Archivi annuali: 2006

Incontro del Club

Orchidee, amicizia e simpatia…i 3 ingredienti che alimentano questa bell’esperienza

Parte del gruppo, preso dalle leccornie e dalle orchidee

Descrivere con immagini l’incontro di ieri domenica 19 Novembre da Alberto è difficile, anche perchè, preso dalla compagnia mi sono quasi dimenticato di fare foto…con la vostra collaborazione lo faremo nei prossimi post.

La storia di questi 2 anni di Orchids Club è stata e continua ad essere straordinariamente intensa e ieri, mentre partecipavo compiaciuto allo scorrere degli eventi, rivivevo nel mio intimo, tutte le sequenze che l’hanno caratterizzata.
Orchids Club è per certi versi eretico, forse anarchico, ma sicuramente spontaneo, vivo e, a tenerlo in vita è solamente la nostra comune passione.
Ieri eravamo in tanti, è stato per altro commovente ricevere le telefonate o le e-mail di chi, impedito a partecipare si rammaricava e annunciava comunque la sua presenza morale.
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La compagnia dello schiz

18 Novembre 2006, mattinata fredda e umida, ma gli emissari di Orchids Club sono già in azione in quel di Feltre

Sono le 7.30, stiamo bevendo il caffè e squilla il telefono: é il caro amico ed orchidofilo Giovanni Zallot da Feltre. Noi stiamo appunto partendo per andare da Lui, la missione è fare lo Schiz, formaggio tipico del bellunese, per il raduno dell’Orchids da Alberto.
Dopo averci chiesto se eravamo ancora “a let!!” ci dice di portare anche gli stivali, ha avuto una dritta proprio ieri sera : nei boschi dei dintorni si trovano finalmente funghi!
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Paphiopedilum stonei

Piccolo viaggio dentro la storia di questa specie

Collezione Guido De Vidi – foto 14.11.06 – diritti riservati
Paphiopedilum stonei (Hook.) Stein
Una specie molto bella, delicata e troppo spesso tenuta in secondo piano dagli amanti dei Phaphiopedilum, a vantaggio di specie più famose, quali il P. rothschildianum, P. sanderianum ed altre di recente scoperta.

Io coltivo questa specie da molti anni e fra noi si è instaurato un rapporto di reciproca considerazione; lei vegeta lentamente così come natura le ha insegnato e da qualche anno fiorisce regolarmente in autunno.

L’altro ieri ho fotografato la mia pianta di P. stonei per pubblicarla sul blog, ma ora che mi accingo a costruire il post, provo incertezza sul percorso da dare alle notizie; potrei limitarmi alla solita descrizione con qualche cenno sulle esperienze di coltivazione, ma sento che il mio argomentare deve dare vita, storia e spessore culturale a questa bellissima orchidea.
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Cymbidium, due notizie utili

Emanuela scrive questo commento in coda ad un vecchio post sui Cymbidium

Ciao Guido colgo l’occasione per farti i complimenti per le tue delucidazioni, per una alle prime armi come me sono oro colato! pochi gioni fa mi è stata regalata una pianta di cymbidium è piuttosto rigogliosa ma quel che mi preoccupa è il colore giallastro della maggior parte delle foglie, ha tre steli di fiori maturi ma non ancora sbocciati e ho notato alla base altri nuovi… come devo comportarmi? ti ringrazio in anticipo e a presto.

Questo commento solleva un aspetto di carattere generale, che può interessare molte/i altri appassionati di orchidee, linko il vecchio post ed apro questo post flash con poche note essenziali per non perdere le fioriture ancora in bocciolo.

Cymbidium eburneum Lindl. 1847

Sappiamo tutti che per indurre a fioritura i Cymbidium, bisogna procurare loro estati luminose e notti autunnali fresche (+ 15 fino a + 4 gradi), per ottenere questo risultato, le nostre piante vanno sistemate all’aperto con poca ombreggiatura, dove possono rimanere fino a novembre inoltrato.
Mediamente, tenendo conto che le ibridazioni commerciali producono piante che fioriscono da dicembre fino ad aprile ( precoci e tardive), a fine novembre, gli pseudobulbi di annata segnano già i getti fiorali.
Importante: le notti fresche (non più di 10 – 12 gradi) devono essere garantite anche quando le piante sono sistemate in spazi interni, fino alla completa apertura degli steli fiorali, pena l’ingiallimento e la caduta prematura dei boccioli.

La fase del rientro e della nuova ambientazione vanno seguite con attenzione, garantire buona luce e controllare che il substrato rimanga sempre umido e mai fradicio…basta una o due fertilizzazioni durante tutto il periodo invernale.

Cara Emanuela, penso che il colore giallastro delle foglie sia fisiologico (la luce estiva e probabilmente il colore chiaro dei fiori) e se non noti una repentina caduta delle stesse puoi considerarlo un segno di buona coltivazione .
Attenta che il subsrato non sia fradicio…marcisce le radici e fa cadere le foglie.
In bocca al lupo a tutti i Cymbidiomani!

Vanda brunnea o hindsii ?

Incertezze tassonomiche

Una Vanda giunta dalla Tailandia tanti anni fa è ancora in attesa di un nome certo.

L’estate scorsa Alberto Ghedin, amico e collezionista di orchidee, mi chiese il nome di una Vanda senza cartellino, proveniente dalla mia collezione.
Guardando la foto della sua fioritura (la sua divisione fiorì e le mie no) arrivai ad una conclusione tassonomica che ora, analizzando le mie piante in fiore, reputo sbagliata.

Caro Alberto, ho l’impressione che le tue conclusioni di allora fossero più giuste delle mie…il giusto nome di quella famosa Vanda mi sa che sia proprio: Vanda brunnea o Vanda denisoniana var. hebraica Benson & Rchb.f. , 1869.

Ecco la foto di una mia pianta in fiore

Confrontiamola con questa V.denisoniana var. hebraica e con queste 1 e 2 foto di V. hindsii

Il colore e la forma del labello mi convincono che la nostra Vanda è proprio la V.brunnea.
Altro particolare importante è il luogo di provenienza (Tailandia), tipico della V. brunnea (Tailandia- Birmania) mentre la V. hindsii è endemica in Nuova Guinea, Australia.
In conclusione, anche la struttura della pianta in questione è più simile a quella della V. brunnea.

Dite la vostra…tireremo le somme dopo i vostri commenti.