misteriosa

Cosa c’è di strano?
Più che un quiz questa volta si tratta di dare una spiegazione a quel che si vede nelle foto.
L’altro ieri mostravo con ammirazione questa piccola pianta in fiore ad un’amica, ma guardando il nome scritto sul cartellino (Oncidium sphegiferum) mi son reso conto che c’era qualche cosa di strano. La pianta corrisponde alle caratteristiche morfologiche dell’Oncidium sphegiferum, ma il fiore no: giuro che non è un fotomontaggio.

La pianta è stata rinvasata e divisa nel Luglio scorso: era in un unico vaso ed è stata divisa in tre ceppi, uno ha mostrato il fiore che si vede nelle foto.

Descrizione: piccoli pseudobulbi – foglie carnose – infiorescenza, rigida, lunga circa 15 cm – fiore singolo di circa 1 x 2 cm, con uno sperone di circa 3 cm. La pianta è in un
vaso di 9 cm.

Domanda
Come risposta è sufficiente la vostra deduzione… poi il mistero lo scopriremo insieme, sì perché nemmeno io ho messo a fuoco la stranezza!

In bocca al lupo e buona osservazione

L’orchidea che visse tra i dinosauri

Le orchidee sono piante tanto affascinanti quanto antiche…ma quanto antiche? La loro datazione finora era alquanto approssimativa ed individuata in un lasso di tempo abbastanza ampio. Ora grazie alla tecnologia e a nuove scoperte ne sappiamo molto di più e la loro epoca di comparsa sulla terra ora è stata ridimensionata in un lasso di tempo più contenuto.
Questa è la traduzione integrale di un articolo apparso nella rubrica Scienza e Tecnologia di “El Mundo”:

di Gustavo Catalan Deus

“MADRID. – I resti fossilizzati di un’orchidea, scoperti in perfetto stato in un frammento d’ambra, hanno permesso di determinare il passato genetico di queste piante singolari, le cui origini possono ora essere stabilite tra 76 e 84 milioni di anni. La scoperta situa le orchidee in un tempo dove esistevano ancora i dinosauri, ciò delimita il dibattito scientifico che esiste fino ad oggi, la cui gamma si situava tra 26 e 112 milioni di anni. La ricerca, pubblicata dal Nature, si basa sul polline fossilizzato di un’orchidea, che ha permesso di descrivere la specie, disegnarla e darle un nome: Meliorchis caribea. Il polline è stato trovato nel torace di un ape operaia (Problebeia domenicana), che è stata trovata in un pezzo d’ambra. L’età del fossile è stata datata tra 15 e 20 milioni di anni, e trovata nel nord della Repubblica Dominicana durante l’anno 2000. “si tratta del primo fossile di un’ orchidea che offre un’immagine senza precedenti dell’interazione tra piante e pollinizzatori”, affermano il direttore della ricerca ed il collaboratore dell’articolo, Santiago Ramirez, del dipartimento di zoologia comparativa del museo di Harvard. Allo studio hanno preso parte un gruppo di esperti di istituzioni americane ed europee. Il pezzo d’ambra è stato raccolto da un privato, che lo ha portato nel 2005 al dipartimento di biologia evolutiva del museo, dove si è proceduto allo studio vero e proprio.

Foto tratta dal quotidiano “La Republica”

Il fossile prezioso ha permesso ai ricercatori di ricostruire l’albero filogenetico delle orchidee, di cui sono state descritte, fino ad oggi, tra le 20.000 e le 30.000 specie, cosa che le trasforma nella famiglia biologica più vasta e diversa della terra, secondo Ramirez. Questa famiglia rappresenta l’8% del totale delle piante con fiori.

