Archivio mensile:Novembre 2016

Lc. Puppy Love ‘True Beauty’ HCC/AOS

Nella fto in evidenza: Lc. Puppy Love ‘True Beauty’ HCC/AOS in fiore nella collezione rio Parnasso -15.11.2016.

Con un po’ di anticipo, anche quest’anno, fra Novembre e Dicembre la deliziosa Lc. Puppy Love, mostra i suoi fiori color rosa delicato, abbastanza grandi e di lunga durata.
005 Laeliocattleya Puppy Love.
Ibrido famoso realizzato da “Fred A. Stewart, Inc., San Gabriel – California”. A distanza di anni dalla sua creazione, è ancora uno dei migliori ibridi in circolazione nella collezioni di orchidee.

Il colore del fiore è rosa con sfumature porcellanate tinta ocra; anche il labello è rosa con una pennellata gialla al centro e una leggera spruzzatura lavanda all’apice inferiore.
L’incrocio è stato creato nel 1970 con la fecondazione di Cattleya Dubiosa `Scully’s` (genitore baccello), con Laelia anceps `Barkeriana` (genitore polline), regostrato alla Royal Horticultural Society, Londra Inghilterra, il 27 ottobre 1970; la nuova orchidea è stata registrata con il numero “Stewart incrocio # 1328 Lc. Puppy Love”.

Nel 1972, dalla vasta popolazione della prima semina è stata selezionata una varietà veramente interessante, registrata con questo nome di cultivar: Lc. Puppy Love ‘True Beauty’ alla quale è stato assegnato anche un HCC/AOS.
Laeliocattleya Puppy Love fiorisce a fine autunno, con possibilità di fioritura anche estiva.

Genealogia:
Lc. Puppy Love 1970 (Cattleya Dubiosa x Laelia anceps) – Cattleya Dubiosa 1890 (Cattleya harrisoniae x Cattleya trianaei)

<i>Paphiopedilum insigne var. sanderae</i>

Nella foto in evidenza: Paphiopedilum insigne f. sanderae in fioritura 14.11.2016 nella collezione rio Parnasso

Una bella storia.                                                                                                                        Quella vecchia ed umile specie tanto coltivata negli anni passati, ci riserva ancora delle sorprese, ecco la storia di una sua bella varietà: Paphiopedilum insigne f. sanderae. Un piccolo tesoro per chi la possiede.

Il genere: qualche nota.
Anche se la coltivazione delle tante specie del genere Paphiopedilum è codificata da regole semplici e precise, ci sono ancora varie scuole di pensiero sul giusto terreno di coltivazione. Principalmente terrestri, in natura si sono adattati a molti tipi di composti del suolo, ma la loro coltivazione con terriccio come ingrediente principale non è sempre l’ideale. Le due condizioni essenziali da tenere a mente sono l’umidità costante nelle radici, e nel contempo la garanzia di un completo e rapido drenaggio delle bagnature. Nel passato, quando era possibile usare l’osmunda, questa garantiva buoni risultati. Ora, il composto ideale prevede una miscela di torba di sfagno bionda, humus di foglie decomposte o corteccia di pino e, in dosi più o meno elevate, granito calcareo.

Paphiopedilum da clima freddo
Le varie specie del genere Paphiopedilum sono storicamente considerate orchidee da coltivare in casa, preferibilmente sono più tolleranti quelle cosidette “da clima freddo”, facilmente riconoscibili per il loro esteso fogliame verde e nastriforme, fra queste, sicuramente il Paphiopedilum insigne occupa una posizione di rilievo.
Il momento migliore per rinvasare Paphiopedilum insigne è subito dopo la fioritura

La specie
cypripedium_insigne_stampa_1Paphiopedilum insigne (Wall. ex Lindl.) Pfitzer
Una fra le prime orchidee scoperte nel nord-est dell’India, fine 1700). La specie è stata introdotta in Europa da Sylhet nel 1820 e vive in molti areali del versante meridionale della catena himalayana. Fiorisce nel mese di Novembre ed i suoi fiori durano anche più di un mese; nella sconda metà del secolo scorso era l’orchidea che si acquistava e/o regalava per le feste natalizie.

