Foto di copertina: vecchi ibridi di P. insigne – Collezione Vistorta
Come nasce Pordenoneorchidea
Agli inizi del 1998 alcuni soci dell’ATAO furono contattati da un rappresentante della Fiera di Pordenone per vedere se vi era la possibilità di partecipare alla nona edizione di Orto giardino, mostra programmata per il mese di marzo.
L’ATAO era appena sorta, molti erano gli appassionati, orchidofili ancora alle prime armi, ma con tanto entusiasmo: i collezionisti che avevano un certo numero di piante da esporre erano solo quattro.
Un esame approfondito della questione comportò, seppur a malincuore, la decisione di rinunciare per quell’anno alla partecipazione perché già era in programma, con grande sforzo, la mostra di Treviso che si doveva tenere a ridosso dell’evento fieristico e l’associazione non era ancora pronta per poter sostenere una seconda mostra in così breve lasso di tempo.
L’invito tuttavia suscitò molta curiosità e la visita ad Ortogiardino fu la naturale conseguenza.
Grande è stata la sorpresa quando girovagando tra gli stand espositivi trovammo un’esemplare di orchidea, una Coelogyne cristata immensa che attirava l’attenzione del pubblico;
“Pesa 80 kg se non di più” ci disse la signora che la esponeva e che non ci diede altre indicazioni placando la nostra sete di notizie con qualche rametto sfiorito per iniziarne la coltivazione; era vera e propria una palla di fiori bianchi. Solo qualche anno fa ho ritrovato la grande orchidea esposta a Pordenone, nella serra di Vistorta del Conte Brandolini. La pianta era sistemata in una cassetta da frutta ed era in grande sofferenza; con le cure prestate ora si sta riprendendo ed annuncia nuove fioriture.
Qualche mese dopo l’allora Presidente dell’ATAO (Stefano Milillo) fu contattato dal Rag.Testa direttore della Fiera di Pordenone per partecipare alla manifestazione Orto giardino dell’anno successivo.
Questa volta l’ATAO, rotti gli indugi, colse al balzo l’occasione e allestì al secondo piano del padiglione centrale ora sostituito dal più adatto padiglione di vetro, un banco di pochi metri quadri con un centinaio di piante dei soci Enzo Cantagalli, Guido De Vidi, Renato Casagrande e Sergio Buda e l’impegno degli instancabili Bruna, Ermanno, Tiziano, Paolo Milan, Mara De Nardo e dei sottoscritti.
Il pubblico, che prima d’ora non aveva visto in regione uno spettacolo simile, poteva finalmente ammirare, in uno spazio limitato, una moltitudine di specie di orchidee che celavano al loro interno la magia delle varietà senza fine e del fascino dei fiori, seducenti, con fragranze straordinarie.
Dopo la prima edizione che, seppur nella sua semplicità, aveva fatto centro iniziò la collaborazione programmata con la Fiera e Orto giardino che di anno in anno ha visto sino ai giorni nostri la presenza delle orchidee alla mostra di Pordenone.
L’evento si consolida
Durante la prima mostra ci fu presentato il sig. Duilio Calderan che già operava da anni con la Fiera e aveva quell’anno realizzato lo stend con le farfalle di Bordano proprio attiguo al nostro. Da quell’incontro sono nate le basi per l’edizione successiva.
L’anno seguente la mostra si ripropose affiancando all’esposizione ancora più curata perché integrata da elementi scenici, con sottotraccia la collaborazione del Flover di Bussolengo, la presenza di alcuni venditori del settore Pozzi, Bianco, Riboni e Nardotto, il giudizio delle piante da parte dell’ AIO neo costituita Associazione Italiana di Orchidologia con una conferenza del suo Presidente prof. Franco Bruno sul “velamen” la struttura che ricopre le radici delle orchidee.
L’anno successivo il padiglione centrale fu demolito e migrammo provvisoriamente in un padiglione laterale dove intervenne per la prima volta il Flover a fianco dei già collaudati espositori–venditori.
Pordenoneorchidea format ormai fisso a Ortogiardino.
Divenuto un appuntamento ormai fisso, la mostra crebbe di anno in anno, sino ad assumere il lustro che ha oggi.
L’evento non veniva vissuto dagli orchidofili solamente come occasione di godimento visivo, ma anche come occasione di aggregazione fra appassionati.
Negli anni 2004 e 2005 un istituto bancario sponsorizzò l’evento.
Il garden Flover di Bussolengo ogni anno si faceva carico della presentazione con scenari, sempre diversi che attiravano moltissimo pubblico fino a realizzare il Villaggio di Primavera che via via negli anni è stato il punto di incontro di molti orchidofili.
Dal 2005 l’edizione è passata sotto l’ala di Orchis Club Italia, raggruppamento spontaneo di appassionati orchidofili, che faceva liberamente capo all’associazione Italiana di Orchidologia.
Molti sono stati i collaboratori che hanno contribuito alle varie edizioni successive, fare qualche nome si correrebbe il rischio di escluderne qualcuno. Di certo è stata una fucina di neofiti che ora sono diventati coltivatori e collezionisti di fama internazionale.
