Archivio mensile:Ottobre 2017

Oncidium (Trichocentrum) Florida Gold ‘Merkel’ AM/AOS – BM/DOG

Racconti
onc_florida_gold_1 Il collezionista di orchidee ha da raccontarvi una storia per ogni pianta che coltiva. Già, ma qual’è la sottile linea che demarca lo status di “collezionista” dal semplice appassionato di orchidee. Difficile a dirsi, e ancor più difficile è definire “collezione” un insieme di piante in coltivazione.
L’orchidea che descrivo in questo post faceva parte della collezione – grande collezione che ora non esiste più – curata da un collezionista udinese. La sua collezione ai massimi splendori metteva insieme qualche migliaio di orchidee, tutte molto particolari e selezionate. Vari problemi e incalzanti impegni professionali misero in crisi la sua collezione: era l’estate del 1995 quando, in un estremo tentativo cercammo di rimetterla in ordine rinvasando quasi tutte le piante rimaste in vita. Le vicende postume resero vano questo nostro generoso tentativo.
Quella volta, ricordo che “salvai” una pianta da morte sicura.
Era un Oncidium, per la verità quel che rimaneva, ovvero una parvenza di pseudobulbo abbastanza rinsecchito, ma ancora potenzialmente vivo: era già nel bidone delle piante da buttare. Ammaliato dal nome esotico scritto sul cartellino, raccolsi la pianta ed iniziai a coltivarla nella mia serra. Si riprese lentamente e dopo qualche anno fiorì e da allora, puntualmente a fine settembre inizi di ottobre si mostra in tutto il suo splendore.

Descrizione
onc_florida_gold_2Oncidium – ora Trichocentrum – Florida Gold ‘Merkel’ AM/AOS – BM/DOG 2009.
Ibrido primario fra Oncidium splendidum (seme) x bicallosum (polline).
Nome dell’ibrido originato da Alberts & Merkel, data di registrazione: 01.11.1964.
Pur essendo un ibrido stupendo è difficile trovarlo in vendita. Pare che i motivi siano duplici, il primo dovuto alla sterilità dei discendenti dei primi incroci, inpedendone di fatto l’utilizzo in successive ibridazioni ed il secondo derivante dalla relativa lentezza della crescita e quindi di scarso interesse economico e commerciale.

Entrambe le specie che hanno dato vita a questo ibrido primario, amano situazioni di cado secco e si adattano ad ambienti estremi. Sono comunemente note con il nome popolare di “orecchie di mulo” ed appartengono alla sezione Cebolleta istituita da Lindley nel 1850, conosciuti anche con il nome Plurituberculata, in riferimento alle protuberanze coniche presenti sulla cresta del labello.

Oncidium splendidum ha pseudobulbi, più o meno compressi, di colore solitamente verde, marrone opaco, da 3,5 a 5 cm di altezza. La foglia è solitaria, di solito di colore come il pseudobulbi, rigida, molto pesante e spessa, lunga 30 cm lunga e larga 7,5. L’infiorescenza è robusta, eretta, 1,2 metri di altezza. I fiori misurano circa 7,5 cm di lunghezza, di lunga durata, molto belli, sepali e petali simili, giallo brillante, pesantemente macchiati di colore bruno o bruno-rossastro, ondulati, piuttosto riflessi sulla punta. Il labello è molto grande, vivace giallo dorato, quasi piatto, lobi laterali piccoli e arrotondati, spesso soffusi di colore bruno agli apici. Fiorisce nella stagione calda, questa specie è originaria del Guatemala e Honduras ed è stata introdotta nelle coltivazioni europee nel 1862.
Oncidium bicallosum a volte descritto come simile a O. cavendishianum anche se è meno robusto e differisce da quest’ultimo per avere i suoi fiori in racemi, invece di una pannocchia, e con i lobi laterali più piccoli. Gli pseudobulbi sono sostanzialmente assenti e sono attaccati ad un robusto rizoma. Foglie fortemente coriacee, rigide, di solito gialle a forma di V. Le infiorescenze producono molti fiori lunghi più di 5,0 cm, di colore che varia da giallo a giallo-oro, spesso arrossati, o verde bruno, il labello è color giallo canarino luminoso, il callo è bianco punteggiato di rosso. I sepali ed i petali sono simili, con margini ondulati, il sepalo dorsale concavo, quasi incappucciati, i laterali più stretti. Il labello è trilobato. La fioritura avviene in autunno – inverno. Oncidium bicallosum è nativo del Messico, Guatemala e El Salvador. E’ stato introdotto in coltivazione europea nel 1842.

