La mamma di Gianni è volata in cielo

Ieri, verso le ore 11 del mattino, la mamma di Gianni, Ardea, ha lasciato la sua Venezia per l’ultimo viaggio verso l’infinito.

Forse ora sarai un po più solo caro Gianni, la tua Venezianità non avrà più l’ancora, ma tu saprai ugualmente cogliere gli impulsi delle tue radici e sarà la tua mamma a guidare il tuo cuore: non importa se non la vedrai più, lei sarà nella stanza accanto, a sorriderti.


Tutte le amiche e gli amici delle orchidee ti sono vicini in questo momento triste, coraggio Gianni.

Ti giungano le più sentite condoglianze da parte di tutta la grande famiglia di Orchids Club Italia.

Questo piccolo mazzettino di orchidee ci rappresenta tutti, uniti attorno a te.

Oncidium varicosum

Oncidium: orchidee ballerine anche con la nomenclatura tassonomica

Fra le innumerevoli specie appartenenti a questo genere di orchidee, quella che ci affascina per lo splendore dei suoi fiori e nello stesso tempo ci fa ancora discutere per la sua incertezza tassonomica è l’Oncidium varicosum var. rogersii.
Il fascino scaturisce dalle sue infiorescenze dai grandi labelli color giallo canarino, che ci ricordano le danzatrici dei quadri di Renoir mentre si librano leggiadre nell’aria.

Quella che noi conosciamo come Oncidium varicosum var. rogersii è solo forma o specie assestante?

Non tutti sono d’accordo nel considerare l’Oncidium dal grande labello color giallo luminoso, una varietà dell’Oncidium varicosum, ad esempio le descrizioni in Flora Brasiliensis di Martius (Carl Friedrich Philipp von Martius – Erlangen, 17 Aprile 1794 – Monaco, 13 Dicembre 1868, medico, botanico ed antropologo), evidenziano differenze sostanziali al punto da considerarle due specie diverse. Alcune ricerche effettuate all’Herbarium del Kew Garden e nel Museo di storia naturale di Vienna, hanno dato ulteriormente spessore a questa tesi.
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Quiz: un’orchidea da scoprire

Piccolo aiutino:
Dopo essermi perso nel grande mare delle Pleurothallidinae, senza venirne a capo, posto questa foto sul blog per il quiz di fine settimana.

Rimane da scoprire il genere e la specie di questa miniatura originaria del centro America.

Ecco una foto dei fiori.

Più macro di così, col mio macinino non “macro” 😆

Altro indizio da prendere con le pinze:
potrebbe essere
Trichosalpinx orbicularis?

La struttura della pianta e gli imbuti lungo i fusti mi orientano in questo senso, ma….altri particolari non mi convincono.

SOS orchidee spontanee

Apro questo post con la pubblicazione integrale di una mail inviataci da un’appassionata orchidofila di S.Donà di Piave.

…”Mi chiamo Maya “………..”e abito a S. Donà di Piave, da tempo mi perdo negli spazi del vostro meraviglioso blog, rubando e facendo mie tutte le informazioni che riesco a scovare per poter curare al meglio le mie, poche ma pur sempre splendide creature e anche per conoscere e capire realtà diverse e più complesse che, per natura, mi stimolano e incuriosiscono.
Ho anche, pur nella mia profonda timidezza, trovato il coraggio di lasciare un piccolo saluto di presentazione nello spazio riservato agli sos.
Vengo al dunque per non tediarla troppo con prolisse presentazioni: qualche giorno fa, durante una conversazione con mio cognato, responsabile del consorzio per le acque delle province di Venezia e Padova, vengo a sapere che in una zona paludosa qui vicino, presto verrà costruito un grande complesso commerciale ed alberghiero e che, proprio lì, a detta di un esperto agronomo, collaboratore del consorzio, ha posto radici e fiorisce in precisi periodi dell’anno una piuttosto estesa “colonia” di orchidee selvatiche bianche di non ben precisata specie che verrebbe del tutto distrutta con l’intervento delle ruspe e la bonifica del sito. Ora, mi rendo conto che le informazioni non sono precise e piuttosto scarne ma la domanda che sorge spontanea è: Che si fa in questi casi? Si lascia che padre cemento copra senza pietà e per sempre queste delicate creature o si può fare qualcosa perché almeno se ne possa salvare qualche esemplare? Lo chiedo a lei perché forse, nella sua sconfinata conoscenza ne sa già qualcosa o forse sa, nel caso, darmi una risposta esauriente perché l’idea di sapere questa cosa e di star qui, ferma a guardare, non mi sorride affatto, il mio problema è che, anche andando di persona in quel posto, non avrei la benché minima idea di dove cominciare a guardare se non so cosa cercare… La saluto cordialmente e con profonda ammirazione, aspetto fiduciosa una sua risposta e resto a sua disposizione per ogni informazione riuscirò a trovare in merito a questo argomento.
Buona giornata…”

Questa informazione, assai emblematica per significare quanto è difficile conciliare l’equilibrio ambientale con la violenza della cosiddetta “urbanizzazione” ci consente di spezzare sin da subito una lancia in favore della natura.
Il luogo in questione, è in zona Praello, vicino a Marcon, in Provincia di Venezia.
Intanto, dobbiamo subito ribadire che tutte le orchidee spontanee esistenti in Italia sono rigorosamente protette dal CITES, incluse in appendice I , in quanto specie vegetali in forte pericolo di estinzione.
Proprio su questo blog, in qualche vecchio post sulle orchidee spontanee si discuteva sul divieto di raccolta (qualche esemplare) in questo caso siamo in presenza di un possibile sterminio di un intera colonia.
La domanda che sorge spontanea è questa: i politici ed i tecnici incaricati alla pianificazione urbanistica di quel territorio, prima di disegnare e stabilire le zone urbanizzabili avrebbero dovuto fare delle attente osservazioni ambientali “peculiarità e presenza di flora e fauna protetta”, all’evidenza i conti non tornano.
A breve la signora Maya ci documenterà ulteriormente, nel frattempo spero ci si senta tutti mobilitati: qualsiasi notizia nel merito è utile.
Grazie Maya per la sensibilità manifestata, tutto quello che riterrete interessante potete anche inviarlo direttamente sullo spazio dei commenti di questo post.