Coltivare Paphiopedilum insigne in casa
Negli anni passati la coltivazione in casa delle tante e belle varietà di Paphiopedilum insigne era più comune, anzi, era quasi un segno distintivo, farle vedere in fiore agli amici appassionati di orchidee. Sembra che i nostri progenitori collezionisti ne sapessero più di noi sulla coltivazione di alcune orchidee. Naturalmente nei secoli scorsi le case erano più fredde e umide delle nostre e questo fattore favoriva sicuramente la crescita di queste orchidee da clima freddo. Ai nostri tempi, in inverno le  case sono più calde e più secche rispetto ai secoli scorsi, e paradossalmente, per coltivare orchidee da clima freddo, questa peculiarità diventa un problema.

Una bella varietà, storie e aneddoti.
Paphiopedilum insigne f. sanderae (Rchb.f.) O.Gruss & Roeth 1999
Basionimo:
Cypripedium insigne var. sanderae Rchb.f. 1888
E’ una delle più belle tra tutte le forme di P. insigne mai scoperte. Si tratta di una forma albina, priva della pigmentazione, solitamente marrone, della forma tipica. Tutto il fiore è giallo-verde con un margine bianco sul sepalo dorsale.
Come spesso accade, le scoperte di nuove specie o di varietà particolari di orchidee, sono accompagnate da storie e leggende.
Nella rivista scientifica (THE ORCHID REVIEW. 373 – Dicembre, 1903) si legge che in origine, l’unica pianta disponibile sia stata acquistata dal barone Schroeder, in Inghilterra.
Più documentata e forse più verosimile è la versione riportata da Frederick Boyle nel suo libro “THE WOODLANDS ORCHIDS” edito nel 1901.
La storia di questa splendida orchidea, raccontata da Frederick Boyle nella sua conversazione “A proposito di orchidee” (Chapman and Hall, 1893), inizia con l’arrivo di una grossa partita di – allora si chiamavano CypripediumP. insigne presso la “St. Albans, and established” di Mr. Sander.
Tra quel gran numero di piante, Sander ne notò una con il peduncolo giallo anziché marrone, forse l’unica in tutta la partita di piante.
Il colpo d’occhio è un elemento prezioso per un coltivatore di orchidee, soprattutto quando si tratta di piante nuove ed esotiche. Sander mise da parte la pianta con lo stelo giallo e quando il fiore si aprì dimostrò di essere dutto d’oro… gran colpo per il suo possessore!!
Mr. Sander divise la pianta in due, una divisione le vendette ad un asta pubblica “Protheroe’s auction rooms” per 75 ghinee e l’altra al famoso collezionista R. H. Measures.
Dopo qualche tempo, uno degli acquirenti divise ancora in due pezzi la sua pianta, e li mise in vendita a 100 ghinee ciascuna.
Più avanti ancora Sander andò alla ricerca di quella pianta per le sue ibridazioni e ne riacquistò un pezzo per 250 ghinee.
Come si suol dire: con un solo boccone si possono sfamare tante bocche!!
Agli inizi del 1900 si contavano una quarantina di piante nelle collezioni. Tutte le piante di P. insigne forma sanderae esistenti al mondo discendono da quella pianta scovata nel “mazzo” dall’ occhio attento di Mr. Sander.

Brassavola Little Star’s

Nella foto in evidenza: Brassavola Little Star’s, serra ORCHIDEA collezione rio Parnasso, apertura primi fiori 6.11.2016.

Piccole stelle nella nebbia, quel delicato piacere dato dall’intenso aroma notturno di agrumi dei suoi fiori:

Brassavola Litle Star’s

008 Brassavola Litle Star’s, è un affascinante e popolare ibrido primario fra Brassavola nodosa (specie del Centro e Sud America) e Brassavola subulifolia endemica in Giamaica (sin. B. cordata, B. subulifolia è il nome accettato da Kew), creato e registrato nel 1983 da Ernest Hetherington della Stewart orchids. Brassavola nodosa è comunemente conosciuta come la signora della notte per la sua fragranza notturna. L’ibrido che stiamo osservando è altrettanto profumato nelle ore notturne.

