Archivi tag: orchid

Cattley, Swainson, Lindley…: storia di una leggenda

Cattleya labiata: la sua scoperta, storia e leggenda.

William Cattley (1787-1835) era un mercante benestante abitante nei dintorni di Londra, a High Barnet. Era conosciuto anche per la passione per le piante, grande collezionista ed esperto coltivatore.Cattleya labiata - Coll. Bot. Come in uso in quei tempi incaricò un giovane botanico ed artista, John Lindley (1799-1865), di comporre un florilegium delle piante più rare che era riuscito a far fiorire nelle proprie serre (Lindley usufruì del momento per farsi sponsorizzare una delle sue prime opere, Digitalium Monographia). Ciò che ne uscì fu un piccolo capolavoro. Lindley disegnò molte delle tavole presenti in Collectanea Botanica, fra cui Trizeuxis falcata, fiorita a Cattley nel 1820 e Vanda [Aerides] multiflora, fiorita sempre a Cattley nel 1822. Nessuno ancora sapeva che la descrizione e la raffigurazione di Cattleya labiata sarebbe stato l’inizio di un ‘movimento sussultorio’ negli animi di molti avventurieri, orticultori, botanici e orchidofili per quasi un secolo.
Continua a leggere

Un artista e la sua Stanhopea

Ho conosciuto Giorgio Merlonghi di persona ad una mostra collettiva di Illustrazione Botanica contemporanea che ho curato nel 2005, lui era uno degli artisti che esponevano. Era la prima volta che curavo questa mostra e l’inaugurazione con le autorità, gli artisti e gli invitati aveva aggiunto sudore ad una giornata già calda di inizio settembre. Dopo il discorso e la visita guidata alle opere esposte finalmente ebbi il tempo di godere della frescura degli alberi dell’Orto Botanico di Lucca, ospitante appunto la mostra. Con tavolozza e pennelli in mano vidi Giorgio alle prese con le prove di colore del disegno di una Thunbergia erecta. Era la prima volta che vedevo un pittore al lavoro. Dopo un primo momento di timido imbarazzo iniziammo a parlare di piante, di pittura, di vita. Due anni dopo nella stessa sede ho organizzato una personale di Giorgio Merlonghi. Tra le oltre 60 opere esposte c’era anche l’acquerello di una Stanhopea nigroviolacea, secondo il mio parere una delle opere facente parte del periodo più florido e stimolante dell’autore. Nel 2008 proposi alla American Orchid Society di riprodurre sulla propria rivista mensile Orchids questo lavoro accompagnato da una scheda botanico-colturale. Venne pubblicato (Orchids 77 (5): 380-382). Successivamente la Swiss Orchid Foundation ha fatto richiesta di inserire tale immagine tra l’iconografia della specie rappresentata.
Stanhopea nigroviolaceaCol suo permesso, oltre all’immagine, vi sottopongo anche quanto l’artista ha detto a proposito della lavorazione di questo acquerello. “Ho dipinto questa Stanhopea a La Mortella, il giardino botanico  creato sull’isola di Ischia da Lady Walton, moglie del defunto Sir William Walton, acclamato compositore. La Stanhopea fu dipinta alla luce naturale, in quanto per la mia esperienza questo è il miglior modo di cogliere i colori e verificare il tocco del pennello. L’orchidea cresceva in una serra; la meraviglia dei fiori e la loro intensa fragranza mi ripagava dell’alta temperatura e umidità. Dovevo stare attento a che gocce d’acqua non cadessero sul foglio di carta. Dipinsi per primi i fiori, perché cambiano in fretta, si muovono e appassiscono in fretta. Iniziavo a dipingere alle 9 del mattino e finivo alle 7 di sera. L’unica pausa concessa era alle 2 del pomeriggio quando la campanella annunciava che il pranzo era servito sulla terrazza di Lady Walton’.

Magia della natura

Quiz per Novembre

… mi rendo conto che è vergognosamente facile questo quiz, ma tanto per scappar fuori dalla depressione di questa giornata Novembrina, buia ed uggiosa, diamo un’occhiata a questa foto che mostra la capsula seminale di una specie epifita, endemica in vari paesi del centro e sud America.
Domande:
1 – nome di genere e di specie e loro significato.
2 – sinonimi.
3 – lunghezza della capsula, più o meno di 2 cm?

Christensonia vietnamica ‘Konstantina’

Una specie deliziosa rimasta nascosta fino ai giorni nostri
Questo cultivar dai fiori color verde lo dedico alla mia futura nuora Konstantina che ama il colore verde pastello.

La storia
Una volta scoperte, alcune orchidee rimangono per diverso tempo nel limbo in attesa della loro identità e questo stato di “oblio tassonomico” si verifica anche ai nostri giorni. Christensonia vietnamica è per certi aspetti l’emblema di quanto scritto poc’anzi. Probabilmente questa orchidea è stata vista anche nel passato, ma le vicende storiche e politiche del Paese dove vive (Vietnam), forse hanno contribuito a tenerla nascosta fino a pochi anni fa.
Christensonia vietnamica Haager 1993
Sottofamiglia: Epidendroideae.
Tribù’: Vandeae.
Sottotribù: Aeridinae.
Le prime piante di questa orchidea sono state scoperte dal botanico Ceco Jiri Haager durante una spedizione geologica nel Vietnam del sud.
La specificità della nuova orchidea ha suggerito alla comunità scientifica internazionale di collocarla in un genere assestante (1993).
Al nuovo genere è stato assegnato il nome di “Christensonia” in onore al grande impegno profuso dal tassonomista Eric Christenson nel settore delle Vandacee.
Il genere Christensonia è costituito da un’unica specie (Christensonia vietnamica), ed è quindi monotipo: il nome specifico (vietnamica), fa riferimento al suo paese di origine.

Descrizione
Christensonia vietnamica è un’orchidea epifita di piccole dimensioni a sviluppo monopodiale con foglie laterali bilobate e vive in zone pianeggianti ad altitudini non superiori ai 100 metri.
I fiori sono relativamente grandi rispetto alle dimensioni della pianta, si formano su corte infiorescenze semi erette a gruppi di 4 a volte anche 7, sono di colore verde chiaro con un pronunciato dente cilindrico ed il labello bianco.
In coltivazione, Christensonia vietnamica fiorisce in tarda estate.
Morfologicamente è molto vicina alle Aerides, Rhynchostylis, Renanthera, probabilmente assomiglia di più alla V. flabellata comunemente conosciuta come Aerides flabellata.

Coltivazione
Christensonia vietnamica richiede ambienti luminosi, ma leggermente più ombreggiati delle cugine Vanda.
Il substrato di coltivazione in cestino può essere costituito da bark molto grosso per consentire alle radici consistenti e carnose di insinuarsi con facilità e va tenuto sempre umido.
Può essere coltivata anche su zattera (soluzione che io preferisco) ed in questo caso, soprattutto in coltivazione fuori serra, va nebulizzata più volte il giorno. Durante la stagione dello sviluppo e della fioritura le fertilizzazioni possono essere somministrate anche settimanalmente. La frequenza va ridotta a metà durante la stagione fredda: concime 20.20.20 diluizione mezzo grammo per litro d’acqua.
Questa specie non presenta particolari problemi ed è assai resistente agli attacchi patogeni: possiamo tranquillamente considerarla di facile coltivazione.