Dieci Luglio 2016 – Una Domenica bestiale.
Ognuno avvalori le sue ragioni, io non ne ho alcuna.
Nella scomoda veste di Presidente Onorario della FIO mi sia consentito solamente di manifestare la mia costernazione per alcuni accadimenti emersi, prima, durante e dopo la riunione del direttivo FIO di Maserada.
Mi atterrò strettamente ai fatti intervenuti durante e dopo la riunione, che reputo di una gravità inaudita, anche se la sequenza dei comportamenti e delle azioni di alcuni consiglieri, hanno dato e continuano a dare l’idea di essere a “scherzi a parte” od anche “oggi le comiche”.
L’ordine del giorno verteva sostanzialmente su tre punti fondamentali: dimissioni del Presidente, futuro della FIO e mostra di SCHIO.
Le dimissioni del Presidente, sono state motivate da sue difficoltà, a metà fra il personale e l’impossibilità di gestire il gruppo.
Fra le situazioni critiche è emersa sin da subito l’anomalia della sede F.I.O. c/o “Vistorta” che vede un terzo dei componenti il CD, Presidente compreso, gravitare per lavoro, direttamente o occasionalmente negli spazi (sede compresa) dell’Azienda Agricola Vistorta, di proprietà del Conte Brandolini.
Altra discrasia funzionale, che di fatto ha bloccato lo slancio divulgativo iniziale, è stata quella che, se volessimo fare un parallelo con la politica, potremmo configurarla come uno strano connubio fra un regime di ingestibile anarchia (iniziative di rappresentanza improvvisate) e nello stesso tempo interdizione a qualsiasi forma di informazione pubblica, se non condivisa ed approvata in via preventiva dal Presidente.
Questo il clima che ha generato il CD di Maserada.
Quello che è avvenuto durante la discussione (eufemismo), è stato il frutto di un maldestro intendimento da parte di qualche consigliere, dell’essere gruppo dirigente.
Respinte le dimissioni del Presidente si è passati alla analisi dell’esistente. Ho stigmatizzato il fatto che, mentre il sito ufficiale è quasi dormiente, che nulla si sa sul secondo numero del giornale della Federazione, qualche consigliere (Ghedin) crea siti di suo dominio, di fatto “collaterali”.
A fronte della mia pacatezza dialettica, ho dovuto subire una inspiegabile aggressione verbale di Ghedin, immotivata, carica di acredine ed astio, forse soffocati nel tempo da ambiguo ermetismo e scoppiati in modo inconsulto quasi a rasentare una malsana esplosione gestuale che mi ha messo addosso paura e terrore.
Si è poi passati alla grande discussione su: Schio sì, Schio no. Anche in questo caso si son scagliate le ire funeste sul fatto che – pare – e mi si è chiesto conto, che io avessi accettato di esporre le mie piante alla mostra di Schio, senza una preventiva “concessione” della Federazione.
Ho cercato di esternare alcune mie considerazioni, del tipo: ma noi non siamo nati per unire, ed allora poco importa se non siamo stati invitati come Federazione, esserci è positivo comunque.
Non c’è stato verso, nemmeno quando ho chiesto un mandato esplorativo per individuare nuova squadra e nuovo programma da sottoporre ai soci sovrani, è stato tutto un crescendo di “volume” e di esacerbate locuzioni, al punto che, tutti in piedi o quasi (Camani, Conte, Zanardo, Carbonere, Ghedin), praticamente in sincronismo sonoro esclamarono: muoia Sansone e tutti i suoi filistei, ci dimettiamo e sciogliamo la Federazione, con una sola intercalazione postuma di Camani: forse era meglio se si rimaneva in AIO.
Così è concluso il CD, con le dimissioni non respinte e non ritirate dei 5 di cui sopra.
Se tanto può bastare ed anche avanzare per valutare politicamente questo spezzone di gruppo dirigente, come si suol dire “per fare 31”, gli va ascritta anche una inqualificabile “performance” post riunione. L’azione che dovrebbe far arrossire dalla vergogna anche i sassi del Piave, è stata quella del ritiro anticipato delle loro piante in esposizione e del materiale pubblicitario della Federazione, da parte dei 5: nessuna motivazione può essere invocata per giustificare un simile gesto, roba da bambini capricciosi che ritirano le loro palline per rovinare il gioco che stanno perdendo.
La mostra è proseguita ugualmente con le piante rimaste, anzi, su richiesta del Sindaco è stata prolungata fino a martedì notte, con buona pace dei fuggiaschi e dimissionari.
Le dimissioni dei 5 sono state reiterate via mail. E’ di poco fa la notizia che si rifiutano di formalizzarle secondo prassi burocratica (lettera raccomandata), e che intendono proseguire nella loro impresa: auguri… scherzi a parte, si direbbe.
All’orizzonte si profilano già possibili contenziosi sull’uso del logo, che contiene anche la scritta Federazione Italiana Orchidee; domani è un altro giorno e si vedrà, qualche idea c’è già, saranno i soci a decidere del futuro della FIO.
Nota: Per la pubblicazione del logo F.I.O. è stata chiesta debita autorizzazione.
Ah Ah Ah Ah Ah Ah