Archivio mensile:Giugno 2013

Orchidee: Statistiche di Orchids.it

Ieri 16 Giugno 2013, Orchids.it è stato visitato 522 volte.

Foto di copertina: con una buona dose di mia licenza tassonomica, affettuosamente nominata Vanda Istriana, esposta nella mostra di Interneppo.
Sempre ieri, 16 Giugno 2013, il post più letto è stato questo , raggiunto da 154 visitatori – 105 direttamente dalla home-page e 49 da link.
Segue in graduatoria questo post sulle Cattleya e imperterrito da sempre, rimane nelle fascie alte dei post letti, questo che racconta l’orchidea nera.

Orchids.it, un insostituibile approdo degli orchidofili sul web: grazie a voi lettori, che da anni continuate a farci visita. Lunga vita al blog.

La redazione.

Mostra di orchidee a Interneppo, cronaca e impressioni

Non avevo capito bene il contesto nel quale andava collocata questa mostra di orchidee. Aderii istintivamente alla richiesta di collaborazione chiestami da Giulio e Claudio, due giovani orchidofil ed appassionati della botanica in generale, protagonisti insieme ad altri giovani impegnati nell’associazionismo ecologico della zona.
Ora, a cose fatte, è grande la mia soddisfazione per essere stato, grazie alle orchidee, attore in un “film” inedito e gravido di auspici positivi e propedeutici alla conoscenza di un angolo d’Italia ecologicamente incontaminato e per molti aspetti ancora vero.
Arrivarci è stata un’avventura, bella e traumatizzante avventura. Interneppo è una piccola frazione di Bordano (UD)- il paese delle farfalle -, affacciato sul lago di Cavazzo.
Il navigatore mi ha accompagnato all’indirizzo concordato – Via principale n°87 -, ma questo sarebbe stato solo il punto d’incontro con Claudio, propedeutico alle successive e determinanti indicazioni per giungere giù al lago dove si trova il Centro visite, altrimenti noto come “Eco Museo”, una bella edificazione in legno, immersa nel verde in riva al lago.
Prosegui per un Km. – mi dice Claudio – subito dopo il cartello con la scritta “Mandi” (arrivederci in lingua friulana), gira giù a sinistra… e stai attento perché il sentiero è assai impervio.
Ed è quì che inizia l’avventura. La prima parte del sentiero, già strutturata con pavimentazione legata da calcestruzzo, a parte gli scossoni che sin da subito hanno allarmato il carico di piante stipate dentro l’auto, prometteva bene, ma e durato poco. Subito dopo mi son trovato ad affrontare ripidi tornanti in pietrisco, già abbondantemente sgretolato dalle ruote delle auto durante le risalite.

L’avventura
E’ a questo punto che, io e le orchidee, mie compagne di viaggio ci sian messi le mani sui capelli, convinti che non saremmo mai più risaliti per il ritorno… ed invece dopo alcuni tornanti la stradina mi ha accompagnato a destinazione costeggiando il lago ed immergendomi in un paesaggio mozza fiato.
Ovviamente, la stradina è percorribile in auto solamente per questioni di servizio.
Giunto a destinazione e fatti i convenevoli con Nando, Presidente dell’AUSER, Associazione che, su mandato della locale Comunità Montana cura le gestione del Centro visite, si inizia subito a studiare l’allestimento, sì perché era tutto da inventare… o quasi.
Ad aiutarmi c’erano l’infaticabile Claudio e Barbara dell’Associazione “Di tutti i colori”, gruppo locale di giovani impegnati nella divulgazione del patrimonio ecologico dei loro territori. Massimo, il Presidente dell’Associazione, insieme a Giulio, erano già al lavoro con un gruppo di escursionisti in visita guidata, a caccia (fotografica) di orchidee spontanee e dei grifoni.
E’ stato tutto facile, mi verrebbe quasi a dire che le divinità poste a protezione di Geo ci hanno dato una mano.
Forse è stata solamente quella ventata di gioventù impegnata, libera da schemi ed incrostazioni temporali a galvanizzarmi, e, memore delle mie giovanili esperienze associative vissute nel sociale, mi son ritrovato carico di energia e di passione.

Aria nuova
In quest’atmosfera, l’autostima è subito risalita al giusto livello. Lontane mi son apparse le ingratitudini dei “ladri di idee e di orchidee”, o per dirla più schietta di tutto quel sottobosco di ambizioni frustrate, fatto di gelosie di invidie sedimentate nel tempo e nei meandri di vite insignificanti, che mi erano gravitate addosso con l’inganno dell’adulazione iniziale. Lontane le ingratitudini e lontani pure i loro portatori, non ci sono più… se ne sono andati, ma l’aria pura del Club, che pensavo essersi rarefatta da sì tante insidie, si è ritrovata ancora, poca e sporca cosa se n’è andata.

