Archivio mensile:Giugno 2014

Il genere Thunia: la specie tipo, Thunia alba, o marshalliana?

462px-Thunia_alba_as_Phaius_albus_spelled_Phajus_albus_-_Cur Nella foto a sinistra, disegno tratto da Reichenbachia – Frederick Sander, specie tipo del genere: Thunia alba, (Lindi.) Rchb. f.(1852) Syn. T. marshalliana Rchb.f.(1877)

Il nome del genere Thunia è stato dato in onore del conte von Thun Hohenstein di Tetschin, Boemia.
Prima, le specie erano incluse nel genere Phaius, effettivamente i fiori si assomigliano, ma ci sono differenze critiche. Ci sono circa 6 specie riconosciute valide.
La specie tipo è Thunia alba.

Thunia alba, ha un’ampia distribuzione in India nello Sri Lanka, fino a Myanmar, alla Cina, Tailandia e Malesia. Si trova nelle zone montane inferiori, a circa 600 – 1000 metri di altitudine, in boschi umidi e ombrosi, come terrestre o semi-epifita.

Sinonimi: Phaius albus Lindl. 1828; Phaius bensoniae Benth. 1881; Phaius niveus Hemsl. 1882; Thunia nivalis (Hemsl.) Rchb.f. 1888. Thunia marshalliana, Phaius marshallianus, Phajus marshallianus.
Le piante appartenenti a questo genere non hanno pseudobulbi, ma producono steli o canne carnose, lunghe da 30 a 90 centimetri, dotate di guaine fino diventare vere foglie nella parte alta degli steli, lunghe circa 20 cm. I fiori grandi, si formano su un racemo pendulo, e sono di colore bianco puro. Il labello è bianco nella metà basale, con cinque chiglie o creste, e una grande area sulla metà apicale, che va da arancione alla base al giallo nella parte anteriore. Le venature sono di colore arancione con un leggere sfumature marrone/viola.

013Le specie del genere Thunia sono molto resistenti. Vanno coltivate in vaso e sistemate in ambiente ventilato con luce filtrata. Il composto può variare in funzione della disponibilità di reperimento in loco, comunque si deve creare una miscela vaporosa, terriccio di foglie, terriccio fibroso, sabbia, corteccia e fertilizzante biologico liofilizzato. La temperatura minima consigliata di mantenimento invernale è di 4-10 gradi centigradi. Dopo la fioritura e appena il fogliame comincia ad ingiallire (Autunno), per favorire il periodo di riposo, sistemare la pianta in un luogo fresco e asciutto. Il periodo di riposo durerà tutto l’inverno, fino a primavera). E’ consigliabile il rinvaso annuale. Rinvasare appena compare una nuova crescita in primavera, pochissima acqua fino a quando si formano le nuove radici, quindi annaffiature regolari. I nuovi germogli sono molto sensibili alle marcescenze causate dall’acqua delle bagnature. Durante la fase dello sviluppo è bene intensificare le concimazioni, siano esse, biologiche o chimiche.
Piante mal coltivate produrranno stelo lungo, e raramente fiori. Ciò può essere causato da troppa acqua, calore al momento sbagliato, e mancanza di lungo riposo asciutto durante l’inverno. Completato lo sviluppo dei nuovi getti e prima della comparsa dei boccioli dei fiori, cessare le bagnature fogliari e sostituirle con regolari immersioni del vaso: durante la fase di sviluppo assicurarsi che la pianta sia in posizione luminosa e soleggiata.
Le piante possono essere facilmente propagate tagliando gli steli degli anni precedenti in pezzi di circa 15 cm. I pezzi andranno sistemati in un letto di sfagno in attesa dei nuovi germogli.

Qualche nota sulla tassonomia della specie

009 La foto a sinistra mostra i fiori di una pianta cartellinata come Thunia marshallianaRchb.f.(1877).
Come capita spesso nel mondo della botanica, anche questa specie presenta il suo dilemma tassonomico: qual’è il suo nome corretto?
La descrizione più recente risale al 1877, nella quale la specie in esame è classificata con il nome Thunia marshalliana in onore di Marshall, appassionato orchidofilo del fine i800, ma l’opinione generale tra i botanici, propende per accettare come nome di spoecie, Thunia alba, cioè quello assegnato nella descrizione del 1852.