Il prosieguo della narrazione non mancherà di menzionare i vari protagonisti.
La sesta edizione di Pordenoneorchidea segna l’era del digitale.
Sono trascorsi ormai sei anni e la mostra già spicca per fascino ed originalità, tanto da godere dell’attenzione della stampa locale e nazionale che la propone come “fiore all’occhiello” dell’intero evento fieristico Ortogiardino.
Pordenoneorchidea cresce in termini di immagine grazie alla lungimiranza e sinergia di vari soggetti: la Fiera di Pordenone, il Garden FLOVER di Bussolengo e la presenza attiva dei collezionisti di orchidee del Triveneto che con l’allestimento di un’esposizione qualificata elevano l’elemento culturale dell’insieme.
In questa edizione Pordenone Fiere contribuisce con l’assistenza tecnica e l’agibilità, il Garden Flover con la scenografia e gli appassionati con la realizzazione del comparto espositivo.
Oltre alla tradizionale vendita di orchidee fiorite curata con maestria da FLOVER, per la prima volta è presente anche uno stand di orchidee rare e specie botaniche di particolare pregio. La qualità delle piante ed il giusto rapporto con il loro costo di vendita sono garantiti dagli organizzatori che selezionano e ospitano gratuitamente i produttori nel Villaggio di Primavera.
Ma la novità di rilievo è che a partire da questa sesta edizione il format “PordenoneOrchidea” diventa anche occasione di spettacolo a tema.
PordenoneOrchidea 2005 è dedicata a Nero Wolfe ed (Archie Goodwin)
Ovviamente non poteva mancare in un evento orchidofilo, l’evocazione di questi due personaggi della letteratura del giallo, usciti dalla penna di Rex Stout. Soprattutto Nero Wolfe, straordinario appassionato diorchidee, della buona cucina e di tutto quanto si può apprezzare a tavola.
Il programma in onore di Nero Wolfe
Quale onore luculliano, se non la degustazione della mega torta alla vaniglia “PECCATI DI NERO WOLFE” preparata ed offerta per l’occasione al pubblico presente, dal Maestro Pasticciere Livio Trevisan.
E non è mancato nemmeno il piacevole prologo serale “A cena con Nero Wolfe”; Nero Wolfe, nella sua casa d’arenaria a New York fa cucinare soprattutto al suo fido chef Fritz Brenner e gli orchidofili del Triveneto, seguendo le orme di Brenner si son riuniti in cenacolo a festeggiare.
Veramente intensa la sesta edizione.
Particolarmente riuscito il coinvolgimento del pubblico nel Premio Nero Wolfe 2005: “TUTTI I COLORI DEL GIALLO”
Durante i nove giorni di esposizione, il pubblico ha votato per scegliere la più bella orchidea in mostra: “LA PIU’ BELLA SEI TU”, concorso popolare per la conquista della medaglia d’oro messa a disposizione dalla direzione di Pordenone Fiere.
Simpatica la parentesi di intrattenimento musicale con canzoni popolari “Veneto Istriane”, proposte dalla famosa Band dei MUSICANTI VENEZIANI. Molto interesse hanno ottenuto le iniziative artistico culturali culminate con la presentazione del libro di Tino Savio: l’arte dell’intaglio.
Cronaca in diretta: la mostra vista dal cronista.
Quando gli eventi diventano racconto storico, di solito assumono il sapore dell’oblio: vengono a mancare documentazioni e testimonianze, ma a volte ci viene in soccorso la cronaca in diretta di qualche cronista di allora, ecco, godiamocela.
Al villaggio di primavera, musica, fiori ed amicizia.
Sin dalle prime ore della mattinata, grande afflusso di pubblico ancora una volta ammaliato dal grande fascino delle orchidee in esposizione.
In mostra ci sono circa un centinaio di splendide specie botaniche messe a disposizione dai collezionisti del Triveneto, miniature inusuali, Paphiopedilum, Phragmipedium e fra tutte spicca uno stupendo esemplare di Sarcochilus Fritzhart.
L’indovinata coreografia del Villaggio comprende le orchidee, l’angolo delle fuchsie, la deliziosa creazione di violette e begonie, l’arte dell’intaglio di Tino Savio e le specie botaniche di orchidee rare in vendita per la delizia degli amatori giunti numerosi anche dalle Regioni vicine, dalla Slovenia e dalla Croazia.
Alle ore 11 c’è stata l’inaugurazione della Fiera e le autorità hanno scelto proprio il villaggio per aprire ufficialmente l’edizione 2005 di ORTOGIARDINO.
Siamo felici perchè sta crescendo il numero degli appassionati che cercano orchidee particolari ed in quest’ottica segnaliamo l’insperato successo dell’iniziativa “adotta la tua orchidea”, già con la prima giornata sono state adottate quasi tutte le orchidee recuperate nei garden, sfiorite ed invendute.
Domenica 6 Marzo si caratterizza per la vera e propria invasione di pubblico – le biglietterie elettroniche dicono circa 10.000 visitatori in Fiera – grande soddisfazione al Villaggio di Primavera.
