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Segnalazione e recensione di nuovi libri che trattano le orchidee.

Un regalo da farsi o fare…

Ieri ho ricevuto una copia di “The New Encyclopedia of Orchids”, pubblicato da Timber Press. L’autrice è Isobyl la Croix, nota botanica e coltivatrice di orchidee soprattutto dell’Africa tropicale, in particolar modo interessata alle angrecoidi. Da quando è ritornata a vivere nel Regno Unito è diventata la direttrice della rivista Orchid Review, la rivista inglese dedicata alle orchidee, arrivata con l’ultimo numero (Novembre-Dicembre 2008) al vol. 116, n° 1284.

Il tomo di 524 pagine si presenta organizzato in una vera e propria enciclopedia con le piante ordinate in senso alfabetico, da Acampe a Zygostates. 350 sono i generi presentati, che seguono nella nomenclatura le nuove indicazioni dettate dalla biologia molecolare; sinonimi, etimologia, distribuzione, caratterizzazione e coltivazione sono gli argomenti per ciascun genere. Oltre 1500 piante, solo specie, delle 25.000 esistenti, sono presentate in maniera succinta ma sufficiente per la comprensione delle singole entità, con indicazioni di coltivazione se questa si differenzia in modo sostanziale da quelle date per il genere. La parte interessante sono le foto: 1000 immagini, distribuite fra le pagine, anche a piena pagina, di buona-ottima qualità e soprattutto di piante non altrove visibili.
Se ancora avete qualche dubbio per un regalo credo che questo possa soddisfare la maggior parte degli orchidofili. E’ visibile in anteprima limitata qui.

Polystachya maculata: facile… anche in casa

Praticamente sempre fiorita tutto l’anno
Non ci credete? E’ proprio così. Vegeta velocemente e quando gli pseudobulbi giovani mostrano le nuove infiorescenze, quelle dei vecchi hanno ancora qualche fiore aperto.


Polystachya maculata P.J.Cribb, Orchidee (Hamburg) 35: 233 (1984).
SEZIONE Cultriformis [Thouars] Sprengel

Una specie per chi coltiva in casa
Specie ideale per le amiche e gli amici coltivatori “casalinghi”, che desiderano arricchire la loro collezione con un’orchidea inusuale, facile e generosa.
Come già scritto nel capoverso introduttivo, i suoi fiori sono di lunga durata, spuntano in progressione e spesso anche più volte all’anno, creando l’effetto della fioritura persistente sia sulle infiorescenze giovani che su quelle vecchie, da cui l’origine del nome di genere “Polystachya”
per l’appunto.
E’ un’orchidea epifita africana endemica nel Burundi. La pianta è di dimensione medio piccola ed i fiori seppur piccoli (1 cm) sono abbastanza vistosi, sia per il colore chiaro del labello e giallo verdino vivo dei petali e dei sepali, che per le evidenti maculature da cui deriva il nome di specie “maculata”.

Coltivazione
Polystachya maculata vive bene a temperature intermedie (tra 18 2e 22°C e quindi in sintonia anche con le medie di appartamento), luce filtrata, buona umidità e circolazione d’aria. Tenere la pianta abbondantemente annaffiata durante la crescita degli pseudobulbi e rallentare le bagnature quando questi sono maturi: fertilizzazioni regolari ogni una o due settimane con concime equilibrato

Il genere
Il genere Polystachya è stato stabilito da Hooker 1824 SOTTOFAMIGLIA Epidendrodeae, TRIBU’ Epidendreae, SOTTOTRIBU’ Adrorhizinae.
Specie tipo: Polystachya luteola Hooker nome illegale 1824 = Epidendrum minutum Aubl. 1775 = Polystachya minuta [Aubl.]Hooker 1845 = Polystachya concreta [Jacq.] Garay & Sweet 1974
Questo genere è trovato a partire dall’Africa tropicale ai Caraibi, alla Florida, nel Messico, nel Brasile e verso l’est attraverso il Pacifico, l’Asia Sud-Orientale e l’Indonesia.
Le varie piante del genere Polystachya sono generalmente abbastanza ” solide” ma è molto difficile generalizzare poiché si incontrano in ambienti assai diversificati (foresta densa, di montagna e di pianura) e su molti continenti. Ci sono quasi 250 specie (su un totale d’ circa 450 sp.) di Polystachya, endemiche in Africa, a volte poco conosciute e poco studiate, la cui classificazione richiederebbe una revisione.

Le spontanee di Sassano…”pexo el tacon del sbrego”

La grande idea di portare in tavola qualche ricetta a base di orchidea sta accollandosi, suo malgrado da sola, le colpe e le ire funeste postume, di tutto l’entourage dei protagonisti.

Pare che la soluzione finale sia stata presa: togliere il video Rai incriminato dalla rete ed incaricare un “esimio professore” a spiegare agli italiani via etere… che le orchidee spontanee non si possono toccare perché protette da leggi ferree.
Forse sbaglio, ma io penso che l’unico effetto che otterrà questa “azione riparatrice”, posto che non sarà possibile posizionare una guardia forestale a fianco di ogni esemplare, sarà quello di incentivare ulteriormente la loro raccolta.
Quelle sassanesi poi, diventeranno oggetto di culto e di collezionismo prezioso: come a dire – queste sono quelle famose della “frittata galeotta” 😆
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