Paphiopedilum: Paphia o Aphrodite, la bellezza!
Genere
Paphiopedilum Pfitz. 1886 Sottofamiglia:Cypripedioideae.
Sinonimi: Cordula Raf.1838 (1836) – Menephora RAF 1836 (1838) – Stimegas RAF 1836 (1838)
Simbologia del nome: Scarpetta di Venere – oppure Paphia (secondo nome di Aphrodite) con riferimento alla bellezza dei suoi fiori.
Questo genere è composto di circa 100 specie, originarie dell’Asia e delle Isole del Pacifico, Solomon escluse. Non presenta pseudobulbi, cresce a ventaglio in struttura simpodiale, produce infiorescenze rigide ed a volte pubescenti, con uno o più fiori che si aprono insieme oppure in progressione.
Il genere Paphiopedilum, ha due particolari esigenze di sviluppo, le piante che presentano foglie macchiate e consistenti con più di un fiore, sono da serra calda, tutte le altre, con foglie verdi ed a fiore unico, sono da serra intermedia/fredda.
Le diverse specie dei Paphiopedilum, hanno fiori con caratteristiche differenti, ad esempio: il labello a forma di sacchetto, petali lineari, pelosi o con verruche, oppure con il sepalo dorsale a formare un cappuccio.
Nel genere dei Paphiopedilum, si colloca anche il Cypripedium calceolus, la nostra orchidea terricola, comunemente chiamata (Scarpetta di venere).
Paphiopedilum rothschildianum ‘ALI AL CIELO’
Collezione Guido De Vidi: foto, 15.06.04.
Paphiopedilum rothschildianum (Rchb. f.) Pfitzer 1895 Sottogenere Polyantha Sezione Mastigopetalum
Haller 1897.
Sinonimi: Cordula rothschildiana (Rchb.f) Rolfe 1912; Cypripedium neo-guineense Linden 1888; Cypripedium nicholsonianum Hort; Cypripedium rothschildianum Rchb.f. 1888.
Paphiopedilum rothschildianum: da Rothschild, famiglia di banchieri Svizzeri (1800) e collezionisti d’orchidee.
Una rara e famosa specie di Paphiopedilum, originaria del Borneo, è un’orchidea terrestre ed a volte anche litofita, vive fra i pendii e le scogliere delle strette valli del Borneo, lungo i corsi d’acqua corrente, ad oltre 1200 metri d’altezza.
E’ una pianta di grandi dimensioni a crescita molto lenta, con foglie ellittiche e ligulate, che possono raggiungere anche i 60 cm. di lunghezza. Lo stelo fiorale, esce dal centro basale del ceppo fogliare, a portamento retto, alto 70 – 80 cm. marcatamente rossastro e pubescente, con brattee fiorali ellittico/ovali, portanti da due a quattro fiori di grande dimensione, color rossastro con striature bianche sul sepalo dorsale. Le punte dei due petali laterali possono raggiungere anche i 25 cm. La pianta in fotografia, misura 23 cm, fra gli estremi dei petali.
Il Paphiopedilum rothschildianum, in natura, predilige siti prospicienti i corsi d’acqua corrente con buona luminosità, lievemente filtrata da ombreggiatura. In coltivazione, il Paphiopedilum rothschildianum, fiorisce in primavera/estate.
E’ un Paphiopedilum che va coltivato in serra intermedia, il rinvaso va fatto soltanto se le radici occupano tutto il vaso, possibilmente l’apparato radicale non va toccato: intervenire soltanto se si notano radici marce o secche.
Substrato per il rinvaso: preparare un composto, costituito da due parti di corteccia più o meno sminuzzata, secondo la dimensione della pianta, una parte di torba di sfagno, una di agriperlite ed una di sabbia grossolana.
Il Paphiopedilum rothschildianum va fertilizzato ogni mese con fertilizzante equilibrato in dose: 0,5 g. per litro d’acqua. Il substrato del vaso, va mantenuto umido e non bagnato: collocare la pianta nella parte più ventilata della serra intermedia, e concedergli abbastanza spazio attorno.