Brassavola Litle Star’s desidera clima caldo intermedio, fiorisce da Novembre a Gennaio.
Come i suoi genitori, questo ibrido ama molta luce, anche fino alla pigmentazione rossastra sulle foglie; evitare comunque la luce diretta del sole..
Può sopportare anche bassi regimi di umidità, ma una media del 50-70% contribuisce ad una robusta crescita degli pseudobulbi.
E’ consigliabile lasciare asciugare la pianta fra le annaffiature. Giova ricordare che le foglie teretiformi sono sinonimo di naturalizzazione in climi relativamente asciutti.
In serra è consigliabile coltivare questo ibrido su zattera e fertilizzare regolarmente a cadenza settimanale durante il periodo di sviluppo.

Caratteristiche della pianta.
010 Brassavola Litle Star’s è una pianta di medie dimensioni, molto fiorifera e rifiorente con un massimo di due fioriture l’anno in climi umidi tropicali. Gli steli fiorali formano gruppi di 6 – massimo dieci fiori – Ogni fiore è molto longevo: due mesi e più. I sepali si aprono lentamente per lasciar tempo alla completa apertura del labello.

Impollinazione dei fiori
Si è già scritto che i fiori di Brassavola Litle Star’s sono molto profumati, soprattutto di notte e nelle prime ore del mattino. Questo incrocio ha ereditato il lungo tubo che forma la base del labello, fortemente avvolgente la colonna, a formare la fusione in un’unica struttura fra stimma e stami, caratteristica questa, comune nel gruppo di orchidee da cui deriva l’ibrido in questione. Gli agenti pronubi che intendono arrivare alla fonte dell’aroma e del nettare ambito, dovranno penetrare per più centimetri dentro il labello oppure forarlo all’altezza del nettare. Così avviene l’impollinazione. Una volta avvenuta la fecondazione del fiore, esso appassisce rapidamente.

Brassia Edvah Loo ‘rio Parnasso’

Nella foto in evidenza: Brassia Edvah Loo ‘rio Parnasso’ in fiore 04.10.2016.

003 Nella foto a sinistra: Brassia Edvah Loo ‘rio Parnasso’

Il genere Brassia, noto anche come orchidea ragno, produce fioriture fra le più appariscenti ed esotiche che si possono vedere in coltivazione. Da punta a punta, alcuni ibridi possono avere fiori che superano i 15 cm. Le varie specie provengono dai paesi tropicali sudamericani, la maggior parte desidera temperature calde e intermedie, con abbondante luce filtrata.
Anche questo genere ha subito numerose riclassificazioni. Delle numerosissime specie che un tempo erano incluse nel genere Brassia, oggi ne rimangono solo qualche decina, il resto è stato spostao nel genere Oncidium.
Sia le specie che gli ibridi discendenti dal genere Brassia, fioriscono nei mesi estivi quando la maggior parte delle orchidee stanno riprendendo la loro crescita.
E’ abbastanza facile coltivare le Brassia, basta rispettare alcune loro esigenze fondamentali che sono:
1) – Ambiente a temperature caldo/intermedie e moderata umidità.
2) – Breve asciugatura tra un’annaffiatura e l’altra, escluso il periodo di fioritura e di vegetazione, quando si consiglia di tenere sempre umido il substrato.
3) – Leggero riposo dopo la fioritura e fertilizzare solo quando si vede una nuova vegetazione spuntare dalla base della pianta.
Esistono molti incroci con genitori appartenenti al genere Brassia: ad esempio, Miltoniopsis per creare Miltassia, Oncidium creare Brassidium. Gli ibridi intergenerici sono di solito più facili da coltivare.

002 Sono stati ottenuti ottimi risultati anche con incroci fra specie dello stesso genere, uno di questi è senza dubbio Brassia Edvah Loo (foto a sinistra).
Di questo ibrido sono stati registrati vari cloni che hanno ottenuto anche premi AOS.

