Cesaria Evora: un pensiero alla diva dai piedi nudi

Cesaria Evora si è spenta serenamente nella sua isola a 70 anni, tutti vissuti intensamente e cantando!

Era solo lo scorso settembre quando Cesaria Evora, la diva capoverdiana dai piedi nudi si era ritirata dalle scene. Era stanca, non ce la faceva più e aveva bisogno di tornare nella sua terra.

Capo Verde: Cesaria Evora – Sodade Una vita da romanzo dickensiano la sua: orfana a 7 anni, subito spedita in collegio, la sua voce non passa inosservata e la sua fama presto, da bar in bar, si diffonde dapprima in tutto l’arcipelago capoverdiano. Solo a 50 anni la sua fama raggiunge l’Europa: il successo è subito strepitoso, è la regina incontrastata della morna, genere “cugino” del fado portoghese.
Orchids.it racconta il mondo delle orchidee, ma non solo, cerca anche di legare un filo con le notizie del mondo.
Ricordare, e non potevamo che farlo con un fiore di orchidea, questa grande interprete della canzone è uno di quei momenti che vanno fermati nelle pagine di questo giornale.

Bésame Mucho cantata da Cesaria Evora:

Bésame mucho è il titolo di una canzone scritta nel 1940 dalla messicana Consuelo Velázquez prima del suo ventiquattresimo compleanno. Secondo la stessa Consuelo Velázquez la canzone fu composta prima ancora che lei desse il primo bacio.

Testo in italiano
Baciami, baciami tanto
Come se questa fosse l’ultima notte
Baciami, baciami tanto
Perché ho paura di perderti
Di perderti, poi

Baciami, baciami tanto
Come se questa fosse l’ultima notte
Baciami, baciami tanto
Perché ho paura di perderti
Di perderti, poi

Voglio sentirti molto vicino
Guardarti negli occhi
Vederti accanto a me
Pensa che forse domani sarò lontano
Molto lontano da te

Baciami, baciami tanto
Come se questa fosse l’ultima notte
Baciami, baciami tanto
Perché ho paura di perderti
Di perderti, poi

Baciami, baciami tanto
Come se questa fosse l’ultima notte
Baciami, baciami tanto
Perché ho paura di perderti
Di perderti, poi

Laelia anceps

Laelia anceps var. ‘delicata, – Collezione Guido De Vidi

Laelia anceps Lindley 1835
Sottogenere Laelia
SEZIONE: Podolaelia
Sinonimi: Amalia anceps (Lindl.) Heynh. 1846; Amalias anceps [Lindley] Hoffmannsegg 1842; Bletia anceps [Lindley] Rchb.f 1863; Cattleya anceps [Lindley] Beer 1854; Laelia barkeriana Knowles & Westc. 1837;
Dimensione dei fiori: da 6.25 a 10 cm.

Descrizione
Specie epifita di medie dimensioni a portamento cespitoso endemica in Messico e più raramente in Honduras; si trova a un’altitudine di 500-1500 metri. Pseudobulbi ovati-oblunghi, compressi, spigoli acuti, appiattiti ai lati con 1 o raramente 2 foglie apicali,coriacee, oblunghe-lanceolate. Dall’apice degli pseudobulbi (autunno – primavera) spuntano lunghi steli fiorali (da 60 a 120 cm.) con infiorescenze inguainate e distiche. I fiori fragranti(4 o 5) sono color lavanda pallido con labello rosso intenso e nella parte centrale giallo / rosso a strisce.

Note storiche
Il genere Laelia è stato istituito nel 1931 da John Lindley, in “Genera and Species of Orchidaceous Plants”. Inizialmente il genere Laelia comprendeva due specie: Laelia grandiflora e Laelia autumnalis.
Nel 1835 il vivaio inglese Loddiges & Sons importa nuove piante, che Lindley descrive nel Botanical Register come Laelia anceps. Fra le righe della descrizione, Lindley commenta: “This plant is equal in beauty to any of the Cattleyas.”La ritengo un’opinione non condivisibile, ma in quel frangente così la pensava Lindley.
Laelia anceps, vista la sua facilità di coltivazione è considerata l’orchidea ideale del “principiante”. Cresce rapidamente e fiorisce regolarmente con fiori spettacolari ma, a causa di queste sue peculiarità è spesso considerata banale nelle collezioni.
A dire il vero, per molto tempo, anch’io ho relegato questa specie fra le piante della mia collezione, per così dire “trascurate” ed è così che inspiegabilmente ha cominciato a mostrare segni di crisi – pseudobulbi secchi, sviluppo stentato ed altri segni di sofferenza – al punto da richiamare più attenzione e più amore.
Laelia anceps raggruppa un grande numero di forme diverse, dalla forma alba a tutte le variazioni di colore, e le strutture del fiore.
A tal riguardo la storia racconta molti aneddoti, tipo l’asta del 1884, nella quale una varietà di Laelia anceps importata in Inghilterra da Frederick Sander, quasi bianco puro ad eccezione di un disco giallo sul labello e poche righe viola sulla parte interna dei lobi del labello, fu acquistata dal signor BS Williams per 30 ghinee, nominata in seguito: Laelia anceps var. williamsii.
Molti sono gli articoli legati ai consigli di coltivazione di questa specie, fra tutti mi piace ricordare la citazione di M.L. Kienast-Zolly, apparsa nel Gardens Chronicle del1887 che descrive le condizioni della specie nel suo habitat.

