Archivio mensile:Maggio 2017

Encyclia: un genere in continua evoluzione tassonomica

L’intento di questo articolo, era quello di descrivere una piccola pianta cartellinata come Encyclia lancifolia, fiorita in questi giorni nella mia serra. Eccola, la presento subito – foto si intende – sì solo foto, senza nomi e cognomi perchè, dopo qualche consultazione mi son perso in una selva intricata dalla quale ho faticato molto a districarmi. Forse non sono nemmeno riuscito a cogliere compiutamente l’attuale situazione tassonomica del grande gruppo a cui appartiene questa specie… proviamoci insieme.

Nel 1700 tutte le orchidee che vivevano sugli alberi erano Epidendrum
Agli inizi della classificazione binomiale, tutte le orchidee epifite allora conosciute erano classificate con il nome generico (Carolus Linneaus 1763).
Nel tempo, il genere Epidendrum diventò un contenitore tassonomico (oltre 1100 specie) troppo grande e poco omogeneo; in esso erano raggruppate una miriade di orchidee epifite, comprese anche le attuali Cattleya, Laelia.
Con la continua scoperta di nuove specie di orchidee, i botanici, per riordinare tassonomicamente il genere Epidendrum, dovettero dar vita a nuovi gruppi, nuovi generi, sottogeneri e via dicendo.

Nasce il genere Encyclia.
Il genere Encyclia fu costituito nel 1828 dal botanico inglese Sir William Jackson Hooker, con la descrizione di (Encyclia viridiflora.)
Sir William Jackson Hooker, per individuare le orchidee da includere nel nuovo genere, prese come riferimento la forma del labello del fiore. In questo nuovo genere furono raggruppate le specie i cui lobi laterali del labello formavano un cerchio attorno alla colonna centrale. Questa evidente peculiarità morfologica suggerì, per l’appunto, il nome Encyclia, termine derivato dalla parola greca enkykleomai “circondare”.
Alcune specie di Encyclia producono grandi fiori, mentre in altre sono più piccoli e meno appariscenti, ma quasi tutte danno vita a fiori profumati.
Altra caratteristica tipica di molte specie del genere Encyclia è quella di puntare verso l’alto il labello dei fiori.
Le specie del genere Encyclia sono originarie dell’America tropicale e delle Indie Occidentali, ma crescono anche in Messico e in Sud America. Nel loro habitat naturale, queste piante crescono su alberi ed arbusti, e preferiscono climi con evidenti stagioni umide e secche. Alcune specie sono litofite, ma la maggior parte sono epifite.

Riordino del genere Encyclia
Con il trascorrere del tempo e con la scoperta di nuove specie, il genere Encyclia diventa a sua volta un contenitore troppo grande e soprattutto troppo incoerente morfologicamente.
Tuttavia, dobbiamo aspettare fino al 1961 per registrare le prime ristrutturazioni del genere Encyclia, con Dressler che lo suddivide in due sezioni: Encydia e Osmophytum.
Successivamente, Dressler (1971) rivisita ancora strutturandolo in sei sezioni e tre sottogeneri.
Pabst, Moutinho, e Pinto (1981) trasferisce due taxa in Encyclia sez. Hormidium.
Dressler eleva a genere il gruppo Hormidium, includendovi il taxon (Encylia sez. Euchile) Lindl. ex Heynh.
Pabst, Moutinho, e Pinto (1981) trasferisce il taxon (Encydia sez. Osmophytum) in Anacheilium.
Come si può evincere, la situazione tassonomica del genere Encyclia si va sempre più complicando senza, per altro, portare risultati esaustivi.
Proprio per evidenziare la confusione sopra descritta, riepiloghiamo i tentativi: Brieger Nel 1960, separa un gruppo di specie già presenti nel genere Encyclia e le subordina al genere Hormidium. Nel 1961 Dressler considera i generi Encyclia e Hormidium completamente subordinati. Nel 1981 Pabst, Moutinho, Pinto rimescolano alcune di queste specie, nei generi Anacheilium Hormidium. Nel 1993 Dressler li trasferisce di nuovo in Encyclia. Nel 1998 Higgins rivoluziona l’intero l’impianto tassonomico e ripropone il genere Prosthechea. Nel 2002 e 2004, altri studi confermeranno la validità del lavoro di Higgins.

Omogeneità filogenetica
In buona sostanza, Higgins osserva che il genere Encyclia, pur strutturano in tre sottogeneri: Osmophytum, Encyclia, Dinema, mostra grossi limiti di omogeneità filogenetica. Per dimostrare le sue teorie si avvale di nuovi supporti scientifici (DNA) che gli consentono finalmente di “guardare dentro” alla struttura biologica delle piante. Per la scienza tassonomica è una rivoluzione.

