La Cassandra a Schio… anche il giorno dopo!!
A pagina 28 del Giornale di Vicenza – 17 Giugno 2010 – fra l’altro, si legge quest’articolo scritto da Anna Lirusso:
Titolo a caratteri cubitali
Orchidee in calo. Segnali carenti e caldo tropicale
Sottotitolo
Numerose le disfunzioni segnalate dai visitatori disorientati e dagli esperti che indicano in giugno un periodo poco adatto all’esposizione della pianta.
Testo
“Le orchidee non attirano più folle oceaniche ed uno degli eventi di punta della stagione estiva segna una netta flessione. Il Comune di Schio, organizzatore della mostra mercato al posto del curatore esterno degli anni precedenti, si dice comunque soddisfatto sia per l’affluenza di oltre 10 mila visitatori, 5 mila in meno delle edizioni passate, sia per la qualità della manifestazione.
Altra l’opinione di alcuni espositori e visitatori che hanno puntato il dito contro una serie di fattori negativi. Mese sbagliato, distribuzione della mostra in troppi punti della città, cartelli informativi poco chiari e temperatura tropicale all’interno del lanificio Conte. Qualche problema organizzativo c’è stato, come il malfunzionamento dell’impianto di raffrescamento al Conte o lo studio grafico delle locandine,nelle quali spiccava a caratteri cubitali la scritta “Giardino Jacquard” traendo però in inganno sul luogo della manifestazione e costringendo a fogli posticci per sistemare il tiro.
Quest’anno infatti l’evento si svolgeva solo in minima parte nell’ex area Lanerossi: anzi la Fabbrica Alta era chiusa e al giardino Jacquard c’erano solo le visite guidate. Il punto forte, con esposizione e vendita del-
le orchidee, convegni e laboratori era al primo piano dell’ex Lanificio Conte.
«Associare il nome della mostra a un particolare luogo della città può avere delle contro indicazioni – minimizza Massimo Rampon, che ha collaborato col Comune nell’organizzazione della mostra delle orchidee – anche se non ritengo che in questo caso sia stato un fattore discriminante.
È vero c’è stata meno affluenza degli anni scorsi ma calcolando che giugno è un periodo penalizzante per questo tipo di mostre il mio bilancio è positivo».
La pensa diversamente Paola Thiella, curatrice delle prime tre edizioni della manifestazione a Schio e che adesso collabora con Thiene per analoghe iniziative: «Non mi stupisce che ci sia stata meno affluenza, le avvisaglie c’erano già l’anno scorso.
Una mostra di questo tipo deve mettere al primo posto le piante e giugno non è il mese adatto. Finché ho collaborato col Comune di Schio mi sono battuta per organizzare una mostra di alto profilo, curando nel dettaglio ogni minimo aspetto organizzativo, logistico e culturale dell’evento.
L’amministrazione fin dalla prima edizione voleva che la manifestazione si svolgesse in giugno ma le piante non sono oggetti».
La spiegazione arriva da Massimo Rampon: «Maggio e settembre erano già sature di altre manifestazioni e così quest’anno la mostra è stata programmata per giugno. Ma l’aspetto positivo c’è: i visitatori hanno potuto vedere la fioritura di alcuni esemplari di orchidee».
Osservazioni di chi c’era con le orchidee esposte
Brava la giornalista che ha scritto l’articolo, cercare le criticità vere o presunte fa notizia e soprattutto fa vendere copie al giornale, ma questa volta il taglio della notizia puzza di bruciato lontano un miglio.
Che cosa c’entra Paola Thiella con le orchidee, chi sono i fantomatici esperti che pontificano sul periodo stagionale – guarda caso in perfetta sintonia con le idee della loro impresaria – non saranno mica i commercianti di orchidee che hanno ubbidito al suo “consiglio”: chi va Schio non sarà invitato a Thiene!
L’impresario floristico Tiella, di risultati negativi ne ha ottenuti molti, soprattutto nell’ambiente orchidofilo ed i suoi virgolettati riportati nell’articolo, carichi di malcelato livore, sono oltremodo dannosi ed innoportuni, oltre che inverosimili: ricordate la favola della volpe che denigrava l’uva della pergola, solamente perchè non poteva prenderla?
Pur sapendo che le orchidee non “tirano notizia” come le vicende politiche, spero che il Direttore del Giornale di Vicenza abbia tempo e voglia di ascoltare anche altre opinioni nel merito dell’evento di Schio.
Disfunzioni extemporanee e imprevedibili a parte, il livello dell’esposizione di Schio è stato elevatissimo, questo è il valore da sottolineare ed era questo aspetto che andava approfondito dai media, magari andando a dialogare con gli appassionati orchidofili presenti e pubblicando la foto delle orchidee premiate, al posto di un insignificante angolino di uno stand di vendita senza pubblico. Non è vero che giugno non è un buon mese, tutti i mesi sono validi – Schio prima edizione mese di Luglio, organizzatrice Thiella (incarico professionale retribuito dal Comune di Schio) , che dire magari di gennaio? Con le orchidee a battere i denti? Anzi, proprio come ha giustamente sottolineato Massimo Rampon è stata una buona occasione per vedere orchidee eccezionali che non si possono vedere in altri periodi.
A proposito di periodo, va fatto onore al merito del Comune di Schio, che pur detenendo la primogenitura, ha ritenuto di spostarlo a Giugno proprio per agevolare l’idea che a Settembre potesse starci anche la nuova manifestazione di Thiene. Giova ricordare che la succitata Thiella è l’organizzatrice di questo nuovo evento, con incarico professionale retribuito, nel castello dei nobili locali – che, ovviamente, vedendo il successo di Schio hanno fiutato il business. Forse la differenza è proprio questa: a Schio le istituzioni ed i cittadini protagonisti, di là il privato e la nobiltà, definita dal Presidente ATAO – troppo potente per non essere ascoltata.
Tutto qua, le folle oceaniche servivano a Mussolini, non servono certamente alle orchidee.
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