CI SONO DEI VALORI NELLA VITA NON NEGOZIABILI, CHE NON SI MISURANO IN KILI O IN NUMERI; IMPORTANTE E’ AVERLI E ALL’OCCORRENZA SAPERLI DONARE
PORDENONE FIERE Ortogiardino, la fiera di primavera al via da sabato 4 a domenica 12 Marzo 2017.
Nel padiglione N° 5 FIORIRA’ Pordenoneorchidea, edizione n°17.
Come già scritto nel post di anteprima, questa edizione è dedicata al ricordo di una cara amica del mondo dei fiori e delle piante: Anna Maria Botticelli.
NOVITA’
Il leitmotiv dell’evento sarà: FLORIDEE
L’epiteto FLORIDEE è assunto a titolo di programma, per simboleggiare tutti i fiori, dipinti, coltivati, fotografati e raccontati.
Con questo spirito, il comitato organizzatore, in collaborazione con Pordenone Fiere Spa, indice la prima edizione del premio FLORIDEE, rivolto a pittori, coltivatori, fotografi e giornalisti italiani, distintisi nella rappresentazione del magico mondo della natura, dei fiori e del verde.
Premiazione: Domenica 5 Marzo ore 16.
DENTRO IL PROGRAMMA
Sabato 4 Marzo: L’arte della scenografia nel contesto di un evento floreale, raccontata da Alessandro Valenza, pluripremiato scenografo e collezionista di orchidee.
Domenica 5 Marzo, nel parter di Pordenoneorchidea, vernissage del pittore CIRO: il paesaggio, la natura dura, calda, luminosa, i fiori nel loro ambiente veneto.
Domenica 5 Marzo: IKEBANA DAY
Il fascino del sol levante, una giornata con il mondo dell’Ikebana, l’arte dei fiori “fiori viventi”, e Kadò, cioè “via dei fiori”, quale cammino di elevazione spirituale secondo i principi dello Zen.
Speciale per te: un laboratorio per FLORIDEE
Le conferenze, anzi no, parliamone insieme… nessuno nasce “IMPARATO”.
Alle 5 della sera, da lunedì 6 a venerdì 10 Marzo, un tavolo per scambiare esperienze, idee, e per conoscere meglio i confini della tua passione verde.
Espositori essenze varie.
Green Faser: fertilizzanti d’autore.
Green Express: I bonsai di Stefano.
Le Succulente di Giovanni Bracchitta
Le Tillandsie di Roberto Telli: Plantas y Viento
Le spezie esotiche.
E poi, i vini di Rauscedo, la cioccolatteria, oggettistica, libri e riviste.
Scenografia La ditta Serre Giardini con la quale è in atto una collaborazione pluriennale, allestisce una serra con pareti in vetrocamera, completa di tutte le automazioni indispensabili per la coltivazione di essenze esotiche. Tutti possono portare le loro orchidee in esposizione: telefonare a Guido De Vidi – 3495444568.
Dentro e fuori alla serra prenderà corpo l’esposizione di orchidee botaniche, che sarà sottoposta al giudizio dei visitatori.
LA SERRA E’ IN VENDITA, SARA’ CONSEGNATA E INSTALLATA A FINE FIERA.
NOTA: causa problemi di CITES non sarà presente Ecuagenera.
24 Gennaio 2017 – Gioielli in fiore nella collezione rio Parnasso: Acianthera purpureoviolacea (Cogn.) F.Barros 2002. Orchidea epifita di piccole dimensioni a sviluppo cespitoso, predilige ambienti umidi e fortemente ombreggiati.
Originariamente trovata nelle foreste brasiliane della costa di San Paolo e descritta come Pleurothallis purpureoviolacea. Cogn. 1896
Coltivazione La morfologia di questa specie, consente sia la colivazione su supporto legnoso che in vaso.
Non richiede periodi di riposo e prospera bene nella parte più ombreggiata della serra. Nelle coltivazion dell’emisfero nord, fiorisce in inverno.
Fertilizzazioni nella norma con concime equilibrato.
Genere
Il Genere Acianthera è composto da circa 177 specie.
Specie tipo: Acianthera ricurva (. Lindl) Pridgeon & M.W.Chase (2001).
Il genere Acianthera è stato proposto da Scheidweiler in Allgemeine Gartenzeitung 10 (37): 292 nel 1842, descrivendo Acianthera puntata, ora considerata sinonimo di Acianthera ricurva.
Il nome trae spunto dalla posizione dell’antera di alcune specie del genere.