L’organizzazione di Orchids Club è a completa disposizione per raccontare, consigliare e far conoscere il magico mondo delle orchidee. L’atmosfera ovattata è foriera di piacevoli incontri con amiche ed amici, tante nuove e nuovi appassionati che aderiscono all’idea del nuovo Club delle orchidee, in una parola, successo!
2006 settima edizione, il villaggio dell’arte
Anche l’edizione del 2006 decolla molto bene, pubblico delle grandi occasioni e rinnovato interesse per le orchidee, ormai beniamine della Fiera di Pordenone.
La prima piacevole percezione è la conferma della grande simpatia del pubblico nei confronti del lavoro organizzativo di Orchids Club Italia.
La scenografia del villaggio si è dovuta adeguare alle mutate condizioni (mancanza dello sponsor storico), che hanno rivoluzionato la realizzazione complessiva degli spazi dedicati in gran parte ad espositori paganti.
Questa nuova veste scenica ha creato un’ambientazione cosmopolita, fatta di diverse rappresentazioni tutte in buona sintonia con il tema essenziale: l’orchidea.
“PORDENONE ORCHIDEA 2006” cambia decisamente volto e diventa villaggio dell’arte, della creatività e dell’artigianato ambientale ed è dedicata ai giovani e giovanissimi appassionati dei fiori.
L’esposizione delle orchidee non è fine a se stessa, ma si configura come occasione di aggregazione con altre “passioni”, ad esempio l’ AIPC (Associazione Italiana Piante Carnivore) e le soavissime creazioni di Mirella Collavini, collezionista ed appassionata di rarissime specie di violette.
I protagonisti del Villaggio 2006
L’anfitrione è sempre il garden Flover con i suoi itinerari ammalianti, dove gli appassionati orchidofili possono acquistare orchidee botaniche dalla Flower House.
C’è anche lo stand Idrojet ed i suoi effetti nebbia: quando la nebbia è cercata, proposte di impianti fog per le orchidee
Lungo i “sentieri” del villaggio troviamo anche le peonie di Massimo Ercolani ed in anteprima nazionale sono esposte le terrecotte di Francesco Del Re.
I golosi possono sognare con la cioccolatteria Pavese: peccati di gola, sensazioni e profumi delle orchidee al cacao
Larte si fa vetro: il vetraio vi accompagna in un cammino fantastico fatto di fiori ed esili figure
Rassegna pittorica dell’artista Udinese (lui ama definirsi cittadino del mondo), Giulio Baistrocchi.
Come ormai di consuetudine, Domenica 12 marzo ultimo giorno dell’evento, un numeroso gruppo di appassionati si è ritrovato in ristrorante per fare il bilancio e per darsi appuntamento alle prossime attivita.
Tale era la contentezza e tante erano le cose da raccontare, che forse non tutto è stato detto.
2007, ottava edizione: manifestazione di popolo.
Rileggendo le cronache di questa edizione, si coglie la grande euforia degli organizzatori; spicca fra tutti il titolone – Edizione stupenda!
Quando si raccontano eventi appena conclusi e ben riusciti è assai facile farsi prendere la mano dalla retorica, ma nell’uso dell’aggettivo stupendo di allora, un po’ di verità c’è.
Viste le cose dalla parte di noi appassionati orchidofili, il dato che ci carica di orgoglio è il protagonismo del collezionismo amatoriale, non più soggetto marginale o convitato di pietra, come spesso accade nelle cosidette “mostre mercato”.
I numeri
Le prime stime danno 70.000 visitatori paganti.
Ortogiardino edizione 2007, supera sicuramente qualsiasi record di presenze e di livello qualitativo degli espositori. Pordenoneorchidea, l’evento simbolo delle ultime edizioni di questa tardizionale fiera primaverile, cattura sempre più le attenzioni dei friulani in primis, dei tanti visitatori provenienti da altre Regioni italiane ed anche dalle vicine Slovenia, Croazia ed Austria.
La scenografia
Molto suggestiva la scenografia di questa ottava edizione. Nella foto si può ammirare l’ingresso del Villaggio di Primavera con gli affascinanti giochi d’acqua e nebbia.
Ancora fuori del Villaggio, sulla sinistra, troviamo una variopinta colonia di varie specie epifite fra le quali un gruppetto di Paphiopedilum e Phragmipedium.
Il significato di questo invito di presentazione, simboleggia la massima disponibilità dei nostri soci alla condivisione della propria passione con il pubblico.
Ora siamo già entrati e lo spettacolo continua con altri Paphiopedilum, Cattleya, Laelia, Coelogyne, e tantissime altre specie che per 10 giorni hanno continuamente catturato l’attenzione del pubblico.
Sì, 10 giorni è durata le mostra, le nostre orchidee ce l’anno fatta a resistere, anche per merito delle nostre cure continue. La sfida è stata vinta!
I simboli della nostra storia e le giovani promesse
Fra i tantissimi ospiti c’è stata anche la graditissima visita del dott. Enzo Cantagalli di Pieris (GO) un vero esempio di vita per noi appassionati e soprattutto per coloro che faticano un po’ a ricordarsi delle figure importanti del collezionismo orchidofilo italiano.
