Phalaenopsis deliciosa

Prologo:

20 anni, 20 anni esatti si sono sommati uno sopra laltro da quel giorno che l’orchidea, della quale vi racconterò, giunse in vicolo Parnasso. Antonietta, di Padova, una donna delicata e gentile mi telefonò chiedendo di potermi incontrare: “ho un’orchidea da farle vedere… sono appena tornata da Saigon”. Ed è così che questa deliziosa specie, iniziò a vivere con le altre piante della collezione. Antonietta mi chiese di accudirla. Da quella volta non ci siamo più rivisti con Antonietta, sarà stato un Angelo?
Il nome dell’orchidea è Phalaenopsis deliciosa, ma ha anche un fracasso di sinonimi: la tassonomia o meglio i tassonomi, nel tempo, si sono divertiti ad infierire su questa piccola orchidea.
A lei e ad Antonietta dedico questo articolo… buona lettura.

Phalaenopsis deliciosa… nota anche come Kingidium decumbens.

Phalaenopsis deliciosa: collezione rio Parnasso: pianta.

Alcuni autori attribuiscono a questa specie, il nome di Kingidium decumbens e viceversa, purtroppo un doppio errore di classificazione di oltre un secolo fa, ha dato vita ad una lunga storia fatta di incertezze tassonomiche ancora non del tutto chiarite.

Phalaenopsis deliciosa: collezione rio Parnasso: fiori.

Phalaenopsis deliciosa (Rchb.f 1854)
Origine del nome di specie: dal Latino deliciosus, (delicato).
Distribuzione: Sri Lanka, India, Filippine, Borneo e Sumatra. Mai come in questo caso, il nome di una specie vegetale risulta più rappresentativo delle sue caratteristiche, sia per i fiori, che per la delicatezza delle foglie.

Sinonimi principali:
Kingidium deliciosum (Sweet 1970) – Doritis hebe (Schltr 1913) – Phalaenopsis alboviolacea (Ridl. 1893) – Aerides latifolia (Thw 1861) – Kingiella hebe (Rolfe 1917) – Doritis philippinensis (Hearts 1908) Doritis latifolia (Trim 1885) – Phalaenopsis wightii (Rchb.f 1862) – Kingiella philippinensis (Rolfe 1917) – Phalaenopsis bella (Teijsm & Binn 1862) – Doritis wightii (Benth & J.D.Hook 1883) – Doritis steffensii (Schlt. 1911) –Kingidium deliciosum var. Bellum (Gruss & Röllke 1993) – Kingidium wightii (Gruss & Röllke 1995) –
Phalaenopsis hebe var. Amboinensis (J.J Smith 1917) – Phalaenopsis hebe (Rchb.f 1862) – Phalaenopsis amethystina (Rchb.f 1865). In aggiunta a questa lunga sfilza di sinonimi, questa specie, a causa di un doppio errore di classificazione iniziale (è stata registrata con il nome di Aerides decumbens, in realtà non si trattava nemmeno della Phalaenopsis deliciosa bensì della Phalaenopsis parishii) è conosciuta anche con questi sinonimi:
Phalaenopsis decumbens (Holtt) – Aerides decumbens (Griff) – Biermannia decumbens (Tang & Wang) – Kingidium decumbens (P.F Hunt) – Kingiella decumbens (Rolfe)

Phalaenopsis deliciosa: collezione rio Parnasso: stelo fiorito.

Descrizione della specie
Phalaenopsis deliciosa Rchb.f., Bonplandia (Hannover) 2: 93 (1854).
Orchidea di piccole dimensioni, epifita, in natura è endemica lungo corsi d’acqua situati a basse quote (0 – 600 metri).
Pianta a sviluppo monopodiale su di un fusto molto corto dove si formano da 3 a 6 foglie succulenti, obovate, oblunghe con i margini ondulati che possono misurare fino a 15 cm di lunghezza e 5 di larghezza.
Le infiorescenze arcuate (da cui uno degli epiteti di specie “decumbens” – dal latino “prostrato”), ramificate, a seconda della salute della pianta, possono raggiungere anche 20 cm. di lunghezza.
I fiori piccoli e carnosi misurano da 1 a 2 cm di diametro, si aprono in successione sugli steli prolungando in tal modo il periodo della fioritura. Petali e sepali sono bianchi tendenti al crema pallido, con delicati puntini rosa porpora alla loro base. Il labello presenta i lobi laterali color malva con striature bianche e due piccoli denti gialli. La base del lobo mediano è caratterizzata da sfumature bianche all’apice, mentre la colonna e color rosa carneo.

Phalaenopsis deliciosa: collezione rio Parnasso: coltivazione in veso.

