Archivi categoria: Orchids

Categoria madre del blog: giorno per giorno con le orchidee, diario di un appassionato.

Orchidee…meno delicate di quel che si pensa

Riporto la testimonianza di un amico brasiliano, tra l’altro ottimo coltivatore e collezionista di orchidee incontrato in un’altra ML, che mi ha concesso di tradurre e pubblicare un suo messaggio comparso per l’appunto sulla ML: Carlos Keller.
L’articolo riporta come alcune piante si possano adattare a situazioni quasi estreme per quella che è la normale conoscenza che si ha sulle metodologie di coltivazione.

Le fotografie, scattate nel maggio scorso, sono così descritte da Carlos:

foto Carlos Keller – diritti riservati

“Vicino alla mia casa c’è un tronco d’albero morto che ospita qualche orchidea. Queste orchidee erano li quando l’albero era ancora vivo. La corteccia ruvida ha soddisfatto l’abiltà delle radici che hanno ben aderito al tronco. L’albero era un Ficus lyrata, bloccava la vista del mare, e ha poi finito per morire.”
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Orchidee: viaggio in Myanmar (coltivazione di orchidee)

Caro Guido,
una mia collega è stata in Birmania e mi ha mostrato le foto della sua visita a una specie di giardino botanico…tutto di orchidee! Te le mando perché mi piacerebbe condividerle con tutti voi, se e quando hai tempo di inserirle nel blog!
Un abbraccio
Elisa

…come ci sentiamo impotenti noi coltivatori europei, sempre alle prese con effetto fog, cooling, caldo, ventilazione, marciumi ed altro: guardate queste foto scattate in una coltivazione del Myanmar (ex Birmania).
Guido

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L’orchidea che visse tra i dinosauri

Le orchidee sono piante tanto affascinanti quanto antiche…ma quanto antiche? La loro datazione finora era alquanto approssimativa ed individuata in un lasso di tempo abbastanza ampio. Ora grazie alla tecnologia e a nuove scoperte ne sappiamo molto di più e la loro epoca di comparsa sulla terra ora è stata ridimensionata in un lasso di tempo più contenuto.
Questa è la traduzione integrale di un articolo apparso nella rubrica Scienza e Tecnologia di “El Mundo”:

di Gustavo Catalan Deus

“MADRID. – I resti fossilizzati di un’orchidea, scoperti in perfetto stato in un frammento d’ambra, hanno permesso di determinare il passato genetico di queste piante singolari, le cui origini possono ora essere stabilite tra 76 e 84 milioni di anni. La scoperta situa le orchidee in un tempo dove esistevano ancora i dinosauri, ciò delimita il dibattito scientifico che esiste fino ad oggi, la cui gamma si situava tra 26 e 112 milioni di anni. La ricerca, pubblicata dal Nature, si basa sul polline fossilizzato di un’orchidea, che ha permesso di descrivere la specie, disegnarla e darle un nome: Meliorchis caribea. Il polline è stato trovato nel torace di un ape operaia (Problebeia domenicana), che è stata trovata in un pezzo d’ambra. L’età del fossile è stata datata tra 15 e 20 milioni di anni, e trovata nel nord della Repubblica Dominicana durante l’anno 2000. “si tratta del primo fossile di un’ orchidea che offre un’immagine senza precedenti dell’interazione tra piante e pollinizzatori”, affermano il direttore della ricerca ed il collaboratore dell’articolo, Santiago Ramirez, del dipartimento di zoologia comparativa del museo di Harvard. Allo studio hanno preso parte un gruppo di esperti di istituzioni americane ed europee. Il pezzo d’ambra è stato raccolto da un privato, che lo ha portato nel 2005 al dipartimento di biologia evolutiva del museo, dove si è proceduto allo studio vero e proprio.

Foto tratta dal quotidiano “La Republica”

Il fossile prezioso ha permesso ai ricercatori di ricostruire l’albero filogenetico delle orchidee, di cui sono state descritte, fino ad oggi, tra le 20.000 e le 30.000 specie, cosa che le trasforma nella famiglia biologica più vasta e diversa della terra, secondo Ramirez. Questa famiglia rappresenta l’8% del totale delle piante con fiori.