“Questa orchidea è sempre incontrata ai confini della foresta vergine, cresce sui tronchi degli alberi esposti a un sole potente e vento, spesso aggrappata alla roccia ..durante la stagione delle piogge, da maggio ad ottobre, le piante sono quotidianamente inzuppate … e sono completamente bagnate durante la notte, (al mattino) un vento forte e fresco proveniente dalle vette più alte comincia ad asciugare le piante, opera che il sole cocente completa, (poi) la tempesta quotidiana le inzuppa da capo …in queste condizioni, Laelia anceps cresce con straordinario vigore, ed i fiori si formano verso la fine di ottobre o novembre, proprio quando gli pseudobulbi arrivano al loro sviluppo perfetto.
Verso la fine di febbraio, nuove radici spuntano dalla base degli pseudobulbi …la pioggia è fine, quasi come nebbia …questa pioggia è troppo debole per saturare le piante.”

Le temperature che Laelia anceps accetta (e gode!) Sono estreme. Da minime invernali di 2 ° C e massime estive di 36 ° C.

Christensonella pumila ex Maxillaria plebeja

Foto e descrizione della specie: Christensonella pumila

Il nuovo genere Christensonella
AUTORI: Szlachetko, Mytnik, Gorniak & Smiszek
PUBBLICAZIONE: Polish Bot.J. 51(1): 57 (2006) (2007).
Sottofamiglia: Epidendroideae – Tribù: Cymbidieae – Sottotribù: Maxillariinae
ETIMOLOGIA: Nome del nuovo genere dedicato a Eric Alston Christenson (1956).
SPCIE TIPO: Christensonella nardoides
(Kraenzlin) Szlachetko, Mytnik, Gorniak & Smiszek – nom. illeg. (Maxillaria nardoides Kraenzlin)

max_plebeja_2max_plebeja_3 Nella sua prima classificazione questa specie assume il nome Maxillaria pumila Hook., Bot. Mag. 64: 3613 (1837). Il nome di specie cambia con la descrizione fatta da Rchb.f nel 1859, che non deve averla apprezzata molto, tanto poco da chiamarla per l’appunto “plebeja” ovvero dal latino plebei “insignificanti-poveri”.
Questa specie è interessante anche sotto l’aspetto scientifico-botanico, a tal proposito è interessante la lettura di questo studio apparso su Oxfordjournals.

christensonella_pumila_fiorchristensonella_pumila_pian Con le ultime revisioni tassonomiche, questa specie è inclusa in un nuovo genere e diventa:
Christensonella pumila (Hook.), Szlach., Mytnik, Górniak & Smiszek, Polish Bot. Journal 51(1): 58 (2006). 3613. 1837.
Basionimo:* Maxillaria pumila Hook., Bot. Mag. 64: 3613 (1837).
Sinonimi: Maxillaria funerea Lindl., London J. Bot. 1: 188 (1842).
Maxillaria plebeja Rchb.f., Hamburger Garten- Blumenzeitung 15: 57 (1859).
Maxillaria parva Rolfe, Bull. Misc. Inform. Kew 1895: 193 (1895).
Maxillaria minuta Cogn., Fl. Bras., Orchid. 3(6): 68. (1904).
Maxillaria spannagelii Hoehne, Arch. Inst. Biol. Defesa Agric. 3: 310 (1930).
Maxillaria minuta var. minor Hoehne, Arq. Bot. Estado São Paulo 2: 136 (1952).
Christensonella minuta (Cogn.) Szlach., Mytnik, Górniak & Smiszek, Polish Bot. Journal 51(1): 58 (2006).

