Sappiamo che per importare ed esportare orchidee fuori EU servono dei precisi adempimenti burocratici. Semplice! Vediamo se conoscete a fondo la materia: rispondete a queste domande e poi tireremo le somme.
DOMANDE:
1 – Si possono esportare e/o importare orchidee fuori EU, piante, semi, beute e fiori, senza alcuna documentazione?
2 – Se no, quali documenti servono?
3 – Chi rilascia il CITES ?
4 – Con quali modalità viene richiesto ed esibito il CITES?
5 – Basta il CITES rilasciato dal paese dell’esportatore o serve anche quello di arrivo.
6 – Basta il certificato fitosanitario?
7 – Da chi è rilasciato il certificato fitosanitario?
8 – Quali dati deve contenere il certificato fitosanitario?
9 – Quale soggetto è abilitato ad esportare e/o importare orchidee fuori EU
10 – Il soggetto abilitato ad esportare e/o importare orchidee fuori EU, quali adempimenti deve obbligatoriamente attuare?
11 – Traccia un percorso tipo (con elencati tutti i documenti necessari), di importazione in Italia di orchidee dal Brasile, descrivendo in sequenza gli adempimenti.
12 – In caso di esportazioni e/o importazioni di orchidee fuori EU non conformi alle normative vigenti, cosa succede?
Buon lavoro
Nel merito delle varie domande del post, penso che possiamo fare questa sintesi:
A monte di tutto, per poter effettuare operazioni di import-esport bisogna essere iscritti alla camera del commercio come azienda (partita iva), essere autorizzati alla produzione florovivaistica (legge regionale) ed essere iscritti al RUP lettera A e lettera B.
L’iscrizione al RUP costa 100 euro una tantum più 25 euro annuali per il controllo.
L’iscrizione al RUP consente anche la vendita di piante al di fuori della provincia in cui risiede l’azienda.
Le operazioni di import export sono svolte esclusivamente da spedizionieri autorizzati dalle istituzioni preposte: ministero, forestale, regione.
1 – Si possono esportare e/o importare orchidee fuori EU, piante, semi, beute e fiori, senza alcuna documentazione?
R)- piante serve CITES e certificato fitosanitario, per il rimanente solo fitosanitario
2 – Se no, quali documenti servono?
3 – Chi rilascia il CITES ?
R)- ministero del commercio internazionale
4 – Con quali modalità viene richiesto ed esibito il CITES?
R)- In caso di esportazione si richiede via fax al ministero del commercio estero, che lo rilascia inviando copia e poi in originale. Solo l’originale è da esibire al corpo forestale per le operazioni di spedizione.
– In caso di importazione serve l’autorizzazione del ministero del commercio internazionale che sarà rilasciata presentando via fax. il CITES di partenza, quindi al momento delle operazioni di importazione bisogna esibire anche il CITES rilasciato dal ministero italiano. Il CITES non costa nulla, l’iscrizione al RUP costa 100 euro una tantum più 25 euro annuali per il controllo.
5 – Basta il CITES rilasciato dal paese dell’esportatore o serve anche quello di arrivo.
R)- Anche quello di arrivo
6 – Basta il certificato fitosanitario?
R)- No
7 – Da chi è rilasciato il certificato fitosanitario?
R)- Da apposito ufficio regionale
8 – Quali dati deve contenere il certificato
fitosanitario?
R)- Deve indicare se le piante sono state trattate a protezione di vari insetti e che sono esenti da alcune malattie riportate in appendice.
9 – Quale soggetto è abilitato ad esportare e/o importare orchidee fuori EU
R)- Leggi sopra
10 – Il soggetto abilitato ad esportare e/o importare orchidee fuori EU, quali adempimenti deve obbligatoriamente attuare?
R)- Oltre a quanto scritto sopra, deve tenere un registro di carico e scarico delle piante importate, questo per garantire la tracciabilità delle piante importate
11 – Traccia un percorso tipo (con elencati tutti i documenti necessari), di importazione in Italia di orchidee dal Brasile, descrivendo in sequenza gli adempimenti.
12 – In caso di esportazioni e/o importazioni di orchidee fuori EU non conformi alle normative vigenti, cosa succede?
R)- Sequestro delle piante e sanzioni pecuniarie che vanno da 1000 a 10000 euro.
Inoltre, la guardia forestale (unico corpo preposto a controllare la regolarità delle importazioni) invia formale denuncia in procura che avvia un procedimento penale. Nel caso di condanna, oltre all’aspetto pecuniario si aggiunge anche l’iscrizione del reato sul casellario giudiziario.
Considerazioni: tali operazioni costano: spedizionieri, certificati, iscrizioni, ecc, ecc.
inoltre, chi possiede e commercia orchidee d’importazione deve tenere un registro di carico-scarico: a rigor di logica, ogni orchidea d’importazione venduta nei vari mercati andrebbe scaricata dal registro dell’importatore con l’indicazione delle generalità dell’acquirente…
Semplice, no?
questo ovviamente vale per chi volesse importare/esportare in maniera professionale, per il privato le cose sono un pochino più semplici, sebbene spesso i costi della documentazione da produrre incidano parecchio.
Ricordo inoltre che il CITES serve solamente per le specie botaniche e non per gli ibridi, in quanto essendo tali non esistono in natura e quindi non possono in alcun modo lederne l’integrità!
