Archivio mensile:Luglio 2015

Epidendrum radicans

018Epidendrum radicans Pav. ex Lindl., 1831.

Eccolo qua, quel banalissimo “Epidendrum, forse radicans ‘Red Flower’, considerata l’orchidea dei “poveri”, nel senso che essendo di facile e poco costoso reperimento, se la possono permettere tutti senza dover sborsare troppi denari, ma questo succedeva quando le orchidee erano affare per ricchi sfondati, ora le cose sono un po’ cambiate. Questa specie è nota anche come “orchidea crocifisso” per la forma a croce del labello.

Curiosità
Tante storie ha da raccontarvi questa specie, ad esempio è stata una delle prime specie ad esssere usata dall’uomo per ibridazione artificiale: Epidendrum radicans x Sophronitis coccinea = Epiphronitis veitchii.
Piccola orchidea molto famosa è uno dei primi ibridi ottenuti dall’incrocio fra generi diversi. Fu creata nel 1890 da John Seden, collaboratore della James Veicht & Sons, azienda vivaistica inglese, la prima a cimentarsi nell’impollinazione, e nell’ibridazione delle orchidee.
Alcune fonti riportano come genitore di Epiphronitis veitchtii, Epidendrum ibaguense, specie la cui distinzione da E. radicans, verte soprattutto sulla diversità della struttura radicale: la prima specie produce radici basali, mentre la seconda lungo tutto il fusto. Entrambe, a differenza di E. secundum, E. fulgens, E. puniceoluteum, e E. cinnabarinum appartenenti allo stesso sottogenere (Amphiglotium) presentano i fiori resupinati (labello rivolto verso il basso).
Pare che Epidendrum radicans non produce alcuna ricompensa alimentare agli insetti pronubi: inganna le farfalle che visitano i suoi fiori, perchè questi assomigliano ad altri di famiglie vegetali diverse, che invece sono più generosi!

Notizie
Epidendrum radicans è nativo in vari paesi dell’America Centrale, Puerto Rico, Messico, Guatemala, El Salvador, Honduras, Nicaragua, Costa Rica, Panama, Venezuela e Colombia, dove cresce strettamente terricola (geofita) oppure litofita in spazi liberi tra erbe e rocce, spesso lungo i bordi delle strade o nelle foreste pluviali montane tra i 1000-2000 metri sul livello del mare.
Tale è la facilità di adattabiliotà di E. radicans, che prospera abbondantemente anche in habitat antropizzati, dove l’attività dell’uomo modifica i luoghi ad esempio con la creazione di nuove strade.
E’ interessante e ancora non del tutto condivisa la modalità con cui E. radicans attira gli insetti impollinatori (farfalle). E’ stato verificato che, mentre le piante producono nettare extra-floreale (si ipotizza quale strumento per attirare le formiche come protezione contro gli animali erbivori (Fisher e Zimmerman 1988), non producano alcun nettare floreale.
Come mai, in assenza di alcuna ricompensa per gli impollinatori, i fiori sono ancora visitati da farfalle. Si ritiene (Bierzychudek 1981) è che queste orchidee utilizzino il mimetismo per ingannare l’impollinatore. La teoria, per altro ogetto di critiche, trae motivazione dal fatto che l’habitat dove vive Epidendrum radicans sia lo stesso di Asclepias curassavica e Lantana Camara, due specie appartenenti ad altra famiglia vegetale, ma con i fiori morfologicamente simili, da ciò si immagina che i fiori di Epidendrum radicans imitino altri fiori che offrono nettare, ingannando così l’impollinatore.
A discapito di questa teoria, la ricerca ha dimostrato che i fiori di E. radicans non sono maggiormente impollinati più di quanto non avvenga laddove cresce da solo.
Pertanto rimane sfuggente il vero e proprio meccanismo dell’impollinazione di questa specie: l’inganno può essere un ipotesi compatibile anche se è improbabile che il mimetismo, nella definizione biologica della parola sia la strategia applicata.

Descrizione
Come gli altri membri del sottogenere Amphiglotium, E. radicans presenta un portamento pseudo monopodiale: produce uno stelo verticale coperto da guaine basali e foglie distiche. Il fusto non mostra il gonfiore tipico degli pseudobulbi di molte specie simpodiali. Tuttavia, E. radicans è in realtà una specie simpodiale: il peduncolo della infiorescenza, ben coperto per la maggior parte della sua lunghezza da sottili guaine, è terminale, non laterale. Le nuove vegetazioni (di solito) spuntano vicino alla base del vecchio, anche se E. radicans e tutti gli altri del sottogenere, producono keiki dalle vecchie infiorescenze. I fiori si formano alla fine di un lungo peduncolo, e hanno il labello trilobato, i tre lobi sono profondamente frangiati o lacerati. Come E. ibaguense, (ma a differenza di E. secundum, E. fulgens, E. puniceoluteum, e E. cinnabarinum) i fiori di E. radicans sono resupinati (labello verso il basso). E. radicans può produrre fiori di varie tonalità, dal color lavanda, al rosso, arancione o giallo.

Collezione “Rio Parnasso”… 3 motivi per dire: oooh!


