A metà mattina del 24 Ottobre 2013, Enzo ci ha donato il suo ultimo flebile respiro. Enzo Cantagalli è stato un esempio per l’orchidologia italiana e per il collezionismo orchidofilo del nord est italiano, una subdola malattia se l’è portato via dopo anni di oblio.
Ciao Enzo, saremo tutti ad accompagnarti nell’ultimo viaggio della tua vita.
Frammenti della sua vita:
(Racconto tratto dal libro: Orchidea, la passioine diventa serra)
…”Enzo Cantagalli vive a Pieris in Provincia di Gorizia. La passione per le orchidee si insinua nei suoi interessi hobbistici e culturali alla fine di un percorso che lo vede, come tanti altri, sensibile al meraviglioso mondo della natura e dei fiori in generale.
La sua formazione esprime l’influsso della tipica famiglia borghese, collocata nel contesto storico della prima
metà del secolo scorso, in una parte dell’Italia molto provata dalle vicende socio politiche che hanno segnato
profondamente pensieri ed azioni delle sue popolazioni. Enzo Cantagalli si laurea presto in chimica e questa sua
preparazione professionale sarà forse la molla che lo porterà, più avanti, ad immergersi nel magico mondo delle
orchidee.
La mia conoscenza con Enzo avvenne all’inizio degli anni ottanta quando, sprovveduto neofita alla ricerca di consigli, trovai il suo numero di telefono (allora non c’era internet), provvidenzialmente riportato in appendice del famoso libro di Rebecca Tyson Northen: LE ORCHIDEE.
Ricordo che a quei tempi, nel mio tentativo di organizzare i pochi appassionati che c’erano in zona, trovai totale disponibilità nel Dott. Cantagalli, manifestata sin da subito con impareggiabile signorilità intellettuale.
Ricordo il primo incontro e soprattutto le sensazioni che provai entrando nella la sua serra al cospetto della sua collezione di orchidee.
Enzo mi raccontò del suo impegno nel mondo amatoriale, mi parlò del lavoro associativo di un altro appassionato di orchidee, Mario Dalla Rosa, ex pilota Alitalia e Presidente dell’allora S.I.O. (Società Italiana Orchidee), ed insieme facemmo una carrellata di possibili coltivatori dilettanti da contattare. Praticamente, nacque l’embrione della prima Associazione Orchidofila nel Triveneto.
Riuscimmo a mettere insieme il numero sufficiente di persone per poter costituire l’associazione. Una sera ci trovammo a Oderzo (Treviso) nello Studio Notarile del Dr. Helio Pierotti, emerito entomologo – «Sono un entomologo che per vivere fa il notaio» – così amava presentarsi agli amici, e in quell’occasione, oltre alla stipula, ci fece anche una cortesia infinita: non ci chiese il conto.
Il Dr. Cantagalli divenne il primo Presidente dell’associazione; era il 1987.
Con il passare degli anni, come in un film, si accavallarono varie vicende, ma le esperienze e gli insegnamenti maturati insieme crearono una proficua scuola di pensiero, valida ancor oggi dentro e fuori dalle associazioni che comprendevano: la mutualità, in altre parole, lo scambio o la semplice donazione di proprie piante agli amici, e non da ultimo il proselitismo, inteso come divulgare, consigliare, mostrare e socializzare liberamente, con l’obiettivo di alimentare un magico rapporto fra orchidofili e orchidee…
Quanti bei ricordi abbiamo vissuto insieme a Enzo Cantagalli in tanti anni di frequentazioni. Ricordi fatti di visite, di reciproci incontri conviviali, e soprattutto di gioviali momenti amichevoli. Enzo coltiva orchidee da una vita, la sua età ha superato l’ottantina da un bel po’ di tempo. La sua collezione di orchidee è stata splendida per
anni, e per molti di noi è stata la fonte dei nostri desideri, l’occasione per assaporare la magia e per attingere a piene mani, saggezza e consigli. Col passare degli anni, però, la sua sfida con le orchidee si è fatta sempre più difficile e da qualche tempo, forse, Enzo sta mollando.
Ho scelto un sabato pomeriggio soleggiato e caldo per fargli visita. L’occasione è stata quella di portargli qualche sacco di bark per i rinvasi.
Enzo mi telefonò ancora in maggio per chiedermi del bark. Al telefono parlai anche con Maria, sua moglie, e fu lei a dirmi, in dialetto giuliano: «Guido, adeso xe Livia (sua figlia) che cura le orchidee, Enzo non vol più andar in serra».
La frase mi sorprese, ma rimandai ogni considerazione alla visita, che di lì a breve avrei sicuramente fatto a casa loro.
Per la verità passò del tempo prima che riuscissi a percorrere quei 100 chilometri e passa, che dividono le nostre residenze. Sabato finalmente mi misi in viaggio. Decisi di evitare l’autostrada, quasi a volermi godere la vecchia strada statale che porta a Trieste, bella quando c’è poco traffico. Giunsi a Pieris verso le 17 e fui accolto da Enzo con un abbraccio caloroso. Ad attendermi c’era anche la moglie Maria e la figlia Livia. Seduti nella loggia che da sul giardino abbiamo conversato amabilmente, un po di “amarcord” e poi… le orchidee.