La mostra
L’esposizione di orchidee esotiche può contare oltre 60 specie botaniche in mostra, poche per competere con le grandi mostre, ma carica di significati e di prestigiosi esemplari. Senza ombra di smentita, chi visiterà questa mostra avrà la possibilità di ammirare e di fotografare esemplari unici in Europa. Uno per tutti Ascocentrum garayi E.A. Christenson 1992 eccolo nella foto a sinistra in bella mostra! Purtroppo i fiori sono nella loro fase senile ma pur sempre affascinanti.

I significati
Nei tanti anni passati a coltivare orchidee ed anche ad organizzare mostre, ho sempre cercato di dare un significato ad ogni esposizione, con l’obiettivo di renderle uniche e non ripetitive. In questo conteso, degni di nota sono i temi dati alle varie edizioni di Pordenoneorchidea.
La mostra di Interneppo, questa che vi sto raccontando, viste le orchidee fiorite in Giugno, ho voluto dedicarla a persone e momenti particolari, che hanno costruito il mio stare con le orchidee e con gli amici.

Le dediche
La prima dedica si lega ad un momento triste della vita di un mio compagno di lavoro, quando il destino e un male incurabile gli tolse la figlia Vera, ancora bambina.
Ricordo che in quella occasione chiesi a Guido, sì pure lui Guido, di poter dare il nome della sua bambina scomparsa, ad una mia orchidea in fiore. Non conoscevo ed ancora non conosco il nome di una minuscola piantina dai piccoli fiori bianchi e delicati. Appartiene al genere Eria, ma il nome di specie ancora non mi è noto e da allora l’ho nominata Eria sp.’VERA’, nella speranza che il tempo e l’aiuto di qualche esperto riescano di individuare anche il suo nome di specie, oppure ci diano l’onore di classificarla ex novo.

La seconda dedica mi porta con i pensieri al mio grande Maestro Enzo Cantagalli. Enzo, maestro di vita e di orchidee, vive a Pieris (GO), giuliano e nel contempo friulano. Come avrete potuto leggere nel link, a quest uomo mi legano un grande affetto e tante dazioni di orchidee della sua collezione. Ora Enzo non può più immergersi nel mondo fatato delle orchidee, l’età ha reso buie le sue giornate e la sua mente.
Ecco, quella pianta che mi portai a casa in occasione della prima visita è rifiorita da poco nella mia collezione, una piccola divisione che ho voluto portare in mostra proprio in omaggio al grande Enzo che la coltivò per molti anni: Bifrenaria inodora. Lindl. 1843
Il nome del cultivar esposto a Interneppo sarà : Bifrenaria inodora ‘ENZO’

La terza dedica porta con sé il sapore profondo del Friuli e di un amico friulano dotato di una semplicità e di una generosità uniche: Luigi Peano di Udine.
La sua passione per le orchidee, nasce in Brasile, Paese dove Luigi decise di emigrare tanti anni fa.
Ritornato in patria portò con sé la passione per le orchidee ed anche “qualche” pianta.
Ci conoscemmo un bel giorno, lui venne a casa mia e con quel fare apparentemente riservato che caratterizza i friulani, in quell’occasione mi mostrò delle vere rarità… non solo orchidee.
Allora, mi propose di dividere ogni cosa – sai – disse, così sono sicuro che rimangono vive!
Eccola una di queste “cose”: Laelia purpurata Lindley & Paxton 1852-3
I brasiliani classificano le Laelae e non solo, in una miriade di varietà. Il cultivar della foto e Laelia purpurata semi alba e in omaggio a Luigi desidero nominarla Laelia purpurata semi alba ‘Peanensis’

Spero di aver fatto tesoro degli esempi avuti dalle persone che ho nominato nel post, almeno nelle intenzioni ho cercato di farlo, se ci son riuscito giudicatelo voi.

Il video
Per una completa rassegna dell’evento vi rimando ad un video che a breve sarà pubblicato nel blog.

Orchidee & orchidee… mostre ed escursioni

Foto di copertina:
Papilionanthe teres (Roxb.) Schltr. 1915
Sabato 15 e Domenica 16 giugno, presso il Centro visite del Parco Botanico di Interneppo, mostra di orchidee esotiche con escursione botanica nel meraviglioso contesto del lago di Cavazzo.

Ho aderito con entusiasmo all’invito della locale Comunità montana, ad allestire una mostra di orchidee della mia collezione, quasi un incontro con la natura e le orchidee spontanee della zona.

Un fine settimana immersi nello splendore della natura, degno di essere vissuto, non fatevelo scappare e per chi vorrà portarsi a casa qualche divisione delle orchidee della mia collezione, troverà anche l’angolo dei desideri.

Nota: l’esposizione sarà allestita nella mattinata di Sabato 15 Giugno, ed allo scoccare di mezzodì sarà godibile… aspettiamo tante amiche e tanti amici orchidofili.

A parer mio

In un post del 22 Maggio scorso, fra l’altro scrivevo …”Ecco che così organizzato, l’evento attirerebbe pubblico, sia general generico, che specializzato, ed ecco che in questo contesto, i giudizi, dati da un’Associazione condivisa, e da un corpo giudici il più possibile qualificato, sia per numero che per esperienza botanica e di coltivazione, assumerebbero valore scientifico e sarebbero cercati, desiderati e graditi”.