Foto a sinistra mostra una pianta cartellinata comeThunia alba (Lindl.) Rchb. f. 1852

Tuttavia, confrontando le diverse illustrazioni, si possono notare delle lievi differenze, non tali però da fare due taxa separati. In sintesi si nota il labello più corto in T. marshalhana, mentre la sua peluria è più lunga e numerosa. Spesso viene citata la differenza di colore delle chiglie e delle venature del labello, ma tutte le descrizioni dei colori non sono costanti su questo punto, si evidenzia altresì che è una specie molto variabile.

Approfondimenti
Il genere: specie ed ibridi

Le uniche specie presenti nelle coltivazioni sono: Thunia alba, Thunia bensoniae, Thunia majorensis, Thunia marshalliana, Thunia venosa e Thunia winniana. Fra tutte, quelle più popolari fra i collezionisti sono: Thunia alba e Thunia marshalliana
A tutto il 1998 risultano prodotti questi ibridi primari:
Thunia Veitchiana, incrocio fatto nel 1885 (Thunia bensoniae x Thunia marshalliana); Thunia. Gattonensis, incrocio fatto nel 1917 (Thunia majorensis x Thunia winniana); Thu. Wrigleyana , parenti sconosciuti.
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Neobathiea spatulata

017 Neobathiea spatulata H.Perrier 1938

Questa specie del Madagascar vive nella mia serra da 20 anni e non ha ancora deciso di donarmi i fiori, io lo so il perchè, ma…

…”Sempre che ti domando che, quando, come e dove tu sempre mi rispondi chissà, chissà,chissà.
E così passano i giorni ed io disperando e tu, tu rispondendo chissà, chissà, chissà”…

… Chissà che con questa emozionante interpretazione di Omara e Ibrahim (al pianoforte Roberto Fonseca), chissà…

Bancale ‘GUIDO’ serie “evolution”, ideale per le tue orchidee

Vi ricordate questo prototipo di bancale per le orchidee? Tutte le realizzazioni tecnologiche, nella loro fase embrionale necessitano di modifiche e di perfezionamenti. L’azienda SerreGiardini di Mirandola, specializzata nella costruzione di serre amatoriali e tutto quello che serve per allestire spazi per la coltivazione delle orchidee, sta mettendo in commercio la seconda versione del “bancale intelligente”.

Ecco qualche flash in anteprima: a breve uscirà una recensione completa.
056060071015002 Questo modello evoluto nasce dalla collaborazione di SerreGiardini con vari cotivatori amatoriali di orchidee.

Come si può vedere nella foto a sinistra, tutto l’occorrente per realizzare il bancale, arriva imballato, dotato di istruzioni e attrezzature per il montaggio.

Le peculiarità del bancale ‘GUIDO’ sono:

a) – modularità, leggerezza e facile gestione fai da te.

b) – massima resistenza agli agenti atmosferici (struttura in alluminio, snodi in plastica e rete di contenimento in acciaio.

c) – possibilità di acquisto del kit per via telematica.

d) – istruzioni e attrezzatura per il montaggio, comprese nel kit.

e) – possibilità di ordinazioni su misura e fuori serie.

Grande facilità di assemblaggio.

Con qualche piccolo aiutino, l’assemblaggio può diventare anche motivo di gioco istruttivo per bambini – LEGO insegna – e in poco più di un’ora il bancale prende già la sua forma snella e funzionale.

La struttura si lega attraverso appositi snodi in materiale plastico e con l’ausilio di 12 viti di fissaggio a scomparsa.

Il modello di serie è largo circa 1 metro, alto poco più di 2 metri. La profondità articolata su 3 gradini misura 70 cm.

Il bancale può essere ordinato senza o con la griglia verticale, utile per il sostegno di zattere, tronchetti, vasi con piante che necessitano di più luce.

Il nome
Ringrazio SerreGiardini per aver nominato questa loro creazione con il mio nome proprio, ne sono onorato. Le soluzioni adottate hanno tenuto ben conto dei miei suggerimenti, frutto di tanti anni di esperienza nella coltivazione delle orchidee.

Questo bancale, opportunamente verniciato, può assumere anche la funzione di oggetto d’arredo nelle logge e verande di tutte quelle persone che coltivano le orchidee in casa, e come si può ammirare nella foto a sinistra, con una bella “mise en place” di orchidee fiorite è tutta un’altra cosa: la magia è servita!

Buona coltivazione, in questo bancale che ospiterete nella vostra dimora o nella vostra serra, ci sarà anche un po’ di me.