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Mercoledì 8 Luglio 2015. Il buon giorno si vede dal mattino… ieri in serra 36°, speriamo che oggi piova!! Le orchidee boccheggiano, ma nonostante tutto ecco quanto basta per dire: oooh!

Nella prima foto (a sinistra) un splendida fioritura di: Restrepia trichoglossa F. Lehm. Ex Sander 1901
Etimologia del nome di specie: dal Greco trichoglossa (lingua pelosa) con riferimento alle evidenti fimbriature del labello. Leggi il post.

Nella seconda foto (in centro), una miniatura raramente presente nelle collezioni:
Zootrophion atropurpureum (. Lindl) Luer, Selbyana 7: 80 (1982).
Specie nota anche con il sinonimo: Cryptophoranthus schenckii Cogn., Boll. Soc. Roy. Bot. Belgique 43: 304 (1906 pubbl 1.907.).

Nella terza foto (a destra), l’orchiea del mattino: Cirrhaea dependens Loudon 1850.
Fiori carichi di fragranza intensa, ma solo nelle prime ore del mattino… leggi il post

ORCHITECA DINAMICA

La genesi
Il bello del collezionismo orchidofilo inteso come interesse amatoriale, ti porta a vivere esperienze sempre nuove, ecco un breve racconto di presentazione della: ORCHITECA DINAMCA, una bella scommessa creativa in favore delle orchidee da collezione, conclusa con mia grande soddisfazione.

I primi approcci con il committente e con lo studio di Architetti che stava ristrutturando la sua abitazione, risalgono a qualche anno fa.

Il progetto completo (ancora da ultimare) prevede anche una serra esterna a forma di anfiteatro, dove poter mettere a dimora invernale, tutte le essenze esotiche o comunque non tolleranti le nostre gelate dei mesi freddi.

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E’ così che prende corpo l’idea di una piccola “serra” collocata all’interno degli spazi abitativi della villa.
L’idea, di per sé intrigante, inizialmente poneva qualche problema tecnico, ma via via dell’evoluzione di vari progetti prendeva corpo la possibilità di inventare uno spazio organizzato, troppo ridotto per essere considerato “serra” e troppo grande per rientrare nella “sfera” di quelle piccole teche comunemente note come “orchidari”

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Ecco che nasce l’ORCHITECA, ovvero quello che possiamo considerare il “prototipo” o meglio ancora l'”unicum” di uno spazio interno allestito per far vivere le orchidee.
Poco più di tre metri di larghezza, poco meno di altezza, e profondità di oltre un metro e mezzo, incastrati in una parete del salottino d’ingresso con vetrata interna apribile e presa di luce dall’esterno attraverso una finestra larga cinquanta centimetri per tutta l’altezza.

Tecnologia
Per creare le condizioni climatiche il più possibile ideali si è ricorsi a qualche supporto tecnologico messo a disposizione da “SerreGiardini”: ventilatore di ricambio dell’aria interna e impianto fog per il mantenimento dell’umidità interna. La temperatura oscillerà in rapporto a quella dell’ambiente, con qualche variabilità data dalle lampade a led in soccorso della luminosità naturale, qualora nella stagione a giornate corte, dovesse essere insufficiente.

Scenografia

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L’ambientazione interna, su precisa scelta dei progettisti, doveva richiamare il più possibile ad un ambiente naturale e quindi, niente scaffali e/o bancali di supporto. La soluzione adottata è stata quella di rivestire le pareti con lastre di sughero stratificate e di simulare falsi piani rocciosi e legnosi di appoggio.

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Collaborazioni

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L’evoluzione e la stesura finale “dell’ORCHITECA DINAMICA”, nome compreso, ha seguito le indicazioni e le idee creative di Guido De Vidi, profuse nelle varie fasi di costruzione, con lo slancio di chi vive e coltiva orchidee da oltre 30 anni.
teca_16Le orchidee sono state messe a disposizione dalla Azienda di Luigi Callini: Orchidee del Lago Maggiore.

Si è detto che l’ORCHITECA DINAMICA è il prototipo e come tutte le idee nuove abbisogna di assistenza e di eventuali messe a punto via via che sarà necessario, ma, come esclamò con soddisfazione il suo committente. “Caro Guido, questa è un po’ tua figlia, aiutami a seguirla con amore.”

PS) – Perchè dinamica? Semplicemente perché assumerà fisionomie differenti nel tempo e negli umori dei suoi tutori.

Cattleya Marjorie Hausermann ‘York’ HCC/AOS… il bouquet della sposa

Controluce.

024La felicità di avere per qualche giorno fra noi, figlio, nuora e nipotini, porta i miei ricordi al matrimonio in Grecia e al bouquet che confezionai per mia nuoretta. Sembra ieri, ma il tempo e il loro amore ci ha già regalato tre splendidi nipotini, belli, deliziosi e affettuosissimi.
A coronare la gioia di questi giorni ha contribuito anche la fioritura di una Cattleya, creata apposta per i bouquet delle spose, proprio quella che mi diede i fiori per confezionare il bouquet… un’avventura che potrete leggere nel post scritto in quei giorni: Cattleya Marjorie Hausermann ‘York’ HCC/AOS.