Teoria dell’evoluzione:
La teoria dell’evoluzione delle piante della famiglia delle orchidee affascinò 150 anni fa Charles Darwin, autore della teoria della selezione naturale. Quando è tornato della sua spedizione scientifica a bordo del Beagle, ha dedicato anni a fare ricerche sul meccanismo riproduttore di queste piante. Da allora, i biologi hanno studiato con un grande zelo la famiglia immensa delle orchidee, senza ottenere soluzione a tutte le questioni.
“Abbiamo costruito l’albero della famiglia basandoci sulla sequenza del DNA che abbiamo trovato nel fossile.” Utilizzando la sua età abbiamo potuto misurare l’orologio molecolare. E poiché fino ad oggi nessuna altra orchidea era così tanto vecchia, hannopotuto calcolare l’età di queste piante a partire dalla Meliorchis “, chiarisce Santiago Ramirez.” L’assenza di registri fossili della famiglia delle orchidee è dovuta al fatto che queste piante fioriscono in modo raro ed esse si concentrano nei settori tropicali, dove il calore e l’umidità sono fattori che complicano la fossilizzazione. Inoltre, il suo polline è disperso soltanto dagli insetti e non dal vento, cosa che riduce ancora più le possibilità che si fossilizzi sulla superficie terrestre. In questo caso, cosa che è rimasta in perfetto stato di conservazione durante milioni di anni, è precisamente l’interazione tra l’insetto e la pianta. Si tratta del solo registro fossile conosciuto.

Foto tratta dal quotidiano “La Republica”

I grani di polline che ha l’ape sono disposti sotto forma di pacchetto, cosa che dimostra che l’ape li ha raccolti, e non si sono casualmente attaccati con un semplice contatto durante il volo. Questa specie d’ape si è estinta ed era differenziata non avendo avuto pungiglione. I dati ottenuti dalla ricerca sul polline fossilizzato dell’ape permettono di concludere che le prime orchidee erano da poco tempo sulla terra quando i dinosauri hanno iniziato ad estinguersi 65 milioni di anni fa, tra il Cretaceo ed Terziario. Un’altra sorpresa “affascinante”, secondo gli autori della ricerca, è che alcuni gruppi di orchidee, tra esse l’apprezzata Vaniglia, si sono sviluppati in età molto precoci, poiché queste specie sono soltanto distribuite nei tropici. “Grazie al fatto che sappiamo che le regioni tropicali hanno iniziato a essere separate 100 milioni di anni fa, si può datare l’età di questo gruppo di specie tra 60 e 70 milioni di anni.” Questo segnala anche che c’era ancora un grande scambio biotico tra le regioni molto dopo la loro separazione “, conclude Ramirez.”

Il testo integrale in lingua inglese redatto da Steve Bradt è consultabile direttamente sul sito della Harvard University e porta la data del 29 agosto 2007, quindi di fresca pubblicazione.

Cleisostoma, un genere da scoprire

Viaggio dentro i piccoli fiori di un genere poco gettonato dalle nuove generazioni di orchidofili

A dire il vero questo post nasce semplicemente per descrivere una specie appartenente al genere Cleisostoma e precisamente, Cleisostoma filiforme, ma mettendo insieme le prime informazioni mi rendo conto che conviene approfondire la ricerca su tutto il genere e le sorprese anche in questo caso non mancano.

Il genere
Cleisostoma Blume 1825
Specie tipo: Cleisostoma sagittatum
Sottofamiglia: Vandoideae
Tribù: Vandeae
Sottotribù: Sarcanthinae
Alleanza: Trichoglottis
Sinonimi: Carteretia- Echinoglossum – Sarcanthus
Origine: India, Cina, Asia sud-est, Indonesia, Filippine, Nuova Guinea, Australia, Isole del Pacifico

Una specie

Cleisostoma filiforme (Lindl.) Garay, Bot. Mus. Leafl. 23: 171 (1972).

Basionimo: Sarcanthus filiformis Lindl., Edwards’s Bot. Reg. 28(Misc.): 61 (1842).
Sinonimi: Saccolabium luisioides Gagnep., Bull. Mus. Natl. Hist. Nat., II, 22: 629 (1951).
Origine: Yunan, Hainan, Tailandia e Indo Cina
Fioritura: Agosto Settembre
Misura fiori: 10 mm.
Lunghezza infiorescenze: da 10 a 20 cm.
Foglie: teretiformi.
Portamento: gambi, foglie e steli fiorali pendenti.
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