Vivo è il ricordo dello stupore di Enzo, davanti all’esemplare di Slc. Jewel Box ‘Dark Waters’ AM/AOS, la famosa Cattleya rossa.
Una lunga storia
Ha una lunga storia questa pianta. Vive nella collezione di Guido De Vidi e lui afferma con orgoglio: “la coltivo da una ventina di anni e non mi ha mai tradito”.
Fiorisce regolarmente la seconda settimana di Marzo ed è stata la regina di Pordenoneorchidea per parecchi anni: edizione 2005 ed anche edizione 2007. Sicuramente qualche visitatore si ricordeà del mito dell’orchidea da 10.000 euro.
Slc. Jewel Box è una classica Cattleya rossa a crescita compatta, famosa per il suo colore ricco e per il portamento vigoroso, come dimostrato da numerosi CCM assegnati al grex nel corso degli anni. Il cultivar ‘Dark Waters’ ha ricevuto un AM/AOS nel 1972, e produce grappoli di fiori leggermente profumati.
Tante erano le orchidee in mostra, ma la caratterizzazione “popolana” dell’ottava edizione di “Pordenoneorchidea” non poteva finire senza un grande momento di spettaccolo popolare con la partecipazione di un gruppo di musicisti ed attori amatoriali veneziani che ha portato con rara maestria la cultura della musica e della prosa di quella Venezia delle calli e dei ponti, a cavallo fra l’ultimo secolo della Serenissima Repubblica.
Una vera parentesi di gioia e divertimento.
2008, nona edizione.
1° Marzo 2008, il Villaggio di primavera si mostra in tutto il suo splendore al numeroso pubblico presente.
Orchids Club Italia cresce, crescono le orchidee delle collezioni dei suoi soci, al punto che lo spazio destinato all’esposizione si dimostra insufficiente e per ospitare tutte le orchidee in arrivo si rende necessario il suo raddoppio; bellissima atmosfera, a momenti ovatata, a volte calorosa e sempre all’insegna della semplicità.
Il Villaggio di Primavera in questa edizione si arricchisce di nuovi espositori: arrivano le “Orchidee rare” di Franco Bianco (Torino), la “Casa dei fiori” di Latina propne uno stand dal tema “Non solo orchidee”, Alois Putzer di Bressanone presenta le sue meravigliose Vanda, non mancano le irresistibili leccornie della “Cioccolateria di Pavia” con la cioccolata all’orchidea, gli spazi sono inebriati dalle atmosfere soffuse della Lavanda di Venzone, dalle Violette di Mirella Collavini e dalle orchidee dipinte su seta dall’artista Patrizia Cigaina.
Questa edizione di Pordenoneorchidea, nasce all’insegna della collaborazione, preludio di un cambio di testimone, fra Flover di Bussolengo, e Garden Anna di Gradisca d’Isonzo.
Pordenoneorchidea 2008 dedica le sue attenzioni al “pianeta dei Phaphiopedilum” con la creazione di uno spazio espositivo dedicato esclusivamente a loro.
E’ presente con suoi esemplari anche Alessandro Valenza grande esperto Italiano di questo genere di orchidee.
2009, decima edizione
Ortogiardino, il Salone dell’ortoflorovivaismo in calendario alla Fiera di Pordenone compie 30 anni, sembra ieri quando la direzione della Fiera di Pordenone ci chiese di organizzare una esposizione di orchidee nel contesto della ormai consolidata “Ortogiardino”.
Con questa 10a edizione si è tornati alle origini: rinasce il “Giardino delle orchidee”.
L’obiettivo dichiarato è quello di far “respirare” atmosfere di altri tempi ai visitatori, in particolare quelle dell’Europa dell’Ottocento nella quale iniziò a diffondersi l’ammirazione per le orchidee esotiche, irresistibili oggetti del desiderio che arrivavano nei giardini e negli orti botanici europei da ogni parte dei nuovi mondi, circondati da un alone di mistero. Era un periodo in cui le orchidee tropicali sembravano fatte apposta per rispondere alla mania esotica dell’Inghilterra Vittoriana: fiori sensuali, strani, spettacolari, grandi come mai se n’erano visti in precedenza; oppure minuscoli come preziose miniature, sembravano fatti apposta per accendere l’immaginario della società più opulenta dell’epoca.
La realizzazione scenografica della mostra è stata pensata senza alcun tipo di protezione dal pubblico.
Questa decisione ha voluto trasmettere un messaggio diretto: le orchidee così preziose e sensuali, godibili senza barriere.
E’ stata una bella scommessa, qualche voce critica mormorava – “Ma chi ve l’ha fatto fare a lasciare le vostre piante in balia di mille insidie per 9 lunghi giorni – effettivamente questa domanda se la son posta anche i soci del nostro Club.
La risposta è stata una sola: si può fare. Si può fare anche per spezzare una lancia in favore del disastrato associazionismo orchidofilo amatoriale italiano, si può fare inoltre per creare occasioni di incontro con quanti amano le orchidee ed infine si può fare perché le orchidee sanno apprezzare l’altruismo dei loro collezionisti. scommessa vinta anche questa volta: si può fare quindi, e noi vorremmo che in Italia ce ne fossero molte di queste esposizioni amatoriali.