Teoria dell’evoluzione:
La teoria dell’evoluzione delle piante della famiglia delle orchidee affascinò 150 anni fa Charles Darwin, autore della teoria della selezione naturale. Quando è tornato della sua spedizione scientifica a bordo del Beagle, ha dedicato anni a fare ricerche sul meccanismo riproduttore di queste piante. Da allora, i biologi hanno studiato con un grande zelo la famiglia immensa delle orchidee, senza ottenere soluzione a tutte le questioni.
“Abbiamo costruito l’albero della famiglia basandoci sulla sequenza del DNA che abbiamo trovato nel fossile.” Utilizzando la sua età abbiamo potuto misurare l’orologio molecolare. E poiché fino ad oggi nessuna altra orchidea era così tanto vecchia, hannopotuto calcolare l’età di queste piante a partire dalla Meliorchis “, chiarisce Santiago Ramirez.” L’assenza di registri fossili della famiglia delle orchidee è dovuta al fatto che queste piante fioriscono in modo raro ed esse si concentrano nei settori tropicali, dove il calore e l’umidità sono fattori che complicano la fossilizzazione. Inoltre, il suo polline è disperso soltanto dagli insetti e non dal vento, cosa che riduce ancora più le possibilità che si fossilizzi sulla superficie terrestre. In questo caso, cosa che è rimasta in perfetto stato di conservazione durante milioni di anni, è precisamente l’interazione tra l’insetto e la pianta. Si tratta del solo registro fossile conosciuto.

Foto tratta dal quotidiano “La Republica”

I grani di polline che ha l’ape sono disposti sotto forma di pacchetto, cosa che dimostra che l’ape li ha raccolti, e non si sono casualmente attaccati con un semplice contatto durante il volo. Questa specie d’ape si è estinta ed era differenziata non avendo avuto pungiglione. I dati ottenuti dalla ricerca sul polline fossilizzato dell’ape permettono di concludere che le prime orchidee erano da poco tempo sulla terra quando i dinosauri hanno iniziato ad estinguersi 65 milioni di anni fa, tra il Cretaceo ed Terziario. Un’altra sorpresa “affascinante”, secondo gli autori della ricerca, è che alcuni gruppi di orchidee, tra esse l’apprezzata Vaniglia, si sono sviluppati in età molto precoci, poiché queste specie sono soltanto distribuite nei tropici. “Grazie al fatto che sappiamo che le regioni tropicali hanno iniziato a essere separate 100 milioni di anni fa, si può datare l’età di questo gruppo di specie tra 60 e 70 milioni di anni.” Questo segnala anche che c’era ancora un grande scambio biotico tra le regioni molto dopo la loro separazione “, conclude Ramirez.”

Il testo integrale in lingua inglese redatto da Steve Bradt è consultabile direttamente sul sito della Harvard University e porta la data del 29 agosto 2007, quindi di fresca pubblicazione.

Prove di nebulizzazione: gli esperimenti di Daniele

Bello, bellissimo vedere un gran fermento con le soluzioni artigianali implementate in piccoli spazi

Il post dell’umidificazione delle piccole serre è gia carico di commenti, l’argomento è certamente interessante e di sicura utilità, soprattutto per chi si affaccia da poco al mondo delle orchidee.

Riporto quindi l’argomento, che possiamo titolare: “Fai da te che fai per tre!” in questo nuovo post, presentandovi le prove di ambientazione escogitate da Daniele di Lugano.

Daniele, neofita fresco fresco, sta gia destreggiandosi con neon per l’illuminazione accessoria e con gli umidificatori ad ultrasuoni, forza Daniele.
Aspettiamo commenti e sperimentazioni di altri appassionati: le foto (piccole max 600) inviatele a info@orchids.it

Dalla natura con amore: pensieri e ringraziamenti

Non solo orchidee

Quando dalle orchidee spunta l’amicizia…può succedere che…

Ieri sono passati da me due carissimi amici (quell’amicizia che si alimenta spontaneamente, in questo caso complici le orchidee) per “farsi un po gli occhi nella mia serra dice lei”, ma invece son stati loro a far sgranare i miei occhi con questo graditissimo pensiero di bosco.

Pur mantenendo fra noi le troppo fugaci sensazioni di ieri, desidero ringraziarvi pubblicamente con grande affetto.
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