Giorno 2.
Dopo un violento temporale abbattutosi la sera prima, domenica mattina la seconda uscita era in forse. Al solito mi sveglio di buon’ora, verso le 7:15 e metto il naso fuori dalla finestra, il tempo non è dei migliori ma il rischio di acquazzoni o rovesci non sembra essere imminente.
Solita routine mattiniera, e mi dirigo verso una nota, per noi orchidofili, meta della pedemontana trevigiana a caccia, sempre fotografica ovviamente, delle prime Ophrys.
Il primo incontro che faccio è con un bel gruppo di Orchis militaris L., Sp. Pl.: 941 (1753) che in seguito si riveleranno crescere abbastanza diffusamente, seppur sparse, all’interno dell’areale, a far loro compagnia un gruppetto di una decina di esemplari di Listera ovata (L.) R.Br. in W.T.Aiton, Hortus Kew. 5: 201 (1813) (ora Neottia ovata (L.) Bluff & Fingerh., Comp. Fl. German., ed. 2, 2: 435 (1838)). Dirigendomi nell’sito ove l’anno precedente avevo ritrovato una Ophrys sfiorita, faccio il mio primo incontro con questo genere, la prima ad essere vittima del mio obbiettivo è una Ophrys fuciflora (F.W.Schmidt) Moench, Suppl. Meth.: 311 (1802), nel suo cromatismo bianco.
Girando di qua e di la faccio diversi incontri con le militaris, che spiccano dal verde dell’erba alta, quasi ad omaggiare l’Adunata Nazionale degli Alpini tenutasi in quel giorno e nei due precedenti in quel di Bassano del Grappa.In una delle stradine dell’area incriminata faccio un incontro inaspettato, alcuni Limodorum abortivum emergono dal prato con il loro portamento eretto e l’inconfondibile color viola scuro ma, disdetta, anche queste seppur per poco, hanno i fiori ancora chiusi.
Mi dirigo allora nuovamente nel luogo del primo incontro con le militars, ricordando le parole dell’anno scorso di un altro appassionato sul ritrovamento di altre Ophrys, e….magia…una mezzora prima non avevo visto nulla ed ora vedo sparse qua e la Ophrys fuciflora in due diversi cromatismi, quello con i sepali bianchi e quello a sepali rosa.
Dopo aver fatto un bel po’di fotografie sia con la digitale che con la reflex, ritorno verso la macchina tutto contento ripassando davanti ai Limodorum abortivum (sotto) e con mia sorpresa noto che uno dei fiori, nel frattempo, si è aperto, riapro allora lo zainetto, armo il cavalletto e giù di foto!
Mentre sono accovacciato a far foto arriva in bicicletta un simpatico signore sulla settantina che mi vedere chino a fotografare, mi si avvicina e mi dice “elo apasionà anca lu? Alo fat come a vederle” (è appassionato anche lei? Come ha fatto a vederle) riferendosi alle orchidee. Gli rispondo in maniera affermativa dicendogli e passione e colpo d’occhio la fanno da maestri, e lui rincalza dicendomi “al varde che pi in là, ghe n’è anca de n’altra sort” (quardi che più in là, ce ne sono anche di un altro tipo) ringraziandolo per l’informazione gli dico che le ho già fotografate e mi apostrofa dicendo “ah ben, ma me raccomando al stae tento a no pestarle salo!” (ah bene, ma mi raccomando stia attento a non pestarle!).
Me ne ritorno alla macchina doppiamente contento, in primo luogo per i ritrovamenti effettuati ed in secondo luogo, per aver avuto testimonianza che le orchidee spontanee non appassionano solamente “addetti di settore” ma anche persone comuni che hanno semplicemente rispetto per la natura e le loro bellezze.
Due giorni…spontanei
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Pingback: iris pallida
Il luogo è stra conosciuto e citato poco prima da Alberto, almeno per la seconda parte dell’articolo. 😉
Ciao e grazie
Bellissimo articolo…proprio di quelli che ti fanno venire la voglia di salpare con zaino e picozza…peccato che, da buon “scopritore…o cercatore di funghi” non spifferi le coordinate di quei luoghi ameni 😆
…però le frasi in stretto dialetto locale (fantastiche e sagge), danno qualche indizio 😉
Complimenti anche per le foto.
Guido