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Una domenica speciale

Davvero così…speciale.
Iniziata con la telefonata a sorpresa di un nuovo amico, del quale avevo visto le foto in internet, al quale ho rotto le scatole per qualche settimana, ma col quale ho avuto modo di scambiare interessanti informazioni sulle orchidee spontanee del nostro meraviglioso territorio.
Lui si chiama Isidoro Barattin, micologo, avvicinatosi alle orchidee spontanee per scommessa, ha dedicato oltre 15 anni alla ricerca, mappatura e fotografia delle orchidee della sola provincia di Belluno, riuscendo a censirne ben 54 specie diverse, una enormità se pensiamo che in tutta Italia il numero di specie presenti è di 120 (contando poi anche le subspecie si arriva a 250 circa).
Chiacchierando con lui ho avuto modo di sapere come avviene l’impollinazione in date specie ed altre cose di interesse botanico che spero avrà il tempo di approfondire con me in futuro e delle quali farvi partecipi in questo blog.
Il secondo incontro è con una nuova amica appassionata di orchidee sia spontanee che coltivate (leggasi non spontanee) Mara, che ha dimostrato subito di essere preparata in materia.
La giornata ha condotto me, Carlo Ivano, Gabriella, Mara e Giovanni (Guido invece ci ha dato buca, ma con giustifica 😉 ) verso un areale visitato anche lo scorso anno, dove scoprii l’Epipactis palustris bianca, fenomeno raro già di per sè, ma il fatto che lo rese particolare fu il trovarne e contarne ben 21 esemplari.
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Ssssssst…silenzio, parlano le orchidee.

Entrare nella serra di Guido è sempre, almeno per me, un’esperienza quasi mistica, quando si apre la porta si entra in un’altro mondo, si fa una sorta di visita virtuale in paesi tropicali mai visti, raccontati però attraverso il colore e spesso anche il profumo dei fiori delle loro orchidee.
Così, una volta tanto, lasciamo parlare loro, le orchidee, con i loro colori e le loro forme…una semplie carrellata di immagini, senza alcuna nota botanica…buona visione!
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Biotopi particolari a quattro passi da casa

Nonostante le temperature non troppo favorevoli delle scorse settimane e le pioggie incessanti, le orchidee spontanee non si sono fatte spaventare e sabato, dopo un giro perlustrativo, inaspettatamente, ma con mia somma gioia, alcune orchidee hanno già cominciato a ravvivare i prati con i loro colori.
foto Massimo Morandin
Prima fra tutte, rivelandosi la regina della primavera nella mia zona, l’Orchis mascula (L.) L., Fl. Suec., ed. 2: 310 (1755) che sarà presumibilmente seguita da Listera ovata, Neottia nidus-avis e Cephalanthera longifolia.
La zona di ritrovamento presenta un biotopo particolare costituito da una piccola e stretta valle attraversata da un torrentello sempre alimentato, dove il sole illumina per poche ore primaverili/estive il mattino il versante nord rivolto a sud e la sera il versante sud rivolto a nord.
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Dendrobium, facili o difficili?

Un genere con oltre 1500 specie, tanto desiderate, temute e poco conosciute.

E’ assai difficile descrivere con semplicità e completezza le orchidee appartenenti al genere Dendrobium.
Questo genere assume il nome Dendrobium nel 1799 con la descrizione del botanico Svedese Olof Swartz (1760-1818), pubblicata su (Nova Acta Regiae Societatis Scientiarum Upsalensis ser. 2, 6: 82 (1799).
L’appellativo deriva dalla combinazione di due parole greche (dendron = albero e bios = vita) a significare la vocazione epifitica di gran parte delle specie appartenenti a questo genere (vita sugli alberi).

All’inizio erano note poche decine di specie, ora oltre 1500 e questo genere è uno dei più numerosi nella famiglia delle orchidee, la specie tipo è: Dendrobium moniliforme.
Il genere Dendrobium è presente in tutto il Sud Est Asiatico e nel continente Australe. E’ un genere molto complesso, sia per la forma e dimensione delle sue piante, che per esigenze biologiche e vive in habitat molto diversi, dalle pianure basse alle alte foreste umide.

Dendrobium farmeri
Collezione Guido De Vidi

Ci sono specie piccolissime, 5 centimetri ed altre enormi con fusti lunghi anche 4 – 5 metri, alcune hanno foglie caduche piuttosto che teretiformis e molte invece sono sempre verdi, disposte in sequenza distica oppure a foglia singola.
Le infiorescenze dei Dendrobium possono essere laterali, subapicali o apicali, munite di pochi fiori oppure con fitti pannicoli a forma di spazzola.

Questa breve introduzione del genere Dendrobium lascia subito intendere quanto è difficile cimentarsi nella coltivazione e non da ultimo anche nello studio scientifico.
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