Archivio mensile:Febbraio 2021

Dendrobium Spring Dream ‘Kumiko’

Il piacere di conoscere storia e parenti delle tue orchidee. Da qualche tempo nei garden e nelle fiere delle orchidee si trovano piante fiorite di Dendrobium ibridi, senza storia e senza nome, alla domanda del nome della pianta, ben che vada il venditore risponde con ostentata nonchalance: Dendrobium nobile. Purtroppo la storia non è così, quella pianta che tanto ti affascina ha sicuramente come progenitore quella specie, ma la sua genealogia è un po’ più complessa. Si dirà “è già tanto conoscere il nome dell’ibrido” e tu pretendi che il venditore conosca anche la genealogia di quel povero Dendrobium stipato nei banchi vendita. Questo è un esercizio tassonomico per i botanici o per qualche collezionista. E’ bello però, diciamolo pure, è piacevole risalire alle origini dei nostri malcapitati ibridi della collezione. Proviamoci con la pianta esposta nelle foto che seguono e per farlo iniziamo il percorso a ritroso a partire dal nome registrato.

Dendrobium Spring Dream, H.W.B.Schroder 1965 (genitori) Dendrobium Constance Wrigley × Dendrobium Thwaitesiae —————————————————————————– Dendrobium Constance Wrigley 1929 (genitori) Dendrobium Lady Colman × Dendrobium Plumptonense

Dendrobium Thwaitesiae 1903 (genitori))
Dendrobium Ainsworthii × Dendrobium Wiganiae

Si prosegue a ritroso fino ai progenitori specie che sono: Dendrobium nobile – Dendrobium heterocarpum -. Dendrobium findlayanum – Dendrobium signatum

Coelogyne lactea

Coelogyne lactea vive in Birmania, Thailandia, Laos e Vietnam ad altitudini di circa 1100 metri. Specie epifita a sviluppo simpodiale, a volte citata come sinonimo di Coelogyne flacida della quale è molto simile sotto tutti gli aspetti, ma si differenzia per avere diversi calli sul labello e più sporgenze sulla colonna.

Coelogyne lactea è nota anche con il nome popolare “Coelogyne bianco latte” o con i sinonimi, Coelogyne huettneriana var. lactea. Questa specie è stata descritta da Heinrich Gustav Reichenbach nel 1885. Coelogyne lactea fiorisce in inverno formando più infiorescenze lunghe 15 – 20 cm. Coelogyne lactea ama buona luce filtrata, si consiglia pertanto di sistemarla nella parte più alta della serra con temperature estive di 30 ° C; Temperatura invernale a 10-14 ° C.

Questa orchidea viene solitamente coltivata in vasi con substrato costituito da miscela di bark e perlite. Il momento migliore per per i rinvasi è dopo la fioritura, quando inizia una nuova vegetazione. Durante il periodo di nuova crescita, la pianta necessita abbondanti e frequenti bagnature. L’acqua in eccesso deve fuoriuscire liberamente dal vaso, in quanto il ristagno di acqua può portare molto rapidamente al deperimento delle radici e della parte inferiore della pianta. Concimare ogni due settimane durante la fase vegetativa. Coelogyne lactea necessita di un periodo di riposo ben definito che inizia dopo la maturazione dei nuovi bulbi, cioè quando i nuovi germogli raggiungono le dimensioni di quelli vecchi. La temperatura durante questo periodo dovrebbe essere di 10-14° con bagnature molto diradate.

Maxillaria schunkeana

Le orchidee con i fiori che tendono al colore nero sono sempre affascinanti e desiderate, misteriose e impossibili.
In natura sono poche le specie dai fiori fortemente scuri, ma gli ibridatori, ben consci dell’iteresse del collezionismo per le orchidee “nere” sono riusciti a creare incroci interessanti.
L’argomento è di quelli che affascinano perché sta sempre a metà strada fra la realtà ed il mito. Nero Wolfe coltivava la sua “orchidea nera” nella serra a New York.
Nota con il nome popolare di “orchidea nera” è anche la
Coelogyne pandurata
, per la verità i fiori di questa orchidea, di nero hanno solamente alcune protuberanze sul labello.