2010, undicesima edizione.
Undici anni non son pochi, per evitare la monotonia della ripetizione ciclica servono idee. Ormai non si può più vivacchiare sullo scontato effetto mostra. E’ pur vero che la qualità e la rarità delle specie esposte, colloca Pordenoneorchidea fra le migliori che si possano godere in Italia
Però gli organizzatori vogliono che questo format sia diverso per forza. Forza per il suo l’impatto scenografico, forza per le sue proposte innovative, forza per l’armonia d’insieme ed anche per forza associativa.
Con queste ambizioni, successo scontato, si dirà, mica tanto, i problemi da risolvere in fase organizzativa sono stati tanti, ma anche in questa edizione, per certi versi rivoluzionaria, i risultati non si sono fatti attendere.
A vedere quei 500 metri quadrati così ben oganizzati sembra quasi un gioco di spazi verdi esistenti da sempre. Nessuno direbbe che qualche giorno prima, al posto di questa magia floreale c’era solo un freddo pavimento di cemento nudo, ferito e graffiato da mille calpestii di fiere ormai andate.
Questa edizione è stata dedicata alla musica; scenografia e pettaccolo accompagnano il visitatore dentro un mondo fatato. Come sempre, ampi spazi sono stati dedicati alla vendita di specie botaniche e di orchidee cosidette “commerciali”.
Ma la felice intuizione, che ha armonizzato in un’ unica scenografia, le orchidee ed il vino, è stata la presenza della cantina sociale di Rauscedo.
In pochi avrebbero scommesso che le orchidee ed il loro mondo magico, potessero fondersi armonicamente con “bacco” il dio del vino e della vendemmia; invece fu l’inizio di una proficua collaborazione fra noi orchidofili e la loro direzione, che si è via via consolidata nelle successive edizioni, culminata con la sponsorizzazione di questo inserto che state leggendo.
Il tema che ha accompagnato la “kermesse” orchidofila edizione 2010 è stato mutuato da un’idea del Flover di Bussolengo e cioè: ORCHIDEE E MUSICA
La scenografia espositiva ha riproposto la magia della tastiera del pianoforte avvolta da orchidee multicolori per giungere infine ad un pianoforte vero con le sue note e le sue musiche, favorite da esibizioni “live” di musicisti del conservatorio.
La mattinata del giorno di apertura ha visto l’esebizione didue giovani promesse friulane:
Pagnucco Giovanna, diplomata in pianoforte al conservatorio “J. Tomadini” di Udine.
Lucia Soramel, diplomata in pittura nel 2008 presso l’Accademia delle Belle Arti di Venezia, vive e lavora nel campo dell’arte contemporanea e come educatrice nel sociale in provincia di Udine.
Le novità di PORDENONEORCHIDEA 2010
Oltre alla mostra si potevano osservare in esposizione le preziose stampe di orchidee datate 1600 – 1700 -1800, provenienti dalla collezione “Antonio Borsato”, fra le quali anche la stampa che ha ispirato il logo dell’ATAO.
Corso di pittura botanica.
Grande rilievo ha avuto anche il corso di pittura botanica, quasi una trasposizione pittorica in tempo reale delle orchidee esposte, curato dalla famosa artista Silvana Rava.
La pittura botanica, strumento indispensabile nei secoli scorsi per descrivere e classificare le scoperte di nuove specie vegetali è anche oggi una tecnica pittorica molto amata.
2011, dodicesima edizione.
Orchids Club Italia, che da anni mette insieme molti appassionati oerchidofili, in occasione di questa dodicesima edizione si pone l’obiettivo di rilanciare l’associazionismo orchidofilo italiano.
Per questo si avvale della collaborazione organizzativa dell’AIO – Associazione Italiana Orchidologia.
Partecipano molti orchidofili italiani, in primis la gradita presenza del Presidente Nazionale AIO: Guido Diana.
In tale occasione, il Presidente Guido Diana, qualificato giudice internazionale, avvalendosi della collaborazione di allievi giudici, ha assegnato medaglie e coccarde AIO alle piante esposte.
Scenografia
Si sà, il sogno inespresso di ogni appassionato orchidofilo è quello di possedere una bella serra attrezzata. E questo sogno è stato un po’ il filo conduttore ed il tema di questa edizione
Orchids Club Italia, in collaborazione con la ditta “SERRE GIARDINI” ha allestito l’esposizione all’interno di una serra in vetro, costruita appositamente per Pordenoneorchidea.
Stupore ed ammirazione del pubblico, per l’idea di esporre le orchidee esotiche in una serra tropicale.
La coltivazione delle orchidee esotiche a livello amatoriale è ormai ampiamente diffusa anche in Italia; i collezionisti presenti hanno avuto modo di approfondire le loro opinioni nel merito e fra le “righe” delle conversazioni emergeva il bisogno di quel salto di qualità, indispensabile per far decollare e dare struttura al collezionismo orchidofilo amatoriale.
