Orchidari: Uno scorcio di serra, in salotto…di Salvo Marziano

Storie di orchidee e di orchidofili.
20140705_202448 Nella foto: vista d’insieme della teca dinamica realizzata dal nostro amico Salvo Marziano, collezionista di orchidee “errante.”

Salvo si racconta.
Coltivo da quasi dieci anni e come molti coltivatori ho passato alti e bassi nella coltivazione, impegni lavorativi mi portarono a decidere di dismettere la mia iniziale collezione e a lasciare incompleta la mia serra in Sicilia. Ma non sono mai rimasto senza qualche orchidea tra le mani nel mio girovagare mi sono sempre portato dietro qualche piantina di Bletilla striata e qualche altra specie.
Ho sempre pensato come poter ricominciare a coltivare, ma gli spazi ridotti e il continuo dover cambiare casa mi hanno fatto desistere.
Ma come ci insegna Oscar Wilde: L’unico modo per resistere alle tentazioni, è cedervi. E quindi ho cominciato a pensare a come poter coltivare le nostre amate orchidee senza serra e senza la possibilità di sfruttare davanzali e finestre varie.
20140707_22031220140707_220326Gli spazi abitativi qui in toscana e più precisamente a Firenze sono “giapponesi” ero abituato agli spazi della mia casa in Sicilia dove avevo una enorme terrazza tutta per le mie piante e per una serra di 13 mq e mprovvisamente mi trovavo a calcolare i centimetri per poter creare un piccolo spazio per veder fiorire queste meraviglie della natura. Inizialmente mi sono arrangiato con un acquario dove ci entravano una decina di piante, ma questa soluzione era abbastanza precaria e non mi permetteva una coltivazione ottimale.
Quindi urgeva la realizzazione di qualcosa che mi permettesse di poter gestire meglio i vari parametri, emperatura, umidità, ventilazione e luce. L’idea mi frullava in testa da anni la realizzazione di un orchidario grande abbastanza e che potesse essere smontato completamente in caso di trasloco. Il web è stato fonte di ispirazione e più precisamente due blog fantastici, il blog di Ron e il blog di Karma.
Per il mio orchidario mi sono ispirato più alla struttura di Ron, costruita in barre di metallo piegato a 90°, semplice e più adatta ad essere facilmente smontata e rimontata. La progettazione è stata molto veloce, per i materiali ho optato per prodotti semplici e di facile reperibilità. La struttura è stata realizzata con barre di ferro zincato e bulloncini, per le pareti ho utilizzato dei pannelli in poliuretano, questi mi garantiscono una alto gradiente di isolamento termico, sono impereabili e molto leggeri, per il tetto e la parete frontale ho usato del policarbonato compatto molto più leggero del vetro e anche più trasparente. Per le luci uso due Envirolite da 125 wat, tre ventole da pc mi garntiscono un adeguato movimento d’aria e un mini impianto fog tiene i valori del’umidità sempre sopra 80%, il tutto è regolato da tre timer.
Il rodaggio è durato un paio di mesi, le piante si sono adattate meravigliosamente a questo piccolo scorcio di serra casalinga, ovviamente ho avuto qualche delusione, qualche errore di coltivazione e qualche pianta che non ha collaborato abbastanza e che ha lasciato posto a qualche altra specie. Il maggior limite di questo tipo di struttura sono gli spazi, non si può pensare di coltivarci dentro delle Cattleye o delle Vanda il perchè è abbastanza scontato. Ma se siete bravi riuscirete a sistemarci un centinaio di miniature, che vi assicuro sapranno regalarvi grandi soddisfazioni e meravigliose fioriture. I vantaggi di questo tipo di coltivazione sono vari, si riesce ad ottenere delle condizioni stabili con minori sforzi economici rispetto alla coltivazione in serra, si riesce a tenere facilmente sotto controllo la popolazione di lumache e si possono dimenticare le scorpacciate di radici da parte delle limacce che spesso mettono in crisi le nostre amate piante, le infestazioni di afidi e cocciniglie varie sono tenute facilmente sotto controllo e infine il vantaggio più grande è quello di godere questo meraviglioso scorcio di foresta tropicale in salotto.
Adesso ho circa una settantina di specie botaniche, coltivo un po’ di tutto, Aerangis, Angraecum, Barbosella, Bulbophyllum, Phalaenopsis, Masdevallia, Restrepia ecc. ecc.
Spero che questa mi piccola esperienza sia utile a qualche orchidofilo con carenza cronica di spazi. Ora visto che lo spazio incomincia a scarseggiare ho incominciato ha progettare un orchidario modulare che si possa espandere con il crescere delle collezione.
Buona coltivazione a tutti
Salvo Marziano

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