Orchidee: mostre e/o mercati

Chissà se mi sbaglio, ma non sarebbe più logico chiamare le cose con il loro nome?
Ad esempio – l’han capita anche i garden – sempre più spesso vari commercianti del verde, per dare tono a qualche fine settimana invitano qualche venditore di orchidee e pubblicizzano la cosa come “mostra mercato”. Per carità, vista sotto l’ottica del commerciante che deve vendere, niente da eccepire, ma l’informazione corretta da dare all’appassionato orchidofilo, a mio avviso dovrebbe essere “mercato delle orchidee”… e magari aggiungendo anche la precisazione fra specie da collezione e commerciali.
Si dirà – questione di lana caprina – importante trascorrere una giornata con i venditori amici e con qualche orchidea in più al ritorno, da aggiungere alla propria collezione.
Si sa, le capre hanno il pelo sottile, che può sembrare lana, ma sempre pelo è… la lana vera è delle pecore.
Perché scrivo questo? Perché mi ostino a vedere l’orchidofilia dalla parte dei fruitori finali: il collezionista, l’appassionato ed anche il neofita, che devono poter godere la loro passione da protagonisti, stando insieme, organizzati in gruppi ed associazioni.
Qualsiasi soggetto commerciale dovrebbe tener conto di questo aspetto, invece capita sempre più spesso l’opposto: nelle occasioni di eventi mercato delle orchidee, le associazioni, o non ci sono o rappresentano il “convitato di pietra”; con una metafora, la simbolica maglietta dell’ orchidofilo è indossata dal commerciante.
Nei commenti di questo blog si chiede cosa c’è a Vicenza, pare che un garden organizzi il fine settimana con 2 produttori/commercianti di orchidee.
Tutto quello che si sa è questo… buon divertimento a chi andrà.

31 pensieri su “Orchidee: mostre e/o mercati

  1. Gianni

    Vicenzadomani, in dicembre a Milano, gennaio a Bolzano, febbraio a Bussolengo, Marzo a Pordenone e via cantando.
    Io non ci trovo niente di male, o sono un cretino a partire dalla germania per venire a Vicenza? per me i venditori sono in ordine, o andiamo più volentieri al prossimo Lidl, Obi,Ikea? Poi mi faccio un idea di cosa e come si vende in italia, trovo alcuni amici che ho visto attualmente e anche un paio che non vedo da un eternità,
    la mostra mercato la dobbiamo vedere dal lato positivo anche se viene organizzata da un garden o dall’ altro, o sono buone solo le mostre che aiutiamo ad organizzare noi? Faccio presente che Mostra è mostra e se ben organizzata è il risultato che conta, sennò andiamo a finire che ce ne sono a dozzine in germania, alcune in austria due in svizzera (con problemi doganali come si sà) e una in italia. E poi ci lamentiamo che abbiamo poche possibilità di comperare, che in intrnet ti imbrogliano e che da L… vendono roba di scarto, io penso che con due vivaisti noti è meglio che niente,e se non c’è nessuno niente compere niente ritrovo con amici e forse il detto garden non venderebbe niente. io sono stato alla mostra di Locarno e devo dire che la faticata del viaggio è stata più che ripagata non solo dalla mostra che poi era un mercatone di orchidee con una ventina di espositori inclusi un paio di giardini botanici che non vendevano niente, ma con piante eccellenti, poi perche ho trovato alcuni amici e questo è per mè la cosa più importante. Certo la discussione è molto differenziale ma qui trovo forse una pianta che mi manca e con sicurezza una buona porzione di amici. O aspettiamo di nuovo il mercatone della fiera di padova male organizzato senta pubblicità, in cui i vivaisti pagano uno sproposito per esporre e vendere e il risultato si vede sui prezzi. Discuterne va bene ma ricordiamoci di un a famosa frase in un libro per mè famoso “chi non ha colpe getti la prima pietra” perchè sennò alla prossima occasione me ne resto a casa ad aspettare se per caso una pianta o l’ maltra vengono a trovarmi e mi chedono “hai un buco a disposizione per collezionarmi?”
    ciao a tutti e bacioni alle amiche, io domani sono a vicenza e ci vado consapevole di trovare almeno una pianta che cerco e di incontrare amici e amiche e magari un paio dei nuove conoscenze, chissa…. poi si può anche leggere il motto della famiglia della regina d’ inghilterra.
    Gianni
    ps. mannaggia che tirata ma non riesco a dormire e così polemizzo un poco.

