Con una grande emozione dentro al cuore e con tanto calore umano, questi due giorni con le orchidee, con l’arte e con la commedia, si sono conclusi nel migliore dei modi.
Sono tante le cose da raccontare.
Innanzitutto il corso di pittura botanica, giunto alla sua seconda edizione, è già diventato un appuntamento di eccellenza.
La foto a sinistra coglie Silvana Rava (pittrice botanica di indiscusso valore internazionale) in controluce, attraverso i vetri della loggia, mentre imposta il lavoro delle sue allieve di corso.
Silvana Rava, con la sua semplicità di approccio, ha creato sin da subito quella delicata atmosfera che le persone sensibili respirano quando si immergono nel mondo dell’arte figurativa.
All’appuntamento del corso dovevano essere in 12, ma qualche problema ha ridotto il drapello di aspiranti artisti.
Il livello qualitativo generale è stato senza dubbio elevato. Il mondo della pittura botanica troverà fra loro dei nuovi e bravi rappresentanti.
La vera scoperta di questa assise pittorica è stata la gioventù.
E’ sempre emozionante – anche per noi orchidofili – trovarci a condividere la passione insieme alle giovani generazioni. Mi perdoneranno le bravissime allieve presenti al corso, se ad emblema di questa bellissima esperienza presento Matteo, giovane artista ancora imberbe ma dotato di grandi doti e di enorme passione.
Paphiopedilum fowliei Birk
Sez. Barbata, sottosez. Barbata
Sin. Paphiopedilum hennisianum var. fowliei (Birk) Cribb
Nella sua riproduzione botanica, Matteo avrebbe desiderato immortalare la famosa Stanhopea tigrina var. nigroviolacea,
ma non era ancora fiorita ed allora ha focalizzato la sua attenzione su questa bellissima specie di Paphiopedilum.
La foto coglie il disegno ancora nella sua fase di costruzione e forse non rende completamente l’idea della perfezione – quasi maniacale – per altro, dote questa, indispensabile nella descrizione e nella pittura botanica.
Anche quest’anno dio Pluvio ha fatto le bizze. Nella mattinata di sabato ha scatenato le sue ire funeste in vicolo Parnasso, costringendoci a battere la ritirata dentro la loggia e sotto il portico, ma nel primo pomeriggio il cielo si è riaperto ed Helios ci ha potuto riscaldare con i suoi raggi.
La foto sopra immortala un gruppetto di aspiranti pittori al lavoro dentro la loggia.
Porte aperte in serra
Come da programma, i due giorni di Vicolo Parnasso hanno visto anche la gradita presenza delle amiche e degli amici orchidofili del Triveneto, compresa anche una inaspettata visita di soci A.T.O.
Per vari motivi, qualcuno era assente giustificato, tanti son venuti ed insieme abbiamo trascorso un gradevole pomeriggio fatto di visite alla serra, di approfondimenti e di piacevoli conversazioni.
Ringrazio veramenti tutti.
La commedia
Da inguaribile sognatore, ho anche creato un momento di teatro, ovvero: le avventure della vita viste attraverso la commedia dell’arte, per poter sognare, pensare e ridere.
A materializzare questa dimensione, ci hanno pensato alcuni miei amici attori con i quali, nello scorrere del tempo ho condiviso tante belle pagine di vita. Un grazie particolare per la loro partecipazione. Da questa idea è nata una piccola commedia messa in scena nella serata di Domenica 12 Giugno, con il giardino della mia dimora, a fare da teatro.
Titolo:
NELLA SERRA DELLE ORCHIDEE
Il tema è quello del fantastico e del sovrannaturale, l’azione drammatica si sviluppa in un aria di mistero tra leggenda e realtà in quel mondo ormai consumato del tardo veneziano.
Lo scenario
Nane e Menego, barcaroli al servizio di Sior Simon e Sior Lunardo, si perdono fra i menandri delle valli della laguna di Caorle dove si erano recati a cacciar rane per le cene luculliane dei loro padroni.
Con la loro barca risalgono uno ad uno gli affluenti che portano acqua in laguna e verso mattina si fermano a far colazione a Porto nella locanda “La Grandessa” sul Lemene, noto ritrovo di strani personaggi, spezieri, doganieri, finanzieri ed avventurieri in cerca di far commercio.
Alla Grandessa si possono degustare bevande ed intrugli realizzati con spezie e strane piante provenienti dal nuovo mondo. L’ostessa Ottavia, è solita servire agli avventori, anche bevande calde, spiegando che sono fatte con strane piante afrodisiache, chiamate orchidee.