Limiti dell’orchidofilia italiana
Le conversazioni degli appassionati orchidofili presenti ne hanno evidenziato essenzialmente due, che poi sono anche strettamente connessi fra loro:
1 – Scarsa tradizione per il collezionismo orchidofilo; nei secoli scorsi le orchidee esotiche sono giunte in Europa dai Paesi Coloniali, Inghilterra, Germania, Francia, Belgio ed Olanda, dove si è radicata con più facilità la cultura e la passione per le piante esotiche.
2 – Costi eccessivi per la creazione di ambienti con condizioni climatiche ottimali: le tanto desiderate serre.
Ogni potenziale collezionista di orchidee, sogna, e qualche volta riesce a costruirsi la sua piccola o grande serra.
La serra auto costruita, a volte è una scelta obbligata perché il mercato non è, o meglio non era in grado di proporre soluzioni funzionali al mondo amatoriale.
Orchids Club Italia, organizzando l’esposizione di orchidee esotiche all’interno di una serra amatoriale, ha inteso richiamare l’attenzione dei numerosi orchidofili desiderosi di trovare un riferimento tecnico per le loro esigenze.
Le associazioni
Così come era nelle intenzioni degli organizzatori, a testimonianza del comune interesse per il futuro dell’orchidologia nazionale, una felice combinazione astrale ha favorito l’incontro di tante belle figure dell’orchidologia Triveneta da tempo lontane fra loro.
Inoltre, l’occasione di avere tra noi il Presidente dell’AIO, Guido Diana è stata propedeutica per individuare le azioni utili alla crescita di questa associazione, unico ed indispensabile strumento di unione delle varie realtà locali italiane.
2012, tredicesima edizione.
Edizione dedicata al ricordo di Padre Angelo Andreetta.
E con questa sono tredici, tredici anni durante i quali le orchidee hanno conquistato il cuore dei pordenonesi e non solo.
Tra il pubblico assiepato attorno alle orchidee esposte, si sentivano sussurrare frasi come questa – “attimi di pura magia” – ed è vero. La bellissima scenografia espositiva, libera e ampiamente fruibile, rendeva ancor più intimo il sogno personale di ogni visitatore che si lasciava dolcemente rapire dai profumi e dai colori, a volte delicati, oppure caldi di quel colore rosso intenso quasi vellutato.
La foto a sinistra mostra alcune orchidee – tra le quali anche Masdevallia andreettana – sistemate in 22 vasi di ceramica numerati e personalizzati.
Sono specie ecuadoriane dedicate al grande botanico Padre Angelo Andreetta e ci ricordano che questa edizione è in suo onore ed al suo grande impegno per la salvaguardia della loro sopravvivenza. Grande ed umile uomo Padre Andreetta, botanico di fama mondiale e quasi sconosciuto in Italia. La gente, stupita e sorpresa, chiedeva notizie con grande curiosità, interesse, e con un pizzico di orgoglio friulano, si portava a casa il libro biografico e scientifico, scritto e distribuito da Orchids Club Italia.
Come si è già scritto, l’edizione del 2012 di Pordenoneorchidea è stata dedicata a Padre Angelo Andreetta ed alla sua grande passione per le orchidee.
Chiunque ami le orchidee e sia particolarmente affascinato dalle specie endemiche in Ecuador, deve essere a conoscenza del nome “Andreetta”.
Padre Andreetta è conosciuto nell’ambiente orchidofilo mondiale soprattutto per la scoperta di un gran numero di orchidee, molte delle quali portano il suo nome.
E’ nato in Italia nel 1920 a Castions di Zoppola (PN) Friuli Venezia Giulia ed è diventato Missionario salesiano in Ecuador. Padre Andreetta è morto il 13 Settembre 2011.
L’ A.I.O. e Orchids Club Italia, in collaborazione con il comitato sorto per l’occasione a Castions, hanno presentato ed illustrato al pubblico, le orchidee scoperte da Padre A. Andreetta.
Di seguito è stata inaugurata la rassegna storiografica “Padre A. Andreetta, Missionario e pioniere della natura” con la presentazione del libro biografico e scientifico, sulla vita e sulle orchidee dedicate a Padre A. Andreetta.
Esposizione
In una serra, gentilmente messa a disposizione da Serre e Giardini, sono state esposte le orchidee nominate in onore di Padre Andreetta. Le piante, non neccessariamente fiorite, sono state sistemate in piccoli vasi di cotto realizzati per l’occasione da Ceramiche artistiche della FORNACINA.
Le orchidee esposte sono state poste a giudizio A.I.O.
I giudici ufficiali sono stati coadiuvati da allievi giudici.
Ringraziamenti di Guido Diana Presidente A.I.O.
“L’avere organizzato, in Italia, per primi, in occasione della prossima manifestazione Ortogiardino a Pordenone, vicino al suo paese natale, la commemorazione di questo grande ed umile Missionario salesiano deve certamente essere motivo di orgoglio per tutti gli appassionati e coltivatori di orchidee ed un vanto per l’orchidofilia italiana.”
2013, quattordicesima edizione.
I giorni del Galeone: il successo delle idee.
Le cose belle non nascono per caso, sono altresì il frutto di lavoro di gruppo e di una virtuosa regia creativa.
