Il vecchio e “caro” bollettino

IMG_6561IMG_6562IMG_6563011 Novembre 2015, addì 18 per la precisione, una giornata umida e triste. – “Ma guarda un po’” – ecco che rivivo come nel film “Ritorno al futuro”, complice un vecchio bollettino della ATAO, vicende orchidofile dei primi anni 90. Le pagine ingiallite di quella pubblicazione portano la data – Gennaio-Aprile 1994 – mamma mia, siamo vecchi caro Gianmaria. Sì perché quel bollettino, uscito fuori dalle scartoffie riordinando la mia casetta in legno, facente funzioni di magazzino, era edito a cura di Gianmaria Conte, già allora attivo animatore della giovane ATAO.

Laelia lundii ‘ROSETTA’ SM/EOC Hannover 1994. – SM/EOC Padova 2006.
La foto è stata fatta nel 2014 e mostra una delle tante divisioni, ormai presenti in varie collezioni italiane e straniere.
DIARIO DI UN TRIONFO
L’ho letto tutto d’un fiato quel resoconto. Mentre leggevo, nella mia mente rullava possente il tamburo della memoria, delle nostre aspirazioni, e del nostro impegno speso nel mondo associativo delle orchidee; purtroppo suonavano sinistri tanti comportamenti ingrati dei giorni nostri.
Come nel film, la scena scorreva veloce e il set cambiava i tempi e i personaggi. L’orgoglio di rappresentare quella giovane Associazione nel mondo dell’orchidofilia internazionale, che allora si mescolava alla nostra ingenuità e timidezza, trovò sicuramente linfa in quei successi insperati.
Ora noi due non siamo più iscritti a quell’Associazione e ci vien fin troppo facile osservare che l’ATAO vista allora era avanguardia, ora, purtroppo è retroguardia. Vedi Gianmaria, non mi va nemmeno poi tanto, di fare la parte del vecchio brontolone che ad ogni piè sospinto tuona -” Eee, quando c’eravamo noi le cose andavano meglio!” – , ma se per un attimo, sempre nel gioco del tempo, torniamo alla atmosfera dipinta nel tuo bollettino, vediamo che allora c’erano programmi, obiettivi e traguardi da raggiungere; non aleggiavano giochetti strani. Purtroppo a distanza di anni ci troviamo al punto di partenza; la riunione di Schio ne è la testimonianza, con i ragazzotti toscani, che scoprono l’acqua calda e se la tengono per loro soli, però. Mi riferisco ai “fatti (eufemismo)” di Lucca, di Schio e non da ultimo quello che si è visto a Firenze: atmosfera compassata in pubblico e fortemente avvelenata nei commenti verbali e sui social, del tipo: “poco educato” – “gli brucia” – “sua signoria”. Così si va a sbattere.

Aria pura
Caro Gianmaria, nel tuo articolo si respirava a pieni polmoni il desiderio di veder crescere una Associazione orchidofila che fosse di guida per tutti gli appassionati italiani e in quell’ottica, anche successivamente, ci spendemmo molto, noi di quell’ATAO.
Raccoglievamo iscrizioni all’AIO, non per toglierla a qualcuno o per controllarla, semplicemente per renderla forte a livello internazionale.
Quello che è ora l’AIO, non lo so nemmeno io, certamente non un’associazione rappresentativa, sia in termini numerici, sia per incisività ed autorità scientifica, e a distanza di anni non è un buon segnale.
Quando racconti della tua meraviglia per i “quasi 90 giudici che osservavano le piante in giudizio”, non posso non andare con la mente ai giudizi contemporanei in casa italiana e non vado oltre.
Allora non c’era ancora internet ed il bollettino ciclostilato era un valido strumento divulgativo e, grazie alla tua riconosciuta capacità didattica, quello che con puntigliosa caparbietà divulgavi era anche esaustivo.
Ora ci sono mille modi per condividere la nostra passione: siti internet, blog, forum, pagine e gruppi sui social: L’AIO che dovrebbe essere la punta di diamante, in termini divulgativi, scientifici, interattivi e didattici, arranca con fatica in maniera algida e disarmante.
Io le scrivo queste sensazioni, sapendo di attirarmi ire funeste, poco importa – nulla chiedevo allora e nulla cerco ora – ma il malessere aleggia ed è pensiero comune – qualora ci sia la voglia e la forza – di azzerare tutto e ripartire.

Il viaggio nel tempo è finito, sono già ritornato al 18 Novembre 2015 e sono davanti al computer a raccontare, come sempre, le mie emozioni. Possono piacere oppure no, ma queste sono; prendetele, buttatele, snobbatele, va sempre bene e se sono così odiose da urtare la vostra serenità, commentatelo qua pubblicamente : Paroe in recia no val ‘na tecia.

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