Archivio mensile:Ottobre 2008

Keiki sulle radici

Un fenomeno inusuale

Queste foto le ha inviate l’amico Vincenzo Ghirardi ed evidenziano la formazione di un keiki sulla radice di Phalaenopsis. Il fenomeno è raro, nei miei anni di vita con le orchidee è la prima volta che mi capita di vederlo e merita di essere segnalato ai visitatori del blog. A quanto si può vedere la Phalaenopsis in questione potrebbe essere P.stuartiana o un suo ibrido strettamente legato… sarà Vincenzo a confermarlo.

Orchidee… quando le collezioni finiscono

Una carissima amica del blog invia questa e-mail:

Buon giorno Guido,
approfitto della Tua notizia per chiederTi una cosa: a Bolzano c’è un signore un po’ anziano, che ha una serra enorme, non mi ricordo bene le misure esatte, mi sembra 10 metri x 5 metri, pieno di orchidee, specialmente vandee (ca. 500 esemplari), vorrebbe vendere tutto. Conosci qualche interessato che possa comprare tutto in blocco?
Buon fine settimana
Johanna

Nello scrivere questo post la mia sensibilità è combattuta da due sentimenti contrapposti: il desiderio di aiutare una persona in difficoltà e la tristezza di veder finire una collezione di orchidee e con essa mille passioni, momenti intensi… le emozioni di una vita.
Sono triste e non riesco a trovare tante parole per affrontare questo aspetto del collezionismo orchidofilo in Italia.
All’insorgere della passione si spendono fiumi di parole per enfatizzare quel magico mondo da poco scoperto, che ti avvolge, che ti ammalia totalmente.
All’inizio sei coccolato dai venditori, tutto sembra affascinante, facile, quei nomi strani, quello strano stile di vita delle tue nuove amiche ti trasportano in luoghi e spazi temporali dilatati. Comincia l’avventura, col tempo molti si perdono per la strada… qualcuno ce la fa. Coltivare orchidee – va scritto a caratteri cubitali – non è cosa facile. Sì, si possono ottenere buoni risultati, così come avviene per il giardinaggio in genere, ma creare e mantenere in vita una collezione di orchidee è un’impresa ardua sotto tutti i punti di vista.
Certo, ce ne sono collezioni in Italia e ci sono anche bravi collezionisti, ma la strada immaginaria del collezionismo orchidofilo italiano è lastricata di storie finite, di collezioni smembrate e di valori umani buttati al vento.
Esempi? Solo alcuni: la collezione Necchi, la collezione Sutter, Ducati e tante, tante altre svanite con l’insorgere di problemi o con la morte dei loro collezionisti.
Possibile che in questa Italia, dove si enfatizza l’italianità laddove questa è solo un pretesto per fare business o per carpire consenso elettorale non ci sia qualche istituzione e/o qualche politico che si faccia carico di questi tesori e della loro integrità?
Gli orti botanici e magari qualche altra istituzione botanica italiana, mantenuti in vita da finanziamenti pubblici non potrebbero darci una mano?
Ci sono pochi soldi? No, c’è poca sensibilità della politica… e intanto le migliori collezioni se ne vanno.

Dite la vostra, io intanto mi faccio un giro in serra, sono le ore 11 e fuori c’è un sole splendido… chissà che non mi metta di buon umore.

Anteprima a posteriore

Con una eloquente fotografia in un veloce post, ringraziamo tutti quelli che si sono fatti sentire per il nostro matrimonio con auguri e telefonate.
A breve arrivera’ il resto, per il momento divertitevi con il sedere in movimento del vostro orchidofilo in via di smarrimento.

A presto e ancora grazie,
Konstantina & Daniel

baby cattleya

Cattleya Baby Kay (scritto da Alberto)

Cattleya Baby Kay (c. bicolor × c. luteola) registrato da Keller l’1/1/1963.

Questo ibrido primario rifiorito puntualmente in questi giorni è molto prezioso, ha riavuto il suo nome lo scorso anno , grazie ad un colpo di fortuna. Ebbi l’accortezza di curiosare in una banca dati, (CD)
tra le Cattleye di colore verde, una breve consultazione con Giudo , (la pianta proviene dalla sua serra) e arrivò la conferma. L’orchidea ibrido era catalogata sommariamente col nome di C. Gren Orchid g 703.
Come si può chiaramente notare ha i segni distintivi di tutte e due le specie. Per ora posso constatare che fiorisce nel medesimo periodo, non come la luteola che può fiorire casualmente più volte in un anno.
La caratteristica è di avere dei fiori relativamente piccoli da cui il nome baby, come la luteola e dei pseudobulbi affusolati come matite come la bicolor. Si dimostra molto resistente e di facile coltivazione.

– foto 27-8-08 Alberto Ghedin