Dendrochilum convallariaeforme var. convall

Nome di specie accettato: Dendrochilum convallariaeforme Schauer, Nov. Actorum Acad. Caes. Leop.-Carol. Nat. Cur. 19(Suppl. 1): 429 (1843).

Sottogenere: Platyclinis.
Sezione: Eurybrachium.
Sinonimi: Acoridium convallariaeforme (Schauer) Rolfe, Orchid Rev. 12: 220 (1904).
Platyclinis bistorta H.Wendl. & Kraenzl. in H.G.Reichenbach, Xenia Orchid. 1: 169 (1856).
Acoridium bistortum (H.Wendl. & Kraenzl.) Rolfe, Orchid Rev. 12: 219 (1904).
Dendrochilum bistortum (H.Wendl. & Kraenzl.) J.J.Sm., Recueil Trav. Bot. Néerl. 1: 64 (1904).
Dendrochilum bicallosum Ames, Orchidaceae 2: 117 (1908).

Specie epifita, endemica in varie isole delle Filippine: Luzon, Mindoro, Visayas e Mindanao ad altitudini fra 300 e 1900 metri. Questa specie cresce bene su alberi di quercia posti nei crinali ombreggiati.

Descrizione della pianta
Pianta a sviluppo simpodiale con pseudobulbi raggruppati lungo un breve rizoma orizzontale.
Gli pseudobulbi sono fusiformi e piriformi, misurano 1,9 – 4,5 centimetri di lunghezza e 0,3 -0,8 centimetri di diametro. Gli pseudobulbi giovani sono coperti da brattee che diventano fibrose e resistenti con la maturazione. Le foglie sono picciolate, oblanceolate, acuminate con gli apici ottusi. La foglia adulta, sottile e strutturata con varie nervature, misura da 5 – 22 centimetri di lunghezza e 2 – 5 centimetri di larghezza.

L’infiorescenza
L’infiorescenza compare con la foglia nuova. Il peduncolo è eretto tendente a curvare e il rachide è indipendente. I fiori alternano in forma distica e sono distanziati fra lor 1,5 – 3,0 millimetri, le torsioni del rachide formano una spirale cilindrica.

I Fiori
Il colore dei fiori varia da sfumature biancastre e opache del marrone, giallo, verde e rosa salmone. Su un’infiorescenza possono formarsi anche più di 50 fiori. I sepali e petali sono molto aperti, il sepalo dorsale è a forma oblunga, lanceolata con l’apice acuto e ottuso. I sepali laterali sono leggermente obliqui. I petali sono a forma lanceolata ed hanno gli apici ottusi e subacuminati. Il labello è oblanceolato a sagoma ellittica con apice subacuminato. Le misure labello 3,2 4,5 millimetri di lunghezza e 1,6 3,5 millimetri di larghezza. La colonna è dritta.

Profumo dei fiori
Leggero odore di muschio bagnato.

Stagione di fioritura
In natura sono state viste piante fiorite nel mese di Maggio, Ottobre e Dicembre. Le piante in coltivazione nell’emisfero settentrionale fioriscono in primavera (Marzo – Aprile).

Coltivazione
Questa specie può essere coltivata sia in vaso che su zattera, richiede ambiente ombreggiato e temperature intermedie: non ha bisogno di significativi periodi di riposo.

Specie simili
Dendrochilum copelandii
Dendrochilum ecallosum
Dendrochilum propinquum
Dendrochilum convallariaeforme var minor
Dendrochilum convallariaeforme è spesso confuso con Dendrochilum bicallosum, descritto da Ames nel 1908
Henrik Pedersen ha ridotto Dendrochilum bicallosum come sinonimo, perché quella di Ames era una ri-descrizione di Dendrochilum convallariaeforme e Dendrochilum bistortum.
Pedersen ha scritto (1997) che il disegno di Dendrochilum convallariaeforme pubblicato da Pfitzer e Kranzlin è probabilmente Dendrochilum cornutum o di altra specie di quel gruppo.

L’epiteto “convallariaeforme” si riferisce alla somiglianza con “Lily of the Valley” (Convallaria spp – Mughetto). Il sinonimo Dendrochilum bicallosum è stato così nominato a causa dei due calli sul labello.

