Descrizione del genere
Genere Stelis è composto da circa 500 specie. Il nome generico Stelis fa riferimento all’epiteto greco “vischio”, a voler evidenziare la sua propensione alla vita epifita, raramente litofita. Le varie specie sono endemiche in gran parte del Sud America, America Centrale, Messico, Indie occidentali e Florida. Le prime specie ono state nominate da Lindley, Ruiz & Pavon e Reichenbach, le più recenti sono state descritte da C. Luer. Nota interessante: sembra che sia proprio una Stelis la prima orchidea giunta in Europa proveniente dal nuovo mondo. Già nel 1591 un esemplare è stato descritto nel libro delle erbe di Tabernaemontanus.
“Vischio indiano”
Il disegno nella foto sottostante mostra la prima rappresentazione di un’orchidea Stelis: pubblicazione 1625 in Herbal Book di Johannes Theodorus Tabernaemontanus
Successivamente, sulla “Expedición Botánica Española” spedizione botanica inviata dal re Carlo III per studiare la flora del Perù e del Cile, Hipolito Ruiz e Joseph Pavon completarono i risultati includendo 11 piccole piante di un nuovo genere che chiamarono Humboltia in onore del naturalista tedesco Alexander Von Humboldt. Nel 1799, Olof Swartz, un botanico svedese, studiò il genere proposto da Ruiz e Pavon e scoprì che era già stato usato da Vahl per designare una Leguminosa. Per questo motivo, ha proposto il nome Stelis in sostituzione di Humboltia. La specie Epidendrum ophioglossoides è stata successivamente spostata nel genere Stelis da Swarz, ed è ora la specie tipo del genere.
Storia: Stelis fu scoperto da Charles Plumier, un sacerdote botanico francese inviato nel 1690 da Luigi XIV, re di Francia, per studiare la flora delle Antille. Plumier raccolse numerose specie in Dominica (isola dei Caraibi) e in altre isole, dando vita nel 1703 ad un catalogo chiamato Nova Plantarum Americanarum Genera. Più tardi, Nikolaus von Jacquin, un botanico olandese, dopo aver raccolto molte nuove specie nei Caraibi, pubblicò le sue scoperte in due opere separate. Nel 1760, pubblicò la prima intitolata Enumeratio Systematica Plantarum quas in Insulis Caribeis, dove descrisse la stessa pianta del polinomio di Plumier (Epidendrum ophioglossoides). Nel 1763, pubblicò un secondo lavoro più dettagliato chiamato Selectarum Stirpium Americanarum Historia. Qui, Jacquin descrive una pianta del suo erbario con lo stesso nome (E. ophioglossoides). A. Pridgeon, R. Solano e M. Chase, in una loro ricerca evidenziano che il genere Stelis è monofiletico, seppur manifesti una debole similitudine con diversi sottogeneri delle Pleurothallis. Ad ogni buon conto sono strettamente correlati al numeroso genere Pleurothallis e Masdevallia.
Morfologia: singole foglie oblanceolate si formano lungo uno stretto rizoma strisciante. La maggior parte delle specie produce racemi lunghi e densi, di piccoli fiori di diverse tonalità. Sono fiori fotosensibili, si aprono solo alla luce del sole, alcuni si chiudono completamente di notte. I tre sepali simmetricamente arrotondati formano generalmente un triangolo con una piccola struttura centrale, composta da colonna, piccoli petali e un piccolo labello. Il genere Stelis non è comune nelle coltivazioni.
La specie: Stelis ciliaris Lindl 1837.
Specie endemica dal Messico alla Colombia nelle pianure calde e nelle foreste umide ad altitudini di 1100 metri sul livello del mare. Pianta epifita di piccole dimensioni da clima caldo con ramicaule robuste, rivestite, che portano una singola foglia, apicale, lineare a ellittico-oblanceolata che si assottiglia gradualmente. Fiorisce in primavera con infiorescenza obliqua tubolare, rossastra, brattee floreali e fiori di forma molto variabile.
Sinonimi:
Apatostelis ciliaris (Lindl.) Garay 1979; Apatostelis garayi Dunst. 1981; Apatostelis jimenezii (Schltr.) Garay 1979; Apatostelis pendulispica (Ames) Garay 1979; Stelis atropurpurea Hook. 1842; Stelis bruchmuelleri Rchb.f 1880; Stelis confusa Schltr. 1918; Stelis eublepharis Rchb.f. 1855; Stelis fimbriata R.K.Baker 1968; Stelis gratiosa Luer 1979; Stelis fimbriata R.K.Baker 1968; Stelis garayi (Dunst.) Carnevali & I.Ramírez 1990; Stelis jimenezii Schltr. 1918; Stelis micrantha var. atropurpurea (Hook.) Josst 1851; Stelis mystax-felis Luer & Toscano 2012; Stelis pendulispica Ames 1934; Stelis uhlii Chiron 2013
Origine etimlogica del nome di specie, in riferimento alla peluria ai bordi apicali dei petali, guasi a voler rappresentare le ciglia umane.