La bella Isabella
Nane e Menego, forse in preda agli effetti degli intrugli di Ottavia, puntano subito gli occhi su Isabella, damigella al servizio della nobildonna Albrizi, giunta nella locanda per recuperare un misterioso carico proveniente dalle Americhe, da portare nel casino della sua Villa in terra trevigiana.
Isabella parla con i barcaroli, descrive la villa dove abita e racconta di aver visto strane piante che vivono in grandi stanze riscaldate e con le pareti ed il tetto in vetro.
Racconta anche di notti lussuriose, di intrighi, di passioni amorose con poeti, e di commedie erotiche messe in scena da teatranti della terra ferma veneziana.
Intanto Isabella, ritirato il prezioso carico, allerta i suoi barcaderi affinchè si possa ipartire di buon mattino. Nane e Menego, già perdutamente innamorati della dolce Isabella, si offrono di accompagnarla nel suo viaggio di ritorno, lei accetta di buon grado e insieme approdano all’imbarcadero di Melma, attracco di merci e genti, situato lungo il Sile poco prima dell’Alzaia che porta a Treviso.
Incontro con uno strano personaggio
E’ qui che Nane e Menego incontrano uno strano personaggio, occasionalmente in quel luogo per raccattare ritagli di legname in una vicina segheria, che si qualifica come “el marangon” e quei legni gli usa per fare cestini.
Nel frattempo Isabella si congeda dai suoi accompagnatori, non prima di averli informati che in serata parteciperà ad una festa in campagna, dove ci saranno anche i loro padroni Simon e Lunardo.
I due cavalli bianchi
Ad attenderla in un casone situato lungo il Sile – già da due giorni – stazionano due cavalli bianchi ed una carrozza ricca di intarsi rococò. Isabella sale, fa un cenno di saluto con il suo fazzolettino ricamato, mentre i cavalli si muovono verso quei pochi chilometri che la dividono dalla Villa della Contessa Albrizi.
Nane e Menego, visibilmente frastornati rimangono a conversare col “marangon”, che con fare sapiente racconta loro di conoscere bene la Grandessa. Fatta un po di confidenza,”el marangon” complotta con i due barcaroli proponendo di cercare quel posto dove si tiene la festa e di andarci di nascosto. Nane e Menego osservano che loro non sono stati invitati e che i loro padroni sono “rusteghi”, ma “el marangon”, con tono caparbio grida: “venite con me…so tutto”!!
Verso la festa
Dopo qualche titubanza, la passione per Isabella ha il sopravvento e la strana compagnia complotta di recarsi in quei luoghi. Partono per Monastir di Piros (altrimenti noto anche come Pero), località amena dove vivono rigogliose piante esotiche, tutte ammassate in una strana costruzione che ripropone l’ambiente delle giungle misteriose del nuovo mondo.
La combriccola, gira la barca, ridiscende il fiume Sile, imbocca il Meolo (un suo affluente), e giunta all’altezza di Vallio, piccolo Villaggio che da il nome all’omonimo fiume, si dirige a nord fino ad incontrare la terra delle risorgive, dove finalmente arriva alla foce del Rio Parnasso. Con fare guardingo e furtivo, i tre personaggi risalgono la corrente ed è già buio quando poco oltre la sponda sinistra del Rio Parnasso, sentono il vocìo di gente in festa che attende il solstizio d’estate: “siamo arrivati” sentenzia el marangon sfregandosi le mani, e nascosti fra le fronde e le candide acque, aspettano, mentre pocchi passi più in là …
Nell’intrigante atmosfera, di passioni, inganni, amori e delitti, generata da alcuni vecchi mercanti, e da barcaroli, tutti innamorati della giovane bella Isabella la quale però non corrisponde.
Questi uomini per avere il suo amore sono disposti a tutto, con denari, regali, orchidee, corteggiamenti e delitti.
Isabella saputo dell’arrivo degli spasimanti si rifugia e si rinchiude nella serra.
Le orchidee percepiscono la presenza ed il fascino della giovane Isabella, la “Vanda teres” di fronte a si tanta bellezza, quasi per magia, fiorisce colorandosi di rosa pallido ed arancione, un’incanto amoroso in omaggio alla giovane Isabella.
L’ “Encyclia atroporpurea” invidiosa di sì tanto prodigio si scuote, pronta a donare i suoi benefizi.
Intanto gli strani personaggi calpestando nervosamente la bianca stradina di vicolo Parnasso, cercano di confondersi tra gli ospiti sedutiattorno al desco sotto il porticato, distraendoli con racconti e anedotti, ma in realtà per cercare Isabella.