A Budapest in ordine sparso, a metà tra farsa e commedia.

… la partecipazione espositiva italiana al “15° European Orchid Congress and Show”, intendo!

La commedia
Le Valchirie, metafora evocata dalla patrecipazione all’EOC di Budapest, di una fantomatica “Associazione Orchidofile hobbiste italiane”, iscrittasi notte tempo, altro non erano che la rappresentazione goffa di un trucchetto vecchio come il mondo: fare i portoghesi.

Radio scarpa racconta che “le aitanti fanciulle dai lunghi capelli biondi”, così sono rappresentate le Valchirie nella mitologia, si sono dileguate nel nulla, insieme ai lupi che cavalcavano: Odino aveva bisogno di guerrieri valorosi, probabilmente le avanguardie non lo erano.

Per la verità, non si trattava di bionde ragazze, la realtà era più desolante: la grande invenzione “Associazione Orchidofile hobbiste italiane” è stata pensata ed attuata da un anziano emigrante di ritorno in cerca di gloria, in collaborazione, per dirla con le parole del vice-ministro Martone, di uno “sfigato” dirigente ATAO. Nell’ultima stesura delle associazioni amatoriali iscritte all’EOC, non si trova più traccia: spariti!
Tutto qua? Sì tutto qua, e allora?

Purtroppo non c’è limite alla vergogna. I nostri baldi protagonisti, abbandonato l’impossibile ruolo delle Valchirie, non solo per questione di capelli, hanno deciso di farsi Cuculi. Pare che, lancia in resta, il migrante e l’amico, vadano a deporre le uova… pardon, le orchidee – non si sa di chi – negli spazi espositivi dell’unico Commerciante italiano presente con uno stand di vendita, all’evento di Budapest.

La farsa
Metà farsa e metà commedia. Vista dalla parte dell’Associazionismo hobbistico, questa vicenda ha dell’incredibile, e vanno stigmatizzati senza se e senza ma, quanti prestano il fianco a tanto squallore.
A Budapest, l’Italia orchidofila amatoriale sarà rappresentata dall’AIO, ma con quale serenità potremo inviare le nostre orchidee a testimoniare l’orgoglio hobbistico nazionale, in presenza di simili “porcate”?
A questa domanda non so dare una risposta, provo solamente tanta tristezza: tutto scorre…speriamo.

Dendrobium speciosum, gli esemplari di Alfiero

Alfiero Furlan, il mio “muratore di fiducia”, sì proprio così, la sua passione per le orchidee è nata tanti anni fa in occasione di un restauro della mia abitazione. Alfiero, allora titolare di una piccola impresa edile artigianale, fra una cariola di malta e una di mattoni, si infilava nella serra delle orchidee per ammirare quei fiori strani. Ricordo che rimaneva interi minuti davanti ai fiori leggiadri di una Barkeria ciclotella in piena fioritura.
Qualche anno dopo andammo insieme a Trieste a recuperare la serra di Nevio Ogrizovich piena di Cymbidium.
Fu così che Alfiero iniziò il suo viaggio fra le orchidee. Persona eccezionale, sempre disponibile ad aiutare nelle mostre, con umiltà e con esuberante partecipazione.
Era una settimana che mi chiamava al telefono – Guido, vieni a vedere il mio Dendrobium speciosum in fiore, c’è la fila, ma desidero che tu lo veda è stupendo – finalmente, oggi pomeriggio sono andato a trovarlo.

Eccolo nella foto a sinistra, l’esemplare di Alfiero, circa 40 steli fiorali.
Sono anni – esordisce Alfiero – che aspetto di vedere qualche fiore, quest’anno ho sistemato la pianta per terra, nell’angolo ad ovest della serra, pochi gradi sopra lo zero, sai con quel che costa scaldare…ed ecco la sorpresa. Sono veramente felice – aggiunge Alfiero – visibilmente emozionato.
La serra di Alfiero, piccola e spartana è acerba, le piante di orchidee si confondono con altre famiglie vegetali, i Cymbidium lussureggianti fanno bella mostra, e là in alto a destra ecco l’angolo dei Dendrobium delicatum. A farla da padrone però è questo gigante di quasi 2 metri, sì questo in foto, Platycerium biforcutum?
Il 25 Aprile prossimo, sarà esposto nella nostra mostra di Spercenigo.
Bravo Alfiero e grazie… basta così, noi ci capiamo al volo.

