Archivio mensile:Novembre 2006

Cymbidium, due notizie utili

Emanuela scrive questo commento in coda ad un vecchio post sui Cymbidium

Ciao Guido colgo l’occasione per farti i complimenti per le tue delucidazioni, per una alle prime armi come me sono oro colato! pochi gioni fa mi è stata regalata una pianta di cymbidium è piuttosto rigogliosa ma quel che mi preoccupa è il colore giallastro della maggior parte delle foglie, ha tre steli di fiori maturi ma non ancora sbocciati e ho notato alla base altri nuovi… come devo comportarmi? ti ringrazio in anticipo e a presto.

Questo commento solleva un aspetto di carattere generale, che può interessare molte/i altri appassionati di orchidee, linko il vecchio post ed apro questo post flash con poche note essenziali per non perdere le fioriture ancora in bocciolo.

Cymbidium eburneum Lindl. 1847

Sappiamo tutti che per indurre a fioritura i Cymbidium, bisogna procurare loro estati luminose e notti autunnali fresche (+ 15 fino a + 4 gradi), per ottenere questo risultato, le nostre piante vanno sistemate all’aperto con poca ombreggiatura, dove possono rimanere fino a novembre inoltrato.
Mediamente, tenendo conto che le ibridazioni commerciali producono piante che fioriscono da dicembre fino ad aprile ( precoci e tardive), a fine novembre, gli pseudobulbi di annata segnano già i getti fiorali.
Importante: le notti fresche (non più di 10 – 12 gradi) devono essere garantite anche quando le piante sono sistemate in spazi interni, fino alla completa apertura degli steli fiorali, pena l’ingiallimento e la caduta prematura dei boccioli.

La fase del rientro e della nuova ambientazione vanno seguite con attenzione, garantire buona luce e controllare che il substrato rimanga sempre umido e mai fradicio…basta una o due fertilizzazioni durante tutto il periodo invernale.

Cara Emanuela, penso che il colore giallastro delle foglie sia fisiologico (la luce estiva e probabilmente il colore chiaro dei fiori) e se non noti una repentina caduta delle stesse puoi considerarlo un segno di buona coltivazione .
Attenta che il subsrato non sia fradicio…marcisce le radici e fa cadere le foglie.
In bocca al lupo a tutti i Cymbidiomani!

Vanda brunnea o hindsii ?

Incertezze tassonomiche

Una Vanda giunta dalla Tailandia tanti anni fa è ancora in attesa di un nome certo.

L’estate scorsa Alberto Ghedin, amico e collezionista di orchidee, mi chiese il nome di una Vanda senza cartellino, proveniente dalla mia collezione.
Guardando la foto della sua fioritura (la sua divisione fiorì e le mie no) arrivai ad una conclusione tassonomica che ora, analizzando le mie piante in fiore, reputo sbagliata.

Caro Alberto, ho l’impressione che le tue conclusioni di allora fossero più giuste delle mie…il giusto nome di quella famosa Vanda mi sa che sia proprio: Vanda brunnea o Vanda denisoniana var. hebraica Benson & Rchb.f. , 1869.

Ecco la foto di una mia pianta in fiore

Confrontiamola con questa V.denisoniana var. hebraica e con queste 1 e 2 foto di V. hindsii

Il colore e la forma del labello mi convincono che la nostra Vanda è proprio la V.brunnea.
Altro particolare importante è il luogo di provenienza (Tailandia), tipico della V. brunnea (Tailandia- Birmania) mentre la V. hindsii è endemica in Nuova Guinea, Australia.
In conclusione, anche la struttura della pianta in questione è più simile a quella della V. brunnea.

Dite la vostra…tireremo le somme dopo i vostri commenti.

Orchidee con fiori piccoli

Il fantastico mondo delle orchidee ci porta spesso ad ammirare piante strane e piccoli fiori affascinanti.