Il senso del mio argomentare in quel post, desiderava elevare a valore scientifico i giudizi dati nelle mostre, che – pur sempre soggettivi – sarebbe almeno auspicabile la loro rigorosità nel rispetto delle regole della botanica e della tassonomia.
Chiedo subito scusa a quel manipolo storico dei miei “detrattori preferiti”, se andrò ad urtare la loro suscettibilità, ma guardando la foto a sinistra, che rappresenta il massimo premio assegnato a O&W 2013… e leggendo i dati tassonomici riportati nelle medaglie AIO, mi sorgono molti dubbi.

Prima osservazione
Il cartellino di presentazione della pianta è corretto, trattasi per l’appunto di un ibrido registrato con il nome: Cochleanthes Molière.
Per la verità c’è un po’ di confusione sul nome di genere attualmente accettato: nel 2011 in occasione dell’ennesima revisione, le specie che hanno dato vita all’ibrido in questione sono state spostate riesumando il genere Warczewiczella.
Di questo spostamento non poteva essere a conoscenza Marcel Lecoufle, eravamo nel 2001, per la precisione il 14 Maggio 2001 quando registrò l’incrocio (Chocleanthes amazonica x discolor), alla Royal Horticultural Society per l’appunto con il nome Chocleanthes Molière. Ad ogni buon conto nel registro dei nuovi ibridi della RHS è riportato con il nome di genere Warczewiczella, con il sinonimo di Cochleanthes.

Si dirà, e allora? I miei dubbi insorgono leggendo gli epiteti tassonomici riportati nei “pezzi di carta” – come a suo tempo ebbe a definirli (riferendosi ai miei) anche il coltivatore della pianta in questione – dove si scrive: Cohcleanthes discolor x amazonica ‘Giulio & Marika’.
A parer mio l’epiteto corretto dovrebbe essere: Warczewiczella Molière ‘Giulio & Marika’ dove i nomi propri qualificano il cultivar premiato, mentre i primi due nomi identificativi dell’ibrido certificano la sua avvenuta registrazione. Ulteriore attenzione andrebbe anche posta sulla provenienza dell’ibrido, se trattasi di una divisione o una riproduzione meristematica di un cultivar già premiato, ad esempio questo: Cochleanthes Moliere ‘Cardrona’ AM/AOS, premiata nel 2006. In tal caso il nome di cultivar andrebbe mantenuto.
Sempre a parer mio i nomi dei genitori di un ibrido lo identificano formalmente finché non è registrato, dopo, ha valore e non può più essere modificato il nome di registrazione… in questo caso Warczewiczella Molière ed in sub ordine Cohcleanthes Molière.
Potrà sembrare questione di lana caprina, ma, come nel caso di specie, dove il coltivatore è un produttore professionista e potrebbe trarre vantaggio economico dalla riproduzione meristematica della sua pianta premiata, l’esatta identificazione tassonomica assume valore primario.
A parte questo aspetto pecuniario, più importante ancora è la validità scientifica del lavoro giudicante di un’ Associazione Nazionale.

Jumellea sagittata pensieri e parole

La vita è bella! E’ fatta di luci e di ombre. Il bianco non è mai bianco e il nero a volte ti lascia qualche spiraglio di luce. Usa la fantasia per goderti il bianco, ma cogli anche quei piccoli punti luce, dentro il buio più profondo.
Queste sono le mie impressioni guardando la foto di questa bella orchidea malgascia, e le tue?

Note:
La foto, vistosamente elaborata con Picasa è stata scattata in Aprile, in occasione della mostra di Spercenigo e rappresenta un esemplare di Jumellea sagittata H. Perr. 1938

Jumellea è un genere di orchidee epifite o litofite, a sviluppo monopodiale, che comprende circa 40 specie. E’ originario dell’Africa orientale, dal Kenya alla Tanzania, al Sud Africa, fino agli altopiani centrali del Madagascar e di Grande Comore. Il genere Jumellea è abbreviato come Jum. e prende il nome dal botanico francese H. Jumelle.

Jumellea sagittata H. Perr. 1938.
Pianta epifita di medie dimensioni a sviluppo monopodiale, ma con la peculiarità di produrre ceppi laterali, caratteristica che conferisce spettacolarità ad esemplari di grandi dimensioni.
E’ originaria del Madagascar e vive nelle foreste muschiose ad altitudini fino a 1400 metri.
I fiori, bianchi e profumati di notte si formano all’apice di brevi steli che spuntano dalle guaine fogliari.
La pianta è strutturata con fusti eretti che portano 6-16 foglie verso l’apice. Le foglie sono rigide, carnose e formano un angolo alla base. I fiori bianchi profumati, 4-5 cm di diametro spuntano singolarmente dalle ascelle delle foglie; invecchiando tendono a diventare giallastri.