Archivi categoria: Tecnologie

Tutto quello che serve per l’impiantistica degli spazi attrezzati: serre, orchidari, loggie ed altro.

Patacche…se le conosci le eviti

Su internet capita di trovare la pubblicità di miracolosi impianti fog a basso costo, per serre di orchidee.
Ecco due esempi nelle foto.

1 – Così come proposti sono pericolosi per l’assoluta mancanza delle più elementari norme di sicurezza elettrica.
a)- Foto a sinistra, aggeggi da eliminare qualora fossero già installati: kit estremamente pericoloso con parti in tensione 220 Volt esposte al contatto e accessori elettrici non a norma.
b)- Foto a destra, tentativo di protezione elettrica malamente riuscito, accessori di gestione non idonei per l’uso indicato (micro switch metallici non protetti, impiantistica di gestione e comando con tecnologia obsoleta, funzionamento a 220 volt).
Al giorno d’oggi, la tecnologia digitale e la domotica consentono di gestire complessivamente ed a costi accettabili, le esigenze di automatizzazione in serra, umidità, temperatura, telecontrolli e telecomandi di apparecchiature, luci sensori ecc.

2 – Sono inefficaci per produrre nebbia, quella vera, che si ottiene solamente con l’ausilio di pompe ad alta pressione (70 bar), e non con una pompetta in uso nelle macchinette da caffè di uso domestico.

3 – L’impiantistica idraulica realizzata è soggetta a dannosi gocciolamenti, ad intasamenti da alghe, calcare ed altre impurità, non garantisce un duraturo funzionamento nel tempo e non soddisfa nemmeno le minimali esigenze di produzione nebbia in piccole serre.

Osservazioni:
La produzione ed il controllo dell’umidità nella coltivazione di orchidee è uno degli aspetti più importanti per la loro qualità di vita e va trattato con la massima professionalità, a volte, spendere un po’ di più per l’acquisto di tecnologie valide, fa risparmiare tempo e denaro negli anni a venire.

Acqua piovana…come recuperarla?

Lo sappiamo bene noi orchidofili che l’acqua è un bene prezioso e non va sprecata, e ancor di più che la valenza dell’acqua piovana rispetto a quella del rubinetto è maggiore.
I trattamenti che l’acqua subisce per essere resa potabile o comunque “legalmente” buona da bere sono a volte eccessivi, aggiunta di cloro, trattamenti ai raggi U.V. per eliminare la carica batterica e chissà quanti altri che non conosciamo.
Sta di fatto che avere a disposizione per noi collezionisti di orchidee dell’acqua piovana per le nostre piante equivale ad avere una bottiglia di buon vino particolarmente pregiato da stappare in particolari occasioni.
Come fare allora per avere a disposizione un po’ di quest’acqua? Continua a leggere

Arriva l’estate, orchidee fuori…e le vacanze?

Come trovare un angelo custode per le nostre orchidee quando si va in vacanza?… ed inoltre dove come e quando portarle fuori
Sono due temi di grande attualità che interessano tutti i collezionisti, sia chi coltiva in serra che il neofita con due Phalaenopsis sul balcone.
L’idea di scrivere qualche cosa su questi aspetti della coltivazione, l’ha suggerita Carla di Gradisca d’Isonzo con questa mail:
...”Volevo fare una proposta a tutti gli amici di questo sito .Durante il periodo estivo è più facile allontanarsi da casa per periodi lunghi ,ma le nostre orchidee a chi lasciarle ? E’ un problema serio. Magari alcuni di noi abitano vicino senza saperlo e allora perché non darci una mano reciprocamente durante le assenze? Le nostre orchidee ci ringrazieranno. Mando qualche foto della mia”” residenza” estiva . Buone fioriture a tutti”…
Come si può vedere nelle foto inviateci da Carla, lei ha già sistemato all’esterno le sue orchidee diversificando anche l’ambientazione; ad esempio appendendo sotto gli alberi quelle che possono prendere tranquillamente l’acqua piovana e proteggendo quelle fiorite con una leggera struttura organizzata. Questa è una soluzione, quante altre sono possibili? Invia anche tu qualche foto
al blog – info@orchids.it – della tua sistemazione esterna, magari motivando anche il perché della scelta…noi la pubblicheremo su “ORCHIDEE SOS VACANZE” Una nuova pagina del blog messa a vostra disposizione, per chiedere e dare aiuto alle coltivatrici ed ai coltivatori amatoriali in difficoltà.