Brassia Edvah Loo è un ibrido primario tra Brassia longissima e Brassia gireoudiana. I suoi fiori sono intensamente profumati soprattutto nelle ore calde e soleggiate, emanano un dolce aroma, che sa di miele, vaniglia ed essenze esotiche del magico Gipango.
Pianta rifiorente da coltivare in vasi capienti, luce filtrata e clima da serra intermedia.

Arachnis flos-aeris… orchidea ragno

Foto in evidenza: Arachnis flos-aeris, collezione rio Parnasso, fioritura 2016.

017 Arachnis flos-aeris (L.) Rchb. f. 1886
Il nome di questa specie significa “fiore aereo”, dall’epiteto latino (flos-aeris), proprio per la loro spaziatura lungo lo stelo fiorale.
E’ un’orchidea epifita a sviluppo monopodiale, rampicante e di grandi dimensioni (può raggiungere 2–3 metri di lunghezza prima di fiorire), richiede tantissima luce e temperature da serra intermedia.
Arachnis flos-aeris è la specie tipo delle 20 di cui è composto il genere – Arachnis Blume 1825
Origine del nome di genere: aracne (dal greco “ragno”) descrive perfettamente lo stile dei fiori di questo genere originario della Birmania, Tailandia, Malesia, l’Indonesia e Nuova Guinea.

Storie e curiosità

027Questa specie arrivò nella mia collezione agli inizi degli anni 80 del secolo scorso, frutto di un gentile pensiero di amici da poco sposi ed in procinto del viaggio di nozze in Togo.
Tornarono dopo un mese e mi vennero a trovare con la sorpresa: un pezzetto di fusto lungo una ventina di centimetri, senza radici e con qualche foglia carnosa. Ovviamente senza alcuna indicazione tassonomica, dalle sempianze morfologiche pensai ad una Vandacea, ma il fatto che i miei amici tornavano dal Togo mi lasciò perplesso.
Non mi persi d’animo e iniziai la coltivazione: l’ambiente di serra mi diede una mano.

Dalle ascelle di quel fusto cominciarono a spuntare due germogli, che si dotarono presto di radici che iniziarono acrescere a dismisura: 1 metro, 2 metri, ma niente fiori. Passò qualche mese e ancora niente fiori! Un giorno, in occasione di una visita di Giancarlo e Pio Mason di Noale, loro coltivavano talee di edera in un tunnel di nylom, e qualche orchidea recuperata qua e là, raccontai la storia dell’orchidea che non voleva fiorire, e, quasi a volermene liberare, regalai loro quel fusto di orchidea dispettosa.
Trascorsero 3 mesi e Giancarlo, il più “orchidofilo” dei due fratelli, mi chiamò al telefono esordendo più o meno con questa frase: “Guido, ti porto a far vedere i fiori di quella pianta che mi regalasti”
Una pugnalata al cuore! Tre anni di cure nella mia serra e niente fiori, 3 mesi nelle mani di un neofita e zzacchete, 2 steli fioriti.
Lo pregai di ritornarmi un pezzetto della pianta e gli chiesi come l’aveva coltivata: “L’ho legata sulla parete del tunnel esposta in pieno sole” fu la risposta!
E fu così che ripartii con un nuovo pezzo di fusto, questa volta con qualche radice, e lo lasciai crescere appeso sulla parte più alta della serra, quasi a bruciarsi: ebbene, fiorì e con i fiori riuscii a classificarla tassonomicamente: Arachnis flos-aeris per l’appunto!
Non ho mai saputo dove i miei amici riuscirono a trovare in Africa quella specie, Arachnis flos-aeris è endemica solamente in vari paesi del sud est asiatico, chissà, forse in qualche orto botanico, ma non mai voluto approfondire: i misteri è bene che rimangano irrisolti… è bello ricordare e sognare: l’orchidea continua a fiorire anche in ricordo dell’amico Guerrino, lo sposo, che ora non c’è più.