Tra le altre caratteristiche, con alcune eccezioni, le specie del genere si riconoscono perché hanno fiori più o meno carnosi, con due masse polliniche, sepali laterali connati, che si formano in piccolo numero su ramicaule solitari all’apice di foglie sessili, ma a volte con la base che dà l’impressione di essere la continuità del ramicaule stesso.,
Nella foto a sinistra: Enzo Cantagalli, primo Presidente della Associazione Triveneta Orchidee.
Nell’ambito di “Orto giardino” 2014 l’edizione di Pordenoneorchidea è stata dedicata proprio a Enzo Cantagalli, per decenni attivo interprete del collezionismo orchidofilo del Nordest italiano. A poco più di quattro mesi dalla sua scomparsa, avvenuta a Pieris il 24 ottobre 2013, all’età di 90 anni, il mondo dei coltivatori di orchidee gli ha reso il tributo migliore.
In questi giorni dedicati al ricordo degli albori dell’Associazionismo orchidofilo del Triveneto (ora vien meglio dire del Nord Est), può essere utile a tutti risalire alla sua genesi, quella vera.
Un po’ di colpa della situazione attuale, anzi, “tutta la colpa” e sono in molti a dirlo, pesa sulle mie spalle. Per la verità qualche amico evoca anche i meriti, ma si sa, l’orchidofilia italiana, o, come qualcuno ama distinguere, l’orchidologia, è uno strano “terreno di coltura”, dove prospera di tutto e di più: esili embrioni ma anche muffe e parassiti che spesso hanno il sopravvento sulle cose buone.
Fino agli anni 70 non c’era proprio nulla di amatorialmente organizzato nell’orchidofilia triveneta, qualche appassionato gravitava con Natali, deus ex machina dell’associazionismo lombardo, qualche altro coltivava le orchidee con scopi commerciali o di prestigio, vedi ad esempio la serra del Conte Brandolini, dove i suoi giardinieri, insieme a tante altre essenze floreali, coltivavano orchidee acquistate in Francia, usate di volta in volta quale addobbo floreale nei saloni delle feste veneziane, ad uso esclusivo della nobiltà e della finanza: giova ricordare che i Brandolini sono imparentati con gli Agnelli.
L’utopia associativa
E’ in questo contesto che si insinua nella mia mente, la passione per le orchidee.
“Galeotto” fu l’approccio con un mio collega di lavoro, eravamo nei primi anni 80, entrambi si lavorava nelle centrali telefoniche della allora SIP. Lui si era ritagliato una certa notorietà per quel suo secondo lavoro con le orchidee. Secondo lavoro in quanto coltivava Cymbidium e da poco anche Cattleya, per vendere fiori recisi ai fioristi della zona, in pratica fu il mio iniziatore nel mondo delle orchidee. L’inizio fu tragico. Acquistai da lui, due piante di Cymbidium con gli steli in bocciolo, che ingiallirono e caddero prima di aprirsi, per mia imperizia, ma anche per assoluta mancanza di istruzioni da parte del venditore.
La mia avventura con le orchidee avrebbe potuto finire lì, ma non volli mollare ed acquistai il primo libro di orchidee, quello famoso di Rebecca Tyson Northen.
Affascinante quel libro, ma capii subito che il mondo dell’orchidofilia italiana di allora era un ambiente in mano a pochi e nella migliore delle ipotesi, per poterci entrare bisognava pagar “pedaggio”. I venditori erano dei lupi solitari e quei pochi che caldeggiavano l’associazionismo (ALAO, SIO e poco altro), in fondo lo facevano per inconfessati, seppur leggittimi tornaconti. Di quel periodo ho ricordi bui, umilianti, ma feci buon viso a cattiva sorte: mi premeva conoscerlo quel mondo, conoscerlo per ottenere quel minimo di informazioni utili a mettere insieme più appassionati.
Anche il mio collega di SIP era un “lupo solitario”, lui curava i rapporti con gli appassionati in modo personale, mai gli sarebbe venuto in mente di organizzarli in gruppo. La sua era una visione utilitaristica della coltivazione.
Anche i lupi solitari cercano compagnia.