Questa esposizione orchidofila – allestimento a cura di Orchids Club Italia – è stata costruita attorno al set esclusivo di un Galeone naufragato. Per onestà intellettuale sentiamo il dovere di ricordare, che l’idea scenografica prende forma in occasione di Orchids and Wine, il bellissimo evento orchidofilo a cadenza biennale, organizzato mirabilmente dall’ATO (Associazione Trentina Orchidee) e quindi la primogenitura va ascritta a loro.
Noi del Club in collaborazione con il Garden Anna abbiamo contribuito ad amplificare la suggestione della loro bella idea creativa e ci siamo prodigati per riproporla al pubblico di Pordenoneorchidea evocando improbabili misteri e leggende attorno al naufragio di un vascello.
Grande successo scenografico: Un vascello carico di orchidee, di spezie e di botti di vino.
La leggenda del vascello fantasma
Nel secolo XVII la Repubblica di Venezia, assegnò alle imbarcazioni provenienti da Pordenone, l’approdo in Venezia alla “riva del carbon, dalla parte del traghetto di san Luca” (30 marzo 1616), mentre il 27 gennaio 1690, il “Collegio alla milizia da mar” destinò ai Pordenonesi la “riva del ferro vicino a Rialto”.
E’ in questo contesto che il vascello di Capitan Santarossa, astuto commerciante di spezie ed altre rarità esotiche, riforniva di mercanzie, le genti delle tre venezie.
Leggende e misteri
Un freddo martedì di Marzo del 1780, Capitan Santarossa con il suo Vascello carico di spezie, botti e orchidee provenienti dal lontano Gipango, salpò proprio dalla “riva del ferro”, per risalire verso Portus Naonis “Porto sul Naone”, ma quella volta il barcone non giunse a destinazione, si incagliò sulle secche della riva sinistra, poco più a sud dell’imbarcadero.
Fu una grande tempesta a fermare per sempre il vascello fantasma ed il suo prezioso carico.
Quel viaggio finì drammaticamente fra le secche di Vallenoncello. Lo scafo rimase lì, protetto dalla vegetazione, muto, ferito mortalmente, spezzato in due, in attesa di qualche miracolo.
Con il trascorrere del tempo si creò un alone di paura ancestrale attorno a quel che rimaneva del barcone misterioso. Tutte le genti dei luoghi conoscevano la favola misteriosa di Capitan Santarossa. Anche i bambini del posto, finite le lezioni, si recavano spesso da quelle parti per giocare a fare i marinai.
Si raccontavano cose strane sul luogo misterioso dove riposava il vascello fantasma; c’era chi giurava che nelle notti di luna piena si potevano ascoltare dolci canzoni o grida strazianti e qualche volta – sussurravano i giovinotti della bassa friulana – si poteva scorgere una fanciulla dai lunghi capelli biondi, che danzava vestita solamente di strani fiori profumati, di colore bianco, spesso di colore rosa pallido e nelle notti di fine Maggio di un colore giallo intenso.
Orchidee, vino e spezie
Nelle case contadine e nelle osterie del pordenonese si raccontavano strane storie di tesori, di spezie, di strane piante cresciute sugli alberi ed anche di botti di buon vino perse irrimediabilmente – leggende, naturalmente – ma, si sa, le leggende sono come il vento, non lo puoi fermare. Ed è così che la leggenda del vascello fantasma incuriosì anche l’entourage della Fiera di Pordenone.
Alvaro, il loro Presidente, persona assai paziente, non ne poteva più… ad ogni riunione saltava fuori il naufragio di Capitan Santarossa ed un bel giorno, anzi, una bella sera propose di organizzare una spedizione – avanti miei prodi – ordinò! Cercatemi questa nave, la voglio esposta a Ortogiardino!
Non fu impresa facile, ma alla fine, quel che rimaneva dello scafo di Capitan Santarossa riapparve seminascosto dalla vegetazione, spaccato in due ed assai invecchiato, ma fra le botti ormai disfatte e senza vino, si potevano scorgere bellissime orchidee esotiche in fiore, Dendrobium, Vanda teres, rare specie di Paphiopedilum, Oncidium, Restrepia, e altre mille specie. Che fortuna, esclamò il capo spedizione!, Dai, recuperiamo tutto per la fiera Ortogiardino e organizziamo una bella mostra… naturalmente la chiameremo “Pordenoneorchidea”
Nota 1: nomi e avvenimenti del racconto sono parzialmente immaginari, sognare non costa nulla, ma qualche volta i sogni diventano realtà.
2014, quindicesima edizione.
#cantagallitribute
Il lungo percorso ideale, sulle onde degli annali di Pordenoneorchidea, sta per concludersi. Gli eventi della vita ci hanno chiesto di ricordare una persona amica di tutti noi orchidofili del Nord Est dell’Itala e non solo ed è così che la scenografia dell’ultima edizione dell’evento orchidofilo pordenonese è stata creata quale tributo a Enzo Cantagalli.
