INTERNET, a volte è spietato, ma è anche lo strumento che ti mette il mondo a disposizione, aprendoti finestre inedite. Prima di internet era tutto diverso, le dimensioni del consenso e della conoscenza, si muovevano su scenari più circoscritti.
Questo, in tutti i settori della vita associata, sia essa politica, economica, scientifica, e perché no, anche in quel piccolo “pianeta” che ospita l’orchidofilia e l’orchidologia.
Prima di internet l’orchidofilia e tutto quello che ci gira intorno: letteratura, collezionismo, divulgazione, e mercato, seguivano i canali cartacei. Per qualsiasi informazione servivano i libri. Per organizzare il consenso si doveva far ricorso alle notifiche postali.
In questo scenario, quello che prima risultava quasi obbligato, ora appare obsoleto e, nella migliore delle ipotesi: accessorio.
Ad esempio, qual’è l’utilità dell’EOC? Che cos’è, si dirà. Appunto, che cos’è? Per vederlo, si va su internet e si chiede a Google di trovarci questo acronimo, e cosa vien fuori? EOC… Ente Ospedaliero Cantonale (ospedale svizzero). E’ noto che il potente motore di ricerca, predispone una scaletta di opzioni e te le mette in ordine di notorietà. Ma noi volevamo trovare European Orchid Council, cioè quello strano raggruppamento, che dovrebbe rappresentare l’orchidofilia europea, ma che altro non serve se non a trovare un paese europeo disponibile ad organizzare l’esposizione triennale di orchidee e tutto quello (poco) che ci gira attorno.
Ecco che ci si accorge, che l’EOC non è un’associazione democratica (non sono previste iscrizioni ad personam), che la sua gestione non è trasparente (le nomine rispondono a strani equilibri e non a riconosciute capacità), in definitiva, essendo uno strumento pensato 50 anni fa, quando internet non c’era, oggi è anacronistico e per certi aspetti patetico.
Cosa fare? Bella domanda, ed è proprio questa la sfida dell’orchidofilia europea: così non può funzionare e basta poco per trovare nuove prospettive, nessuno si senta escluso o eletto.