L’opportunità di ampliare le mie conoscenze nel mondo delle orchidee, si presentò in occasione di un viaggio ad Albenga, in sua compagnia, lui aveva un appuntamento con Paolo Raffo della Valco, al quale avrebbe dovuto vendere alcune delle sue divisioni di Cattleya e mi chiese di accompagnarlo. Fatta un po’ di confidenza con Paolo Raffo, giovane gestore della Valco, non persi l’occasione per avere qualche notizia di suoi clienti, appassionati orchidofili della mia zona. Fu molto gentile Paolo, mi consegnò la lista in tre fogli dei suoi “clienti” delle “Tre Venezie”. Ed è quel titolo “Tre Venezie” che fece balenare nella mia mente l’idea del nome “Associazione Triveneta”.
L’inizio della grande idea
Fortunatamente conservo ancora questo ed altri documenti, ora più che mai importanti per certificare la vera storia della nascita dell’associazionismo orchidofilo del Nord Est italiano.
Sulla base di quella lista di “hobbisti” iniziai in solitudine, il lavorio di costruzione di un minimo di aderenti, raccogliendo indirizzi e contattando telefonicamente tutti i potenziali adepti. Non fu un lavoro facile, il vero impulso che mi diede la forza – ora si direbbe, di continuare a fare – fu l’appoggio incondizionato del mio grande amico Antonio Borsato e quel magico “feeling” nato con il gruppetto dei friulan-giuliani: Enzo Cantagalli, Nevio Ogrizovich e Sergio Buda.
In rappresentanza del Veneto, oltre a Borsato, aderirono anche Casagrande e Tiziano Avesani. Purtroppo, non riuscii a raccogliere nessuna adesione dal trentino.
Serviva un notaio per fare l’atto costitutivo, lo trovai e ci demmo appuntamento il 14 Marzo 1988 a Oderzo, nello studio del mio amico Notaio Dr. Helio Pierotti. Qualche giorno più avanti, ad opera di Antonio Borsato, valido amanuense, fu dato alle stampe anche il disegno del logo della neonata Associazione (eccolo nella foto a sinistra riprodotto su carta filigranata). Da buon utopista, allora non rivendicai nessuna carica, mi misi silenziosamente a disposizione nella neonata avventura, che presto iniziò a crescere.
Così è andata, nulla di più e nulla di diverso.
Fiorella Mannoia – La storia siamo noi (Live in Reggio Emilia)
…”E poi la gente
perché è la gente che fa la storia
quando si tratta di scegliere e di andare
te la ritrovi tutta con gli occhi aperti
che sanno benissimo cosa fare
Quelli che hanno letto un milione di libri
E quelli che non sanno nemmeno parlare
ed è per questo che la storia dà i brividi
perché nessuno la può fermare”…
De Gregori A distanza di 29 anni, rimane poca traccia dello spirito fondante. Onestà intellettuale vorrebbe che nessuno mettesse in discussione la vera paternità sulla nascita dell’ATAO, pare invece che si faccia di tutto per negarla o peggio, per manipolarla: chi coltiva orchidee sa che senza radici qualsiasi pianta muore.
Quel che si vede nella foto è un piccolo miracolo della natura. E’ quel che rimane della mia cara ed amata Vanda coerulea f. rosea.
Nella mia collezione di orchidee è arriavata tanti anni fa, un omaggio del compianto Enzo Cantagalli, amico orchidofilo di Pieris (GO).
Dopo qualche tempo di ambientazione, iniziarono le sue delicate fioriture, e divenne la preferita fra le mie Vanda.
Lei, però, non aveva molta voglia di crescere, nè tanto meno di produrre vegetazioni secondarie.
Passarono gli anni, ma di nuove piante nemmeno l’ombra. Ed è così che mi balenò l’idea di riprodurre la specie da seme: le operazioni di impollinazione e di semina furono seguite da Diego Ivan, un giovane biologo che da qualche tempo bazzicava nella mia collezione.
Commisi due errori:
1) – Impollinazione: la fecondazione dei fiori bloccò del tutto lo sviluppo della pianta, tanto da non riuscire più a riprendersi.
2) – Consegnare tutte le capsule mature al suo impollinatore: a distanza di anni non ho più notizie… e quel poco che filtra è equivoco.
Risultato: Pianta madre spacciata e nessuna notizia dei suoi figli.
Chi la dura la vince.
L’esperienza del vecchio coltivatore di orchidee mi ha insegnato a non mollare mai. Le orchidee sono dure a “morire”. Presi la decisione di proteggere la parte apicale di quel che rimaneva vivo del fusto, e lo inserii in una nicchia “nursery” trasparente, questo per creare condizioni ottimali di umidità e di temperatura.