Dracula vlad-tepes: tranquilli, è un’orchidea!

Per entrare nel tema vampiri:

Prologo.
Vlad tepes nato a Sighisoara nel 1431 e morto nel 1476 sui monti carpazi, era un principe voivoda della Valacchia e della Transilvania regione centrale della Romania figlio di Vlad II Dracul governatore della transilvania. Tepes deriva dalla parola romena “l’impalatore”, poichè questa era la tecnica prediletta dal conte per uccidere i suoi nemici, vantandosene per altro, proprio con il re d’Ungheria con una lettera datata 11 febbraio 1462, di avere ucciso con questa tecnica ben 50.883 turchi in soli tre mesi.

Già il nome di questo genere di orchidee “Dracuala”, basta e avanza, Luer descrivendo questa specie ha voluto proprio infierire su di lei, affibbiandole il nome sinistro – vlad-tepes – giudicate voi!
La fantasia “sinistra” della botanica e della tassonomia, si ripete anche con “D. vampira”

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1542Dracula vlad-tepes Luer & R. Escobar 1981
Questa specie è endemica nella cordigliera orientale del Dipartimento colombiano di Santander (vicino Viriolin). E’ stata trovata nelle foreste pluviali a 2500 metri di altitudine. Pianta epifita da clima freddo di piccole dimensioni con foglie strette, erette, robuste e con guaine basali tubolari. Fiorisce in diversi periodi dell’anno con preferenza nei mesi freddi che vanno dall’autunno alla primavera.
1541Le infiorescenze racemose escono attraverso l’apparato radicale, scendono pendule e formano singoli fiori in progressione. La parte centrale dei petali e dei sepali è scura con striature e macchie color vinaccia, mentre il labello è solitamente bianco con lievi colorazioni giallo pallido e striature grigie.

Si consiglia di coltivare questa specie a luce soffusa, temperatura fresca-fredda, bagnature regolari e apparato radicale sempre umido con leggera ventilazione ambientale. La peculiare crescita degli steli fiorali suggerisce di usare cestini di rete a piccole maglie, con composto di corteccia fine, mista a perlite e sfagno.

