Archivio mensile:Ottobre 2004

Cyrtorchis arcuata: strano fenomeno

I fiori cambiano di colore

Collezione Guido De Vidi – Foto del 12.10.04-Tutti i diritti sono riservati
Piccola Angraecoide dai fiori bianchi e profumati, che cambiano colore dopo qualche settimana di fioritura.

Cyrtorchis arcuata, è la più conosciuta delle 16 specie note ed è molto rara nelle collezioni.

Le infiorescenze della Cyrtorchis arcuata si caratterizzano per il loro cambiamento di colore con l’invecchiamento: dal bianco puro al giallo arancio.

Tale fenomeno è dovuto probabilmente a particolari esigenze della pianta: segnalare agli insetti impollinatori, quali sono i fiori più freschi.

Cattleya: ibridi di Broughtonia

Ibridi deliziosi
Gli ibridatori di orchidee sperimentano nuovi incroci, intergenerici (fra specie diverse appartenenti allo stesso genere) ed infragenerici (fra specie di generi diversi) allo scopo di sommare in un’unica orchidea i pregi di tante.
Le aziende commerciali ed i collezionisti, con le loro impollinazioni artificiali, cercano di ottenere la forma e la dimensione desiderata, il colore intenso, la durata dei fiori e la multi fioritura annuale con tanti fiori a grappolo.

Negli anni 80, le ricerche nei vari laboratori specializzati, con l’ausilio di un genitore molto particolare (la Broughtonia in tutte le sue specie e varietà), hanno creato diversi ibridi interessanti.

Ctna. Brandi ‘OC’
(Ctna Rosy Jewel ‘Ahai Manii’ AM/AOS x Ctna Keith Roth)
Collezione Guido De Vidi – foto 18.10.04-diritti sono riservati.

Un risultato particolarmente felice è stato ottenuto con la Ctna Brandi ‘OC’, i cui fiori si vedono nella foto a sinistra.
Questo ibrido infragenerico richiede ambiente caldo, luminoso e ventilato (scegliete la parte più luminosa e calda della serra intermedia) e va coltivato in vaso con composto di bark, oppure su zattera di legno duro e poroso, sistemandolo anche a radice nuda.
Questo ibrido fiorisce in tarda estate, inizio autunno; all’apice di uno stelo rigido e lungo 30 centimetri si forma un delizioso grappolo di 10-12 fiori piccoli e compatti (3-4 centimetri), con petali e sepali color viola intenso e labello più scuro tendente al rosso con striature gialle nella sua gola.
I fiori durano parecchie settimane e non sono dotati di profumazione.

CHIEDO AIUTO AL WEB

VANDA

Chiedo qualche parere agli amici orchidofili che vedono questa foto.

La pianta proviene dalla Birmania, gli indizi lasciano credere che non sia un ibrido ed a prima vista sembra una V. coerulea.
I miei dubbi nascono dalle dimensioni del fiore ( 5-6 cm), decisamente ridotte rispetto alla coerulea canonica che arriva anche a 10 cm.
Inoltre le foglie sono più lunghe rispetto a quelle abbastanza corte (10 cm.) della coerulea.
Avete qualche idea? E’ in fiore in questi giorni. Grazie per la collaborazione. Guido

Orchidee… l’importanza dei nomi.

“Impariamo a scrivere e pronunciare correttamente i loro nomi
All’inizio del viaggio nel meraviglioso mondo delle orchidee, si rimane subito stupiti e frastornati dai loro nomi.
Si pronunciano con timidezza per paura di dire strafalcioni, e si rimane affascinati da tutti quei nomi strani che si sentono pronunciare dai vari collezionisti, con baldanzosa padronanza: Paphiopedilum, Epidendrum, Dendrobium…..
Passati i primi momenti di smarrimento, ci si pone la logica domanda: cosa significano e perché ogni pianta ha un suo nome e cognome?
La fatale attrazione delle orchidee coinvolge ampi strati sociali: il medico ed il contadino, l’avvocato e la casalinga, la giovane impiegata e lo studente, tutti alle prese con i problemi della tassonomia.
Con un buon bagaglio scolastico/culturale, umanistico e classico, ci si orienta con una certa facilità tra i nomi, in quanto, tutto l’impianto tassonomico attinge abbondantemente dal greco e dal latino. Le cose si complicano abbastanza, quando si è un pò meno acculturati. Ad ogni buon conto, le orchidee non rifiutano nessuno, e a volte può capitare, che gradiscano maggiormente la mano ruvida del contadino illeterato.
Nuove difficoltà sopraggiungono con i nomi degli ibridi che non seguono più la via maestra delle lingue classiche, ma altre strade, ad esempio la sommatoria dei nomi dei loro genitori oppure nomi di fantasia.
Con le osservazioni che seguiranno, faremo una panoramica sui nomi delle orchidee, sul loro significato e sull’importanza che assume la registrazione di tutte le informazioni utili alla loro identificazione.

I nomi per le specie
Nella definizione tassonomica delle orchidee si usa il sistema chiamato “binomio”. In altre parole ogni orchidea, seguendo le indicazioni utilizzate da “Linnaeus” è identificata con un cognome ed un nome, come per il genere umano.

Epidendrum cochleatum
Collezione Guido de Vidi

La sequenza del binomio evidenzia in primo luogo il genere nel quale è raggruppata la nostra orchidea, ad esempio (Epidendrum), che deve essere scritto in corsivo minuscolo con la prima lettera maiuscola, mentre il nome specifico a cui appartiene la pianta, va scritto in corsivo minuscolo, ad esempio (cochleatum), a seguire il nome di genere.