Prima separazione
Nel Maggio del 1987, sulla rivista “Phytologia” Vol. 82 n° 5 viene pubblicato il lavoro di Wesley E. Higgins “A reconsideration of the genus Prosthechea”

Nel novembre 1998 Wesley E. Higgins separa – dal genere Encyclia – tutte le specie del sottogenere Osmophytum ed assegna loro, il vecchio nome generico Prosthechea, creato nel 1838 da Knowles & Wascott (P. glauca)
Prosthechea Knowlcs & Westc., Florida. Cab. 2:111. 1838.
Distribuzione: Dal Messico meridionale alla Florida e in tutta l’America tropicale.
Specie tipo: Prosthechea glauca Knowles & Westc. 1838
Sinonimi:
Epithecia Knowles & Westc. 1838
Hormidium Lindl. ex Heynh. 1841
Anacheilium Hoffmanns. 1842
Epicladium Small 1913
Euchile (Dressler & G.E. Pollard) Withner 1998
Pseudencyclia Chiron & V.P. Castro 2003
Panarica Withner & P.A. Harding 2004
Pollardia Withner & P.A. Harding 2004
Questo genere comprende ora, oltre 120 specie, endemiche nelle foreste pluviali fino ad altitudini di 3000 metri.
Etimologia: dal Greco prostheke (appendice), in riferimento alla appendice
di tessuto nella parte posteriore della colonna di Prosthechea glauca (Schultes & Pease 1963).
Pseudobulbi fusiformi, spesso appiattiti. Foglie 1-5, sottili. Infiorescenze scapose o sessili, spesso con una spata prominente. Fiori di solito non resupinati.
Labello a forma di cucchiaio. Colonna di solito gibbosa, senza ali, collegata al tappo antera da un sottile lembo di tessuto. Tutte le specie sono a sviluppo simpodiale con rizomi lunghi (da 1 a 8 cm a seconda della specie) tra gli pseudobulbi. Le radici e le foglie sono sottili, di colore verde chiaro, tenere e temono la luce diretta del sole. Come nelle Cattleya, sulla cima egli pseudobulbi si formano delle spate dalle quali appaiono le infiorescenze corte e non ramificate. Il labello non è lobato.

Genere Prosthechea: la genesi
Come si è già citato, il genere Prosthechea è stato creato da Knowles e Westcott (1838) per includere solo la specie P. glauca. Questo nome creò sin da subito delle perplessità. Knowles e Westcott, analizzando la lista dei nomi generici già registrati “in Index Kewensis”, scoprirono che il nome Prosthechea assomigliava troppo a Prosthesia Blume (Violaceae), già pubblicato nel (1826) e per questo, l’anno seguente (1839) lo cambiarono con il nome generico di Epithecia (The Floral cabinet and magazine of exotic botany, Volume 2).
Confusione sulla confusione, qualche anno più tardi, John Lindley, senza notare che c’era già Epidendrum glaucum subordinato al genere Dichaea, subordinò Prosthechea glauca al genere Epidendrum, trasformandolo in un omonimo valido. Schlechter, successivamente, scambiando una specie per un’altra restaurò il genere Epithecia ed erroneamente lo legò al genere Dichaea, che in realtà non aveva nulla in comune con questo genere.
A causa di questa confusione iniziale, il genere Prosthechea rimase nell’oscurità fino al 1997, quando Wesley Higgins, sulla base di studi di filogenesi, pubblicò la sua recensione:

Wesley E. Higgins rescuscita il nome dormiente
Come si è scritto nel precedente capitolo, le pubblicazioni di Knowles e Westcott rimasero tranquille per più di 150 anni con la loro unica specie P. glauca, finchè W. E. Higgins, (1997[1998]). “A reconsideration of the genus Prosthechea (Orchidaceae)”. Phytologia 82: 370–383 non riprese in considerazione quel vecchio nome di genere, anzi, entrambi i nomi, Epithecia e Prosthechea.
Dal momento che Prosthechea non è un omonimo di Prosthesia, dato che il primo nome era stato pubblicato validamente, W. E. Higgins ebbe buoni motivi per considerare valida la prima pubblicazione del 1838 di Knowles e Westcott (ICBN, 2000), ed illeggittima la seconda: Epithecia (nomen illegitimum).

