Panisea uniflora è una orchidea miniatura, endemica nell’Asia tropicale, dall’India al Vietnam. Orchidea epifita, ma può anche crescere come litofita. Vive sia sulle rocce che sugli alberi, in luoghi ombrosi delle umide foreste tropicali.
Tassonomia: Panisea uniflora è conosciuta scientificamente anche con questi sinonimi: Pleione uniflora, Coelogyne uniflora, Coelogyne biflora, Chelonistele biflora, Pleione thuniana, Coelogyne thuniana, Coelogyne falcata. In Cina è nota con il nome popolare ‘Dan Hua Qu Chun Lan’ (Singolo fiore di orchidea con labelloo ricurvo), e in Vietnam con il nome di ‘Khúc thân lan m?t hoa’
Panisea uniflora: collezione rio Parnasso
Descrizione: Specie miniatura, con pseudobulbi dotati di due foglie appuntite di colore verde. Fiori solitari di lunga durata, fioritura aprile/maggio, delicati, quasi traslucidi e di colore ocraceo pallido.
Coltivazione : Panisea uniflora desidera luce ombreggiata, ambiente umido con frequenti annaffiature intercalate da parziali asciugature del substrato, e buona circolazione d’aria. Panisea uniflora vive bene con temperature intermedie/calde e può essere coltivata sia su zattere legnose ma anche in vasi con substrato drenante. Fertilizzare a dosaggio leggero ogni 15 giorni con concime solubile, equilibrato nei tre elementi, con leggera aggiunta di magnesio.
Vandachostylis Thai Sky ‘Blu Ocean’: collezione rio Parnasso
Vandachostylis Thai Sky (sinonimo: Vascostylis Thai Sky) è un ibrido di orchidee epifite a sviluppo monopodiale. E’ il risultato di un incrocio tra le cultivar Vandachostylis Charlotte Oestreicher (genitore del seme) e Vandachostylis Tham Yuen Hae (genitore del polline).
Vandachostylis Thai Sky ‘Blu Ocean’: collezione rio Parnasso
Questo ibrido è stato sviluppato e registrato presso la Royal Horticultural Society nel 1992 da Suphachadiwong, un coltivatoe di orchidee thailandese. I fiori di Vandachostylis Thai Sky nei suoi vari cultivar, vanno dal colore viola intenso al colore blu brillante e raggiungono una dimensione di circa 4-5 cm.
Vandachostylis Thai Sky ‘Blu Ocean’: collezione rio Parnasso
Nelle foto è rappresentato il cultivar Vandachostylis Thai Sky ‘Blu Ocean’. Questa pianta richiede temperature da intermedie a calde, luce intensa o pieno sole e un substrato di coltivazione ben drenato. La deficenza di luce, specialmente durante il riposo invernale, non garantirà una buona fioritura. Periodo di fioritura: aprile – giugno.
Vandachostylis Thai Sky ‘Blu Ocean’: collezione rio Parnasso
Il genere Cyrtopodium R. Brownn 1813 Epidendroideae, Cymbidieae, Cyrtopodiinae. Le specie di questo genere sono note anche con il nome “orchidee sigaro” (Rebecca Tyson Northen nel suo libro ORCHIDEE), per la struttura dei loro pseudobulbi. Il nome di questo genere è derivato dall’epiteto greco “kyrtos”, gonfiore curvo e podion, piede piccolo in riferimento alla forma della colonna che si curva verso l’alto. Sono conosciute circa una trentina di specie, alcune di media grandezza, altre decisamente grandi. Possiamo trovarle sugli alberi, quindi epifite, ma possono essere terricole oppure litofite e vivono nella fascia tropicale e sub tropicale dell’America.
Cyrtopodium andersonii (Andrews) R. Br. 1813 Il nome di specie è dedicato in onore del collezionista svedese Anderson (1800). Endemico in Florida, Cuba, Trinidad & Tobago e Windwards, Guyana francese, Suriname, Guyana, Venezuela e Brasile su savane rocciose di sabbia a 300-1500 metri di altezza. Specie gigante da clima caldo a crescita terrestre. Cyrtopodium andersonii è la specie più conosciuta del genere, e certamente quella con la gamma di distribuzione più ampia. Sembra che la specie sia presente ovunque ci siano montagne con grandi porzioni di sporgenze esposte e non molto ripide. Solo per dare un’idea, la specie si trova sia all’interno della città di Rio de Janeiro, a poche decine di metri sopra il livello del mare, ma si trova anche sulle “Organ Mountains” su sporgenze esposte, ma questa volta a circa 3000 metri di altezza, ed inoltre si trova nello stato di Rondonia (regione amazzonica), presente su simili tipi di sporgenze.
In Brasile, la specie viene solitamente coltivata all’aperto nei giardini, in quanto la sua dimensione la rende piuttosto difficoltosa da coltivare in vasi. Come la maggior parte delle specie di Cyrtopodium, i fiori di C. andersonii producono fiori subito dopo la stagione delle piogge, alla fine dell’inverno e all’inizio della primavera. Le infiorescenze vengono prodotte contemporaneamente alla formazione delle nuove vegetazioni. Gli pseudobulbi di questa specie, lunghi circa un metro, affusolati ed appuntiti, sono caratterizzati da delle carenature internodali che segnano l’attaccatura delle foglie, lunghe 70 cm. e decidue. Appena formatosi il nuovo pseudobulbo (inizio primavera) si struttura subito la spiga fiorale, che cresce freneticamente anche oltre un metro e settanta cm. e dopo un mese sbocciano già le prime infiorescenze giallo brillante, in un’apoteosi progressiva che dura tutta l’estate. A tarda estate, caduti gli ultimi fiori delle spighe (circa un centinaio per spiga) e con gli pseudobulbi di stagione maturi ed in pieno vigore, la pianta va in leggero riposo e le foglie cominciano ad ingiallire e staccarsi una ad una lentamente, durante tutto l’inverno. Durante il periodo del riposo, vanno progressivamente diradate le annaffiature ed è questo il periodo più critico perché si può incappare in una bagnatura di troppo che può portare dei problemi anche letali agli pseudobulbi di riserva, quali marciume. Vista la mole della specie, alla quale non può essere garantito eccessivo spazio libero attorno, può capitare che essa si prenda qualche annaffiatura indesiderata. Le radici in riposo non assorbono né cibo né tantomeno acquae quindi rimangono bagnate per molto tempo, questo stato favorisce il processo di marcescenza che velocemente si propaga ai vari pseudobulbi della pianta. In quasta fase è consigliabile dimenticarsi dell’esistenza in serra di questa esuberante orchidea, ma non troppo però!
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