Maxillaria schunkeana M.A. Campacci & R.A. Kautsky 1993.
Da qualche tempo nelle nostre collezioni si incontra una specie del genere Maxillaria che impressiona enormemente per il colore verosimilmente nero dei suoi fiori è la Maxillaria schunkeana, l’ennesima orchidea nera. Il genere Maxillaria
Maxillaria Ruiz & Pav. (1794) è un genere di orchidee vasto e con morfologie molto diverse, per questo motivo molti orchidofili ritengono che l’attuale stato della tassonomia del genere Maxillaria, abbia bisogno di una profonda revisione.
Il nome scientifico è derivato dalla parola latina “maxilla” – mascella, dalla forma della colonna e della base del labello di alcune specie, che può evocare un mandibola sporgente. La specie tipo è Maxillaria ramosa Ruiz & Pavon 1794.

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Maxillaria schunkeana M.A. Campacci & R.A. Kautsky 1993 – “O gênero Maxillaria no Espírito Santo: uma nova espécie. Orquidário 7: 136–137.”
Sottofamiglia: Epidendroideae
Tribù: Maxillarieae
Sottotribù: Maxillariinae
Genere: Maxillaria Ruiz & Pav.
Specie originaria del Brasile, Stato di Espirito Santo costa atlantica foresta pluviale ad altitudini di 600 a 700 metri.

Maxillaria schunkeana propone un problema interessante. L’architettura vegetativa di questa specie assomiglia a quella del gruppo M. gracilis, poichè ha foglie esili e lanceolate. Tuttavia la morfologia del fiore è estremamente simile al complesso M. madida , poichè i fiori di M. schunkeana sono color vinaccia scuro, con il labello ed il pollinarium molto brillanti. Inoltre, ricerche molecolari preliminari evidenziano uno stretto collegamento della M. schunkeana con M. picta e M. marginata. Questa specie quindi, richiede ulteriori approfondimenti morfologici e molecolari per chiarire la sua posizione filogenetica.
Lo studio degli insetti pronubi delle varie specie di Maxillaria può contribuire a conoscere meglio l’intera tribù, a tal riguardo è interessante questo lavoro:
RODRIGO B. SINGER SAMANTHA KOEHLER

Note morfologiche
Pianta di piccole dimensioni, epifita a sviluppo simpodiale con pseudobulbi fusiformi e cilindrici dotati di 2 foglie apicali.
Le corte infiorescenze escono dalla base degli pseudobulbi maturi e producono fiori singoli di colore viola scuro tendente fortemente al nero.
In natura (Brasile) fiorisce in primavera estate, non è profumata.
Desidera temperature fresco-intermedie (minime 10-18) , buona luce, substrato sempre umido e ben drenato. Questa specie può essere coltivata sia in vaso con substrato di corteccia o di fibra arborea, ed anche su zattera.

Pontieva racemosa

Pontieva racemosa, fiori – collezione rio Parnasso le orchidee di Guido

Genere:
Ponthieva R. Brown, Hortus Kew. 5: 199. 1813. Il nome del genere è stato dato in onore di Henri de Ponthieu, francese, mercante e raccoglitore di specie nelle Indie Occidentali, che ha inviato queste piante alla collezione di Sir Joseph Banks nel 1778.
Ponthieva (comunemente denominato Shadow Witch- Strega dell’Ombra) è un genere terricolo, raramente epifita, a sviluppo simpodiale, composto da oltre 60 specie.
Questo genere vive nella fascia tropicale e subtropicale americana, comprendente alcuni Stati meridionali degli U.S.A, Messico, Indie occidentali, America Centrale, Sudamerica.

Pontieva racemosa, pianta fiorita- collezione rio Parnasso le orchidee di Guido

L’apparato radicale è fibroso, morbido ed organizzato a gruppi, uniti fra loro da rizomi ispessiti, sui quali si sviluppano lunghi ed esili steli fiorali circondati da leggiadri cespugli di foglie basali, subsessili e petiolate. I fiori, più o meno numerosi secondo la specie, si formano su corti peduncoli posti lungo steli pubescenti.

