Nonostante le temperature non troppo favorevoli delle scorse settimane e le pioggie incessanti, le orchidee spontanee non si sono fatte spaventare e sabato, dopo un giro perlustrativo, inaspettatamente, ma con mia somma gioia, alcune orchidee hanno già cominciato a ravvivare i prati con i loro colori.
foto Massimo Morandin
Prima fra tutte, rivelandosi la regina della primavera nella mia zona, l’Orchis mascula (L.) L., Fl. Suec., ed. 2: 310 (1755) che sarà presumibilmente seguita da Listera ovata, Neottia nidus-avis e Cephalanthera longifolia.
La zona di ritrovamento presenta un biotopo particolare costituito da una piccola e stretta valle attraversata da un torrentello sempre alimentato, dove il sole illumina per poche ore primaverili/estive il mattino il versante nord rivolto a sud e la sera il versante sud rivolto a nord.
foto Massimo Morandin
Questo particolare areale mi ha permesso di fare incontri sorprendentemente inaspettati, primo fra tutti con la Paeonia officinalis (a sinistra), pianta rara in tutta Italia ed ancor di più alle altitundini dove l’ho rinvenuta.
Altro incontro inaspettato con la Pinguicola alpina (sotto), carnivora anch’essa rara che si trova in genere ad altitudini maggiori.
foto Massimo Morandin
Interessante, nelle orchidee, è l’evolversi dello sviluppo della pianta per portare la stessa a fioritura. In questo caso è interessante osservare come in un’area inferiore al metro quadrato si possano trovare le stesse specie di orchidee con stadi di sviluppo completamente diversi, da quelle con i pannicoli fiorali ancora racchiusi dalle brattee via via arrivando a quelle che già hanno aperto i primi 5 o 6 fiori alla base.
Qui di seguito alcuni esempi di quanto sopra detto:
foto Massimo Morandin
Si possono osservare nell’ordine da sinistra a destra Orchis mascula nei diversi stadi di sviluppo dalle “precoci” in primo piano alle “tardive” in terzo piano, Listera ovata e Cephalanthera longifolia.
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