Encyclia alata: strano processo della fecondazione dei suoi fiori

Orchidee farfalla
encyclia_alata_1 Le orchidee appartenenti al genere Encyclia sono comunemente note con il nome “orchidee farfalla”, genere già compreso fra gli Epidendrum.
Per capire se ci troviamo in presenza di una specie appartenente al genere Encyclia piuttosto che al grande gruppo degli Epidendrum è utile verificare questa sommaria distinzione: le varie specie di Enciclia si sviluppano in forma simpodiale ed hanno gli pseudobulbi rigonfi, mentre gli Epidendrum si strutturano con pseudobulbi a canna.
Encyclia, nome di origine greca, riferito alla caratteristica avvolgente del labello attorno alla colonna, comune a molte specie del genere.

Questo post illustra una deliziosa specie e intende soffermarsi sullo strano comportamento dei suoi fiori.

Encyclia alata.
Il nome “alata” ben rappresenta le caratteristiche morfologiche del labello, che avvolge la colonna del fiore formando due ali.
encyclia_alataEncyclia alata (Bateman) Schltr.
E’ una specie abbastanza comune in Messico, Nicaragua e Costa Rica, prospera generalmente a basse quote.
Le infiorescenze sono molto lunghe (anche più di un metro) con parecchie decine di fiori grandi e molto profumati.
Fiorisce in estate e i fiori sono di lunga durata, caratteristiche che rendono la pianta molto adatta ad essere goduta in casa durante la fioritura e vi garantisco che la dolce e squisita fragranza emanata dai fiori, procura una piacevole e delicata sensazione.
In generale i fiori assumono forme strane, affascinanti, con colori appariscenti, a volte sono profumati proprio per attirare l’insetto impollinatore. Nella grande famiglia delle orchidaceae, il fiore impollinato – solo quello – appassisce e la pianta si dedica alla formazione e maturazione dei moltissimi semi racchiusi in una capsula che a volte assume grandi dimensioni ed in certi casi è più minuta.

Magie della fecondazione

Non tutti i fiori di orchidea si comportano in questo modo. In occasione dell’ultima fioritura di Encyclia alata, hanno attirato la mia attenzione i suoi steli fiorali con i fiori quasi tutti appassiti o già caduti. Con mia sorpresa scopro che gli unici fiori ancora belli e turgidi erano fecondati e se ne stavano in bella mostra all’apice delle loro rispettive capsule già rigonfie e gravide.

Questa peculiarità mi ha spinto ad approfondire il fenomeno. A riguardo, non ho trovato nessuna documentazione scientifica.
In buona sostanza il comportamento di questa specie attiva un processo opposto a quello che avviene nella norma: fiore impollinato appascisce. Anche in questo caso la pianta concentra le sue energie sui fiori fecondati, attivandole però in maniera completamente atipica. Invece di inibire il fiore impollinato e lasciare ancora attivi gli altri, procede in senso opposto: elimina velocemente tutti i fiori non impollinati e dedica le sue energie al compimento del processo chimico già in atto. Va anche evidenziato che i fiori fecondati, non solo rimangono carnosi e turgidi, ma tendono a pigmentarsi di color verde, questo processo può far pensare ad una loro funzione clorofilliana, in aiuto alla pianta madre.

Associazione Hortus Orchis: benvenuta in Orchids.it!

Una mattina dei primi giorni di Giugno, le poste italiane mi recapitarono un plico. Dentro, ben protetto, c’era un CD accompagnato da una lettera: mi scriveva Alfrisio Di Vita, Presidente di un’Associazione orchidofila bergamasca, che desidero pubblicamente ringraziare.
Devo dire il vero, scorrendo le parole della lettera accompagnatoria, ho provato una piacevole sensazione d’altri tempi: leggere su carta quello che ormai facciamo veicolare esclusivamente sui Social Network o con le “e-mail”, ne esalta i contenuti e spezza una lancia in favore dei rapporti epistolari ante internet.

Il Presidente Alfrisio Di Vita, fra l’altro, scrive:

…”seguo il suo blog e le devo ammirazione per la ricchezza dei dati e particolari che riesce ad inserire, rendendolo forse il più completo sito italiano. So che chi ha visitato le sue serre, è rimasto impressionato ed ammirato per la quantità e la bellezza delle piante. La mia collezione di orchidee Hortus Orchis è costituita da circa 300 generi botanici, alcune ormai scomparse dai luoghi d’origine ed altre rare in natura. Tutto è reso pubblico attraverso il sito www.hortusorchis.org.
0Per salvaguardare questa collezione, nel 2012 è nata l’Associazione Hortus Orchis, il cui scopo è la valorizzazione e la salvaguardia delle orchidee in collezione, il loro ulteriore sviluppo, e consegnare alle generazioni future ciò che forse non potranno più vedere in natura … [omissis]”… A nome dell’Associazione Hortus Horchis, le chiedo di inserire nei link del sito www.orchids.it anche il sito www.hortisorchis.org, e far condividere le esperienze e l’amore per le nostre orchidee. [omissis]… In questa occasione di contatto , mi complimento per il complesso lavoro di aggregazione, di divulgazione che sta facendo in questo campo, sperando che il tema conservativo diventi un fine per ognuno di noi”…

I ringraziamenti al Presidente li ho esternati telefonicamente ed in quella occasione è nata una simpatica e per certi aspetti, emblematica conversazione.