«Enzo, andemo in serra?» – chiedo io – questa era la frase di rito che dava il la alla nostra “immersione nella sua serra” in occasione delle numerose visite, ma questa volta la sua risposta fu distaccata e per certi versi anche attesa:
«Guido, xe più de un mese che no vado in serra, no so cossa che me sucedi, ma con le orchidee no go più interesse, preferisco far qualche giereto in bicicletta dentro le grave dell’Isonzo» – rispose Enzo.
Maria, sua moglie, confermò: «Sì, ora xe la Livia che la segue tutto, ma ela la lavora» – Livia intanto annuiva e i suoi occhi lasciavano trasparire un certo orgoglio misto a timore di non riuscire nell’impresa. Si continuò a conversare e improvvisamente Enzo esclamò:
«Ti vol che andemo in serra?… varda che xe na disperassion!»
Non me lo faccio ripetere due volte, e quasi a voler sdrammatizzare, rispondo: «Dai che andemo, chissà che non trovo qualche specie che me manca!».
La serra era un po’ stanca e mostrava qualche problema, ma complessivamente la trovai ancora in forma. I bancali delle Cattleye, con evidenti segni di trattamenti contro la cocciniglia, quella maledetta cocciniglia che da anni faceva impazzire Enzo, bellissimi esemplari di tillandsia, una bellissima pianta di Oncidium flexuosum in fiore,
ma ecco, la, lungo la parete, uno splendido esemplare di Bifrenaria inodora in piena fioritura.
«Stupendo!» – esclamo. «Ce ne sono due piante» – risponde Livia, quasi sorpresa. L’abbiamo fotografata, ovviamente, prima in serra e, poi, fuori in giardino.
Bellissimo esemplare, Enzo mi chiese più volte se io lo avevo. Ho questa specie nella mia collezione ed è proprio il frutto di una divisione donatami da lui qualche “visita” fa. Però ho riflettuto prima di rispondere affermativamente… lui avrebbe avuto il piacere di regalarmene una, ma ho pensato che quelle orchidee fiorite dovevano rimanere nella sua serra, magari per tenerlo ancora vicino alle orchidee, ma forse Enzo stava già consegnando il testimone, con stile e discrezione, a sua figlia Livia.
Era una calda giornata dell’agosto 2008. I presagi c’erano tutti, nella mente di Enzo si stava insinuando quella malattia subdola che mina gli anni dell’età matura.
L’ultima visita
Due anni dopo, eravamo nel mese di luglio del 2010, quando mi recai a far visita al carissimo amico Enzo, la sua mente è già entrata nella galleria buia che, seppur non a breve, porta alla fine. Non mi ha riconosciuto, ma un flebile impulso aleggiava comunque nell’aria.
Molti momenti intensi mi sono passati per la testa in quelle due ore trascorse in compagnia, insieme a sua moglie e sua figlia. I ricordi ci hanno portati alle sue passioni, le orchidee, la botanica, la musica, sì anche la musica, e la grande raccolta di dischi al vinile, ascoltati molte volte in quel grande mobile in radica che chiamavamo “radio-
giradischi”. Frank Sinatra… grande Frank!!
Sono ritornato a casa felice come le altre volte, quando ci si trovava nella sua serra piena di orchidee, si beveva un bicchiere e si parlava del nostro mondo. Ora è vuota quella serra. Questa volta non sono tornato con qualche divisione delle sue orchidee, solo la sua raccolta di riviste: Orchids, Caesiana, Orchid digest, con l’impegno di conservarla, insieme ad un grosso nodo alla gola, lo stesso che mi divora mentre scrivo”…
Da quell’ultima visita sono passati più di tre anni, problemi di salute e altre vicende personali mi hanno impedito di rivederlo. Buon viaggio caro Enzo, ora che non ci sei più, ascolterò ancora una volta My Way, chiusa per sempre in quel in quel vinile che tanto piaceva a te!
My Way
…“Ed ora, vicina è la fine
ed io fronteggio l’ultimo sipario
amico mio, lo dirò chiaramente
chiarirò la mia situazione, per la quale non nutro alcun dubbio
Ho vissuto una vita piena.
Ho percorso ciascuna e tutte le strade
e in più, molto di più
Lo feci a modo mio”…
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Alla famiglia Cantagalli le mie più sentite condoglianze con una preghiera e un fraterno abbraccio.
Il ricordo di Enzo sarà sempre vivo nella mia mente prima di tutto come persona serena, gioviale e sorridente, poi come orchidofilo di grande esperienza e competenza, sempre disponibile e desideroso di sapere e di approfondire.
Antonio C.
Giungano alla famiglia del Sig. Cantagalli le mie personali e più sentite condoglianze….so quanto era importante la sua figura per te Guido….mi dispiace tanto…speriamo abbia trovato dopo l’oblio una nuova serra celeste dove “rivivere” con le sue amate orchidee.