Rewind: Francis Bauer e le sue orchidee

Dipingere orchidee

Franz Andreas Bauer (1758-1840) fu un pittore botanico. Fu molto meno noto del fratello Ferdinand (1760-1826), il cui nome è legato all’illustrazione di Flora Graeca. Non di meno Francis, come venne chiamato successivamente, ci interessa in questo blog dedicato alle orchidee perché parte molte delle sue opere ritraggono specie di orchidee botaniche sia native dell’Austria, paese nativo, che dell’Inghilterra, dove andò a vivere, che piante fiorite nelle serre dei già allora famosi Giardini Reali di Kew. The Orchid Paintings of Franz BauerGrazie al sapiente uso del microscopio trasferì immagini dettagliate della struttura di varie parti delle orchidee, dal fiore nel suo insieme, al labello, alla colonna, al frutto, fino ai minuti semi. Dr. Lindley scelse 28 opere di Bauer a cui ne aggiunse 7 di proprio pugno per pubblicare Illustrations of Orchidaceous Plants (1830-1838). Il libro che vi consiglio, The Orchid Paintings of Franz Bauer, raccoglie immagini provenienti da diversi Musei e Biblioteche presenti in Europa, che “nascondono” tesori di inestimabile valore scientifico e artistico. Ciascuna delle 63 opere sono accompagnate da note introduttive del genere e quindi della specie in questione. Molti di questi disegni non sono altrimenti visibili, perché finora mai pubblicati. I critici ritengono che le opere dei fratelli Bauer siano a tutto oggi quanto di meglio sia mai stato eseguito.

Nota: in sguito ad un vecchio backup tecnico del sito, gli articoli scritti antecedentemente, appaiono come “Redazione”, se non ricordo male, questo post è stato scritto da Alberto Grossi nel 2009.

Phalaenopsis lobbii

Questa specie deliziosa è abbastanza difficile da far crescere perchè il suo folto apparato radicale tende a sovvrapporsi alle foglie impedendone lo sviluppo.

Anche Phalaenopsis lobbii, come tante altre specie di orchidee, ci racconta la storia della sua scoperta. Era l’epoca nella quale i venditori organizzavano le ricerche di nuove specie vegetali, le coltivavano e contribuivano anche alla descrizione scientifica delle nuove piante poste in vendita… altri tempi, altri tempi!!
phal_lobbii_2Nella foto: Phalaenopsis lobbii var. flava

Nome accettato: Phalaenopsis lobbii (Rchb.f.) H.R. Sweet, Genus Phalaenopsis 53. (1980).
Basionimo: Phalaenopsis parishii var. lobbii Rchb.f., Refug. Bot. 2: pl. 85. (1870).
Sinonimi e varietà:
Phalaenopsis decumbens var. lobbii (Rchb.f.) P.F. Hunt (1971)
Polychilos lobbii (Rchb.f.) Shim (1982)
Phalaenopsis lobbii f. flavilabia Christenson (2001)
Phalaenopsis parishii f. flava O. Gruss & Roellke ex Christenson (2001)
Doritis lobbii (Rchb.f.) T. Yukawa & K. Kita, Acta Phytotax. Geobot. 56: 156. (2005).
Doritis lobbii f. flava (O. Gruss & Roellke ex Christenson) T. Yukawa & K. Kita (2005)
Nota: Studi basati sul DNA, hanno evidenziato caratteristiche genetiche vicine ai generi Doritis e Kingidium, ma il nome di specie accettato rimane Phalaenopsis lobbii (Rchb.f.) H.R.Sweet.
Doritis lobbii f. flavilabia (Christenson) T. Yukawa & K. Kita (2005)
Phalaenopsis lobbii var. vietnamensis O. Gruss & Roeth (2006)
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