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Note dscrittive di orchidee in coltivazione nella collezione Guido De Vidi.

Paphiopedilum haynaldianum f. album

Paphiopedilum haynaldianum fma. album (Asher in Orchid Digest 44: 214 (1980)) Braem in Braem et al., The Genus Paphiopedilum, 1: 112 (1998) – albino form
Nome della specie in onore di (Lajos Haynald (1816-1891), Arcivescovo di Kalocsa – Ungheria – un appassionato botanico dilettante.
Nome della forma: dal Latino “albus” bianco.

Tribù: Cypripedieae
Sottotribù: Paphiopedilinae
Sezione: Polyantha
Nome scientifico: Paphiopedilum haynaldianum (Reichenbach f.) Pfitzer forma album Asher ex O. Gruss & Roeth (2000)
Distribuzione: Filippine
Foglie: 6-7, fino a 30 cm di lunghezza, 4-5 cm di larghezza strettamente ellittiche, colore verde chiaro opaco, sostenute da una chiglia longitudinale prominente nella parte inferiore
Infiorescenza: 2-8 fiori, fino a 75 cm di lunghezza, steli pubescenti
Fiori: 10-16 cm di larghezza
Pianta terricola, a volte litofita, raramente epifita, trovata sulle colline calcaree e le scogliere, dal livello del mare a 1500 metri di altitudine
Fioritura variabile, generalmente, in tardo inverno fino a primavera, multifiore con fiori ben distanziati su uno stelo eretto e pubescente.
Specie di grandi dimensioni, strutturata con più di 5 foglie che possono raggiungere anche 40 cm di lunghezza e oltre 4 di larghezza.
Desidera temperature da serra calda/intermedia con temperature più fresche, minimo 12 gradi, nel periodo invernale.

Coltivazione:
In vaso con substrato misto di bark, torba fibrosa o sfagno, perlite e granuli di pietra calcarea (le indicazioni sono di massima e fanno riferimento a materiali facilmente reperibili in Italia, altre soluzioni sono possibili), il composto va tenuto sempre umido. Fertilizzazioni nella norma.
Attenzione nella stagione fredda, i ristagni d’acqua tra le ascelle dei germogli giovani possono prcurare marciumi.

Nota: la foto rappresenta una pianta delle collezione Guido De Vidi, può essere usata per scopi non commerciali con richiesta a info@orchids.it

Dendrobium striolatum

Eccoci nuovamente con una specie davvero particolare tanto da essere, per la forma “grassa” delle sue foglie, scambiata anche per una succulenta (Carpobrotus glaucescens). Le sue foglie infatti dalla forma tubolare e dalla terminazione appuntita la rendono somigliante a questo tipo di piante. Seppur non comunissima, questo tipo di foglia si definisce teretiforme, un altro esempio di pianta con questa caratteristica forse più familiare agli orchidofili è la Brassavola nodosa.

Dendrobium striolatum

Il Dendrobium striolatum Rchb.f., Hamburger Garten- Blumenzeitung 13: 313 (1857) presenta i seguenti sinonimi:
Homotipici:
Callista striolata (Rchb.f.) Kuntze, Revis. Gen. Pl. 2: 655 (1891).
Dockrillia striolata (Rchb.f.) Rauschert, Feddes Repert. 94: 447 (1983).
Heterotipici:
Dendrobium teretifolium Lindl., Edwards’s Bot. Reg. 25(Misc.): 32 (1839), nom. illeg.
Dendrobium milliganii F.Muell., Fragm. 1: 88 (1858).
Dendrobium striolatum var. beckleri F.M.Bailey, Syn. Queensl. Fl., Suppl. 1: 55 (1886).
Dockrillia striolata subsp. chrysantha D.L.Jones, Austral. Orchid Res. 3: 9 (1998).
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Il genere Cyrtorchis

Le orchidee del genere Cyrtorchis sono stellari, delicate e profumatissime: la specie tipo (Cyrtorchis arcuata) è la più presente nelle collezioni amatoriali.

Genere:
Origine del nome: dalle parole greche “kirtos” curvati e “orchis” testicoli, nome assegnato alla famiglia delle Orchidaceae – La parola ‘orchis’ la usò per la prima volta Teofrasto (371/372 – 287/286 A.C.), nel suo libro “De historia plantarum” (La storia naturale delle piante). ….probabilmente per la somiglianza dei tuberi di cui era dotata la specie di orchidea ogetto di studio.

Il genere Cyrtorchis è stato stabilito da Rudolf Schlechter, in Die Orchideen, 596 (28 Novenmbre 1914); ed in Engl. Jahrb. liii. 599. Attualmente è composto da circa 16 specie.

