Orchidee farfalla
Le orchidee appartenenti al genere Encyclia sono comunemente note con il nome “orchidee farfalla”, genere già compreso fra gli Epidendrum.
Per capire se ci troviamo in presenza di una specie appartenente al genere Encyclia piuttosto che al grande gruppo degli Epidendrum è utile verificare questa sommaria distinzione: le varie specie di Enciclia si sviluppano in forma simpodiale ed hanno gli pseudobulbi rigonfi, mentre gli Epidendrum si strutturano con pseudobulbi a canna.
Encyclia, nome di origine greca, riferito alla caratteristica avvolgente del labello attorno alla colonna, comune a molte specie del genere.
Questo post illustra una deliziosa specie e intende soffermarsi sullo strano comportamento dei suoi fiori.
Encyclia alata.
Il nome “alata” ben rappresenta le caratteristiche morfologiche del labello, che avvolge la colonna del fiore formando due ali.
Encyclia alata (Bateman) Schltr.
E’ una specie abbastanza comune in Messico, Nicaragua e Costa Rica, prospera generalmente a basse quote.
Le infiorescenze sono molto lunghe (anche più di un metro) con parecchie decine di fiori grandi e molto profumati.
Fiorisce in estate e i fiori sono di lunga durata, caratteristiche che rendono la pianta molto adatta ad essere goduta in casa durante la fioritura e vi garantisco che la dolce e squisita fragranza emanata dai fiori, procura una piacevole e delicata sensazione.
In generale i fiori assumono forme strane, affascinanti, con colori appariscenti, a volte sono profumati proprio per attirare l’insetto impollinatore. Nella grande famiglia delle orchidaceae, il fiore impollinato – solo quello – appassisce e la pianta si dedica alla formazione e maturazione dei moltissimi semi racchiusi in una capsula che a volte assume grandi dimensioni ed in certi casi è più minuta.
Magie della fecondazione
Non tutti i fiori di orchidea si comportano in questo modo. In occasione dell’ultima fioritura di Encyclia alata, hanno attirato la mia attenzione i suoi steli fiorali con i fiori quasi tutti appassiti o già caduti. Con mia sorpresa scopro che gli unici fiori ancora belli e turgidi erano fecondati e se ne stavano in bella mostra all’apice delle loro rispettive capsule già rigonfie e gravide.
Questa peculiarità mi ha spinto ad approfondire il fenomeno. A riguardo, non ho trovato nessuna documentazione scientifica.
In buona sostanza il comportamento di questa specie attiva un processo opposto a quello che avviene nella norma: fiore impollinato appascisce. Anche in questo caso la pianta concentra le sue energie sui fiori fecondati, attivandole però in maniera completamente atipica. Invece di inibire il fiore impollinato e lasciare ancora attivi gli altri, procede in senso opposto: elimina velocemente tutti i fiori non impollinati e dedica le sue energie al compimento del processo chimico già in atto. Va anche evidenziato che i fiori fecondati, non solo rimangono carnosi e turgidi, ma tendono a pigmentarsi di color verde, questo processo può far pensare ad una loro funzione clorofilliana, in aiuto alla pianta madre.
Buongiorno Guido, molto interessante grazie.