Archivio mensile:Agosto 2004

Masdevallia coccinea: forma tipo

Dopo lungo pellegrinare, questo bellissimo esemplare di Masdevallia coccinea può finalmente mostrarsi in tutto il suo splendore

Il nome “coccinea” trae origine dal latino ‘coccineus’, con riferimento al colore dei fiori nella sua forma tipo.
Questa specie vive tra le rocce delle Cordigliere est della Colombia e del Perù ad altezze variabili tra i 2500 – 3600 m.
Ama temperature fresche e ventilate (in natura le temperature oscillano da 12 gradi nella stagione fredda ad una media di 15 gradi durante l’estate), in coltivazione si raccomanda la zona ombreggiata e ventilata della serra fredda, ed è consigliabile non superare i 20 gradi di massima temperatura.

Collezione Guido De Vidi. Foto del 20.08.04-Tutti i diritti riservati
Masdevallia coccinea Lind. ex Lindl.1846
Sottogenere: Masdevallia
Sezione: Masdevallia
Sottosezione: Coccineae

Masdevallia coccinea è un’orchidea generosa con molti fiori singoli posti all’apice di lunghi ed esili steli che escono dai foderi alla base delle sue foglie lanceolate oblunghe. La fioritura dura moltissimo perché gli steli crescono in progressione temporale e dal primo fiore alla fine del periodo della fioritura passa oltre un mese.
La pianta che potete ammirare nella foto, porta con se una storia molto tormentata che racconterò più avanti. L’abbondante fioritura di questa stagione è sicuramente il suo ringraziamento per la costante attenzione dedicatale in tanti anni di coltivazione.
Notoriamente le orchidee del genere Masdevallia sono difficili da coltivare per via della loro generale esigenza di clima frescho, ventilato e nel contempo molto umido; tutto questo è abbastanza difficile metterlo insieme senza commettere errori.
Altro limite delle Masdevallia è caratterizzato dalla loro mancanza di pseudobulbi, questa peculiarità le rende molto fragili e sensibili a qualsiasi attacco patogeno.
La storia di questa pianta è struggente e nello stesso tempo un po triste perché racconta di fallimenti e di delusioni.
Da quando è stata importata da una ditta colombiana, oltre 15 anni fa, ha girovagato in varie collezioni ed è riuscita a sopravvivere anche in situazioni critiche. Ora vive da me e per lei, questa è già la sua quarta dimora. Con questo post sono convinto di far cosa gradita ai suoi coltivatori del passato, che purtroppo (a dimostrazione della difficoltà di mantenimento delle collezioni) ora hanno smesso di coltivare orchidee.

Il corsivo

Il panorama delle orchidee in Eurolandia, introduzione

Dalla discussione del precedente corsivo “ utopia e ragione” è nata l’idea di allargare l’analisi a livello Europeo, con l’obiettivo di comparare le varie realtà dell’orchidofilia in Eurolandia.
Mi piace scrivere “orchidofilia” piuttosto che “orchidologia” proprio per evidenziare il senso popolare dell’amatorialità legata al mondo delle orchidee e per scinderlo dalla visione di esclusivo olimpo elitario, dove esibire teoriche esercitazioni.
L’importanza dello studio e della ricerca, anche nel nostro specifico settore, è fuori discussione e sono di grande aiuto per noi orchidofili, tutti i supporti scientifici dei botanici, professori di biologia e tassonomi, ma, se le osservazioni scientifiche navigano spesso su canali protetti e professionali, l’amatorialità, vive con spontaneità e deve essere incentivata o più esattamente divulgata, penso quindi ad una stretta correlazione fra amatori, studiosi e produttori commerciali.
Per quel poco che mi è dato di conoscere della situazione generale e più in particolare delle varie realtà Europee, l’amatorialità è maggiormente diffusa, laddove funziona la simbiosi ricordata in precedenza.
Per avviare la ricognizione conoscitiva, mi viene spontaneo ricordare che ad esempio in Germania, dove il collezionismo è molto diffuso, si nota una stretta commistione con i diversi produttori locali, i quali molto spesso sono loro stessi, soggetti promotori delle varie occasioni d’incontro.
Pure in Danimarca, la cui amatorialità e le manifestazioni di spicco conseguenti, leggi EOC 2000, si sono avvalse dell’impulso importante di un amatore/produttore di fama Internazionale, c’è una stretta collaborazione tra le associazioni di collezionisti e la ricerca e/o produzione.
Per quanto mi sarà possibile, dal prossimo corsivo, cercherò di analizzare le situazioni dei principali paesi Europei, a partire appunto dalla Germania, a quanto si dice, sempre in agguato per soffiarci l’EOC del 2006. Conto anche su qualche contributo di voi visitatori.