Christensonella pumila fa parte di un gruppo di circa 20 specie epifite, e/o litofite, cespitose, endemiche nelle foreste collinari (umide o secche a seconda della stagione), del Messico del sud, della Bolivia, Guianas, del Brasile e nel Nord Argentina (Misiones).
Questo gruppo di orchidee miniatura, precedentemente incluse nel genere Maxillaria, ora sono sistemate nel genere Christensonella, ma anche questa nuova collocazione presenta degli aspetti ancora da definire.
C. pumila è una deliziosa orchidea miniatura da clima caldo e ventilato. Gli pseudobulbi, elongati ed ovoidi sono avvolti alla loro base da vari foderi imbricati, color marrone e portano una singola foglia verde apicale, eretta, un po’ carnosa.
Dalla base inguainata spunta lo stelo fiorale (1.5 cm.) con un’ infiorescenza solitaria ed eretta. Il piccolo fiore, singolo, ha la colonna snella e un po’ curva. E’ di colore marrone o marrone-rosso con segmenti diffusi. Il labello trilobato e curvo, nella sua metà apicale è interamente scuro.
Recentemente (5 Agosto 2008) è stato pubblicato un articolo interessante su Annals of botany nel quale è possibile seguire i risultati di uno studio sul genere Christensonella.
Gli obiettivi principali dello studio sono stati quelli di analizzare compiutamente le specie del genere per proporre una classificazione più stabile. Per realizzare questi obiettivi filogenetici sono stati studiati i dati di sequenza del DNA e la diversità citologica all’interno del genere Christensonella.
Sono emersi dei dati assai utili alla scienza della tasonomia, ad esempio, dai risultati dello studio si evince che la specie C. pumila ha in se le caratteristiche di specie unica ed invece, in altre specie del nuovo genere, rimangono ancora dei quesiti non risolti… l’incertezza nel grande “mare” rappresentato dalle “Maxillaria”, purtroppo continua.

Scaphosepalum microdactylum

Scaphosepalum microdactylum Rolfe Bull. Misc. Inform. Kew 1893: 335 1893
SEZIONE: Distichium Luer 1988
Etimologia del nome di specie: si riferisce alla forma del sepalo mediano
Dimensione fiore [5 mm]
Luoghi di diffusione: Messico, Guatemala, Honduras, Nicaragua, Costa Rica, Panama, Colombia e Ecuador nelle foreste pluviali montane ad altitudini da 200 a 2600 metri.
Orchidea epifita e/o terrestre piccole dimensioni (miniatura), da clima freddo intermedio strutturata con sottili ramicauls avvolti da 2 a 3, guaine tubolari che trasportano un unica foglia apicale, eretta, coriacea, strettamente ellittica. L’infiorescenza si forma alla base del ramicaul con brattee floreali oblunghe, oblique, acute, conduplicate ed apre in progressione, un fiore singolo al di sotto o appena sopra l’altezza della foglia.

Sinonimi: Scaphosepalum elasmatopus Schltr. 1913; Scaphosepalum longirepens Ames 1921; Scaphosepalum pittieri Schltr. 1906; Scaphosepalum standleyi Ames 1925

Scaphosepalum microdactylum è una specie molto fiorifera, raramente è senza fiori. Ogni infiorescenza mostra in sequenza un piccolo fiore viola dalla lingua a testa di serpente. Di particolare interesse è il fatto che i fiori sono in realtà capovolti, con il sepalo dorsale posizionato nella parte inferiore. Non ci è dato di sapere se il posizionamento dei fiori di questa specie, sia la conseguenza o la causa delle ridotte dimensioni dei petali e del labello rispetto alle altri parti, sta di fatto che le funzioni fondamentali per favorire l’impollinazione sono assolte dai sepali. Il sepalo dorsale funge da labello, fornendo una piattaforma di atterraggio per l’impollinatore, mentre i sepali laterali posti ad arco invitano ed aiutano gli impollinatori ad entrare nei profondi recessi del fiore.

Coltivazione
Clima freddo intermedio, luce filtrata e umidità costante – la specie soffre asciugature del composto – ambiente ventilato. Vista la prolificità nella formazione di infiorescenze si consiglia di sistemare la pianta in fasi forati, questo per consentire la fuoriuscita degli steli anche attraverso il substrato che deve essere molto vaporoso: sfagno o fibra vegetale. Fertilizzazioni equilibrate e a piccolissimi dosaggi.

12-15 Aprile 2012, tutti a EOC-Budapest… ma non, solo in gita!

12 – 15 Aprile 2012 EOC-Budapest, Hungarian Orchid Society organizza la 15esima edizione del più importante evento orchidofilo itinerante europeo.
L’evento, già organizzato per 2 edizioni in Italia – Roma e Padova – raccoglie, sia l’aspetto culturale e scientifico (conferenze, congressi e recensioni scientifiche), sia l’occasione espositiva professionale ed amatoriale.
L’Italia amatoriale, rappresentata a livello internazionale dall’Associazione Italiana di Orchidologia (A.I.O.) è presente in questi eventi, con proprio stand espositivo, sin dal 1994 (EOC di Hannover).
Si ha notizia che l’A.I.O. è già al lavoro per presenziare anche in questa 15esima edizione: presenziare significa partecipare alle varie assise scientifico-culturali, ai giudizi, ma anche ed oltrettutto, portare piante fiorite in esposizione.

Questo post vuole essere un appello in favore di una generale sensibilizzazione dei tanti collezionisti amatoriali italiani affinché mettano a disposizione le loro piante fiorite per questo evento.

Orchids Club Italia ha confermato il proprio impegno attivo e si è già messo a disposizione dello staff organizzativo dell’AIO.
Appuntamento a Budapest, quindi… ma non, solo in gita: mettiamo in mostra l’orgoglio del collezionismo orchidofilo italiano!