Osmunda, parola affascinante per i coltivatori di orchidee, un tempo famosa agli orchidofili di tutto il mondo, ora che non si può più raccogliere ed usare è entrata nel mito.
Fino a qualche decina d’anni fa, anche in Italia l’Osmunda era usata come materiale da rinvaso per le orchidee e si poteva tranquillamente acquistare da esperti raccoglitori (nelle zone paludose ed acide dell’alta Toscana), che la inviavano a destinazione via ferrovia, imballata in sacchi di Juta.
Questa felce non si può più raccogliere, ma si può coltivare, basta creare degli spazi con substrato acido, leggermente protetti dal sole e con la possibilità di mantenere il terreno umido.
Nei vivai specializzati in essenze particolari è abbastanza facile trovare piantine giovani… con un po’ di fortuna e costanza potranno crescere e riprodursi.
Osmunda regalis
Famiglia: Osmundaceae
Genere: Osmunda
Specie: Osmunda regalis L.,
Nota anche come Felce Florida.
Il nome del genere è dedicato ad “Osmùnder”, divinità celtica, simbolo di forza, mentre l’epiteto specifico evidenzia la bellezza della pianta. Questa specie vegetale ha attraversato le glaciazioni del quaternario, grazie all’effetto termoregolatore delle paludi costiere. Testimonianza della primitività di questa specie è la particolare localizzazione delle sporangi.
E’ una felce di grandi dimensioni, appartenente alla famiglia Osmundaceae, diffusa in Europa, Africa, Asia, e nelle Americhe. È l’unica specie europea del genere Osmunda.
Si tratta di una pianta erbacea decidua con grandi foglie frondose che formano vegetazioni cespitose dal portamento maestoso. Presenta due tipi di vegetazioni: quelle fertili (dette sporofilli) dotate di sporangi (dette sori), composte dalla sola rachide, senza ramificazioni appiattite, e le foglie sterili, imponenti, bipennate, senza peluria, oblunghe, lungamente picciolate, con funzioni meramente vegetative. Il periodo di produzione delle spore va da maggio a settembre. Cresce in ambienti umidi e ombrosi, boschi collinari e preferisce il fresco di fondovalle.
I rami sterili raggiungono i 160 cm di altezza e una larghezza di 30-40 cm. Le foglie sterili sono larghe, bipennate, con 7-9 coppie di pinne lunghe fino a 30 cm; ciascuna pinna possiede 7-13 pinnule lunghe 2,5-6,5 cm e larghe 1-2 cm. Le ramificazioni fertili sono più basse (20-50 cm), ma di portamento più eretto, 2-3 coppie di pinne sterili alla base, e 7-14 coppie di pinne fertili coperte di fitti accumuli di sporangi, sulla parte superiore.
Usi e miti
Si è già scritto sopra, come l’apparato radicale venisse utilizzato in floricoltura per la coltivazione di orchidee ed altre epifite.
Nella mitologia slava gli sporangi, chiamati “Fiori di Perun” si riteneva che fossero dotati di poteri magici e soprattutto che trasmettessero la capacità di scacciare i demoni, di realizzare i propri desideri, scoprire segreti, e comprendere il linguaggio degli alberi.
La raccolta dei “Fiori di Perun” era però un rituale complesso e pericoloso; prima dell’avvento del Cristianesimo dovevano essere raccolti la notte di Kupala, poi, il rito è stato spostato nella vigiglia di Pasqua, sempre di notte. Sia nella versione “pagana” che nella rivistazione Cristiana, il rito doveva avvenire all’interno di un circolo tracciato attorno alla pianta nel quale gli aspiranti dovevano sopportare le minacce e gli scherni delle entità demoniache presenti.
Come avviene per molte altre felci, i giovani germogli dell’ Osmunda regalis nota anche con il nome di “Felce florida” sono commestibili, si dice abbiano un sapore simile a quello dell’asparago. Nella cucina reale coreana viene usata per preparare un piatto detto Namul.
Riferimenti mitologici e sporadici usi culinari a parte, nel lontano passato, l’Osmunda regalis non aveva grande importanza ed il suo uso è stato per molto tempo relegato a materiale di zavorra per le navi. Non ha avuto altro uso fino a quando i coltivatori di orchidee scoprirono la sua importanza per la realizzazione di materiale da substrato e come spesso accade, dopo la scoperta è stata raccolta in grandi quantità. Questa felce giungeva a destinazione nei vivai di orchidee in grandi blocchi di radici. La preparazione del materiale veniva eseguita, prima pulendo ed essicando i grandi blocchi di radici, e successivamente tagliandole a piccoli pezzetti.
Durante le operazioni di rinvaso, i coltivatori di orchidee mescolavano le radici, così sminuzzate, con altro materiale (sfagno vivo o di torbiera), a dosaggi diversi secondo la tipologia di coltivazione. Ad esempio ve n’è un tipo composto più grossolanamente che è specifico per orchidee con grosse radici (come ad esempio le specie del genere Cattleya ) e un tipo più raffinato che viene usato per orchidee a radici fini e delicate.
A causa del prelievo indiscriminato nelle zone di maggiore diffusione della felce Osmunda regalis, questa specie, anche a causa del suo ciclo vegetativo molto lento, ha visto ridursi drasticamente l’areale di endemicità in Italia, al punto da renderla in pericolo di estinzione.
Da molti anni questa specie è inclusa in prima appendice del CITES e la sua raccolta in sito è severamente vietata.