Il cognome ed il nome che i tassonomi attribuiscono ad ogni orchidea, servono a dare le indicazioni utili per capire le peculiarità della pianta in esame: Epidendrum ad esempio, deriva dalla composizione di due parole greche “Epi = sopra” e “ Dendro = albero” e va da se capire che gli Epidendrum vivono sugli alberi. Il nome specifico della specie tende a rappresentare le sue caratteristiche morfologiche, i profumi od il periodo della fioritura: cochleatum dalla forma del suo labello – dal greco “cochlear” = cucchiaio – oppure “cochlea” = chiocciola.
Usando questo sistema si può identificare con assoluta sicurezza sia il genere, che la specie dell’orchidea in esame.
Detto questo, sembra tutto risolto per le oltre 20000 specie e per gli altrettanti ibridi esistenti, ma purtroppo non è così. Per ogni specie esistono diverse varietà e/o forme; inoltre nei casi in cui la specie è riprodotta da seme oppure da meristema, anche se non indispensabile, è indicato il nome del cultivar e/o del clone.
Esempio: Cattleya intermedia var. cerulea.’RIO DO SOL’
Cattleya = genere
intermedia = specie
coerulea = varietà
‘RIO DO SOL’ = cultivar o clone, scritto in stampatello e virgolettato semplice.
Nella prassi si tende ad abbreviare i nomi ad esempio: C. (o Catt.) = Cattleya – B. = Brassavola – O. = Oncidium – D. = Dendrobium.

Assegnare un nome agli ibridi
Blc Toshie Aoki ‘PIZZAZ’ AM/AOS – HOS
Collezione Guido De Vidi
Per ibridi s’intendono tutte le orchidee nate da impollinazioni artificiali e naturali, ottenute da incroci fra specie diverse, sia dello stesso genere e sia fra generi diversi (nell’ultimo caso si ottengono incroci intergenerici).
Si può ben capire che con gli ibridi, il problema dei nomi, diventa un pochino più complesso. Per esempio, se si incrocia il genere Cattleya con il genere Laelia, si ottiene un ibrido infragenerico che chiameremo Laeliocattleya, incrociandolo ulteriormente con altro genere, ad esempio Brassavola, il nuovo ibrido sarà Brassolaeliocattleya.
Già con tre specie dello stesso genere si pone il problema di ridurre a dimensioni accettabili il nuovo nome ed ecco che si usano le abbreviazioni: Laeliocattleya = “Lc” e Brassolaeliocattleya “ Blc”.
Questo sistema funziona benissimo per ibridazioni semplici, quando più di tre generi appartengono alla genealogia della pianta e creano ibridazioni complesse, diventa difficile praticare l’abbreviazione e solitamente si usa il nome della persona che registra il nuovo ibrido con l’aggiunta del suffisso latino finale “ara”. Altro distinguo usato per differenziare il nome di un ibrido, da quello di una specie, è l’uso di una “X” disposta prima del nome per esempio: Beallara (o X Beallara ) ibrido di Brassia x Cochlioda x Miltonia x Odontoglossum generato da Beall – abbreviato Bllra.
Le recenti ibridazioni annoverano anche più di sei generi. Il coltivatore che desidera divulgare una nuova orchidea da lui ibridata, la registra presso la RHS (società orticola reale inglese).
L’ultimo importante elemento, che completa i dati di riconoscimento di un’orchidea è la stringa di lettere finali che rappresenta e certifica i premi ottenuti da quella pianta alle esposizioni cui ha partecipato.
Ad esempio: Blc. Toshie Aoki ‘ PIZZAZ’ AM/AOS – HOS
Naturalmente i premi sono simbolici e di solito di scarso valore economico, però assumono un significativo prestigio per la pianta che si può fregiare di tale riconoscimento.
Più importante è l’esposizione: (mondiale – continentale – nazionale ecc.), più ambito è il premio ricevuto.
A conclusione di questa carrellata sui nomi delle orchidee, desidero sottolineare l’importanza della presenza di un cartellino su ogni pianta , quale garanzia della sua identificazione storica ed anagrafica.
L’orchidea con l’etichetta completa di tutti i dati, esprime e garantisce tutto il suo valore, l’anonimato invece, la rende priva di identità e di personalità.

SCHEDA NOVITA’

Una deliziosa specie di Paphiopedilum non molto conosciuta

Collezione Guido De Vidi. Foto del 17.10.04
Tutti i diritti sono riservati.
Paphiopedilum henryanum Braem 1987

Sinonimi: Paphiopedilum dollii Luckel 1987
Questa specie è stata scoperta nel 1987 dal cercatore Irlandese Henry, ai confini tra la Cina ed il Vietnam: è chiamata henryanum in suo onore.

E’ un’orchidea litofita e vive sulle colline rocciose del Vietnam, a 600 – 1000 metri d’altitudine.
Il Paphiopedilum henryanum fiorisce in autunno – inverno e produce un unico fiore di grandi dimensioni rispetto alla struttura relativamente contenuta della pianta, che per altro cresce facilmente ed in breve tempo.

Il fiore si forma su di uno stelo corto pubescente ed eretto che esce dalla base centrale d’ogni nuova vegetazione, costituita da più foglie verde chiaro, lanceolate e consistenti.

Questo Paphiopedilum si coltiva molto bene nella parte più fresca della serra; data la sua relativa robustezza può essere coltivato con successo anche in ambienti domestici.

Consiglio di coltivare questa bella specie di Paphiopedilum in piccoli vasi; il composto deve essere drenante, a base di corteccia di pino, torba filamentosa, eolite, agriperlite e sabbia grossa.