BUON FERRAGOSTO A TUTTI

UN’ORCHIDEA PER FERRAGOSTO

Myrmecophila tibicinis [Bateman]Rolfe 1917 subgen Chaunoschomburgkia

Orchids.it augura buone vacanze a tutti gli appassionati delle orchidee – godetevi la Domenica di ferragosto: penso che questa foto simboleggi pienamente, la luce ed il sole caldo delle vacanze!!
Myrmecophila tibicinis ‘GOLD’ Collezione Guido De Vidi.
Foto 19.07.04. Tutti i diritti riservati.

SOS Orchidee

S.O.S. ORCHIDEE

AVETE PROBLEMI CON LE VOSTRE ORCHIDEE? CLICCATE SULLA FINESTRA “COMMENTI” ED INVIATE IL VOSTRO QUESITO.

Se lo desiderate potete rimanere anonimi e se invece intendete qualificare la vostra presenza, avete la possibilità di comunicare i vostri dati, sia pubblicandoli sul commento oppure inviandoli riservatamente, a GUIDO DE VIDI responsabile del sito.

La redazione risponderà alle vostre nuove domande.

In rispetto della legge sulla privacy, non pubblichiamo gli indirizzi, anche elettronici, delle persone che interagiscono.
————————————————————

Domanda: Stanhopea, un genere della Tribu’ delle Gongoreae


Domanda:
Roberto Z.
Ho scoperto da poco questo blog e questa rubrica, viste le belle foto della stanhopea, pubblicate in precedenti racconti, sarei curioso di conoscere altre orchidee simili compresa la loro coltivazione. Il mio per il momento è solo desiderio di conoscenza, perchè immagino siano di difficile coltivazione. Grazie per l’attenzione, ciao a

Risposta:
La tribù delle Gongoreae, raggruppa circa una quindicina di generi d’orchidee, tra i più sorprendenti di tutta la vasta famiglia delle orchidaceae.
Tutte possiedono la caratteristica di produrre dei fiori strutturati per trattare gli insetti impollinatori, senza alcuna pietà. Qualche genere prepara dei trabocchetti per far cadere l’insetto dentro il fiore, qualche altro li immerge in una piccola bacinella d’acqua oppure, li getta violentemente contro i pollinia.
In ogni genere della tribù, il labello è formato in tre sezioni, caratterizzate da sacche, anelli, protuberanze e spuntoni: la base costituisce l’ipochilo, la parte centrale, il mesochilo e l’estremità, l’epichilo.
Il fiore dei vari generi, attira gli insetti con profumi intensi, ma non offre alcun nettare e quindi, le vittime, in cambio dei loro servigi, non ricevono altro che il fugace piacere del profumo inebriante, che li fa uscir di senno, al punto che sovente ritornano a ripetere la loro effimera azione.
Continua a leggere

Dendrobium dallo Sri Lanka

Dendrobium da classificare

Un amico orchidofilo, chiede aiuto alla rete web per poter classificare un dendrobium, pubblico la foto e faccio appello a qualche specialista di dendrobium.

Le cannuccie ricadenti, sottili sono lunghe 50/ 80 cm, a foglie decidue, i fiori crescono sui nodi, a mezzetti di due o tre, i petali e i sepali sono giallo verdastro e il labello anch’esso dello stesso colore, all’interno è striato di rosso scuro – marrone.