Viaggio tassonomico del genere Prosthechea
Nel 1839 Lindley costituisce la sezione Osmophytum per piante con fiori profumati e la lega al genere Epidendrum Successivamente, Lindley (1840) trasferisce P. glauca in Epidendrum sottogenere Osmophytum, che assume così il nome di Epidendrum glaucum (Knowles & Westcott) Lindley, mentre Epithecia glauca Knowles & Westcott ne diventa sinonimo. Questa combinazione è (nomen illegitimum) in quanto esiste già un omonimo Epidendrum glaucum Sw., seppur trasferito nel genere Dichaea da Lindley stesso. Nella pubblicazione Folia Orchidaceae (1853), Lindley pose Epidendrum glaucum (Knowles & Westcott) Lindley in Epidendrum sottogenere Encyclium, sezione Sarcochila, e non come precedentemente classificati in Epidendrum sottogenere Osmophytum.
Prosthechea glauca è stata successivamente trasferita nel genere Encyclia come E. glauca (Knowles & Westcott) Dressler & Pollard (1971) ; Encyclia sottogenere Osmophytum (Lindley) Dressler.

Studi scientifici sul DNA
Questa sistemazione tassonomica perde valore con l’inizio degli studi sistematici (determinazione della struttura secondaria dello spaziatore interno trascritto (ITS) che separa le regioni nucleari geni RNA ribosomiale), che evidenziano varie incoerenze morfologiche e monofiletiche del genere Encyclia.
Sul finire degli anni 90 del secolo scorso si arriva alla conclusione morfologica che la Encyclia sottogenere Osmophytum dovrebbe essere elevata a livello generico, perché queste specie sono gemelle del clade Cattleya, Laelia e non di Encyclia sottogenere Encyclia.

Scelta del nome
Poiché il più antico nome generico disponibile, già usato in questo clade è Prosthechea, secondo il ICBN, questo nome ha avuto la priorità.