Uno alla volta, in punta di piedi, nell’ombra della sera coperti dalle voci allegre che giungono dal giardino si defilano verso la serra dove tra carnose e sensuali orchidee ha trovato rifugio Isabella. Il tempo scorre, gli ospiti degustano, brindano e confabulano, ma ad un certo momento. in tarda serata un’urlo femminile di terrore interrompe l’allegra festa e …
Le indagini
L’Avvocato del Foro di Peribus, Vidis Deorchis, presente alla festa, udito l’urlo si precipita verso la serra, e aprendo con precauzione le porte trova davanti a se una scena racappricciante.L’avvocato ritorna trafelato in giardino ed invita gli ospiti a rimanere ai propri posti con divieto assoluto di alcun movimento.
Vidis Deorchis riferisce di aver ispezionato la serra e di aver trovato uno sconosciuto supino, privo di vita, seminascosto da alcune felci lussureggianti e da grosse orchidee.
Inizia il dibattito per “Ius excludendi omnes alios” e per far chiarezza su quanto accaduto. In attesa dell’arrivo delle guardie l’Avvocato interroga, indaga e prende atto da numerose e concordi testimonianze, che verso la serra delle orchidee sono stati visti solo: Sior Simon, Sior Lunardo, Nane e Menego in compagnia del “marangon” ed esclama “fumus boni iuris atque ad impossibilia nemo tenetur” pertanto invita i presenti ad indicare il presunto colpevole “sine erroribus iudicando cum diligentia” fra i sospettati sopra riportati.
Purtroppo, l’ora tarda e le abbondanti libagioni del pubblico presente hanno reso le loro testimonianze poco convincenti 😉 pertanto le indagini sono ancora in corso, la serra è sotto sequestro in attesa della prima udienza per il dissequestro e per la convalida del fermo – tutti i sospettati sono ancora in stato di fermo.
Nel frattempo chi è in possesso di qualche elemento utile alle indagini lo indichi nei commenti 😉
Note:
– Nomi e luoghi riportati nella commedia sono inventati, qualsiasi riferimento a persone è puramente casuale.
– Un ringraziamento particolare alle amiche ed amici del Club che in vario modo hanno contribuito alla splendida riuscita della festa, nessun nome per non dimenticare nessuno, nella mia mente ci siete tutti…
Pingback: REWIND: l’incompiuta, la strana commedia”noir” | Orchids.it
Che emozione Guido leggere questo post! Mi sento onorato! Grazie infinite a tutti per questi due bellissimi giorni passati a illustrare le tue stupende orchidee. Un ringraziamento particolare a Silvana per la sua pazienza e sempre impressionante bravura
Veramente un pomeriggio splendido dedicato alla visita della serra di Guido sempre straordinaria e persino invidiabile per le varietà e gli esemplari unici che abbiamo potuto ammirare.
Vedere poi i pittori naturalisti, alcuni anche giovani e giovanissimi, impegnati nelle loro opere con la guida magistrale della sig.ra Rava, è stato uno spettacolo unico e foriero di speranze per il futuro dell’orchidofilia.
Il tutto è terminato con una serata ancora più intrigante che mi ha fatto ricordare la commedia goldoniana con la presenza di una decina di attori in costumi veneziani,cavalli e carrozze, vissuta circa 20 anni fa, sempre organizzata da Guido, presso la trattoria da Procida, quando c’era ancora la sig.ra Malvina titolare e cuoca insuperabile.
Allora certo eravamo più giovani, ma l’entusiasmo e il divertimento semplice e se vogliamo anche ridanciano nel quale gli attori ci hanno magistralmente coinvolto, condito e corroborato dalle lecornie preparate da Rosetta e dall’ottimo prosecco, ci ha fatto trascorrere alcune ore spensierate in un’atmosfera di semplice e fraterna amicizia.
Sono tornato a casa veramente felice e soddisfatto, attendendo con ansia il prossimo incontro.
Ringrazio ancora Rosetta e Guido della splendida ospitalità.
Un caro saluto a tutti.
Antonio C.
Ho quasi mezza idea per il prossimo incontro: Festa della Stanhopea…fra meno di un mese ho qualche esemplare in fiore, mi sa che ci ritroveremo.
Grazie
Guido
Una serata divertente come non mai, una commedia dell’arte genuina, azzeccata per il contesto. In anticipo la visita alla serra l’ha fatta da padrona con un via vai continuo di amici del Club che si sono alternati ad ammirare l’ambiente e le piante in fiore. Un’accoglienza culinaria degna di un grande evento, complimenti a Rosetta e a tutti coloro che hanno collaborato per questa splendida iniziativa. Un saluto a tutti da Alberto Ghedin
UN CORSO DI PITTURA BOTANICA UN POSTO SPECIALE CON PERSONE SPECIALI.
GRAZIE A TUTTI PER QUESTO BEL RICORDO.
Grazie Patrizia… un post sarà tutto per te e per i tuoi fiori bianchi!
Ciao
Guido