A poco più di quattro mesi dalla scomparsa, avvenuta a Pieris il 24 ottobre 2013, all’età di 90 anni, il mondo dei coltivatori di orchidee ha reso il tributo migliore a Enzo Cantagalli, per decenni un esempio per l’orchidologia italiana e per il collezionismo orchidofilo del Nordest italiano. Nell’ambito di “Orto giardino”, questa edizione di Pordenoneorchidea è stata dedicata proprio a Enzo Cantagalli. Particolarmente sentito l’incontro con i famigliari di Enzo, già presidente dell’Associazione triveneta amatori orchidee. Gli organizzatori di questa edizione di Pordenoneorchidea hanno infatti invitato tutte le associazioni di appassionati, ma anche i singoli orchidofili, a partecipare con le proprie piante all’evento, e la risposta è stata entusiasmante. L’amore per le orchidee, trasmessogli dal nonno paterno, non ha mai abbandonato Enzo Cantagalli. Anche se negli ultimi anni di vita la passione è stata prima affievolita e poi cancellata dalla malattia, portando alla chiusura delle serre retrostanti la sua casa, in via Roma a Pieris, e che avevano contenuto eccezionali e rari esemplari di orchidea raccolti in una collezione davvero importante e chiedeva parecchia cura e dedizione.
Le orchidee continuano a stupire.
Ma il ricordo ed il tributo a Enzo non si è voluto ridurlo alla mera commemorazione. A quel cocktail ammaliante di musica e profumi, che stregava il numeroso pubblico di Pordenoneorchidea aleggiava sulle sulla voce di Patty Patty, brava, bravissima voce live, e sulle note di brani storici di Frank Sinatra (New York – New York, My Way) che tanto piacevano al giovane Enzo.
La foto a sinistra (foto Roberto Cazzadore) coglie un momento della testimonianza a Enzo Cantagalli.
Nell’ordine da sinistra: Fabio Cantagalli (figlio di Enzo), Giorgio Facchin (gruppo organizzatore e espossitore), Guido Diana (Presidente AIO), Guido De Vidi (gruppo organizzatore e espositore), Livia Cantagalli (figlia di Enzo), Antonio Camani (consigliere AIO e espositore), Gianni Faccioli (consigliere AIO e espositore). Fuori inquadratura Alberto Ghedin (Vp. AIO e espositore).
La festa.
Ed ora raccontiamo la festa, festa di amici, tanti amici, festa di pubblico e di orchidee.
Orchidee non viste come elemento di sciccheria, ma semplicemente regalo della natura per farci godere momenti di magia, di bellezza, di cultura e di amicizia.
Festa e spettacolo, sì spettacolo di musica e di intrattenimento.
Già nelle passate edizioni di Pordenoneorchidea ci son stati occasioni di teatro (la commedia goldoniana fra le orchidee), musica popolare ed anche veri e propri sipari di incontro fra la bellezza dei fiori e la dolcezza della musica.
E annche l’ultima edizione ha vissuto i suoi momenti magici a suggello della splendida e unica atmosfera espositiva: tutto è evaporato troppo velocemente tra il pubblico pagante.
Ora siamo al presente, la sedicesima edizione di Pordenoneorchidea, mentre questi racconti stanno andando alle stampe, come si suol dire in gergo è in itinere. Quello che vi offre l’evento 2016 lo potrete raccontare voi, una simpatica appendice a questo lavoro che, ne siamo convinti, vi avrà certamente trasportato nei vostri sogni nel cassetto.
Ottima idea!
A me sembra molto bene.
Faccio i complimenti a chi ha scritto facendo una cronistoria di 17 anni così puntuale degli eventi citando i vari protagonisti con documentazione fotografica che aiuta a ricordare e rivivere le passate esperienze ed emozioni.
La lettura, anche se un po’ lunga (ma è la storia di tanti anni,)è scorrevole e non annoia.
Bene anche avere citato, come era giusto che fosse,la vecchia Atao con i nomi degli amici orchidofili che hanno contribuito allora (anch’io sarei del parere di Stefano di indicarne oltre i nomi anche i cognomi, con Mara e Mario) e che speriamo colgano l’occasione di essere ancora con noi sotto l’egida dell’AIO, unica associazione che dovrebbe rappresentare le varie anime dell’orchidofilia italiana.
In questo senso cerchiamo di mandare un messaggio all’esterno forte e chiaro!
Ciao a tutti, Antonio Camani
Ciao Guido, nella prima parte fai riferimento a ‘l’anno seguente’ ma sarebbe il caso di specificare l’anno in questione. Il fatto che non sia un libro non significa che le foto possano essere mediocri, magari con photoshop le si possono rendere datate!
il compagno di Nero Wolfe si chiama Archie Goodwin, quindi correggi il nome. Ci sono errori di punteggiatura o di corsivo ma si potranno correggere nella stesura finale.
Dei vari eventi dell’epoca del digitale hai riportato i tuoi vari post, forse sarebbe il caso di uniformare, attenzione non appiattire, il canovaccio. Questa la mia opinione
mi pare piacevole nella prima parte aggiungerei i cognomi a Bruna Chinellato, Tiziano Avesani, Ermanno Astori, e ricorderei anche la Mara Bisetto con l’instancabile marito e supporter Mario.
Anche io ho solo dia fino al 2002, ma per la pubblicazione su Caesiana in un formato ridotto potremmo anche scannerizzare le foto cartacee.