Le specie
* Prosthechea abbreviata (Schltr.) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea aemula (Lindl.) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea alagoensis (Pabst) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea allemanii (Barb.Rodr.) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea allemanoides (Hoehne) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea aloisii (Schltr.) Dodson & Hágsater (1999).
* Prosthechea apuahuensis (Mansf.) Van den Berg (2001).
* Prosthechea arminii (Rchb.f.) Withner & P.A.Harding (2004).
* Prosthechea baculus (Rchb.f.) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea barbozae Pupulin (2004).
* Prosthechea bennettii (Christenson) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea bicamerata (Rchb.f.) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea boothiana (Lindl.) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea brachiata (A.Rich. & Galeotti) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea brachychila (Lindl.) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea brassavolae (Rchb.f.) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea bulbosa (Vell.) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea caetensis (Bicalho) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea calamaria (Lindl.) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea campos-portoi (Pabst) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea campylostalix (Rchb.f.) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea carrii V.P.Castro & Campacci (2001).
* Prosthechea chacaoensis (Rchb.f.) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea chondylobulbon (A.Rich. & Galeotti) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea christyana (Rchb.f.) Garay & Withner (2001).
* Prosthechea cochleata (L.) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
o Prosthechea cochleata var. cochleata.
o Prosthechea cochleata var. triandra (Ames) Hágsater (2002).
* Prosthechea concolor (Lex.) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea cretacea (Dressler & G.E.Pollard) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea elisae Chiron & V.P.Castro (2003).
* Prosthechea faresiana (Bicalho) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea farfanii Christenson (2002).
* Prosthechea fausta (Rchb.f. ex Cogn.) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea favoris (Rchb.f.) Salazar & Soto Arenas (2001).
* Prosthechea fortunae (Dressler) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea fragrans (Sw.) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea garciana (Garay & Dunst.) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea ghiesbreghtiana (A.Rich. & Galeotti) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea gilbertoi (Garay) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea glauca Knowles & Westc. (1838).
* Prosthechea glumacea (Lindl.) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea grammatoglossa (Rchb.f.) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea greenwoodiana (Aguirre-Olav.) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea hajekii D.E.Benn. & Christenson (2001).
* Prosthechea hartwegii (Lindl.) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea hastata (Lindl.) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea ionocentra (Rchb.f.) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea ionophlebia (Rchb.f.) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea jauana (Carnevali & I.Ramírez) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea joaquingarciana Pupulin (2001).
* Prosthechea kautzkii (Pabst) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea lambda (Linden ex Rchb.f.) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea latro (Rchb.f. ex Cogn.) V.P.Castro & Chiron (2003).
* Prosthechea leopardina (Rchb.f.) Dodson & Hágsater (1999).
* Prosthechea lindenii (Lindl.) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea linkiana (Klotzsch) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea livida (Lindl.) W.E.Higgins (1997 publ. 1998)
* Prosthechea longipes (Rchb.f.) Chiron (2005)
* Prosthechea maculosa (Ames, F.T.Hubb. & C.Schweinf.) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea magnispatha (Ames, F.T.Hubb. & C.Schweinf.) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea megahybos (Schltr.) Dodson & Hágsater (1999).
* Prosthechea michuacana (Lex.) W.E.Higgins (1997 publ. 1998)
* Prosthechea micropus (Rchb.f.) W.E.Higgins (2005)
*
Prosthechea moojenii (Pabst) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea mulasii Soto Arenas & L.Cerv. (2002 publ. 2003).
* Prosthechea neglecta Pupulin (2001).
* Prosthechea neurosa (Ames) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea obpiribulbon (Hágsater) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea ochracea (Lindl.) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea ochrantha (A.Rich.) (ined.)
* Prosthechea ortizii (Dressler) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea pamplonensis (Rchb.f.) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea panthera (Rchb.f.) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea papilio (Vell.) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea pastoris (Lex.) Espejo & López-Ferr. (2000).
* Prosthechea pringlei (Rolfe) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea prismatocarpa (Rchb.f.) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea pterocarpa (Lindl.) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea pulcherrima (Klotzsch) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea pulchra Dodson & W.E.Higgins (2001).
* Prosthechea punctifera (Rchb.f.) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea pygmaea (Hook.) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea racemifera (Dressler) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea radiata (Lindl.) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea regnelliana (Hoehne & Schltr.) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea rhombilabia (S.Rosillo) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea rhynchophora (A.Rich. & Galeotti) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea sceptra (Lindl.) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea semiaptera (Hágsater) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea serrulata (Sw.) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea sessiliflora (Edwall) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea silvana Cath. & V.P.Castro (2003).
* Prosthechea sima (Dressler) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea spondiada (Rchb.f.) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea suzanensis (Hoehne) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea tardiflora Mora-Ret. ex Pupulin (2001).
* Prosthechea tigrina (Linden ex Lindl.) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea tripunctata (Lindl.) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea trulla (Rchb.f.) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea vagans (Ames) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea varicosa (Bateman ex Lindl.) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea vasquezii Christenson (2003).
* Prosthechea venezuelana (Schltr.) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea vespa (Vell.) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea vinacea Christenson (2003).
*
Prosthechea vitellina (Lindl.) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
* Prosthechea widgrenii (Lindl.) W.E.Higgins (1997 publ. 1998).
Prossimamente
il post continua con la seconda parte: le specie

Trichoglottis fasciata

Orchidea dai fiori profumati, specie di facile coltivazione, ma troppo “spilungona”.

Nelle collezioni di orchidee qualche volta trovano posto anche le piante impossibili, quelle proibite, quelle che si vorrebbero, ma che non si potranno mai coltivare, sia per questione di spazio o per tanti altri motivi.
Seppur affascinanti, sono molte le orchidee non facili da trovarsi sui banchi dei venditori, una di queste è sicuramente Trichoglottis fasciata.

Eccola la spilungona, quella che per mostrarti un fiore deve salire verso il cielo oltre i due metri abbondanti.

Trichoglottis fasciata

Trichoglottis fasciata (Benth. & Hook. f.) Rchb. f. 1872

Trichoglottis fasciata (Benth. & Hook. f.) Rchb. f. 1872
Pubblicato in: Flora 55: 137 (1872).
Distribuzione : Cambogia, Laos, Tailandia, Vietnam, Borneo, Penisola Malaysia, Filippine e Sumatra.
Royal Botanic Gardens, Kew, non considera questo nome come valido, ma solamente un sinonimo di Staurochilus fasciatus (Rchb.f.) Ridl. J. Linn. Soc., Bot. Soc., Bot. 32: 351 (1896). 32: 351 (1896).