Collezione Guido De Vidi – foto 14.11.06 – diritti riservati
Trichoglottis latisepala Ames 1910
Specie, originaria delle Filippine.
Pianta di medie dimensioni, epifita a sviluppo monopodiale, ama clima da serra intermedia e le sue esigenze colturali possono essere equiparate a quelle delle Vanda.
Il lungo fusto di questa specie, coriaceo e pendente, forma foglie ovali, sessili e dalle loro ascelle si sviluppano in progressione piccole infiorescenze color rosa molto longeve: praticamente si possono ammirare fioriture quasi tutto l’anno.

Collezione Guido De Vidi – foto 14.11.06 – diritti riservati
Acampe papillosa (Lindley) Lindl. 1853
Orchidea endemica nelle foreste asciutte semi–decidue della fascia Himalayana fino al Vietnam e può essere trovata ad altitudini di 700 – 800 metri.
L’ Acampe papillosa è una specie epifita a sviluppo monopodiale e predilige climi caldi ed umidi: le condizioni colturali sono simili a quelle delle Vanda.
Pianta di dimensioni consistenti, fiorisce in autunno formando pannicoli compatti di piccoli fiori fragranti, labello bianco, petali e sepali color ocra pallida maculati di porpora.

Collezione Guido De Vidi – foto 10.11.05 – diritti riservati
Pleurothallis sp. Ecuador
Il genere Pleurothallis è molto vasto, difficile da classificare e poco conosciuto; più di 1.600 specie sono state scoperte nella fascia geografica che va dal Messico all’Argentina del Nord.
Coltivare Pleurothallis è molto affascinante, ma non tutte le specie si lasciano gestire con facilità.
I motivi vanno ricercati nelle sue particolari esigenze climatiche (fresche, umide e ventilate) e nella loro struttura vegetativa priva di pseudobulbi e assai delicata.
Altro elemento di cruccio per i collezionisti delle Pleurothallis è l’assoluta incertezza sulla loro tassonomia.

Blc. Makaha Gold ‘Carmela’ AM/AOS

Anche le orchidee diventano pezzi d’antiquariato.

Collezione Guido De Vidi – foto 13.11.06 – diritti riservati

Blc. Makaha Gold ‘Carmela’ AM/AOS

Così come capita per i mobili, gli elettrodomestici, l’oggettistica ed altri elementi, anche le piante d’orchidea, soprattutto gli ibridi, dopo un certo tempo diventano pezzi d’antiquariato…escono dal mercato comune per diventare cose rare.
Questo bellissimo incrocio trigenerico, dalle forme perfette, con i fiori concolor “oro-senape” di ottima sostanza e durata…non si trova più nei listini.
Il motivo è meramente commerciale: le sue eccezionali caratteristiche hanno indotto gli ibridatori a farne un grande uso ed ora nei listini dei produttori troviamo la progenie (Blc. Makaha Gold ‘Carmela’ AM/AOS x) di prima e seconda generazione, non migliori, ma da vendere.
Anche nel regno vegetale i nonni vanno messi in casa di riposo!! Meditate gente.
Però sono belli questi fiori giallo oro.

Cattleya Portia Coerulea

Cielo ed orchidea celeste in un soleggiato pomeriggio Domenicale di Novembre in Vicolo Parnasso, amena località della Marca Trevigiana

Per la precisione la foto è di Domenica 12 novembre, e la cosidetta “istadea de San Martin” (piccola estate di San Martino) si mostra in tutta la sua luce, gli alberi lasciano cadere silenziosamente le foglie già stanche e questo bellissimo esemplare di orchidea blu si confronta col celeste del cielo terso.

Cattleya Portia Coerulea ‘Sir Jeremiah Coleman’ – Collezione Guido De Vidi- diritti riservati

Cattleya Portia (C. bowringiana x C. labiata), registrata da James Veitch nel1897.

Sir Jeremiah Coleman, precursore degli ibridi coerulei nelle Cattleye, ha lavorato molto nel secolo scorso per creare progenia con marcate caratteristiche celesti, ma successivamente, pochi hanno continuato nelle sperimentazioni perchè il vero effetto celeste si è dimostrato di difficile creazione. I fiori di orchidea che comunemete definiamo blu o celesti, quasi sempre tendono al colore della lavanda.
Il clone delle foto mi sembra degno di ammirazione…godiamoci l’effetto senza altre parole.