Specie: Ponthieva racemosa (Walter) C. Mohr 1901

Pontieva racemosa, fiori – collezione rio Parnasso le orchidee di Guido

Sinonimi: Arethusa racemosa Walter, Fl. Carol., 222. 1788; Neottia glandulosa Sims; Ponthieva glandulosa (Sims) R. Brown. Ponthieva racemosa è conosciuta con il nome popolare Shadow witch (Strega dell’ombra). Questa specie può essere confusa anche con Ponthieva orchioides, a tal proposito segnalo una utilissima analisi fatta in questo brillantissimo forum delle orchidee terrestri spontanee. In natura vive nel Sud del Messico e Panama, a 200 – 4000 metri sul livello del mare. E’ una specie terricola, a sviluppo simpodiale, di dimensione medio-piccola, facilmente coltivabile a temperature fresche.

Le radici sono organizzate a gruppi uniti fra loro da esili rizomi, sui quali si formano i ceppi fogliari e gli steli fiorali. Le foglie basali sono, ellittiche, lanceolate e molto sottili.
Gli steli fiorali, lunghi 20 – 30 centimetri, sono pubescenti e portano piccoli fiori di colore bianco – verdastro, ancorati a peduncoli eretti.
Periodo di fioritura primaria: da Novembre a Febbraio.

Pontieva racemosa, pianta in fiore – collezione rio Parnasso le orchidee di Guido

Coltivazione:
E’ utile usare substrato di coltura, vaporoso ed umido – bark sminuzzato, torba di sfagno, perlite – le dosi di miscelazione vanno equilibrate in funzione dell’ambiente di coltivazione.
Duranta la fase vegetativa è consigliabile mantenere il substrato sempre umido.
Ponthieva racemosa va coltivata in posti ombrosi e freschi.

Osservazioni di coltivazione:
Il ciclo vegetativo della Ponthieva racemosa, prevede la spogliazione fogliare ed un conseguente periodo di riposo. Durante il riposo si può agire in 2 maniere:
1 – Mantenere il substrato di coltura leggermente umido finché la pianta non riprende a vegetare.
2 – Svasare la pianta, dividere le unità radicali e risistemarle in piccoli vasi (10 centimetri di diametro), a gruppi di 2 o 3 unità, con substrato nuovo e umido.
Scegliendo la seconda modalità e coltivando le piante in serra con temperature intermedie, si possono ottenere due fioriture annuali.
Le concimazioni vanno attuate indirettamente: durante le fertilizzazioni solubili, programmate per le altre orchidee, passare velocemente sopra questa pianta senza attendere la completa bagnatura del suo substrato.

Pleurothallis restrepioides

Pleurothallis restrepioides Lindl. 1837

Etimologia del nome di specie: simile a Restrepia.

Specie di medie dimensioni, epifita a volte terrestre, predilige clima fresco/intermedio con parziale ombreggiatura. E’ endemica in Colombia, Ecuador e Perù. E’ stata trovata sui pendii ripidi delle foreste montane, umide, ad altitudini comprese tra gli 800 e 2900 metri. Fiorisce in inverno formando poche infiorescenze su spate poste alla base superiore delle foglie con diversi fiori maleodoranti, color crema fortemente macchiati di viola scuro che si aprono in successione.

Sinonimi: Elongatia restrepioides (Lindl.) Luer 2004; Humboldtia fritillaria (Rchb.f.) Kuntze 1891; Humboltia fritillaria (Rchb. F.) Kuntze 1891; Humboltia reichenbachiana Kuntze 1891; Humboltia restrepiodes (Lindl.) Kuntze 1891; Humboltia roezlii (Rchb.f.) Kuntze 1891; Pleurothallis atroviolacea F. Lehm. & Kraenzl 1899; Pleurothallis fritillaria Rchb. f. 1855; Pleurothallis laurifolia Rchb.f 1854; Pleurothallis roezlii Rchb.f 1876; Stelis restrepioides (Lindl.) Pridgeon & MWChase 2001

Coltivazione: la morfologia della specie consiglia la sua sistemazione in vaso con 2-3 annaffiature settimanali avendo cura di lasciar asciugare leggermente il substrato fra un’annaffiatura e l’altra. Ferilizzare ogni mese con concime equilibrato.