Trichoglottis fasciata ama il caldo umido e la luce intensa, ed è di impossibile coltivazione per i collezionisti delle nostre zone temperate sprovvisti di serra capiente.
Altro discorso per i fortunati appassionati di orchidee che vivono in luoghi caldi ed umidi, dove è possibile tranquillamente acclimatare anche all’esterno la Trichoglottis fasciata facendola arrampicare su qualche albero, meglio se è una palma. Questa orchidea, oltre al caldo umido non chiede altro.
Si dirà, allora perché proibita? – ovviamente l’epiteto “proibita” è un paradigma per evidenziare le sue dimensioni ed anche la sua facilità di coltivazionea e per questo assai invadente, sia in altezza che in larghezza.

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Dettaglio Trichoglottis fasciata (Benth. & Hook. f.) Rchb. f. 1872

I fiori di questa specie sono deliziosi e profumatissimi, ma la pianta è molto ingombrante, sia per la sua dimensione, ma anche per l’enorme apparato radicale.
Trichoglottis fasciata è specie a sviluppo monopodiale caratterizzata da un esteso apparato radicale lungo tutto il fusto vegetativo, fusto che crescerà velocemente ed il suo apice raggiungerà presto il tetto della serra.

Tanto per dire… e tu chiamali esperti!

A proposito del fantomatico 5° congresso settembrino al Flormart (PADOVA) sul sito dell’ EOC (European Orchid Council) si annuncia un evento con protagoniste le orchidee e si legge:
The event will be attended by leading international experts in research, cultivation and judgment of the genus, including Alejandro Capriles, Harold Koopowiz, Henry Oekeley, Rudolph Jenny, Josè Pepe Portilla, Franco Bruno, Franca Gambini, and the most important producers.
Nell’ipotesi che gli interessati citati non abbiano letto la presentazione che li riguarda, mi permetto di evidenziare alcune regole della tassonomia. L’epiteto “GENUS” usato nell’annuncio non è corretto, genere indica un gruppo omogeneo di orchidee, non tutte, quando ci si riferisce ad esse in senso lato la giusta definizione tassonomica è FAMILY (Orchidaceae Juss., 1789).

Ad maiora!

La CARTA DI SOAVE… io ci credo ancora

Eravamo agli inizi del nuovo millennio, il set orchidofilo era caratterizzato da una suggestiva mostra nel castello di Soave (VR)… e guarda un po’ cosa vien fuori dagli scaffali della mia memoria.

CONSIDERAZIONI
Leggendo questa, che suggestivamente, allora battezzammo (CARTA), come a volerle dare forza di EDITTO, ognuno darà la sua interpretazione, ma tutti dovranno convenire che quello fu un vero momento unitario e forse l’inizio di un vissuto coordinato.
Suona sinistro leggere certi nomi scolpiti sulla carta e vederli ora, a distanza di anni, paladini di altre avventure dai contorni strapaesani.
Ne è passata dell’acqua sull’orchidologia italiana, sono stati commessi anche tanti errori, tante omissioni e tanti peccati.
La carta di Soave, a seconda dei contesti, viene dipinta come una sciagura, oppure come uno spartiacqua verso una solida strutturazione dell’orchidologia italiana.
Sono successe tante cose dopo Soave, alcune brutte, altre importanti, ma gli obiettivi fissati nero su bianco allora, albergano ancora nei desideri e nei sogni.
Chi è venuto dopo, stampando una smorfia sul suo viso, dirà: “archeologia del passato, ora ci siamo noi, guardati attorno, è tutto un fiorir di mostre!”
Chi lo sa se è poi tutta salute sto ambaradam di eventi nati in altri tempi con altri scopi e con altri attori: quello che è certo è che chi doveva assumere il ruolo di coordinatore, non l’ha saputo fare, o non è riuscito a fare.
Che dire? L’orchidologia italiana sembra essere tornata al feudalesimo, dove regnavano piccoli feudatari locali, l’opposto di una moderna visione dello stare insieme: gli eventi sono scollegati e a volte in contasto fra loro, spesso al servizio di interessi privati e per questo, lontani da quei livelli che la carta di Soave intendeva, e perché no, intende ancora raggiungere.
Non è mai troppo tardi.

Tre pensieri

1 – Filastrocca americana: Three geese in a flock, one flew East, one flew West, one flew over the cuckoo’s nest (“Uno stormo di tre oche, una volò ad est, una volò ad ovest, una volò sul nido del cuculo”)… ma il cuculo non fa il nido.

2 – …tanto per dire: ricercatori del Max Planck Institute for Evolutionary Biology di Plön, grazie a un modello matematico, hanno scoperto che il “clamator glandarius” (cuculo dal ciuffo) con altri volatili mette in pratica intimidazioni e violenze per ottenere obbiettivi illeciti
3 – significato dell’aggettivo/ sostantivo – parassita

3 – AMARCORD