Presentazione di un bellissimo cultivar d’importazione primaria, provenienza Lecoufle, raccolto in sito inizio anni 80.
Paphiopedilum micranthum appartiene al gruppo Parvisepalum.
Questa particolarissima specie è stata scoperta nella prima metà del ventesimo secolo (anni 40), in Cina (Maripoa) vicino al confine con il Vietnam. Paphiopedilum micranthum è considerato di origine cinese, però si possono trovare delle specie particolari anche nel Vietnam.
collezione Guido De vidi – foto 09.12.07
Paphiopedilum micranthum (Reichb.f.) Stein
Dopo la scoperta di questa specie, trascorreranno più di 10 anni prima di avere sue notizie ufficiali con la descrizione e registrazione da parte di J.Tang e F.C.Wangt, depositata soltanto nel 1951.
Si può ragionevolmente pensare che qualche botanico cinese abbia descritto questa specie sin dalla sua scoperta, ma il mondo scientifico non possiede documentazione scritta in tal senso.
Passano ancora diversi anni, prima che Paphiopedilum micranthum sia conosciuto dai collezionisti di orchidee. Siamo ormai negli anni 70 quando questa nuova specie, insieme ad un’altra ugualmente interessante – Paphiopedilum armeniacum– fanno la loro comparsa nelle esposizioni sorprendendo un po’ tutti i collezionisti per la loro forma e colore molto diversi dalle specie cinesi già note.
I dott. Karasawa e Saitoh, dopo aver notato la chiara differenza di queste nuove specie hanno deciso di costituire il nuovo sottogenere dei Parvisepalum, che attualmente le raggruppa.
collezione Guido De vidi – foto 09.12.07
Queste nuove specie hanno il sepalo dorsale più piccolo ed il labello (a forma di sacchetto) molto grande e squilibrato rispetto al resto del fiore. L’infiorescenza è più lunga delle altre specie incluse nei Brachypetalum.
L’area di sviluppo del Paphiopedilum micranthum, pur molto ampia ed a diverse altitudini (da 100 a 2000 metri) sul livello del mare – dal sud di Yunnan a Guangxi – è legata dalla comune composizione del substrato vegetativo costituito da spesse fasce calcaree coperte da strati di sedimenti fogliari e torbosi.
Paphiopedilum micranthum comprende 5 varietà consolidate, micranthum, marginatum, extendatum, eburneum, guangxi, ed una scoperta di recente in Vietnam, P. vietnamense molto simile al P. guangxi.
Collezione Guido De Vidi – Mostra di Pordenone – foto 10.03.05
Brevi note di coltivazione
In natura queste orchidee sono sottoposte a condizioni climatiche molto rigide, ma in coltivazione si adattano con facilità ad ambienti moderatamente temperati, 15° gradi di minima temperatura invernale.
Giova osservare che la temperatura minima di 15 gradi è utile ad un buono sviluppo della pianta, per favorire la fioritura conviene ridurre ulteriormente la temperatura minima invernale (10 gradi circa) ed aumentare l’esposizione luminosa, che normalmente va ridotta del 50% rispetto alla luce del sole.
Si consiglia di non eccedere con le fertilizzazioni, è bene ridurle a metà, sia nel dosaggio che nella frequenza rispetto alle dosi medie di etichetta.
Il substrato di coltivazione può essere costituito da corteccia, torba di sfagno, perlite e sabbia di fiume opportunamente miscelati nelle quantità che ognuno di voi riterrà opportune a garantire un substrato ben drenante.
La crescita vegetativa del Paphiopedilum micranthum si caratterizza per la produzione di estesi rizomi orizzontali che uscendo dal substrato formano nuovi ceppi abbastanza distanziati dalla vegetazione madre. Questa particolarità consiglia di non dividere le piante ancora giovani. Nel caso che i rizomi orizzontali trasbordino, conviene aumentare la dimensione del vaso, senza toccare l’apparato radicale.
Come per tutti i Paphiopedilum, anche il P. micranthum gradisce che il suo substrato rimanga sempre umido, mai bagnato fradicio.
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