In un post del 22 Maggio scorso, fra l’altro scrivevo …”Ecco che così organizzato, l’evento attirerebbe pubblico, sia general generico, che specializzato, ed ecco che in questo contesto, i giudizi, dati da un’Associazione condivisa, e da un corpo giudici il più possibile qualificato, sia per numero che per esperienza botanica e di coltivazione, assumerebbero valore scientifico e sarebbero cercati, desiderati e graditi”.
Il senso del mio argomentare in quel post, desiderava elevare a valore scientifico i giudizi dati nelle mostre, che – pur sempre soggettivi – sarebbe almeno auspicabile la loro rigorosità nel rispetto delle regole della botanica e della tassonomia.
Chiedo subito scusa a quel manipolo storico dei miei “detrattori preferiti”, se andrò ad urtare la loro suscettibilità, ma guardando la foto a sinistra, che rappresenta il massimo premio assegnato a O&W 2013… e leggendo i dati tassonomici riportati nelle medaglie AIO, mi sorgono molti dubbi.
Prima osservazione
Il cartellino di presentazione della pianta è corretto, trattasi per l’appunto di un ibrido registrato con il nome: Cochleanthes Molière.
Per la verità c’è un po’ di confusione sul nome di genere attualmente accettato: nel 2011 in occasione dell’ennesima revisione, le specie che hanno dato vita all’ibrido in questione sono state spostate riesumando il genere Warczewiczella.
Di questo spostamento non poteva essere a conoscenza Marcel Lecoufle, eravamo nel 2001, per la precisione il 14 Maggio 2001 quando registrò l’incrocio (Chocleanthes amazonica x discolor), alla Royal Horticultural Society per l’appunto con il nome Chocleanthes Molière. Ad ogni buon conto nel registro dei nuovi ibridi della RHS è riportato con il nome di genere Warczewiczella, con il sinonimo di Cochleanthes.
Si dirà, e allora? I miei dubbi insorgono leggendo gli epiteti tassonomici riportati nei “pezzi di carta” – come a suo tempo ebbe a definirli (riferendosi ai miei) anche il coltivatore della pianta in questione – dove si scrive: Cohcleanthes discolor x amazonica ‘Giulio & Marika’.
A parer mio l’epiteto corretto dovrebbe essere: Warczewiczella Molière ‘Giulio & Marika’ dove i nomi propri qualificano il cultivar premiato, mentre i primi due nomi identificativi dell’ibrido certificano la sua avvenuta registrazione. Ulteriore attenzione andrebbe anche posta sulla provenienza dell’ibrido, se trattasi di una divisione o una riproduzione meristematica di un cultivar già premiato, ad esempio questo: Cochleanthes Moliere ‘Cardrona’ AM/AOS, premiata nel 2006. In tal caso il nome di cultivar andrebbe mantenuto.
Sempre a parer mio i nomi dei genitori di un ibrido lo identificano formalmente finché non è registrato, dopo, ha valore e non può più essere modificato il nome di registrazione… in questo caso Warczewiczella Molière ed in sub ordine Cohcleanthes Molière.
Potrà sembrare questione di lana caprina, ma, come nel caso di specie, dove il coltivatore è un produttore professionista e potrebbe trarre vantaggio economico dalla riproduzione meristematica della sua pianta premiata, l’esatta identificazione tassonomica assume valore primario.
A parte questo aspetto pecuniario, più importante ancora è la validità scientifica del lavoro giudicante di un’ Associazione Nazionale.
Condivido le sue osservazioni, ma questo è il livello in Italia. Ad esempio sarebbe interessante pubblicare la composizione dei membri della giuria (giudici accreditati a livello internazionale) presente in ogni mostra.
Complimenti.
Silvano