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  2. Alberto

    Francesco, molto spesso i venditori sono anche stati o sono ancora collezzionisti e ottimi coltivatori, sanno molto bene come vanno coltivate le orchidee, poco invece sanno coloro che hanno negozi, garden ecc.. sono concorrenti ma con esperienze molto diverse. Ciao Alberto

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  3. Francesco

    Personalmente mi ritengo un appasionato che con il passare del tempo si avvicina sempre più a generi sconosciuti o poco noti.
    Ultimamente mi interessano le Pescatorea, le Cochleanthes e le Pabstia, che sono generi non molto coltivati che però ne vale la pena coltivarla almeno una.
    Secondo me gli esperti poi non sono malvisti dai venditori, anzi aiutano il venditore a capirci meglio sulla coltivazione e conservazione.
    Il venditore ricava una bella dose di informazioni e le sue orchidee si conserveranno di più evitando spese eccessive.
    La commessa di Obi ormai mi conosce bene visto che ogni volta che ci vado mi compro una “povera vittima” sfiorita e messa in disparte e ogni tanto gli do consigli.
    Il neofita dall’esperto ricava informazioni per far sopravivere le sue orchidee, il venditore aiuta se stesso a conservare le orchidee evitando sprechi e l’esperto è soddisfatto di aver aiutato il prossimo.

    Se avete qualcosa di dire a riguardo acconsento a critiche e/o rivendicazioni!!!

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  4. Roberta L.

    Mi trovo ora nuovamente daccordo con te Vincenzo, difatti in un commento in altro post ho utopicamente idealizzato piante (non solo orchidee) vendute in garden con tanto di depliant esaustivo per ogni specie e relativa coltivazione (magari ci fosse qualche esperto che ci spieghi la rava e la fava ma anche questa e’ utopia).
    Sta di fatto che mi sorge un’altro spunto di riflessione sul termine “ibridone” e lancio anch’io un sasso. La gente, proprio perche si stanno parecchio commercializzando questi ibridi, si sta sempre piu’ appassionando a questo genere e si affinera’ sempre piu’ il palato per queste. Ora se ci fossero un miliardo di persone che desidera avere la rarita’ o la specie protetta e fare carte false come dice Guido (questa filosofia non fa onore all’orchidofilo) mi chiedo che fine farebbero le orchidee nel loro luogo di origine. Se lo stesso miliardo di persone trova e si accontenta dell’ibridone o il clone da laboratorio forse non e’ del tutto sbagliato. Cosa succederebbe se ad esempio in Cina nascesse la passione per le nostre stelle alpine? Preferireste che venissero e ce le strappassero per tenerle in un bel vasetto prive di tutta la loro potenza e fierezza che avevano attaccate alla loro roccia oppure creare un Ibridone che li accontenti facendo meno danni possibili? (anche se non penso che questa filosofia muova i commercianti a vendere specie nate in laboratorio ma piuttosto i soldi come dici tu). Quindi chi e’ senza peccato scagli la prima pietra. Anche l’orchidofilo che non si accontenta di vedere la rarita’ in fotografia o in loco ma “venderebbe la madre” per possederla rischia di fare dei danni riducendo le “amate” piante a specie protette (togliendo dignita’ alla bellezza di queste piante) perche’ strappate tutte dal loro paese di origine e rischiando l’estinzione alimentando di conseguenza un mercato sporco. Non voglio fare di un’erba un fascio per tutti gli orchidofili, pero’ vuoi o non vuoi le cose stanno cosi’. Percio’ ripeto ben venga l’ibridone che “riempie la pancia e il cuore un po’ a tutti” senza fare troppi danni alla natura. Danni che un certo tipo di “orchidofilosofia” (riferendomi alla metafora di Guido) ha gia’ fatto e continuera’ a fare. Vogliamo davvero continuare a chiamarlo “amore”?
    E’ solo uno spunto per riflessione anche se sono sicura che avete gia’ consapevolezza di questo e non dico nulla di nuovo
    Roberta L.

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  5. Marco UD

    Roberta, il discorso del pianoforte io lo vedo in un’altra maniera. Mozart vede che i pianoforti vengono venduti a gente che non li sa suonare e li rompe per poi ricomprarne dei nuovi ed altri ed altri ancora, a Mozart questo dispiace e vorrebbe che la gente imparasse a suonare per diffondere ancora di più la musica e per questo sarebbe disposto ad affiancarsi a coloro che vendono i pianoforti per insegnare a suonarli. Ma nonostante la sua fama, la sua bravura e l’aiuto che potrebbe dare per diffondere ancor di più la musica, averlo al proprio fianco ai venditori non interessa per niente.
    Che peccato.

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