Phalaenopsis deliciosa può essere coltivata su piccoli vasi (possibilmente trasparenti) oppure su zattera: le radici di questa specie sono fotosintetiche e traggono vantaggio se esposte alla luce.
L’ambiente di coltivazione ricalca quello della gran parte delle specie di Phalaenopsis, luce filtrata, buona umidità e temperatura da serra calda – intermedia. E’ utile fare attenzione durante il periodo di riposo post fioritura (riduzione delle bagnature), con l’accortezza di mantenere comunque, leggermente umida la pianta.
La fioritura inizia verso la tarda primavera e si protrae per parecchio tempo, qualora si notino stati di stress è consigliabile interromperla recidendo le infiorescenze.

Le varietà botaniche:
Phalaenopsis deliciosa var. hookeriana (O.Gruss & Roellke) Christenson, Phalaenopsis: 223 (2001). (sin. Kingidium wightii, Kingidium hookerianum), presenta le stesse caratterisiche morfologiche della specie tipo con un’unica variante sulla tonalità di colore dei fiori: petali e sepali gialli di tonalità più o meno intensa.

Il genere Nota: Recentemente, i generi Doritis Lindl. e Kingidium P.F.Hunt, sono stati inclusi nel genere Phalaenopsis (Christenson – 2001). Tale decisione è stata supportata da verifiche e prove fatte sul DNA, accettate in (World Checklist of Monocotyledons, Royal Botanical Gardens, Kew). Tuttavia non tutti gli esperti sono pienamente consenzienti.

Ora possiamo iniziare la ricognizione tassonomica in questo intricato segmento della botanica, prendendo come riferimeto base, il nome di genere Kingidium. Polychilus, Phalaenopsis, Aerides, Doritis, Biermannia, Kingiella, Kingidium, con molti di questi nomi ancora in uso popolare per questo genere, è comprensibile la nostra confusione tassonomica. Con calma cercheremo di orientarci…si spera.
La mia prima esperienza con questo gruppo di orchidee inizia alcuni anni orsono con l’analisi di una piccola pianta (provenienza Vietnam), classificata come Phalaenopsis decumbens.

Kingidium è un genere di orchidee epifite a sviluppo monopodiale, composto di 6 – 10 specie, a seconda delle interpretazioni più o meno restrittive. L’habitat di questo genere è sparso in Asia Sud-Orientale, Sri Lanka, India, Miamar (ex Birmania), Tailandia, Vietnam, Cina, Filippine e Indonesia.

Kingidium, Doritis e Paraphalaenopsis, sono generi molto simili a Phalaenopsis.
Kingidium differisce da Phalaenopsis per il numero delle masse polliniche (4) (Phalaenopsis ne ha 2), dal sacchetto e dal mento, caratteristiche che lo distinguono anche dal genere Doritis. Tra l’altro è differenziato ancora da Doritis dai relativi denti cilindrici corti.
Come si è scritto sopra, alcuni botanici mantengono questo genere separato, altri lo classificano come Doritis ed altri ancora come Phalaenopsis.
Le distinzioni ed i testi di verifica dei vari botanici non sono omogenei e quindi il tutto appare molto complesso, di difficile comprensione e comunque molto vago.
Il genere Kingidium è stato creato nel 1970 da P.F.Hunt, Kew Bull. 24: 97 (1970), precedentemente era conosciuto come Kingiella (Griff.) Rolfe, Orchid Rev. 25197 (1917).
La decisione di abbandonare il nome “Kingiella” è stata presa per evitare ulteriore confusione con un altro nome di specie già registrato (Kingella), appartenente alla famiglia Loranthaceae A.L. Jussieu, famiglia erbacea conosciuta nel campo medico anche come Mistletoe
Il nome Kingidium è stato dato in onore del collezionista e botanico inglese Sir George King ( 1840-1909 ), autore di “The Orchids of Sikkim and the Himalaya”.

Phalaenopsis deliciosa: collezione rio Parnasso: fiori.

Le specie
Si è scritto in precedenza, che il genere Kingidium comprende 5-10 specie, ecco alcune fra le più significative:
Kingidium chibae – Kingidium braceanum – Kingidium deliciosum ( decumbens ) – Kingidium hookerianum – Kingidium minus – Kingidium philippinense – Kingidium taeniale – Kingidium wightii. Ad esclusione del Kingidium taeniale, senza foglie, occasionalmente con piccole foglie e con un esteso apparato radicale a radici appiattite (da cui l’epiteto di specie – per la somiglianza delle radici alle “tenie”), le altre specie assomigliano alle Phalaenopsis: foglie ovali, lucide, color verde scuro, infiorescenze ramificate e sequenziali per gran parte dell’anno.
Il genere Kingidium richiede un periodo di riposo dopo la fioritura, durante il quale è indispensabile fare molta attenzione con le bagnature per evitare spiacevoli marciumi.
I fiori di Kingidium sono piccoli (1 – 1,5 cm.) e si aprono in successione su steli curvi ad esclusione di quelli della specie K. chibae, che si formano su steli eretti.
La marcata predisposizione fotosintetica delle radici consiglia di coltivare le specie di Kingidium su zattere per consentire la fotosintesi anche all’apparato radicale.

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