5. che io sappia, in caso di importazione, è sufficiente il certificato CITES emesso dal paese di partenza, infatti in dogana i documenti che accompagnano le merci in partenza sono il certificato fitosanitario ed il CITES (solo per le specie botaniche, per gli ibridi, infatti, non è necessario il CITES ma solamente il fitosanitario)
11.
a) emissione da parte del venditore brasiliano del permesso di esportazione
b) pagamento (15,49 €), compilazione ed inoltro presso il ministero dello sviluppo economico della licenza di importazione
c) ottenuta la licenza si può provvedere all’acquisto delle piante presso il venditore brasiliano (massimo 3 specie) richiedendo il certificato fitosanitario ed il CITES
d) quando pronta la spedizione conviente farsi anticipare i due documenti per fax per controllare che le descrizioni di specie corrispondano in tutti i documenti (ricordate che se è sbagliato il primo, ovvero il permesso di esportazione del venditore, sulla base del quale compilerete la licenza di importazione, dovranno esserlo tutti gli altri, alla dogana non son ammessi errori di forma)
e) una volta approdate sul nostro territorio ci si dovrà recare presso l’ufficio CITES di arrivo (probabilmente in questo caso presso l’aeroporto di Venezia) e provvedere al ritiro della merce provvisti della licenza di importazione.
Sperando di non aver dimenticato nulla, come vedete un’importazione fatta con i dovuti criteri oltre ad avere un costo (certificato di importazione+firosanitario+CITES)è tutt’altro che semplice.
Ciao Massimo
Dimenticavo, se avete voglia di approfondire il discorso date un’occhiata qui sotto:
http://www.mincomes.it/cites/indice_cites.htm#Come_ottenere_una_licenza_di_importazione/esportazione_
PS. le informazioni in mio possesso derivano non solo da info reperite via web, ma direttamente telefonando presso gli uffici di competenza (cites e ministero dello sviluppo economico) e colloquio presso l’ufficio fitosanitario di Mestre.
Guido, ottimo se funziona, finalmente qualcosa che da dei risultati senza spendere capitali e senza inquinare ovunque.
Non potrei mai rispondere a tutte le domande senza fare un copia incolla da qualche parte 😀 ma ricordo ricordo una cosa che mi aveva colpito circa un articolo che avevi linkato a riguardo, e cioe’ che certe piante (non solo orchidee) che vengono importate da paesi fuori dalla comunita’ europea devono passare diversi giorni in quarantena per scagionare l’inserimento accidentale di parassiti o agenti patogeni estranei al luogo di destinazione e che potrebbe causare parecchi problemi. Mi viene in mente il Punteruolo rosso che si nutre del cuore delle palme da dattero e che accidentalmente abbiamo importato in Italia insieme alle palme stesse per la piantumazione comunale.
I danni causati da importazione scriteriata di piante non controllate possono essere enormi.
Un caro saluto
Roberta
Qui a latina le palme sono molte(Mio padre le ritiene la piante dei camorristi) e la maggior parte è stata uccisa dal punteruolo rosso, che si diffonde ad una velocità sconcertante!
Qui si vedevano volare circa un mese fa e le palme attaccate sembrano delle margherite secche e il tronco è praticamente flaccido, sarà dura la battaglia.
Con il freddo il punteruolo entra in dormienza mi pare di avers sentito da qualche parte.
Gia’ e meno male che si nutre solo di palme da dattero (non essendo originaria del nostro paese si potrebbe debellare semplicemente smettendo di piantumarle), pensa se il Punteruolo scoprisse invece quanto son buoni i castagni… sarebbe la fine!
E pensare che queste importazioni dovrebbero essere super controllate.
Sono andata un po’ fuori tema ma spero mi si perdoni
abbastanza direi, ma se fossi un professore ti chiederei di approfondirne qualcuna… troppo generiche alcune risposte 😉
Ciao
PS) i tralci di vite funzionano! Incredibile ma vero: tutte le piante alle quali ho attaccato i tuoi mazzetti miracolosi risultano inattaccabili dalla cocciniglia.
A presto
Guido
Per l’ultima vorrei provare a rispondere io, con Franco Bianco quest’estate ci siamo fatti una bella chiaccherata sull’esportazione e importazione.
Innanzitutto di ha una multa salata e si rischia la prigione per contrabbando, poi le conseguenze penali sono fatte da entrambi i paesi!
Forse è una domanda stupida, chiedo venia in anticipo. Tuttavia, i tralci devono essere di qualche vitigno particolare(barbera, sangiovese, merlot ad esempio) magari, qualcuno è più efficace di altri oppure, purchè di vite, van bene tutti? Grazie anticipate a chi vorrà illuminarmi.
Cordialmente, sempre.
Vincenzo.
1-NO
2-Dovrebbero servire i documenti fitosanitari, e se trattasi di piantte protette anche il certificato cites.
3-il corpo forestale dello stato, servizio certificazione cites.
4-il certificato deve sempre accompagnare l’esemplare, ovunque esso vada.
5-anche quello del pase di arrivo
6-No
7-Non so, ma presumo qualche organo preposto a controlli.
8-Presumo dati relativi ai trattamenti effettuati e zona di provenienza.
9-Commercianti che ne abbiano le regolari licenze.
10-11-12- mi sono sconosciute almeno per quanto riguarda le piante.
Cosa sicura è che se ti trovano con esemplari non regolari potrebbeo farvi passare dei brutti quarti d’ora, sia morali che economici.
Spero di averne indovinata qualcuna.