Collezione Guido De Vidi – diritti riservati

Specie tipo: Cyrtorchis arcuata (Lindley) Schlechter (Angraecum arcuatum Lindley).
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Hygrochilus parishii sinonimo: Vandopsis parishii

Hygrochilus: il dizionario “Orchid genera” di Peggy Alrich e Weslet Higgins fa riferimento a 2 specie, forse considera – Hygrochilus parishii var. marriottianus (Rchb.f.) Pradhan – come specie, ciò scritto, gran parte della letteratura lo considera un genere mono specie:
Hygrochilus parishii
Sottofamiglia: Epidendroideae • Tribù: Vandeae • Sottotribù: Aeridinae • Genere: Hygrochilus Pfitzer (1897).
Hygrochilus , pochi collezionisti hanno dimestichezza con questo nome di genere, pur avendolo da anni nella loro collezione… io sono fra quelli!!
Questa specie è più nota come Vandopsis parishii, ma in questo caso, Ernst Pfitzer, che per primo la collocò in un nuovo genere aveva buone ragioni per farlo, ci vollero molti anni per accettare le sue valutazioni, però…
vandopsis_parishii_fioreHygrochilus parishii (Veitch & Rchb.f.) Pfitz. è stato scoperto per la prima volta da Charles Parish in Myanmar (Birmania) nel 1862. Parish inviò una pianta al giovane Reichenbach, che la descrisse in suo onore in Gardeners’ Chronicle nel 1867 come Vanda parishii. Nel 1897, Ernst Pfitzer creò un nuovo genere, Hygrochilus appunto, nel quale sistemò quest’unica specie per la particolarità del suo labello.
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Laelia purpurata (gracile x delicata)

E’ fiorito in questi giorni un bel cultivar di Laelia purpurta (gracile x delicata).
Se non ricordo male è una divisione di un esemplare proveniente dalla – purtroppo – “ex collezione” Sergio Buda di Udine. La sua collezione di orchidee – quando era in auge – era una delle migliori in assoluto… ora non esiste più, ma per fortuna molte divisioni continuano a vivere da me. La specie descritta in questo post ne è la prova.

laelia_-purpurata_gracxdel_laelia_purpurata_gracxdel_f Laelia purpurata Lindley & Paxton 1852-3
Sottogenere: Crispae, sezione Crispae Pfitzer
Sinonimi: Bletia Casperiana Rchb. f. 1862 – Bletia Purpurata Rchb.f 1861 – Lemaire 1852 – Cattleya Casperiana Rchb.f 1854 – Cattleya purpurataLaelia Casperiana Rchb.f 1859; Laelia Wyattiana Rchb.f 1883 – Sophronitis Purpurata (Lindl. & Paxton) C. Berg & M.w. Chase 2000

Laelia purpurata è inclusa nella sezione Cattleyodes.
E’ una specie epifita di grande dimensione a sviluppo simpodiale (può raggiungere anche 60 cm), produce pseudobulbi snelli, unifoliati, foglie oblunghe, erette (30 cm.) e vive nelle zone costiere di Rio de Janeiro, Sao Paulo, Santa Catarina e Rio Grande do Sul.
Laelia purpurata fiorisce a tarda primavera. I fiori misurano generalmente 10 – 12 cm, ma possono essere anche più grandi. Ogni infiorescenza produce solitamente 4-5 fiori di colore notevolmente variabile.
Questa specie non è molto esigente e può essere coltivata come le Cattleya, sia su zattera che in vaso. Predilige temperature da serra intermedia con buona luce ed ambiente ventilato; bagnature e fertilizzazioni regolari nella fase vegetativa, substrato moderatamente secco d’inverno.
Laelia purpurata ha suscitato e continua a suscitare sempre grande interesse, il motivo principale è forse l’enorme variazione di colore dei fiori all’interno della specie.
Sono note oltre 100 varietà, ad esempio: lavanda, concolor, semi -alba, bianca, vinicolor, delicata, forme blu e varie tonalità dei labelli.
Anche se tutte queste varianti sono solamente “cultivar” della stessa specie, molti orchidofili trovano motivi sufficenti per creare collezioni esclusive ed Associazioni specifiche.
Sulla Laelia purpurata si può scrivere un libro intero, tante sono le cose da raccontare da quando è stata scoperta (Francois Devos 1847), a partire dal nome Laelia, che molti orchidofili vorrebbero mettere in discussione.

Note storiche
La specie fu scoperta da Francois Devos nel 1847, lungo il litorale interno della provincia di Santa Catarina, in occasione di una grande raccolta di orchidee da esportare in Europa per conto di M. Verschaffelt.
Le prime orchidee raccolte in quella occasione, giunsero in Inghilterra ed in Belgio; fiorirono per la prima volta nelle serre di Backhouse (Inghilterra Contea di York), 5 anni più tardi.
Fu presentata una pianta fiorita nel Luglio del 1852 alla Royal Horticultural Society di Londra per essere classificata e descritta dal botanico e tassonomista Lindley, che la denominò appunto, Laelia purpurata.
Nota: sai elencare quante e quali varietà di Laelia purpurata sono presenti nelle fornitissime collezioni brasiliane?