Ex Masdevallia herradurae: ora Acinopetala herradurae

Piccola, misteriosa e sconvolgente… quasi una creatura extra terrestre

Acinopetala herradurae è così chiamata per la vicinanza del luogo dove è stata scoperta: Rio Herradura (in lingua Spagnola herradura significa “ferro di cavallo” da cui “orchidea ferro di cavallo”; è endemica nelle foreste nebbiose della Colombia centro occidentale e vive ad altitudini di 500 – 1800 metri.
Questa specie (ex Masdevallia) è stata inclusa in un nuovo genere nel 2006 a seguito degli studi sul DNA fatti da Luer.
Luer, C. A. 2006. A reconsideration of Masdevallia (Orchidaceae). Monogr. Syst. Bot. Missouri Bot. Gard. 105: 1-20.
A seguito di questi studi, il grande genere Masdevallia è stato suddiviso in 19 sub generi dei quali 16 convalidati come nuovi generi: Acinopetala, Alaticaulia, Buccella, Byrcella, Fissia, Luzana, Megema, Petalodon, Pteroon, Regalia, Reichantha, Spectaculum, Spilotantha, Streptoura, Triotosiphon e Zahleria.
Il nuovo genere Acinopetala comprende le seguenti specie ex Masdevallia: M. adamsii – M. arangoi – M. attenuata – M. chontalensis – M. crescenticola – M. flaveola – M. floribunda – M. geminiflora – M. gutierrezii – M. herradurae – M. laucheana – M. livingstoneana M. minuta – M. nicaraguae – M. pescadoensis – M. scabrilinguis – M. schizopetala – M. tokachiorum – M. tubuliflora – M. wendlandiana
Acinopetala herradurae (Lehm. & Kraenzl.) Luer 2006
Sinonimi: Masdevallia herradurae Lehm. & Kraenzl.
Masdevallia tenuipes Schltr.
Masdevallia frontinoensis Kraenzl 1921.
Acinopetala herradurae è una preziosa miniatura epifita a sviluppo simpodiale. Dalla base foderata di ogni singola foglia esce uno stelo fiorale snello e portante un unico fiore di circa 5 cm color marrone carico, tendente al viola cupo nella sua forma tipo, ma esiste anche la varità (rara) xantina (vedi foto sotto).
E’ una specie a crescita veloce e molto fiorifera, con la particolare caratteristica di riproporre fiori, anche dalle foglie dell’anno precedente.
Questa deliziosa miniatura soffre meno il caldo rispetto ad altre specie dello stesso genere, e come tutte le Masdevallia ama costante umidità, composto vaporoso, clima ventilato, fresco ed ombreggiato.
Può essere coltivata su zattera, solamente se si è in grado di garantire condizioni d’umidità ideali.
In caso di coltivazione su piccoli vasi, questo è il composto consigliato: corteccia di pino sminuzzata, mescolata con torba di sphagno filamentosa e poca perlite (materiale granuloso inerte, usato in edilizia per alleggerire i bitumi).

Bulbophyllum grandiflorum

Orchidea Cobra

Revisione del post: 16. 07.2020.

Bulbophyllum grandiflorum – collezione ro Parnasso in fiore 16.07.2020

Prologo: Immaginate la reazione delle persone che stanno vicino a voi se vi presentate con un serpente fra le vostre mani. Ecco, i fiori della strana specie che andremo a conoscere, richiamano alle fattezze del serpente cobra. E’ sempre affascinante e divertente mostrare una piccola pianta fiorita di Bulbophyllum grandiflorum. Un po’ tutte le specie di Bulbophyllum, mostrano le loro originalità. Bulbophyllum grandiflorum sembra un serpente Cobra con la testa alzata e gli amici ai quali fate vedere la pianta fiorita rimangono stupiti e divertiti, nonostante la sua apparenza minacciosa.

Il genere Bulbophyllum è così grande che è stato diviso in sezioni: Bulbophyllum grandiflorum Blume 1847 è stato sistemato nella sezione Hyalosema Schlechter 1911. Endemico nelle foreste primarie pluviali, alla base dei tronchi d’albero, nella Papua (Highlands, isola di Bouganville),
Solomon (Jericho, Malaita, Kolombangara, isola Santa Ana, isola San Cristobal).

Poco sopra si diceva della originalità del genere Bulbophyllum, almeno per quanto riguarda l’impollinazione. Le specie di Bulbophyllum presentano alcune caratteristiche comuni nei loro fiori: o agitano la peluria, oppure sono dotate di appendici mobili, a volte mostrano colori rossi appariscenti, e certe specie emanano l’odore della carne decomposta, il tutto per attirare le mosche che impollinano i fiori.

Bulbophyllum grandiflorum – collezione ro Parnasso in fiore 16.07.2020

Notate le finestre traslucide (finestrazioni) sulla dorsale. Bulbophyllum grandiflorum condivide questa caratteristica con alcune piante carnivore, come Sarracenia minor, Darlingtonia californica e Nepenthes aristolochioides. L’insetto che si trova all’interno del fiore vola verso la sorgente luminosa, si blocca nella parte posteriore e cade verso la sorgente di polline, nel caso di orchidea (o succo di digestione), se pianta carnivora.