Sia io che lui, siamo un po’ avanti con l’età anagrafica, entrambi viviamo con le orchidee da parecchi lustri, ed il conversare ci ha portati indietro con i fatti e la storia dell’Associazionismo orchidofilo italiano.

E’ emersa la comune preoccupazione sulla conservazione delle poche e vere collezioni italiane: siamo rimasti senza risposta.
Si è anche convenuto che l’incontro con le orchidee è quasi sempre casuale e non voluto.

La “folgorazione”
La “folgorazione sulla via di Damasco” di Alfrisio con le orchidee avviene nell’agosto 1978, in occasione di una vacanza con la famiglia nello Sri Lanka, l’ex Ceylon, nome pieno di profumi, colori, e sogni esotici.

E’ stata Kandy la “Damasco” di Alfrisio, bella e antica cittadina all’interno, dove nel Tempio è conservata una reliquia del Budda. E’ accanto al Palazzo Reale, sulle rive di un lago artificiale, di fronte inizia una bella collinetta ben curata, elegante: era il giardino botanico. L’interesse per Budda, anche per la lunga attesa in coda, passa in secondo piano, la comitiva decide di far visita al Giardino Botanico Peradeniya, molto ben curato e fatto risalire al 1371 (l’Orto dei Semplici a Padova, nato con obbiettivi diversi è del 1545).
Dopo un breve girovagare tra fiori, bamboo giganti e piante d’alto fusto tropicali molto belle, il gruppo entra in una piccola serra “The Orchid House”.

L’incontro con le orchidee.
012“Non potrò mai dimenticare ciò che ho visto – racconta Alfrisio, – un vero shock, sono stato folgorato dalla quantità di orchidee, soprattutto Vanda e Aerides, dai colori, le forme, la straordinaria bellezza di questi fiori che non conoscevo.

Sono rientrato in Italia con quelle immagini, ossessionato da questa “scoperta” – continua il Presidente –
Nell’ottobre successivo, al rientro da Tokio, mi fermo a Bangkok e, nel turistico Rosen Garden, acquisto tre orchidee (Oncidium sphacelatum, Dendrobium densiflorum e un ibrido di Vanda, forse una Mokara, che muore subito). Le altre due fioriscono ogni anno ancor oggi.“Occupo” i retrofinestra di casa, da due, le orchidee divendano quattro, poi dieci, venti, poi ancora sedici, e così via.

Con il passare degli anni, la sua collezione cresce ed ora vanta trecento genereri botanici, con un migliaio di specie, oltre agli ibridi. …”E ancor oggi, quando vedo sbocciare un nuovo fiore, mi commuovo, mi entusiasmo come quasi quaranta anni fa.– sottolinea Di Vita, e con tono preoccupato, continua – Adesso l’obbiettivo è quello di trovargli un futuro, ma è molto difficile. Il solo pensare che anche questa collezione venga buttata come tante altre in Italia, mi fa star male”…

La collezione.
La collezione è ora inserita nella Associazione Hortus Orchis onlus, tutta documentata, catalogata, fotografata e visitabile sul sito www.hortusorchis.org, affinchè più amatori possano avvicinarsi a queste meraviglie della natura,
usufruire delle esperienze e dei dati raccolti per ogni orchidea. Riuscire a proteggere e tramandare questo straordinario patrimonio biologico, seriamente minacciato nei luoghi di origine, è il pensiero dominante del Presidente dell’Associazione.
In fondo, la preoccupazione di veder svanire nell’oblio o peggio ancora dover smembrare collezioni di orchidee, amorevolmente messe in piedi dall’anima degli appassionati, è un problema generale in Italia dove non esiste alcun supporto istituzionale e di tradizione in tal senso.

E qui, caro Presidente, andiamo a toccare il “tasto dolens” dell’associazionismo e del rapporto fra “mercato” e passione, ma questo sarà motivo di analisi in uno dei miei prossimi post.
Grazie Presidente!