“ORCHIDEE, SOS VACANZE” un pronto soccorso virtuale al quale poterci rivolgere per cercare aiuto in caso di assenza durante le vacanze estive.
Come ha evidenziato Carla nella sua mail, per molti appassionati è un problema serio, noi mettiamo a disposizione questo spazio, per poter chiedere aiuto, ma anche per dare assistenza a chi lo chiede.

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Di serra in serra…gran fermento nel Club

Che bello…le serre crescono come i funghi in Orchids Club Italia 😉

E’ pur vero che la passione per le orchidee è come un virus assai contagioso…ma, parafrasando i medici quando i loro pazienti sono tutti a letto con l’influenza: qui siamo in presenza di vera e propria pandemia, nel nostro caso, da “serravirus”
Sì, care amiche ed amici delle orchidee, qui non si scherza! Fantasia, genialità ed inventiva, stanno facendo buon gioco alla nascita di serre amatoriali, totalmente o parzialmente auto costruite dai nostri soci.

Noi le seguiremo passo passo, monitorando le varie fasi dello stato di avanzamento dei lavori.
Ora vi mostriamo la fase embrionale della serra di Marco Belleri e di C&G. A breve pubblicheremo anche la soluzione di recupero di una struttura esterna da adibire a serra…progetto di Amedeo, architetto di San Marino che, si fa per dire… si auto progetta la sua serra.

Marco Belleri abita ad Artogne (BS), Val Camonica, vicino al Lago d’Iseo. Marco di professione fa l’ingegnere e come tutti noi ha la grande passione per le orchidee. L’approccio alle maliarde lo ha coinvolto sempre più intensamente, al punto da decidersi ad intraprendere la grande avventura della costruzione di una serra per la coltivazione delle sue orchidee.
Io l’ho vista agli albori e vi posso garantire che è un gioiello ad incastri, quasi un “lego”.
Eccola nella foto sotto, spero che Marco troverà il tempo per darvi qualche risposta alle domande che sicuramente invierete sul blog.

La serra di Marco: struttura in legno con pannellatura in policarbonato

In quel di Treviso sta sorgendo la serra di C&G
C&G è l’acronimo di Carlo Ivano De Marchi e della sua compagna Gabriella Muraro, lei insegnante di professione e sensibilissima naturalista, lui personaggio eclettico, curatore del verde e valido conoscitore del mondo vegetale ed animale.
Recentemente hanno ultimato la loro nuova e bellissima dimora nella periferia est di Treviso e come si vede nella foto sotto, ancor prima di acclimatarsi nella loro residenza, stanno già pensando alla dimora per le orchidee…ed altro 😉


Serra addossata a sud ovest della casa: struttura in profilato zincato/imbrunito, con tetto in policarbonato e pareti in vetro camera.

Il prossimo problema da risolvere per entrambi è l’impianto “cooling”per il raffreddamento estivo.
…attendiamo documentazione avanzamento lavori.

Come controllare la temperatura massima e l’umidità in serra

Fog e cooling, parole magiche, ovvero: in serra, fatti il tuo “fog” e/o il tuo “cooling”su misura

Qualche anno fa, mettiamone una ventina, di serre amatoriali per la coltivazione delle orchidee ce n’erano ben poche in giro dalle nostre parti.
I motivi di questo freno: costi proibitivi dei materiali e delle implementazioni tecnologiche, quindi, quei pochi appassionati di orchidee coltivavano in situazioni veramente difficili.
Paradossalmente, il problema principale ed anche più costoso era il controllo della temperatura massima da mantenere all’interno della serra.
Mentre nelle serre, per così dire a coltivazione standard (ortaggi, talee ed altro), ci si poteva anche accontentare di aperture più o meno automatizzate, le nostre serre amatoriali dovevano e devono rispondere anche al costante mantenimento di una certa umidità relativa dell’aria, purtroppo questa esigenza risulta incompatibile con aperture, in quanto fonti di repentine essicazioni dell’aria.
La tecnologia che consente una corretta ed economica gestione di temperatura ed umidità interna alla serra amatoriale è quella già applicata su larga scala nelle serre professionali e cioè in estrema semplificazione: “il raffrescamento evaporativo”
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