Passsarono mesi, senza che nulla succedesse, ma poi, finalmente, dalla ascella di una foglia, da qualche giorno è spuntato un piccolo embrione di radice! Potete immaginare la mia felicità!
Ho buone speranze di salvare la mia Vanda coerulea f. rosea.
I suoi figli? Chissà!
Foto in evidenza: Pleurothallis Anna Maria Botticelli – creatore Alessandro Valenza.
Pordenoneorchidea… da sempre, una grande idea.
Eravamo a cavallo del 2000 quando i dirigenti della Fiera di Pordenone ci chiesero di organizzare un evento orchidofilo inserito nel contesto della fiera primaverile “Orto Giardino”.
Fu subito un successo, e rimase tale anche nel tempo perché l’evento seppe andare oltre la mera esposizione e vendita di orchidee: fu ed è ancora, spettaccolo, cultura, giornalismo e non da ultimo, set onirico dedicato, edizione dopo edizione, a persone importanti, del collezionismo, della botanica, della letteratura e del giornalismo.
Ricordiamo tutti, l’edizione dedicata a Enzo Cantagalli (indimenticato collezionista di orchidee), al botanico e scopritore di molte nuove specie di orchidee padre Angelo Andreetta, al poeta Pier Paolo Pasolini; e poi gli spettacoli, il teatro, l’attualità (presentazione del libro “A NOI” di Tommaso Cerno), l’arte, la musica, e da sempre, quella sottile linea invisibile che nel tempo ha fatto di Pordenoneorchidea, una famiglia.
Famiglia, che vede l’organizzazione fieristica in prima fila, alla quale, di volta in volta, porto il mio contributo scenografico e culturale.
Edizione 2017 dedicata a Anna Maria Botticelli, biologa, scrittrice e giornalista.
In questo contesto, si propone di dedicare l’edizione 2017 di Pordenoneorchidea, al ricordo di una cara amica giornalista che ora non è più fra noi: Anna Maria Botticelli.
Le orchidee, in fondo, sono state la sua vera passione. Nella presentazione del suo ultimo libro “ORCHIDEE” per l’appunto, lei citava il libro cinese Yi Jing o libro dei mutamenti: “Quando due amici si comprendono completamente le parole sono soavi e forti come il profumo di orchidee”
Ecco Anna Maria… proviamo a sognare parole soavi e profumo di orchidee.
Sono in programma alcune iniziative in suo onore:
– Pubblicazione di una sua biografia.
– Presentazione dei suoi libri, che saranno disponibili in fiera.
– Costituzione di un comitato d’onore che avrà lo scopo precipuo di dar vita ad un futuro premio giornalistico: ANNA MARIA BOTTICELLI, riservato a giornalisti italiani impegnati nel mondo dei fiori e della natura.
Esistono già diverse piante il cui nome di cultivar è stato dedicato ad Anna Maria.
Valenza ha anche registrato un ibrido di Pleurothallis da lui creato, assegnandogli il nome “Pleurothallis Anna Maria Botticelli”. Eccolo in anteprima in un disegno di una amica pittrice di Alessandro.
Ho chiesto collaborazione botanica e scenografica a Alessandro Valenza, che ringrazio calorosamente per la sua entusiastica adesione all’iniziativa.
NOTA E’ vietato qualsiasi uso della fotografia che riproduce il disegno del fiore, senza esplicita autorizzazione del proprietario.
ORGANIZZAZIONE GENERALE
Ricerche storiche, scenografie, realizzazioni tipografiche, pagine web e regia a cura di Silvia Barucci, Alessandro Valenza, Guido De Vidi, Mauro Cappagli.
Sarà gradita la collaborazione di quanti altri si renderanno disponibili, con proprie piante ed anche con presenza operativa alla realizzazione del sogno: inviate una mail di assenso a info@orchids.it
PROGRAMMA IN SINTESI
Dal 5 al 12 marzo.
Quest’anno Pordenoneorchidea si fa in quattro, anzi in cinque:
1 – Mostra di orchidee in un contesto scenografico essenziale – giudizi riservati al pubblico visitatore.
2 – Piante grasse: cactus e succulente – vita estrema.
3 – Tillandsie: piante del vento.
4 – Bonsai: ammirazione e perfezione.
5 – Ikebana: fascino d’oriente, un giorno con i maestri ad ammirare ed imparare.
Nel contesto del set espositivo sarà allestita una esposizione di arte figurativa a tema, e uno uno spazio didattico attrezzato, dove si terranno conferenze e dibattiti su vari temi: seguirà programma dettagliato.